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Autore: LaReginaAkasha    20/06/2013    0 recensioni
Immaginava quale fosse la fine di quella storia, ma la attirava a se come se fosse l’unica strada da percorre. Atavicamente, provava il desiderio di ridiscendere in quel mondo. Era come l’istinto della falena per il fuoco. Era come se nel suo genoma ci fosse codificato quel destino… Come altri che avevano il suo sangue prima di lei…
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Consiglio: leggere ascoltando in loop "Unleash the red" degli HIM (https://www.youtube.com/watch?v=y_s87_ThaXY)

 


All Lips Go Blue by HIM

 

Hear the silent sighing song

A moment of calm before the storm

My heart, so violently beats along.

Leaving me to want to end it all.

 

I weep for a dream in a grave.

The one that made all lips go blue.

 

I read the words on torn down walls

Reminding me how much I love you.

 

I weep for the dream in a dream.

The one that made all lips go blue.

I leave bleeding yet another day.

The one that made all lips go blue.

It's all for you.

It's all for you.

 

Weep for the dream in a dream.

The one that made all lips go blue.

I leave bleeding yet another day.

The one that made all lips go blue.

It's all for you.

It's all for you.

It's all for you.


 

 

E di nuovo lei era sul baratro. La realtà era una cosa, la sua percezione un’altra. Era come se tutto si oscurasse per transitare dentro un altro mondo. Qualcosa che solo lei vedeva. E in cui per la maggior parte lei viveva. Non era una scelta, era una capacità innata. Non si ricordava come era iniziato. Forse non era iniziato, forse era sempre stato così. Sembrava una fuga. Ma lo era? O lei era viva solo in quello stato? Non lo sapeva. Avrebbe dovuto combatterlo, ma era combattere se stessi. E se invece si fosse lasciata andare un’altra volta?

 

Immaginava quale fosse la fine di quella storia, ma la attirava a se come se fosse l’unica strada da percorre. Atavicamente, provava il desiderio di ridiscendere in quel mondo. Era come l’istinto della falena per il fuoco. Era come se nel suo genoma ci fosse codificato quel destino... Come altri che avevano il suo sangue prima di lei...

 

Conosceva la strada, la scala a chiocciola che scendeva nell’oscurità. Che fare? Iniziare la discesa verso la fine oppure imporsi di nuovo di essere qualcun altro?

Intanto stava ferma immobile a osservare l’oscurità.

 

Era così allettante quella solitudine popolata da creature che sapevano confortarla. Così serena in confronto all’estraneità degli altri. 

Non si sentiva diversa, era diversa. 

 

Quel sentire, forse non era solo suo, ma era comune tra quelle persone diverse come lei. La normalità era qualcosa che si imponeva con orgoglio e dignità. Con sforzo disumano e determinazione, si reggeva al corrimano della razionalità eccessiva. Se voleva rimanere nella realtà, quello era l’unico modo. Ma era così faticoso...

 

Richiedeva una quantità enorme di energia essere normale. Vivere nella realtà.

 

Mentre la sua personale entropia puntava dritto nel lussureggiante baratro di fronte a lei. 

Così famigliare, così allettante.

Un baratro con orologi distorti e brezze immobili.

 

Si vedeva con lunghe vesti candide e sinuose. Lunghi capelli castani che si attorcigliavano in stanche onde. La voglia di poggiare il piedino sul primo gradino e di lasciarsi andare all’agognata discesa.

 

Se solo la razionalità si fosse arresa, lei avrebbe potuto scegliere e vivere il suo destino.

 

Chi le avrebbe mai assicurato che la felicità era la realtà? Chi avrebbe mai saputo che la serenità non era lasciarsi andare al proprio mondo di fantasie lasciandosi morire nell’estasi ?

 

Certo non sarebbe vissuta nel senso canonico del termine. Non avrebbe realizzato mai nessun sogno. 

 

Ma la felicità e la pace era realizzare un sogno o assaporare la felicità immaginando di viverlo? 

 

In fondo nessuno mai avrebbe capito quello che lei provava. Perchè avrebbe dovuto dare retta a creature così aliene da lei? Loro non avevano un baratro di accecante oscurità a chiamarli come suadenti sirene di follia... 

 

Nessuno avrebbe capito i suoi sentimenti

Nessuno avrebbe accettato il suo mondo.

 

Nessuno avrebbe voluto condividere l’esistenza di fianco al fantasma di un’Ophelia.

 

Allora perchè non scendere nel pozzo e diventare una splendente e solitaria Persefone in compagnia del suo sognato Ade. 

 

Percepire e sentire sono in fondo due facce della stessa medaglia...

 

 

 
  
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