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Autore: GhostFace    21/06/2013    1 recensioni
Riflessioni interiori, ma anche azione, istinto ed avventure, senza mai farci mancare qualche risata... Questa è una storia che coinvolgerà tutti i personaggi principali di Dragon Ball, da Goku a Jiaozi! Cercando di mantenermi fedele alle vicende narrate nel manga, vi propongo una serie di avventure da me ideate, con protagonisti Goku ma soprattutto i suoi amici. I fatti narrati si svolgono in alcuni momenti di vuoto di cui Toriyama ci ha detto poco e nulla, a cominciare da quell'anno di attesa trascorso successivamente alla sconfitta di Freezer su Namecc (ignorando o rielaborando alcuni passaggi only anime). Come dice qualcuno in questi casi, Hope You Like It! Buona Lettura!
PS: la storia è stata scritta prima dell'inizio della nuova serie DB Super, quindi alcuni dettagli non combaciano con le novità introdotte negli ultimi anni. Abbiate pazienza e godetevi la storia così com'è, potrebbe piacervi ugualmente. :)
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sul fronte dei nostri amici terrestri, si stavano vivendo sprazzi da commedia demenziale e, al contempo, scene di grande drammaticità.
Alcune lattine vuote di aranciata, gassosa e cola erano testimoni giacenti al suolo della nascita di un grande sodalizio. «Ehi, Kapirinha!» disse Kaya. «Per consacrare la nostra amicizia, io e mia sorella abbiamo deciso di affibbiarti un soprannome: ti chiameremo Ricciolinha! Ti piace??»
«Yessaaaaaaa!» gridò a pieni polmoni Kapirinha. Cosa avesse da essere eccitata, è chiaro… effetto devastante delle bibite ingerite.
«Ricciolinha… ehi, non male!» approvò Ivanovich a braccia conserte, annuendo con la testa. «Chi l’avrebbe detto che oggi ci saremmo divertiti tanto? Ma soprattutto… che bella è, la nostra amicizia??»
Le tre ragazze lo fissarono con gli occhi a fessura: «Che c’entri tu nella nostra amicizia?»
«Non vorrete mica dirmi che non vi sto simpatico? Sono due ore che sto qua a farvi ridere!»
«Seeee! Due ore!!» E i quattro scoppiarono nuovamente a ridere.
Dopo il passaggio di Vegeta in stile meteora, Tenshinhan e Crilin si trovarono nuovamente faccia a faccia con il Capitano Sauzer: il combattimento contro di lui stava assumendo le tinte di quel gioco al massacro che Cooler aveva preventivato nel momento in cui aveva stabilito le regole del torneo. Sauzer rimaneva il più abile esecutore dei piani del suo monarca. Fino ad allora, tutti gli amici di Goku erano riusciti a sopravvivere, grazie anche ad una notevole dose di fortuna che aveva permesso loro di ottenere i senzu al momento giusto. Crilin si rendeva conto di tutto ciò, quando mormorò: «Credo che adesso abbiamo ben poche speranze di vittoria…»
«Cerchiamo di inventare qualcosa, invece di disperare…» rispose Tenshinhan, più serio del solito, se possibile.
Il Capitano dell’ormai distrutta Squadra Speciale di Cooler era convinto che il suo lavoro fosse prossimo alla fine: non v’era niente di più semplice che massacrare quegli sciocchi e ultimare la parte del lavoro di sua spettanza. «Adesso si fa sul serio. Vendicherò i miei compagni e riscatterò la buona nomea della formazione che porta il mio nome! Non la passerete liscia, terrestri... state pronti!»
«Non dare a noi la colpa... sai benissimo che questa è una lotta all'ultimo sangue... o si vince, o si muore! Noi siamo disposti a tutto, pur di non morire!» ribatté Tenshinhan.
«Dovevamo essere noi a vincere ogni singolo duello! La vostra vittoria è fuori da ogni meccanismo razionale!» ribatté Sauzer al colmo dell’indignazione.
«Che discorsi…» Tenshinhan giustificò con lucida logica ciò che era avvenuto negli scontri precedenti: «Analizza con attenzione i nostri combattimenti: ti renderai conto che, se i tuoi compagni sono stati sconfitti, è tutta colpa della loro leggerezza, dei loro errori di valutazione dovuti ad arroganza, superbia ed eccesso di orgoglio. Sono il primo a riconoscere che - se si guarda la pura forza - voi ci siete superiori; tuttavia noi abbiamo dato fondo a tutte le nostre capacità... i tuoi, invece, hanno combattuto con inutile e dannosa tracotanza.»
