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Autore: Lisbeth17    19/06/2013    3 recensioni
[Che Dio ci aiuti]Lasciando inalterato il finale di stagione, ho sempre pensato a un possibile, personalissimo, proseguimento.
Un nuovo personaggio, il tempo che è passato ineserabile, com’è cambiata la vita agli inquilini del convento degli angeli?
Dal testo:
C’è una storia che voglio raccontare, la mia storia, per farlo come si deve, ho bisogno di fare un passo indietro, forse più di uno, per raccontarvi le cose così come le hanno vissute i protagonisti, soprattutto lei, la mia mamma.
Ho scoperto poco tempo fa il suo diario…
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Attimi...'
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Un Passo Indietro


Un passo indietro


Quando vivono per te , quando muoiono per te
quando bruciano
per te.
E non contano per te le piu' belle storie
che tu puoi sognare.
Quando non ti lasciano, quando non perdonano
quando gridi no.


 

[Guido]

Stai calmo, non sono in ritardo, in effetti non ti hanno mai detto l’orario del loro rientro, Azzurra stamattina ha detto che sarebbero partite non appena finito il servizio, non sapendo quanto questo possa durare non ne ho davvero idea. Non è che poi Azzurra è troppo stanca per guidare? Non mi piace come guida Nina. Perché non mi hanno mandato nemmeno un messaggio?!

Sto completamente fuori , mi porto le mani alla testa, mentre cerco di concentrarmi sul mio lavoro.

[Azzura]

Che stanchezza! Non faccio in tempo a mettere giù Lucia all’interno del convento che la vedo sparire… aiuto Nina con le borse e tutti i paccatti shopping, prima di andare a cercare Lucia, che tanto sarà al bar.

[Guido]

Sento bussare alla porta del mio studio e rispondo meccanicamente:

- Avanti, è aperto. – nessuno apre la porta, ma continuano a bussare – è aperto – ripeto un po’ più nervoso, mentre la porta non si apre e i colpi continuano.

Mi alzo deciso a fare una bella ramanzina al burlone, ma quando apro la porta non vedo nessuno.

- Ciao!!! – dice Lulù che si è attaccata alla mia gamba.

- Ciao piccola! – dico prendendola in braccio.

È perfetta, tutta intera, con il viso e la braccine leggermenti arrossati dal sole.

Si attacca al mio collo, ed io la stringo a me.

- Ti ho pottato un legalo… - mi dice tutta entusiasta, mentre apre il suo zainetto.

- Tieni… - dice poi tirando fuori una piccola gondola.

- Grazie, - le dico rimirando l’oggettino, un po’ kitsch forse, ma splendido, visto chi me lo ha regalato, e poi non è mica così pacchiano.

- Così ti icordi e poi ci andiamo insieme. – dice ancora lei!

- Certo. – le dico senza pensare troppo alle conseguenze di una promessa del genere e stringendola ancora di più a me.

 

Gondola

[Azzurra]

- Azzurra calmati, eravamo davanti alla porta, non può essere uscita… - mi dice Nina cercando di tranquillizzarmi, ma come faccio?

Dove diavolo è mia figlia?!

- Dov’è? – dico spazientita, per poi vagare lo sguardo tra i presenti, Davide, Chiara, Angela, Costanza… Guido non c’è, noto dopo un attimo.

- Guido? – chiedo allarmata rivolta ai presenti.

- Eccomi! – dice arrivando con Lucia in braccio.

Respiro a fondo, mentre vedo tutti fissarmi preoccupata. Mi avvicino ai due trattenendo la rabbia a stento.

- Lulù, tesoro, me lo devi dire dove vai.

- Mami… - dice lei con la voglia di contraddirmi.

- Lucia la mamma ha ragione, si è spaventata. – mi dice lui, passandomi la bambina, nonostante Lulù non sia d’accordo.

- No, va bene così. – gli dico, superandoli e uscendo fuori in giardino.

Mi porto le mani al viso, ricacciando dentro le lacrime.

 

[Guido]

Non mi sembra che Azzurra abbia preso troppo bene questo momento, poso la piccola a terra, che corre verso Davide, e seguo Azzurra di fuori.

 

[Azzurra]

- Posso? – sento dire a Guido, gli annuisco e lui si siede accanto a me.

- Mi dispiace che tu ti sia spaventata.

- Non è colpa tua. – gli dico senza alzare la testa, lui non può vedermi piangere.

- Non lo sapevo, scusami. – mi ripete di nuovo, ed io non lo voglio più sentire.

- Non ti scusare, non per questo. – dico alzandomi di botto e lasciandolo solo sulla panchina.

- Azzurra… - dice bloccandomi il polso.

- Lasciala immediatamente! – dice una voce che non ammette repliche, e Guido molla il mio polso ed io posso correre verso Marco e Giulia, che sono appena arrivati con Cecilia e Lorenzo.

