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Autore: ShadowsOfBrokenGirl    18/06/2013    2 recensioni
Un finale alternativo del grande classico "Grandi speranze" di Dickens. Spero vi piaccia!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il racconto è da situarsi dopo la morte di Magwitch e la depressione di Pip che qui è durata solo una settimana. Il ragazzo si è preso ripreso ed è andato a vivere con Joe e Biddy in attesa di trovare un lavoro con cui poter saldare i suoi debiti con Joe. Un giorno viene convocato con un biglietto misterioso a casa Satis e vi si reca immediatamente.
 
Bussai alla porta e mi feci annunciare dalla governante, intenzionato a congedarmi il prima possibile. In realtà mi ero recato lì solo a causa del legame che avevo sempre avuto con quella tenuta e con i suoi abitanti, poiché molti erano i problemi che avrebbero invece dovuto trattenermi a casa a meditare. Mentre mi facevo strada nell’oscurità, il mio pensiero era infatti rivolto a Magwitch che a causa mia aveva trovato la morte una settimana prima in una squallida cella della contea. Nonostante l’uomo avesse portato via con sé la fortuna che mi aveva arricchito e fossi quindi costretto a cercare un lavoro, altre erano le catene che facevano sanguinare il mio cuore.
Il rimorso , che provavo nei miei confronti per essermi comportato così male con le persone che mi avevano sempre dimostrato amore e l’angoscia provocata dall’assenza di Herbert che era ormai partito per regolare i suoi affari in Asia. Avevo infatti trascorso i giorni successivi alla morte del mio benefattore a letto in preda ad una profonda depressione da cui ero riuscito a svegliarmi solo grazie all’aiuto del buon vecchio Joe che mi aveva riaccolto in casa sua come i vecchi tempi. Aprii la porta ed entrai in quella camera che era comparsa in tutti i miei incubi da bambino e notai che non era mutato nulla.  L’oscurità regnava sovrana e mille ragnatele cadevano dal soffitto. La polvere ricopriva ogni oggetto come la neve dorme placidamente su tutto il paese dopo una tormenta. Di fronte alla toeletta malandata vi era una donna con indosso un largo abito da sposa. Il velo (meno logoro di quel che ricordassi, in realtà) copriva i suoi capelli bianchi e le spalle invecchiate, oltre allo stretto corpetto tempestato di diamanti. Il suo braccio si mosse ridando dinamicità a quella scena piuttosto statica. La mano, impreziosita da un paio di eleganti anelli d’oro, afferrò la spazzola dalla toeletta e cominciò a pettinarsi. Facendo questo, lasciò cadere un orologio che rotolò fino ai miei piedi. Lo presi dal pavimento e lo osservai: naturalmente era fermo, ma l’ora era diversa da quella che ricordavo. Perché le lancette erano ferme sulle 10 e 5 anziché alle 9?
Un raggio di sole entrò furtivo nella stanza ed illuminò i capelli della donna davanti a me.
Che sorpresa ebbi nel constatare che non erano bianchi! Ormai era chiaro che quella donna non era Miss Havisham, ma il vero mistero era capire chi fosse. La sagoma si voltò e si posizionò proprio di fronte a me. Ebbi la possibilità di osservare degli occhi blu molto seducenti e dei capelli rossicci.
Il viso era più pallido e smorto di quel che ricordassi e la figura più esile, ma non aveva di certo perso il suo fascino.
-Estella!-gridai sconvolto.
-Esatto Pip, sono io-sussurrò.
-Cosa ci fai qui? Perchè indossi ancora il tuo abito da sposa?-
-Non ci siamo mai sposati…lui non si è mai presentato. Qualche giorno prima della nostra unione egli conobbe un’altra fanciulla il cui nome era Susan Vernon. Lei era una dama straniera molto graziosa e leggiadra e dotata di una grande dote. Fu questa la ragione che suscitò interesse nel mio fidanzato che la corteggiò con i suoi modi galanti e la fece innamorare di sè. Il giorno prima del nostro connubio partirono insieme, lasciandomi da sola in balia delle chiacchiere del pettegolo volgo. Quel mattino io e Miss Havisham, completamente all’oscuro di tutto, ricevemmo un biglietto in cui lui si scusava per la sua partenza e mi diceva addio “costretto da cause superiori”. Solo dopo abbiamo appreso tutto. Che umiliazione! Che affronto al mio onore!-
-Immagino che la Signorina Havisham abbia reagito molto male alla notizia…-pensai a voce alta, ricordando il suo triste destino da cui aveva cercato in ogni modo di salvare la sua pupilla, purtroppo senza risultato.
-La sua reazione è stata terribile! Si è accasciata al terreno disperata e in pochi secondi mi ha lasciato per sempre. Il suo cuore non ha retto!-
Si alzò dalla sedia e cominciò a vagare per la stanza presa da grande agitazione: -Eppure non ho versato una sola lacrima! Sono piena di rabbia, tristezza, tanti sentimenti che non riesco ad esprimere! Il ghiaccio non si è ancora sciolto e forse non lo farà mai.-
La osservavo mentre sfogava la sua rabbia senza capire il motivi per cui mi avesse chiamato. Concluso il suo monologo, si ricordò di me e cominciò a parlarmi: - Pip ti ho fatto venire qui perché ho saputo quello che ti è accaduto e sono stata anche informata anche riguardo la tua prossima partenza.-
-Sì, mi recherò in Asia per lavorare insieme ad Herbert.-confermai
-Bene…volevo salutarti e assicurarmi che tu non ce l’avessi con me…vorrei che noi potessimo continuare ad essere amici-concluse porgendomi la mano.
Io la strinsi e poi lasciai la camera deluso. Mentre scendevo gli scalini riflettevo su quanto fosse sciocca la speranza che lei mi avesse convocato per dichiararmi il suo affetto per me!
 
 
Aprii gli occhi e mi ritrovai nella grande birreria abbandonata. In fondo all’edificio apparve improvvisamente un’ alta sagoma. Indossava un grande abito bianco e il suo viso era così pallido che mi sembrò un fantasma. Ricordai improvvisamente quando da bambino mi imbattei nello spettro della signora Havisham che era stato creato dalla mia fantasia. Mentre ero assorto nei miei pensieri una voce mi chiamò e mi resi conto che quella figura così misteriosa altri non era che Estella. Mi alzai sorpreso e cercai di parlarle ma lei mi interruppe:
-Pip ascoltami! Sai quale è la vera ragione per cui ho accettato le avances di Drummle? Perché adoravo vederti geloso! Ogni volta che dedicavo a quel ragazzo uno sguardo dolce, le tue guance si coloravano di rosso e i tuoi pugni si stringevano. Era così soddisfacente…mi faceva sentire amata!
Dopo che lui mi ha abbandonato, ho subito pensato a te e di quel  sarebbe potuto esserci tra noi se io non fossi stata quella che sono. Volevo dirti che se i tuoi sentimenti per me non sono mutati, sono pronta ad essere tua moglie. Non posso dirti che ti amo, sai che ti mentirei… non ne sono capace. Tuttavia quello che provo per te è la cosa più bella che abbia mai provato. Non so se ti amerò mai, ma sono disposta a provarci ogni giorno della mia vita insieme a te.-
-Oh Estella…Ma non sono più ricco, la nostra vita sarà modesta…-
-Preferisco la povertà se accompagnata dalla felicità. A cosa sono serviti tutti questi  gioielli alla signora Havisham? Dimmi solo se mi porterai via da questa casa piena di dolore e devastazione.-
La abbracciai e mi sembrò che lei stesse piangendo.
-Sì.-
 
  
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