«Risparmiami la predica, homme avec trois yeux! Io sono diverso dai miei subalterni... sono molto superiore! Tu non hai assistito al mio duello con il tuo amico! Forza, rifammi il giochetto con cui hai abbattuto mon ami Dore!»
Tenshinhan riattivò il Kaiohken alla seconda potenza, come divenne evidente dalla caratteristica aura rossa che lo contornava. Congiungendo le mani a triangolo, per la prima volta tirò fuori il suo colpo migliore alla massima potenza: «Super Kikoho!» Il colpo più potente mai lanciato da un terrestre travolse in pieno il braccio destro di Re Cooler, il quale, benché colpito in pieno, rimase illeso subendo con l’unico effetto di un pesante contraccolpo all’indietro; con una capriola, risalì e commentò con sferzante ironia: «Sei riuscito a spettinarmi! Utile, il tuo attacco!»
 
Alcuni secondi prima, Jiaozi era tornato dalla consegna dei senzu a Gohan; subito si era posto accanto a Soya, Yamcha e Ramen per seguire l’andamento della battaglia.
Il famigerato Megacombo era ormai completamente in circolo nel sangue di Kapirinha, in quantità tali da renderla pericolosamente alterata, per un appartenente alla sua razza: la sua super allegria si convertì in super rabbia quando i suoi occhi lucidi incrociarono per caso la minuta figura di Jiaozi. «Ehi, amici!» disse acida, rivolgendosi ai tre adolescenti che le stavano vicini. «Qualcuno di voi conosce quel bambolotto?? Come si chiama??»
«Io lo conosco! È il signor Jiaozi, uno dei miei maestri di arti marziali! A dispetto delle apparenze, è un atleta davvero in gamba!»
«Bah… così così…» mugugnò la piccola. «Se io sono Ricciolinha, lui è Pupazzozi! Prima ci ho combattuto, ma ho rimediato una figura di cacca! Mi è venuta un'idea...!» vaneggiò Kapirinha, sollevandosi verso l’alto. «Ihihih… dichiaro aperta la stagione di caccia al bambolotto! Mi vendicherò per la figuraccia che mi ha fatto fare!»
«Fermati, sballata spaziale che non sei altro!» cercò di bloccarla Ganja, allungando il braccio, tuttavia impossibilitata a raggiungerla per via della propria incapacità di volare. Kapirinha lanciò un primo attacco di energia: Jiaozi e gli altri che gli stavano intorno ne percepirono l’emissione, e si scansarono in tempo; fortunatamente per loro, la piccola guerriera in quello stato non era in grado di agire con la precisione degna di un soldato. Il colpo frantumò una roccia, ma fortunatamente Soya e Ramen che gli stavano vicini non subirono conseguenze se non lo spavento per il contraccolpo. Per paura che i più deboli venissero coinvolti, Jiaozi si spostò verso l’alto, inseguito dalla scatenata Kapirinha che lo mitragliava di attacchi di energia: «Vieni qua, Pupazzozi!»
Sauzer, nel frattempo, aveva preso di mira Tenshinhan: sarebbe stato il primo a perire. Intuito questo proposito, mentre l’extraterrestre saliva a tutta velocità in linea obliqua per dedicarsi al treocchi, Crilin provò un attacco a sorpresa lanciando dei Kienzan. Sauzer non si fece prendere in contropiede come aveva fatto Neiz, e saettò in modo fulmineo, così da vanificare la tecnica del pelato; tecnica che fortunatamente anche Tenshinhan riuscì a schivare, scansandosi in modo celere grazie ad un uso prudente del Kaiohken. Anche il maestro della Gru in quel frangente volle cogliere l’occasione per lanciare un altro attacco Super Kikoho; che tuttavia non sortì nessun effetto, se non un contraccolpo d’aria che investì il nemico come un colpo di vento. «Adesso basta coi giochi! Questo trucchetto ti fa acquisire una velocità molto superiore… ma nulla che possa impensierirmi, quanto a potenza!» disse Sauzer, analizzando la tecnica del treocchi. «Non devo nemmeno affaticarmi: basterà aumentare un po’ la velocità…», e con queste parole si lanciò all’attacco con un movimento tanto rapido che non permise al treocchi di approntare alcun tipo di difesa, benché fosse riuscito a percepirlo sia con la vista che con lo spirito.
Le gemelle Kaya e Ganja rimproverarono Ivanovich: «Perché non corri a fermare quei due nanerottoli, buono a nulla?! Tu sai volare, noi no! A forza di giocare a guardie e ladri, stanno finendo sul campo di battaglia! Si faranno ammazzare!»
