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Autore: BlackFeath    05/01/2008    5 recensioni
In questa fanfic Conan si ritroverà a dover affrontare l'organizzazione e a proteggere i suoi cari anche con l'aiuto di persone che non avrebbe mai immaginato stare dalla sua parte e allo stesso tempo dovrà affrontare i suoi sentimenti e fare chiarezza nella sua vita.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Vermouth | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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05) INCONTRO INASPETTATO (2° PARTE)
“Ti conviene tirare fuori il CD e i fascicoli in fretta Akamoto, altrimenti il prossimo che il Capo farà uccidere sarai tu!”, disse un uomo dai lunghi capelli biondi e gli occhi di ghiaccio.
“Si, certamente Gin” disse Akamoto entrando nella stanza.
“Sono qui dentro” disse di nuovo, arrivato davanti all’armadietto n. 27.
“Lo spero per te” disse lo stesso uomo, accendendosi una sigaretta.
“Allora, come è andato l’omicidio di quel Katoshi?” chiese intanto il terzo uomo, Vodka.
“Bene, il piano che mi avete detto di mettere in pratica ha funzionato a meraviglia, hanno subito arrestato la sua segretaria. Tutto merito di quel veleno che mi avete dato. Chi avrebbe mai sospettato del fatto che in realtà Katoshi avesse assunto il veleno che l’ha ucciso il giorno prima e non poco prima l’inaugurazione!? E poi mettendo quel altro veleno nella tazzina da caffè non appena Katoshi è andato a fare il suo discorso, la polizia non ha avuto dubbi!” disse Akamoto sorridendo.
“Mpuff, quel veleno è molto prezioso, sai? Pensa, l’abbiamo sviluppato partendo dalle ricerche di Sherry, certo, i nostri scienziati ci hanno messo molto di più di quanto ci avrebbe messo lei, ma non abbiamo avuto scelta, dato che ormai è da diversi mesi che ci ha tradito…” disse Gin.
Ai strinse ancora più forte la mano di Conan sentendo quelle parole. Erano riusciti a nascondersi prima dell’arrivo di quegli uomini nell’armadio presente nella stanza. I Detective Boys all’inizio avevano fatto storie chiedendo di sapere il perché, ma poi, vedendo arrivare quei tre uomini poco raccomandabili, erano rimasti in silenzio. Il gruppetto così si ritrovava ad ascoltare la discussione di quei tre e riusciva anche a vedere tutto tramite una piccola fessura.  
“Non siete ancora riusciti a trovarla?” chiese Akamoto mentre trafficava con la serratura.
“No…l’abbiamo incontrata qualche mese fa, ma è riuscita a scappare. Sembra che si sia fatta aiutare da qualche detective” rispose Vodka.
“Allora, questo CD?” chiese impaziente Gin, che di quel detective non voleva nemmeno sentirne parlare.
“Si, ecco…” disse Akamoto aprendo l’armadietto. Appena ne vide il contenuto impallidì. I fascicoli c’erano, ma il CD sembrava sparito.
“Allora?” chiese ancora Gin guardandolo con degli occhi di ghiaccio.
“Io…fino a poco fa era qui, non capisco…” disse Akamoto iniziando a sudare freddo.
“Molto bene, se è questa la tua risposta…”. Gin estrasse la pistola puntandogliela contro, imitato da Vodka.
“No, no…aspettate un attimo! Forse ho capito, devono essere stati i bambini a prenderlo, li ho visti qualche ora fa in questa stanza…” disse Akamoto mettendo le mani in alto e appoggiando la schiena ad un armadietto. Conan e gli altri intanto sudarono freddo.
“Che bambini?” chiese Gin senza smettere di puntargli la pistola contro.
“Sono qui con un mio amico. Sembra siano fissati dall’idea di giocare ai detective, e uno di loro un tipetto con i capelli neri e gli occhi azzurri e un paio di occhiali, mi ha anche chiesto quale fosse il mio numero di armadietto…” disse Akamoto.
“E tu gli hai risposto?” chiese sprezzante Gin.
“Beh, non aveva la combinazione, non avrebbe comunque potuto aprirlo, e io…” Akamoto cercò di giustificarsi in qualche modo.
