Richard esitò un attimo,
si pulì il camice da qualche briciola
invisibile e guardò i due ragazzi negli occhi, intanto Abby
e McGee stavano
raggiungendo i compagni avendo visto il dottore uscire dalla sala
operatoria.
“Dottor. Harrison, ci dica,
come è andata l’operazione? La
prego.” Disse allora Ziva con gli occhi lucidi. Harrison
guardò i quattro, poi
la piccola, le arruffò i capelli e fece un mezzo sorriso,
andò di fronte alla
donna che aveva appena parlato e le poggiò la mano sulla
spalla.
“L’intervento
è… andato abbastanza bene, l’agente
Gibbs è
ancora molto debole però e abbiamo bisogno di mille dollari
per finire la
terapia anche se adesso ci sono ottime possibilità che si
riprenda… pensi che
ad un certo punto ho creduto che non ce l’avrebbe fatta ma
Dio ha assistito
quell’uomo, è davvero fortunato.”
Finì con un sorrisone a trentaquattro denti e
poco dopo Abby e la ragazza che aveva davanti l’abbracciarono
forte per
ringraziarlo di aver salvato il loro
“papà”. Tony e McGee sorridevano e
Gisella
guardava il genitore con aria interrogativa: “Che vuol dire
questo papi? Nonno
Gibbs sta meglio ora?” il ragazzo guardò la
figlia, la prese in braccio e la
strinse più forte che poteva: “Sì
Giselle, nonno Gibbs sta bene ora.” piansero,
tutti, di felicità, per la prima volta dopo circa un mese.
Erano felici, tutti.
Solo dopo un po’ Tony chiese al dottore: “Mi scusi
ma i due mila dollari che
servivano per l’operazione?” Richard sorrise e
ammise: “Li ho messi di tasca
mia, Gibbs doveva continuare a vivere e a godersi tutti voi.
È un uomo
fortunato.” Continuava a ripeterlo, come se lo invidiasse.
Dopo qualche minuto
Jennifer fu informata della bella notizia e andò subito a
trovare il malato, di
nuovo.
“Ehi, ciao.”
Disse accarezzandogli il dorso della mano
“Ciao Jenny…
come ti senti?” aveva risposto! Titubante ma
aveva risposto!
“Bene Jethro,
grazie.” Lei sorrise, lui si girò e la
guardò
cercando di notare miglioramenti: effettivamente era più
piena e la carnagione
era migliorata ma la cosa che più lo colpì furono
i capelli: “Ti stanno
ricrescendo, sembri un folletto.” Aveva detto indicandole la
testa con il dito
tremante e accennando un sorriso, il più bello che Jenny
avesse mai visto.
“Tu eri… qui
quando mi sono sentito male, vero?” la donna
annuì
“Grazie…”
sussurrò lui calmo, poi si girò e si
addormentò,
mentre Jenny provava ad andare via notò che la sua mano era
bloccata da quella
dell’uomo che la stringeva saldamente, decise di
addormentarsi sul suo petto e
sentire il suo cuore battere, il battito più bello del mondo.
Qualche ora dopo tutta la squadra s
riunì nella stanza di
Gibbs, il dottor. Harrison aveva corso un grande rischio facendoli
entrare
tutti insieme e fuori dall’orario di visita con una bambina
di circa due anni
ma ne valeva la pena, Jenny era andata via da poco e si sitava
preparando per
andare via da quel posto infernale, la rimandavano a casa. Gibbs si
stupì
rivedendoli tutti: “Ragazzi, benvenuti, come va?”
aveva esordito l’uomo dal
lettino, mentre la piccola gli andava incontro per abbracciarlo i suoi
gli
facevano mille domande senza pensare ai quei maledetti mille dollari
che
mancavano per salvare definitivamente Gibbs. Ad un certo punto una
telefonata a
DiNozzo entrò nella gioia di tutti, il silenzio scese in
camera: “Pronto?