«Il signor Jiaozi si sa difendere benissimo da solo, sapete?? » rimbrottò il biondo. «Cosa dovrei andare a fare? A farmi arrostire come una braciola da uno di quegli extraterrestri?? »
«Mi dispiace doverlo ammettere, ma Ivanovich ha ragione...» riconobbe saggiamente Ramen. «Andandogli dietro, corriamo più rischi noi stessi che loro!»
Nel frattempo Kapirinha bombardava Jiaozi di colpi energetici ma, per via della sua scarsa lucidità mentale, non riusciva a mettere a segno un tiro che fosse uno.
«Oddio, questa è pazza! Mi ha preso per una paperella del tiro al bersaglio!» si rammaricò Jiaozi, elevatosi a mezz’aria, intento a schivare i colpi di energia lanciati dalla sua avversaria. Nel giro di un minuto, Kapirinha perse la pazienza: «Ti lancerò l’attacco più sgargiante dell’universo, il mio fiore all’occhiello! Ti pentirai di non avermelo lasciato usare quando eri in tempo, durante la nostra sfida!!»
Prese la mira verso l’alto ed intrecciò le mani per formare una sorta di farfalla; poi a voce squillante, con una luce di follia negli occhi gridò: «Supa Stupendo Powa Beam!!!» Dalle manine guantate fuoriuscì un luminosissimo raggio energetico dalla fantastica tinta sgargiante arancio-rosata. Peccato che la piccola guerriera avesse fatto tanta scena da rendere il colpo prevedibile e facilmente schivabile: infatti, Jiaozi si spostò dal raggio d’azione dell’attacco e ne approfittò, senza essere visto dalla nemica, per ritornare di soppiatto al punto di partenza, approfittando della distrazione della piccola sballata. Quest’ultima, dando per scontato il proprio trionfo, si era lanciata in una sorta di stupido balletto svolazzante. Purtroppo, proprio mentre il pugno del Capitano brillava di un’energia verde acqua che avrebbe dovuto annientare il treocchi in un colpo solo, il Powa Beam arrivò ad intercettare Sauzer, che era in traiettoria oltre la posizione di Jiaozi; naturalmente, l’energia del colpo di Kapirinha era tale da non danneggiare minimamente Sauzer. Kapirinha terminò il suo balletto della vittoria con una graziosissima capriola in avanti che, malauguratamente, la collocò a pochi metri dal punto in cui Sauzer combatteva Tenshinhan: «Yeah! Da Winner!» esultò la guerriera ricciolina, formando una V con le dita della mano.
Adesso davanti alla bassa guerriera troneggiava imponente il capo delle forze d’élite con un grottesco e malefico sogghigno agghiacciante stampato in faccia, il quale aveva interpretato quel gesto come un affronto. Non c’era nulla nella galassia che lo facesse infuriare più di un insolente gesto di insubordinazione da parte di un inferiore gerarchico; per di più, una donna. Peggio ancora, molto più debole di lui.
«Hai osato sfidare il capitano Sauzer, colui che siede alla destra del sommo re Cooler?» chiese, avvicinandosi alla piccola.
«Ma che cazzo fa quell’esaurita??» domandò Kodinya, incredula, dal suo posto di osservazione.
«Io- m-ma… non era una sf…» provò a balbettare Kapirinha davanti a colui che era conosciuto come la seconda potenza dell’universo, tremante come una minuscola fogliolina esposta al vento invernale.
«Taci!» sillabò l’anima nera di Cooler, con gli occhi sgranati e un’espressione contratta che definire “da psicopatico” era riduttivo. «Il guanto di sfida è raccolto, mia Lolita, fuoco della mia ira… Non mi sono mai tirato indietro, davanti a una sfida a duello. Non a caso dalle mie parti sono celebre e celebrato con il titolo di Duca delle Galassie!”, e accese la sua celebre Èpée de noblesse che, dal gomito, gli avvolse tutto l’avambraccio fino a svettare per alcune decine di centimetri fuori al di là della mano. Senza esitare, con un movimento netto Sauzer abbassò la lama di energia bionda su Kapirinha e la giustiziò decapitandola: un attimo dopo, dal collo schizzarono fiotti di sangue denso, rosso scuro e denso come sciroppo di amarena; le ciocche dei lunghi capelli ricci che ricadevano sotto il collo volarono via al vento; ciliegina sulla torta, a Kodinya – per via della posizione in cui si trovava – toccò in sorte persino la raccapricciante visione dei grandi occhi color miele, sbarrati come negli ultimi istanti di vita, ormai totalmente bianchi e opachi, privi di luce.