“Mpuff, forza, vai a cercare quei bambini e fatti dare il CD…anzi…dicci chi è questo tuo amico e ci pensiamo noi a insegnargli ad educare dei mocciosi” disse Gin, posando la pistola ma continuando a guardarlo con degli occhi di ghiaccio.
‘Oh, no! Faranno del male ad Agasa!’ pensò Conan, mentre la scienziatina accanto a lui lo guardò negli occhi altrettanto preoccupata. Doveva fare qualcosa, ma cosa?
“Forza, portaci da quel tuo amico!” disse Gin minaccioso.
“Beh, ecco…cosa volete fargli? Lui non ha fatto niente e…” disse Akamoto, ma ad un tratto i tre sentirono un rumore. Gin si voltò, sfoderando nuovamente la pistola e si guardarono intorno.
“Ahahah, a quanto pare i bambini di cui parlavi sono ancora qui, nascosti da qualche parte…” disse ridendo, e iniziando a cercare fra gli armadietti, facendo segno a Vodka di fare lo stesso. Poi ad un tratto sentirono una voce.
“Cercavate forse questo?” chiese un uomo sulla trentina.
“Ryuichi!” esclamò Akamoto.
“Ah, sei tu…hai trovato il CD?!” disse Gin guardandolo.
“Come fai a conoscerlo?” chiese l’ingegnere.
“Si, esatto, era la a terra” disse Ryuichi ignorando Akamoto e indicando un punto alle sue spalle.
“Hai visto forse qualcun altro oltre noi in questa stanza?” chiese ancora Gin.
“No, non c’era nessuno. Comunque, se vi siete insospettiti a causa di qualche rumore, state pure tranquilli che è stata colpa mia, ho urtato per sbaglio un armadietto mentre mi chinavo per prendere il CD” rispose lui. Gin lo guardò un po’ incerto, poi però posò la pistola, prese il CD e andò nuovamente da Akamoto, facendosi dare anche i fascicoli.
“A quanto pare ti è andata bene per stavolta, forse i bambini ci hanno solo giocato e poi lo hanno lasciato la…Comunque dammi i fascicoli e sparisci dalla mia vista, ma fai un altro passo falso come questo e…” Gin non continuò la frase, ma dal suo sguardo si poteva facilmente intuire cosa sarebbe successo se Akamoto avesse commesso qualche altro errore.
“Si, sta tranquillo, non succederà più…ma, non credevo che anche tu Ryuichi facessi parte dell’organizzazione…” disse lui deglutendo, rivolgendo all’ ‘amico’.
“Infatti non sono chi tu credi io sia. In realtà Ryuichi Akano non esiste, ho assunto questa identità solo per tenerti d’occhio” rispose lui, per poi gettare un’occhiata all’armadio vicino e allontanarsi seguito da Gin e Vodka, lasciando Akamoto impallidire ancora di più.
L’ingegnere non appena i tre se ne furono andati, emanò un sospiro di sollievo, e, chiuso l’armadietto, uscì a sua volta dalla stanza barcollando.
Quando se ne fu andato, anche i bambini uscirono dall’armadio, e si sedettero a terra, sospirando anch’essi di sollievo.
“Accidenti, quegli uomini era armati!!!” esclamò Ayumi spaventata.
“Già, e poi hai visto quello con quei capelli biondi? Al solo guardarlo negli occhi me la sono quasi fatta addosso!” disse Genta, spaventato anche lui.
“Ma avete sentito i loro discorsi? Quel uomo ha detto che è stato lui ad uccidere il presidente del parco!” esclamò Mitsuhiko.
“Conan, secondo te cosa dovremmo fare adesso?” chiese poi. Il mini-detective stava ancora tenendo la mano di Ai, e stava riflettendo sulla situazione. Era stato sul punto di avvicinarsi al giorno in cui sarebbe potuto tornare adulto, e invece…Aveva dovuto per forza liberarsi di quel CD, in quanto altrimenti a rimetterci sarebbero stati il dottor Agasa e i bambini accanto a lui. La cosa che più lo avevo sorpreso però era stato il comportamento di quel Ryuichi…perché li aveva salvati se era uno dell’organizzazione? E perché aveva sviato le tracce dei compagni? Era sicuro che fosse entrato non appena lui era uscito da quel armadio e aveva poggiato il CD a terra, infatti proprio a causa del suo arrivo aveva dovuto fare in fretta e aveva provocato quel rumore! Chissà chi era quel uomo…aveva detto che quella non era la sua vera identità, ma allora…
“Ehi, Conan? Conan!?” lo chiamarono i tre bambini in coro.