Certo, assolutamente direttore Vance.” Enfatizzò
le ultime parole per far
capire a tutti con chi stava parlando
“Davvero? Ne è
sicuro? Grazie, la ringrazio infinitamente!”
riattaccò e sorrise: “Abbiamo i mille dollari! Le
‘ferie’ pagate di Gibbs e l’anticipo
del mio stipendio ci hanno dato abbastanza soldi per pagare la
cura!” e fu
euforia generale, tutto andava per il meglio, mancava solo un punto da
chiarire…
si ricordava le parole di sua moglie e anche ciò che aveva
pensato… se quello
non era il momento giusto quale poteva esserlo?
Batté con le chiavi della
macchina sul pomello della porta
per simulare il suono di una forchetta sbattuta contro un bicchiere di
buona
qualità, chiamò Ziva vicino a se con un gesto e
iniziò a parlare con la sua
voce da bambino, quella di quando citava i film, quella voce
spensierata che
non aveva da un bel pezzo: “Colleghi, nipotine, capo, abbiamo
un annuncio da
farvi!” la donna lo squadrò di sottecchi e prima
che continuasse gli diede un
pizzicotto sulla mano
“Tranquilla ti
piacerà.” Sussurrò prima di continuare:
“Abbiamo
deciso che dopo tutti questi anni di lavoro spalla contro spalla, dopo
tutti
questi mesi di convivenza, dopo il matrimonio.”
Enfatizzò nuovamente sull’ultima
parola sta volta impuntando anche i piedi e brandendo il mazzo di
chiavi.
“È
arrivato il
momento di provare ad avere un figlio… nostro.”
Finì stringendo la mano di lei
e guardandola negli occhi. Le sue pupille si dilatarono e
saltò al collo di lui
senza nemmeno rendersene conto, Gibbs guardò i ragazzi, poi
Giselle e affermò: “Bene
piccola, a quanto pare avrai un compagno di giochi.” La bimba
si girò e chiese
con la fronte corrucciata: “Chi?”
“Il figlio di zio Tony e
zia Ziva.” La donna bloccò subito
il capo e lo corresse: “O figlia, ancora nulla è
certo. Non sappiamo nemmeno se
ci riusciremo.”
“Se ce l’ha fatta
McPivello posso farcela anch’io, non
credi?” disse Tony indicandosi
“Andate via
voi due.” disse
Jethro indicando i ragazzi che stavano parlando
“Perché?”
chiesero in coro entrambi
“Avete un lavoro da fare,
fuori, andate a casa!” specificò
il capo.
Quando tutti se ne furono andati
Jenny spuntò nuovamente sta
volta con una valigia e vestita con un tailleur grigio
“Vai via?” aveva
chiesto Gibbs
“Sì.”
rispose la donna sedendosi accanto a lui nel letto
“Appena esco da qui devo
dirti una cosa.” Disse lui
mettendosi le mani dietro la testa
“Perché non ora?
Perché non qui?” chiese disorientata .
“È meglio di
no.” Rispose lui distrattamente
“Dai Jethro, sai che non so
aspettare.” continuava a lamentarsi
come una bambina, l’uomo si stancò, le prese le
mani e in tratto erano una cosa
sola, finalmente un bacio vero, quello che entrambi aspettavano da
tempo. Jenny
si alzò e uscì felice dalla stanza, ora doveva
solo aspettare che lui uscisse
dall’ospedale.
I pensieri di una scrittrice in canna
Perché tutti questi orari
strani?????????
Beh ho visto che i 4 (QUATTRO!!!!)
commenti al precedente
capitolo erano tutte suppliche per la salute di Gibbs, secondo voi io
potevo
far morire il nostro capo preferito? No vah che tipo di mostro sarei se
lo
facessi? La storia
non è finita qui, a
breve capitolone di chiusura di tutte le storie della serie, riepilogo finale con un slto
temporale di un
anno ma tranquilli, recupererete tutto. Conto di farlo non
più corto di due
mila parole. Insomma sarà una specie di festone finale! E
poi giorno cinque
Luglio grande OS tiva per festeggiare un anno della ff:
“Mia.” Che è la mia
prima storia che ha dato inizio a… questo! vi aspetto
numerosi, grandi sorprese
quest’estate! :P
Vostra
Scrittrice
in canna