Kodinya era paralizzata alla scena che le si era manifestata in quei pochi, orribili secondi. Chi si aspettava che Sauzer avrebbe reagito in maniera così brutale ed improvvisa al gesto sconsiderato di una subordinata che, peraltro, aveva fama di non essere particolarmente brillante quanto ad intelligenza? «Bambolina… NOOOOOOOOO!!» urlò l’alta e formosa guerriera con il corpo bloccato in uno stato d’angoscia, vedendo il corpicino e la testa ricciuta rotolante della defunta, che rovinavano miseramente verso il suolo, in uno di quei terrificanti momenti in cui il tempo sembra cristallizzarsi. Crilin e Tenshinhan rimasero atterriti: quello a cui avevano assistito era solo l’antipasto, e loro due sarebbero stati presto il piatto forte della carneficina. Entro breve avrebbero fatto la fine di quella nanerottola. Il gruppetto che da terra seguiva gli eventi rimase sconvolto, in particolare Jiaozi, che ebbe a constatare l’atroce fine patita dalla ragazza che pochi secondi prima lo braccava. Perfino le due gemelle, solitamente così gaie e spavalde di fronte al sangue e alla violenza, serrarono gli occhi per l’orrore della tristissima fine della loro nuova amica; a momenti scoppiavano a piangere.
Bisogna sapere che, in situazioni di quel genere, Kodinya era stata educata a non piangere mai. Quando era piccola, infatti, sua mamma e sua nonna non facevano che ripeterle che piangere è una cosa “da maschietti”: il che, per tante altre razze dello spazio, sarebbe come dire “da femminucce”, ossia da deboli; nell’incazzarsi, in compenso, Kodinya era un talento nato… ma questo si era ben compreso. Il viso e la punta delle orecchie le si tinsero di rosa shocking, segno dell’ira che dal profondo del suo cuore le montava fino al viso. Crilin spostava lo sguardo ora verso Sauzer, che ammirava con un ghigno soddisfatto la caduta del cadavere della sua presunta sfidante, ora verso Kodinya: quest’ultima aveva perso gli ultimi freni emotivi e, sull’onda dell’arrabbiatura, si lanciò in picchiata. Sentiva che l’uccisione di Kapirinha non era altro che un arbitrario sopruso. L’alta guerriera avrebbe dovuto tollerare passivamente anche questo? Odiava Sauzer e i suoi uomini, perché – per quanto più incapaci e stupidi di lei - avevano ciò che ella aveva sempre desiderato e meritato, e che non le era mai stato concesso di ottenere; e che dire del loro atteggiamento tronfio e spaccone? Che titoli pensavano di avere più di lei? Li detestava, li aveva sempre detestati… Adesso il Capitano aveva ucciso un soldato del suo stesso schieramento, colpevole solo di aver commesso il gesto sbagliato nei confronti della persona sbagliata; il braccio destro del Re aveva iniquamente privato Kapirinha del diritto alla vita e Kodinya di quella che ormai era la sua più cara amica. Stavolta Sauzer non l’avrebbe passata liscia, parola di guerriera! Quello era l’ultimo degli affronti che subiva.
“Accidenti… che aura gigantesca… e cresce sempre di più!” Era nei momenti di stress ed ansia che la mente di Crilin lavorava in modo più efficiente e partoriva le soluzioni più efficaci. Al vedere la reazione impulsiva e furibonda dell’alta guerriera, il basso maestro della Tartaruga colse al volo le sue intenzioni: ella desiderava sangue e vendetta. Forse non era malvagia come sembrava… per il poco tempo che aveva avuto a che fare con lei, sembrava essersi più che altro divertita a farsi beffe della loro inquietudine e ad eseguire con atteggiamento brusco e scostante una missione impostale dall’alto. “Possibile che quel Sauzer non temesse la reazione della ragazza spilungona, quando ha ucciso la nanerottola? O forse… che lui non conoscesse affatto la vera forza di lei, tanto da non temere la sua reazione infuriata?” Un’idea balenò per la testa di Crilin: se avesse funzionato, sarebbero stati salvi; diversamente, sarebbero morti; ma sarebbero morti comunque, se lui non ci avesse nemmeno provato. Il pelato prese la sua decisione: “Ok… vale la pena di fare un tentativo!” Raccolse tutta la provvista di coraggio di cui disponeva (e di cui, andando avanti di quel passo, non sarebbe rimasto molto) e si parò davanti alla guerriera di Cooler nel tentativo di arrestarne la frenetica picchiata, implorandola: «Ti supplico, fermati!!»
Kodinya fu talmente stranita da quel gesto che si fermò, irata: «Togliti di mezzo, pelato di merda!»,
Crilin nel frattempo urlò a Tenshinhan: «Prendi tempo! Distrai Sauzer come tu sai...», accennando con un occhiolino al Sole. Tenshinhan afferrò il messaggio.
