TATTARADAN!!!
Sì, sono io e sono tornata..no, non mi hanno rapito gli alieni e no, non mi sono data alla clandestinità..solamente non avevo più tempo per scrivere ç.ç ma adesso prometto, o almeno cerco di postare almeno un capitolo al mese, con questa tempistica dovrei farcela a postare e scrivere capitoli migliori di questo..
Passiamo ai ringraziamenti:
Per eleonor483: anche il mio compleanno è il 6 febbraio..sono troppo egocentrica per non dare qualcosa di mio ai miei personaggi :P in qualunque caso scusa per l'assenza prolungata, cercherò di rimediare
E chiedo scusa anche a voi cari lettori, che pazientemente seguite questa storia..per il momento non posso che lasciarvi al quindicesimo capitolo!!!
Commentante numerosi!!!
_Sarettola_
Una vita con i kaulitz
Capitolo 15: La malattia delle coccinelle
Essere tornati in Germania portò tra la band una ventata di aria frescha e normalità: i ragazzi avevano ripreso a scrivere canzoni, rintanati nel piccolo studio di registrazione della casa, mentre Sarah cercava di tenersi impegnata organizzando le date e la tappe del prossimo tour, mettendo in lista anche una fermata italiana, così da poter visitare il suo paese.
Tutto sembrava rientrato nei canoni comuni, comprese le mattutine di Bill e della sua “dolce” metà.
-ti sei lavata il muso nelle ortiche?- stuzzicò Bill una mattina durante la colazione.
-vuoi un pugno in gola?- ribattè la truccatrice che già alzava la forchetta in segno di guerra.
-no, ma..sembri una coccinella-
-e tu vuoi sembrare un punta spilli?-
-ma che cavolo!!! sei più isterica e suscettibile di quando hai le tue cose...-
-cosa stai dicendo Kaulitz?! Guarda che io non...-
-principessina sul pisello, guarda che sappiamo delle tue amichette del mese, mica siamo scemi-
-ci risiamo...- sospirarono in coro Gustav e Gerog dall'altra parte del tavolo; in Italia avevano visto che scenate del genere non capitavano e quindi la speranza aveva animato tutti loro, ma i caratteri imprevedibili dei due piccioncini aveva distrutto le loro speranze di passare la colazione in pace.
-purtroppo Bill ha ragione...- decise di intervenire il bassista -stamattina hai dei puntini rossi sul viso...-
Come se avesse pronunciato le parole magiche, la lite si spense: il cantante incrociò le braccia al petto e sfoderò la tipica espressione da “ho ragione e tu torto”, mentre la piccolina di casa si precipitò in bagno a guardarsi nello specchio.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!- urlò, mentre di corsa riscese in sala da pranzo -SEMBRO...SEMBRO...che cosa sembro?-
-PUONCIORNO!!!!- trillò la voce di Frida nell'ingresso, distogliendo tutti dai puntini rossi che tempestavano la pelle diafana della malcapitata.
-di male in peggio- sospirò avvilita Sarah -e io che sperava in una mattinata tranquilla- e dimenticandosi del battibecco avuto poco prima, andò ad accoccolarsi sulle gambe del proprio fidanzato, che con un sospiro la cinse in un abbraccio.
-io afere portato pasticcini per mio amore!!!-
In pochi attimi la bionda fidanzata di Georg fece capolino nella stanza, scaricando con molta poca grazia un cestino colmo di muffin al cioccolato, sufficienti per sfamare un esercito.
-li hai fatti tutti tu, gioia del mio cuore?- domandò smielato il bassista, prendendo un dolcetto e ficcandoselo in bocca.
-ja, essere tutti per te, meine knuddeligen Teddybaren, defi mettere peso, tu troppo piccolo-
-io vado a finire la colazione in studio- dichiarò Tom che già faticava a trattenere i conati di vomito.
-vengo anche io!!!- esclamò il batterista che in tutta fretta raccolse la sua tazza e raggionse il più velocemente possibile l'amico rasta.
-qve bello! Noi essere soli!- gioì la tedesca e con un saltello si gettò tra le braccia del fidanzato, facendolo capitombolare a terra e riempiendolo di baci.
-gioia del mio cuore, ci siamo ancora noi qui- fece notare la truccatrice.
-foi non andare?!- chiese la bionda sbucando da sotto il tavolo
-no, stiamo finendo la colazione-
-oh..beh, io aspetare- concluse candidamente l'ospite prima di emettere una specie di fusa in direzione dell'amato.
Un silenzio imbarazzante si stese sul tavolo della colazione: si sapeva che Sarah e Frida non andavano molto d'accordo, anche se a Natale erano sembrate culo&camicia, ma tutti sapevano che c'era sotto qualcosa di più della semplice e apparente tregua.
-tu afere messo fiso in ortighe? Afere fiso come Marienkafer-
-ci risiamo con queste ortiche- alzò gli occhi al cielo la brunetta -no, mi sono svegliata così-
-oh..allora essere malattia di Marienkafer!- sentenziò la bionda che improvvisamente si era trasformata in un medico pluriqualificato.
-ma qui in germania siete scemi o mangiate i sassi?!- chiese retorica Sarah -prima mettete il muso nelle ortiche e poi fate ammalare le coccinelle?-
-no, coccinellina cara- iniziò a spiegare Bill tra una risata e l'altra -vuol dire che hai la varicella-
-ed è contagiosa...- aggiunse Georg sapendo della fobia per le malattie del cantante, che appena udita la parola contagiosa spinse giù dalla sedia il proprio amore, con aria disgustata
-MI HAI CONTAMINATO!!!- iniziò a urlare disperato il moro
-guarda che non stai morendo- gli fece notare la ragazza con ancora il sedere a terra, mentre guardava sconvolta il prorpio ragazzo diventare un bambino dell'asilo.
***
La voce che la malattia delle coccinelle, o volgarmente detta varicella, era penetrata nella casa, costrinse tutti i membri ad adottare misure drastiche: i preziosissimo guanti da forno di Frau Jutta furono saldamente scocciati alle mani dei due piccioncini infetti, che si ritrovarono sigillati in quarantena nella camera di Bill.
-ti odio- asserì verso sera il moro dopo che da una delle finestre era stato fatto passare un vassoio con la cena e le medicine -mi hai fatto diventare un appestato-
-direi più coccinella- cercò di rincuorarlo la brunetta che schiocchò un bacio una guancia ormai a pois del cantante -adesso da bravo, fa aaaaahm...-
-sai che potrebbe iniziare a piacermi...la malattia delle coccinelle-