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Autore: Nephilim13    19/06/2013    1 recensioni
Dal secondo capitolo:
Rise, poi mi prese il mento e mi costrinse ad aprire la bocca per ingoiare una strana roba blu riposta in un contenitore che teneva in mano. Sputacchiai quel liquido, ma a giudicare dalla sua faccia, non sarebbe servito a niente. Un dolore alle tempie mi colpì. Sembrava che qualcuno o qualcosa mi stesse facendo il cervello in mille pezzettini, per poi ricomporli, ma nell'ordine sbagliato.
Mio fratello si avvicinò e mi sussurrò:
-Adesso sei finalmente mia, Clarissa Morgenstern.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Grazie ad un trucchetto di Jonathan, io e mio fratello ci ritrovammo nella biblioteca dell'Istituto di New York, nascosti da occhi indiscreti. Ci eravamo resi invisibili anche ai Cacciatori grazie alla pozione di uno stregone, lo stesso che aveva creato la pozione che mi aveva cambiata da bianca a nera. Sembrava che nella stanza fosse in corso una riunione del Conclave, ma l'ipotesi era da escludere in partenza visto che gli unici presenti in quella stanza erano alcuni Fratelli Silenti e tutti i componenti dell'Istituto. Ovviamente Simon non era presente. Lui era un vampiro, gli era impossibile entrare nell'Istituto, considerato che esso è un territorio consacrato. Non erano presenti neanche Luke e mia madre. Strano.
Jace era seduto su una poltrona -quella sulla quale mi era consuetudine sedermi- e si teneva la testa tra le mani, evidentemente disperato. Izzy gli stava dietro e cercava di rassicurarlo tenendogli la mano su una spalla. Alec e Magnus erano seduti sul divanetto a fianco alla poltrona e cercavano di tranquillizzare Jace. Maryse e Robert stavano confabulando qualcosa ai margini della biblioteca insieme ai Fratelli Silenti, che incutevano paura come sempre.
-Io lo uccido... Che diavolo le ha fatto?... - stava borbottando Jace furioso. Anche gli altri lo sembravano, tanto quanto lui.
-Non ne ho proprio idea. Esiste forse una runa capace di questo? - chiese Izzy ad Alec, che conosceva a memoria quasi tutto il Libro Grigio.
-No, ma esiste un incantesimo. - disse Magnus riflettendo. -Anzi, una pozione a dirla tutta.
Jace alzò il capo e si rivolse allo stregone.
-Davvero? Che tipo di pozione?
-E' una pozione di magia nera -che tra parentesi è proibita- che ti fa cambiare da così – rivolse il palmo della mano verso l'alto. -A così – E lo rivolse verso il basso. -Come le gocciole ti fanno cambiare la giornata.
-Cioè, vuoi dire che praticamente Clary adesso è totalmente dalla sua parte? - chiese Isabelle disgustata.
Magnus annuì, riluttante ad ammettere la verità.
-Non esiste qualcosa per annullare l'effetto? - chiese Alec speranzoso.
Magnus ci pensò su, poi annuì.
-Si, c'è una cosa. Una pozione simile. Ma prenderle entrambe in un breve lasso di tempo, per qualcuno che non è abbastanza forte psicologicamente, ridurrebbe il cervello in poltiglia.
-Cioè? - chiese Izzy.
-La farebbe impazzire.
-Lei è forte. - disse Alec. -Ce la può fare, lo so.
Guardai Jonathan, che era troppo intento ad ascoltare la conversazione per capire che lo stavo guardando.
-Non preoccuparti. - gli dissi. -Non permetterò che mi cambino.
Lui si girò verso di me e ghignò malignamente.
-Lo so. Ma stavo pensando ad un'altra cosuccia. - disse.
-Quale cosuccia?
Jonathan indicò il gruppetto in fondo alla biblioteca che confabulava qualcosa.
-Vuoi divertirti un pò? - mi chiese.
-Secondo te?
-Mi piace quando rispondi ad una domanda con un'altra domanda.
Ci avvicinammo a uno dei Fratelli Silenti e Jonathan lo sfiorò leggermente sulla schiena. Lui si mosse appena, dopodiché si voltò verso di noi e annunciò con la sua imponente voce mentale:
-C'è qualcuno in questa stanza.
Tutti gli occhi adesso erano rivolti a lui, mentre tutti i Fratelli Silenti si guardavano intorno, per poi concentrarsi sul punto dove noi stavamo fermi.
-Sono loro! - disse uno. L'effetto della pozione doveva essere già svanito, perché tutti ormai ci guardavano in faccia, compresi i Cacciatori e lo stregone.