“Ah, si…dobbiamo subito andare dalla polizia e riferire ciò che abbiamo sentito, dopo di ché dovremo trovare delle nuove prove per incastrarlo, anzi…forse è meglio se prima andiamo all’albergo dal dottor Agasa” disse Conan.
“D’accordo, andiamo” dissero gli altri tre bambini, incamminandosi. Conan si voltò verso la scienziatina che aveva ancora un’espressione sconvolta in volto. Doveva essere stato un duro colpo per lei trovarseli davanti, e in più dover anche ascoltare quei discorsi. Avevano parlato anche di lei…delle sue ricerche.
“Senti Haibara…” iniziò Conan me lei lo interruppe:
“A quanto pare ancora un’altra persona è morta per colpa mia Kudo-kun…, e chissà quante ancora ne moriranno…” disse lei. Aveva la testa abbassata, e i suoi occhi come gran parte del suo viso erano ricoperti dai capelli.
“Non merito di vivere…moltissime persone sono morte a causa mia…Avevi ragione al nostro primo incontro…io sono solo un’assassina, le mie mani saranno per sempre ricoperte dal sangue...dal sangue di persone innocenti…” disse piano, mentre delle lacrime iniziavano a scenderle sul volto e arrivavano a terra. Conan la guardò per qualche istante, poi la prese per le spalle e le fece alzare lo sguardo verso di lui.
“Haibara, io…io quella volta ho detto solo un mucchio di sciocchezze! Allora non ti conoscevo bene…e tutto quello che ho detto era dettato solamente dall’ira! Io non penso affatto che tu sia un’assassina! Tu non lo sei, hai capito Haibara? Tu sei stata per tanti anni vittima di quegli uomini, ciò che hai fatto non è stato per tua scelta! Ma io ti prometto, Haibara, che un giorno riuscirò finalmente a sbatterli in prigione e a vendicare tutti coloro che sono morti a causa loro! Ma per farlo…ho bisogno anche del tuo aiuto…Haibara, tu non puoi morire, perché ho bisogno di te! Ti prego, vuoi aiutarmi a vendicarli tutti, a vendicare tua sorella?!” chiese il Detective, i suoi occhi erano un po’ lucidi, ma al tempo stesso decisi. Le sue parole apparvero piene di determinazione e allo stesso tempo d’affetto, e la scienziatina sentendole si sentì subito meglio, anche se non poté fare a meno di pensare a sua sorella, alla sua Akemi…
“Si…” disse piano, asciugandosi le lacrime. Conan la osservò, rivolgendole un sorriso, per poi darle un fazzoletto.
“Coraggio Haibara, ce la faremo, e nel frattempo, perché non mi fai vedere un altro dei tuoi bellissimi sorrisi?” disse Conan, per poi avvampare non appena si rese conto delle sue ultime parole. Ai lo guardò negli occhi, un po’ sorpresa dalle sue parole, e stava per chiedergli qualcosa, quando la voce dei Detective Boys li chiamò.
“Ehi ragazzi! Ci avete detto di andare avanti e ancora non arrivate!” li stava chiamando Genta.
“Arriviamo subito!” rispose Conan, per poi rivolgere un altro sorriso imbarazzato alla scienziatina, che all’inizio lo guardò come incantata per qualche secondo e che poi gli rivolse un’occhiata sorpresa. Lui si limitò ad alzarsi e a voltarsi di scatto.
“Forza Haibara, ci stanno aspettando…ma prima ci terrei a ripeterti ancora una cosa…ricorda, io ci sarò sempre per te quando ti sentirai triste, ho giurato di proteggerti, e intendo mantenere la mia promessa!” disse poi deciso, mentre ancora una volta le sue guance si imporporavano.