 

[Guido]

Resto seduto sconfitto, mentre lei sparisce verso i suoi amici.

Non mi rendo conto del tempo che passa, fino a quando Marco non torna vicino a me.

- Credevo di essere stato chiaro. – mi dice fissandomi serio.

- Volevo solo parlarle. – le dico per giustificarmi, ma possibile che per parlare con lei io debba chiedere il permesso a qualcuno?!

- Se lei non vuole farlo, non lo puoi fare. – mi ribadisce lui con tono minatorio.

- Mi tratti come fossi un mostro. – gli dico arrabbiato.

- Hai idea di quello che sei per lei? – mi dice lui facendomi sprofondare nell’abominio dei miei errori passati.

 

Giulia e Marco

Mi alzo per lasciarlo da solo nel giardino, avviso Davide che non cenerò con gli altri, malgrado ci siano anche ospiti nuovi, non sono proprio dell’umore.

Entro nel nostro appartamento e mi fermo in soggiorno, la luce sempre spenta mentre il buio comincia a scendere.

Quando sento bussare rispondo solo:  - è aperto.

Mi alzo per vedere chi è, e rimango a bocca aperta di fronte ad Azzurra, con un piatto in mano.

- Ho imparato a bussare… - mi dice lei con un sorriso sveglio.

- Ho notato. – le dico io alzandomi per andarle incontro.

- Mi dispiace per prima, Marco non doveva trattarti in quel modo, ed io ho avuto una reazione eccessiva.

- Non ti scusare con me. – le dico mentre la vedo avvicinarsi al tavolo, accarezzare lieve il legno per poi voltarsi verso di me, che ricordi anche lei le cose che sono successe su quel tavolo?

- Parliamoci chiaro. È tua figlia, Guido. So che lo sai, lo vedo… io non sono però abituata, a te, alla tua presenza, a condividere Lucia con te. – mi dice lei fissandomi seria.

- Non voglio… impormi. – le dico un po’ titubante, la verità è che vorrei sia Lucia sia lei per me, ma dirglielo ora o pretenderlo sarebbe un suicidio.

- Lucia sembra affezionata a te, le hai detto qualcosa? – mi chiede lei rimanendo serissima.

- No, no, chi diavolo credi che sia? Senza dirti nulla prima? – le rispondo indignato, come può pensare una cosa del genere.

- Non lo so chi sei Guido, avevo un’idea di te, che hai cancellato con una telefonata, ora ti vedo e sembri diverso, io non so chi sei, e non mi fido di te.

Abbasso la testa, è una tristissima costatazione.

- Ho bisogno di tempo Guido. E non posso prometterti nulla…

- Azzurra è nostra figlia. – le dico facendo ancora un passo verso di lei.

- Mia, tua… ci sono abituata, ma a nostra proprio no. – mi dice lei seria, come non mai, scuotendo la testa.

- Te ne andrai via ora? – le chiedo sconsolato, per quanto abbia paura di conoscere la risposta, devo sapere.

- Non al momento, ho bisogno di riposarmi un po’. – mi risponde lei ed io vorrei urlare dalla gioia.

- Posso … continuare a giocare con lei? – le chiedo un po’ esitante, ti prego non dirmi di no.

- Certo, la vedo felice, questo è importante, questo è al primo posto per me. Te lo devi ricordare bene, la sua felicità viene prima di tutto, quindi non ferirla, non ti azzardare…

- Pensi di dirgli chi sono… - le chiedo ancora, anche se conosco perfettamente la risposta, gliela leggo in faccia.

- No, non al momento.

M’indica il piatto che ha lasciato sul tavolo: - Mangia che è ancora caldo. Ho chiesto a Nina, Marco e Giulia di darti tregua.

- Non avresti dovuto. – mi dico avvicinandomi di nuovo a lei.

- Anche secondo loro, ma che tu vada alla gogna o meno a me non serve… - mi risponde con un vocaboliaro che si dimostra sempre più forbito.

- Cosa ti serve? – le chiedo facendo un altro passo verso di lei.

- Capire chi sei. – mi dice restando immobile.

- Tu lo sai chi sono… - le dico facendo un altro passo verso di lei, tanto vicino ora da poter sentire il suo respiro nel mio.

 

Le accarezzo il viso e la attiro a me.

 

Baciarla adesso sarebbe fantastico, sia per quanto la desidero, sia perché sento che lei mi risponderebbe positivamente… pentendosene però dopo 5 minuti, e non voglio farla scappare, la invito a posare il capo sul mio petto e la stringo in un abbraccio.

 

[Azzurra]

Poteva fare tutto, non mi aspettavo questo.

È così tanto tempo che avrei voluto essere di nuovo qui.

Ora ho la certezza che non si approfitterrà di me, almeno non in questo momento.

 

Mi stringo a lui, chiudendo gli occhi.

 

- Grazie per avermi chiamato in questi giorni. – mi dice mentre mi stringe ancora a sé.