-Salve salve. - intonò Jonathan. Io sorrisi di gusto. -Una bella riunione di gruppo. Possiamo partecipare?
-Jonathan Christian Morgenstern. - disse uno dei Silenti. -Questa appartiene a te?
Diede in mano a Jonathan una busta senza scritte sopra. Completamente bianca. Jonathan me la porse.
-Questa mi appartiene?
L'aprii e riconobbi la lettera che mio fratello mi aveva inviato prima di partire.
-Ma io l'avevo bruciata. - dissi un po' confusa.
-Questa carta non si brucia, Clarissa. - disse un Silente. Era impossibile riconoscerli tutti.
-Clary. - disse Jace, che nel frattempo si era avvicinato a noi. -Guardami.
Lo guardai e notai che il volto era più scavato dell'ultima volta che l'aveva visto, ovvero un paio di giorni prima in quella discoteca. Pensai che una volta l'avrei fatto sgozzare di cibo finché non avesse preso cinque bei chili, mentre adesso poteva anche perderne quindici per quanto mi riguardava. Non mi importava granchè.
All'improvviso persi il controllo dei muscoli del mio corpo, che si erano completamente irrigiditi e mi obbligavano a stare immobile. Jonathan se ne accorse e si rivolse a Magnus, cercando di sembrare tranquillo, quasi indifferente. Ma dai suoi movimenti capivo che ormai la sua pazienza era agli sgoccioli.
-Avanti, stregone. Vuoi, anzi, volete davvero cominciare una guerra contro di me? Lasciala andare. Non vi conviene mettere alla prova la mia forza.
Chinò il capo mentre piccoli fremiti gli scuotevano il corpo, poi la rialzò dopo qualche secondo con sguardo trionfante. Si rivolse ai Silenti.
-Davvero credevate che i vostri stupidi trucchi mentali avrebbero funzionato contro di me?
Rise di gusto, poi diede un cazzotto a Magnus, che ormai gli stava di fronte. Il mio cervello riprese il controllo dei muscoli mentre Alec soccorreva lo stregone che barcollava leggermente.
Isabelle si avvicinò a noi, mi prese per le spalle e mi scuoté violentemente. Jonathan ci osservava divertito.
-Clary! Torna in te, dannazione! Perchè te ne sei andata senza dirci niente, eh? Perché?!
Per tutta risposta le risi in faccia. Mi liberai dalla sua presa facilmente e tutti ne restarono sorpresi. Già, perché nessuno sapeva che ormai avevo raggiunto i livelli di Isabelle in quanto a Cacciatrice. Anzi, forse grazie a Jonathan io ero ad un gradino al di sopra di Isabelle. Ci allenavamo ogni giorno per quasi mezza giornata incessantemente. Alec provò a tirarmi un calcio alla rotula per mettermi alla prova, ma io fui più veloce. Gli bloccai la gamba a metà strada con la punta del piede, sferrandogli un calcio. Non avevo fatto il minimo sforzo, eppure la divisa da Cacciatrice di Alec si scurì nel punto dove gli avevo sferrato il calcio. Sorrisi, compiacendomi per averlo fatto sanguinare con un solo movimento del piede. Il ragazzo cadde in ginocchio tenendosi la mano sulla gamba ferita. Jonathan mi guardava orgoglioso.
-Che cosa l'hai fatta diventare? - gridò Jace disgustato. Magnus nel frattempo si era ripreso ed accorse in soccorso del suo ragazzo, curandolo con qualche scintilla blu.
-E questo è solo un quarto della sua vera potenza. - disse mio fratello. Tutti mi guardarono, increduli e disgustati allo stesso tempo. Fu allora che Jace perse il controllo. Si scagliò contro Jonathan come una furia, gridando. Prima ancora che riuscisse a raggiungere mio fratello, lo bloccai da dietro mettendogli un braccio intorno al collo. Jace non cercava di oppormi resistenza, con la paura di farmi male.
-Non sono più una rosa che non deve essere sciupata, Jace. - gli sussurrai all'orecchio. Poi lo colpii alla schiena con un pugno. Lui svenne quasi instantamente, mentre io e Jonathan ci avviavamo verso la finestra. L'aprimmo ed uscimmo tranquillamente, senza che nessuno ce lo impedisse.
-Hanno capito che è meglio starci alla larga. - affermò Jonathan. Annuii, mentre mio fratello faceva segno ad un taxi di fermarsi. Stavamo per andare all'aeroporto. La nostra meta adesso era una ed una sola: Alicante. 
   
 
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