“Si…” disse Ai alzandosi, mentre un lieve sorriso compariva sul suo volto. Le sue parole le erano servite moltissimo, adesso aveva ritrovato la forza di andare avanti e allo stesso tempo si era tolta un peso dal cuore…quel peso che consisteva nelle parole che il detective le aveva rivolto il giorno del loro primo incontro. Era stato un sollievo per lei sentire dalle sue stesse labbra che per lui non era più un’assassina. Raggiunse il detective sorridendo e lui le sorrise a sua volta, dopodichè insieme raggiunsero i Detective Boys.
Uscirono in fretta dal parco, e mentre erano sulla via per l’hotel, incontrarono nuovamente Akamoto. Conan disse piano agli altri di comportarsi come se niente fosse. L’uomo era ancora molto scosso, e apparve piuttosto arrabbiato e distaccato con loro, anche se cercò di non darlo a vedere. Arrivati all’hotel al quale lo stesso Akamoto alloggiava, l’uomo si separò dai bambini.
“Conan, e adesso? Non dovevamo andare dalla polizia?” chiese Mitsuhiko quando furono soli.
“Hai visto come si è comportato? Ce l’ha con noi perché per poco quelli non l’uccidevano!” disse Genta.
“Sentite ragazzi, per oggi credo sia meglio tornare nella nostra stanza e informare solo il dottor Agasa. Non abbiamo ancora le prove necessarie ad incastrarlo” disse Conan.
“Ma come?! Abbiamo sentito le loro parole! E poi Conan, non ci hai detto tu stesso che dovevamo andare dalla polizia?” chiese Mitsuhiko.
“Vedete, noi siamo bambini, e se avanziamo accuse senza prove concrete, dato che la polizia crede di aver trovato già un colpevole, non ci terranno di conto. Ma se invece troviamo delle vere prove e intanto informiamo un adulto di ciò che successo, allora le cose cambiano” spiegò Conan.
“E come intendi trovare delle vere prove da solo?” chiese Genta.
“In realtà qualche prova ce l’ho già, e dopo questo breve incontro con Akamoto, presto ne avremo delle altre!” disse Conan, accendendo il radar che aveva negli occhiali.
“Non mi dirai che…?” Ai lo guardò sorpresa, mentre sul viso di lui si dipingeva il suo solito sorriso soddisfatto.
“E’ così! Prima di separarci gli ho attaccato addosso una microspia” spiegò Conan soddisfatto.
“Wow Conan! Così mentre staremo tranquillamente nella stanza d’hotel, potremo ascoltare ciò che fa Akamoto e sapere dove si trova, e dunque trovare delle vere prove contro di lui!” esclamò Mitsuhiko.
“Esatto, e in più grazie all’aggiornamento degli occhiali che il dottor Agasa ha effettuato da poco, ci sarà possibile anche registrare i suoi dialoghi, e dunque avere delle prove più che convincenti” disse Conan.
“Che bella idea! Evvai, forza ragazzi! Squadra dei Giovani Detective in azione!” esclamò Genta.
“Mi dispiace ragazzi, ma non credo che potrete ancora giocare ai Detective” disse però una voce.

NOTE DELL’AUTRICE:
Ed ecco anche quest’altro capitolo! Ringrazio tutti coloro che hanno letto e in particolare dbfan93, by ila, Lai e Dany92.

X dbfan93: Come puoi vedere ho lasciato anche questo chappy in sospesoXD Sono davvero molto contenta che la mia storia ti piaccia, grazie davvero per i complimenti!
X by ila: Ti ringrazio moltissimo, sono contenta che ti sia piaciuto anche questo capitolo e in particolare le scenette di Conan e Ai,  ancora grazie per i complimenti!

X Lai: Grazie tantissimo anche a te! Spero che anche in questo capitolo ti siano piaciuti Ai e Conan!

X Dany92: Sono contenta che anche tu abbia iniziato a seguire la mia storia, ti ringrazio moltissimo per la recensione e per i complimenti, a presto!

Ringrazio ancora moltissimo tutti i miei lettori, e spero di aggiornare giorno 6, prima dell’inizio della scuola. Ancora grazie e un bacione a tutti!!!

  
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