- Per me era la cosa giusta da fare. – dico stringendomi di più a lui, accarezzando il suo petto con il mio viso.

- Non  ti  muovere. – mi dice scandendo bene le parole, e stringendomi ancora di più.

Riesco a sentire perfettamente quanto è felice di stringermi… mi viene da ridere e non riesco a trattenermi, alzo il viso per guardarlo.

- Non significa niente! – gli dico fissandolo.

- Cosa? – mi chiede allarmato, senza capire.

 

La verità è che sono attratta da lui, non so cosa provo, quali siano i miei sentimenti, ma quello che mi risveglia dentro non lo riesco a far tacere.

 

Mi sporgo per posare le mie labbra sulle sue, e lo sento irrigidirsi un solo attimo e poi perdersi subito dopo. Non è nemmeno lontanemente simile all’ultimo bacio che ci siamo scambiati, è dolce, è paziente, sembra una lenta riscoperta.

Adoro questa sua dolcezza nel lambire le mie labbra, mi sembra un assetato nel deserto, vorrebbe divorarmi, ma se lo facesse, morirebbe più che provar sollievo.

Infilo le mani nei suoi capelli, sempre così confusi e senza senso, e lo stringo di più a me.. è solo un gioco di labbra, di lievi carezze con la lingua, nulla di più profondo, ma mai nessuno è stato così dolce con me.

Mi tiene il viso tra le mani. Come se potessi scappare, come se questo gesto potesse bastare a trattenermi.

Quando mi allontano da lui, poso la fronte contro la sua e tengo gli occhi chiusi, respirando il suo respiro.

- Azzurra…

- Non dire niente, ti prego.

Mi stringe di più, e affondo il viso sulla sua spalla.

 

Le grida di Lucia che provengono dalla finestra aperta attirano la nostra attenzione. Ed è così strano voltarsi con qualcuno seguendo il suono della sua voce.

È così che sarebbe potuto essere?

È così che sarà?

E quando torneranno i suoi dubbi e le sue paure? Faccio la modella, figuriamoci.

 

[Guido]

Lo sento, lo sento perfettamente chiaro il momento in cui si allontana da me. Dopo poco esserci voltati per seguire la voce di Lucia, l’ho persa, lentemente è arrivata talmente lontana da me che non mi sono stupito nel vederla scappare dal mio abbraccio quasi scottata.

- Azzurra… - provo a dirle andandole incontro.

- Non significa niente, ricordatelo.  Buonanotte.– dice prendendo la porta il più velocemente possibile.

Che cosa può aver pensato per essere scappata così?

Io ho pensato a quello che avremmo potuto avere, a come avrebbe potuto essere il nostro futuro…

E se avesse pensato a quanto le ho detto in passato? I miei dubbi potrebbero tornare?

 

[Marco]

Vedo arrivare Azzurra come una furia, nascondersi dietro la colonna per riprendere fiato… che diavolo le ha fatto quel cretino?

- Che succede?

- Mi hai fatto spaventare. – dice lei sobbalzando.

- Che cosa ti ha fatto? – le chiedo a denti stretti.

- Niente… lui… niente. – dice lei balbettando, guardandosi intorno, con la speranza che nessun altro la noti così sconvolta.

- Allora cosa è successo? Sembri sconvolta… - le chiedo spazientito.

- L’ho baciato… - mi dice lei abbassando subito lo sguardo.

- Che cosa hai fatto? Ma sei impazzita per caso? – le chiedo arrabbiato.

- Non sei mio padre!! – mi dice lei di botto, e la vedo fermarsi di colpo, di nuovo consapevole che suo padre non c’è davvero più, si porta le mani al viso e comincia a piangere.

- vieni qui, scema… - le dico attirandola a me, la stringo in una abbraccio e lei comincia a piangere - ne è valsa la pena? – le chiedo ancora.

- Non lo so, sentivo di volerlo fare, mi sembrava giusto, ma non riesco…

- A fare cosa?

- A non pensare… mi ritornano in mente le sue parole, la sua sfiducia nei miei confronti…

- Non può metterti fretta.

- Non lo sta facendo… non credo… - le dico mentre mi diverto a incasinarle i capelli.

 

[Azzurra]

- Mami… - grida Lucia facendo rimbombare le pareti, la mia piccola ha due bei polmoni.

- Ti sei salvata! Non metterti fretta e non fartela mettere da lui. – mi dice Marco sciogliendosi dal mio abbraccio e spingendomi verso la voce di Lucia.

 

Ci sono i segni che si vedono
e gli altri che si sentono








NDA
Eccoci con un nuovo capitolo, cosa ne pensate? Azzurra ha fatto un passo avanti? Oppure no?
Ci sono possibilità per questa coppia?
Lo so, fa strano che io lo chieda a voi, ma sono molto curiosa di conoscere il vostro parere.

Grazie a chi legge, a chi segue questa storia, chi la ricorda, e chi la preferisce.




   
 
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