Sauzer lo derise: «Quante corbellerie… non avete tecniche efficaci per fermarmi o “distrarmi”, come dite voi!»
Crilin si avvicinò a Kodinya e bisbigliò, sforzandosi di far uscire la voce nel modo più chiaro possibile senza essere udito dal Capitano, per non permettergli di mangiare la foglia: «Dammi retta… chiudi gli occhi! È nel tuo interesse! E tieni basso lo sguardo, verso terra!».
«Ma che cazz…» iniziò a dire la donna ma, trascinata dalla rapidità delle mosse di quegli attimi, ubbidì al monito del basso terrestre e serrò le palpebre, con Crilin che la imitava.
Yamcha e Jiaozi colsero la strategia e avvertirono agli altri: «Copritevi gli occhi, forza! O finirete accecati!» Compresero che Crilin aveva in mente una qualche nuova tattica; Tenshinhan non indugiò a preparargli il campo e, a voce chiara, sparò il suo famoso diversivo: «Colpo del Sole!» Scatenò un’inondazione di luce bianca.
«Anche tu, ribaldo di un treocchi!! Che tu sia dannato! Odio questa tecnica! La detesto!! È la terza volta che mi faccio fregare, oggi!» imprecò Sauzer, quanto mai furibondo. Perché non aveva sospettato che anche Tenshinhan avrebbe potuto conoscere quella mossa? È proprio vero che non c’è due senza tre.
Crilin afferrò Kodinya per il polso; lei si lasciò trascinare, senza nemmeno sapere perché. «Muoviamoci! Seguimi!» gridò Crilin. «Prima che quel farabutto riacquisti la vista… è momentaneamente accecato, non può seguire i nostri movimenti!»  
 
Tenshinhan colse quel vantaggio momentaneo: iniziò a sparare un Super Kikoho per spingere verso il basso l’anima nera del Re che, accecata, aveva perso l’orientamento e faticava a rendersi conto della propria posizione. “Devo prendere tempo: se usassi sempre il doppio Kaiohken con un attacco simile, il risultato sarebbe certamente più potente, ma comunque non all’altezza della potenza nemica… ma quel che è certo è che mi consumerei molto più in fretta…! No, se devo guadagnare tempo, mi fermerò al semplice Kaiohken!” Così, colpo dopo colpo, riuscì a scaraventarlo sempre più in basso, sotto il livello del suolo, trattenendolo e tempestandolo dei detriti di materia che inevitabilmente si sollevavano a sciami in quel putiferio.
 
Crilin e Kodinya atterrarono a breve distanza dal gruppetto degli umani. «Ascoltami...» disse Crilin. «Ti chiami Fikudinya, vero?»
«Si dice Kodinya, rincoglionito!» rimbrottò nervosa con due file di denti da pescecane e le mani serrate in due terribili pugni. «Che cazzo vuoi da me??»
«Scusami tanto! Però noi possiamo aiutarti!» urlò, alzando le mani avanti quasi in segno di resa.
«A fare cosa? Guarda che Sauzer posso batterlo da sola!»
«Benissimo! E noi possiamo riportare in vita la tua amica! Sulla Terra esistono degli oggetti chiamati Sfere del Drago...» iniziò a spiegare, mentre in quel momento arrivarono Yamcha e gli altri, eccetto Jiaozi che era rimasto a seguire la strenua resistenza del suo amico Ten.
«Non abbiamo molto tempo per le chiacchiere!! Yamcha, lei è un’amica di Vegeta! Spiegale tu il funzionamento delle Sfere…» spiegò concitatamente Crilin all’amico, aggiungendo a voca bassa: «Dobbiamo farcela alleata con la promessa di restituirle la sua amica... prima le ho sentito sprigionare un’aura potentissima!» E prese di nuovo il volo: «Contiamo su di te, Yamcha… vado ad aiutare Tenshinhan, ma non saremo in grado di resistere per molto!»
Yamcha si affrettò a spiegare a Kodinya il funzionamento delle Sfere e il modo di ricerca, che non avrebbe richiesto troppo tempo. «Quindi, ti proponiamo un accordo: aiutaci a battere quell’alieno, ed entro un paio di giorni al massimo la tua amica risorgerà!»
«Ti prego, stacci dentro con noi! Ci farebbe piacere se Kapirinha tornasse fra noi... era simpaticissima!» la supplicò Ganja, a mani giunte.
«Quindi è così che funzionano le Sfere di cui parlava Vegeta!» ricordò Kodinya, memore dell’ultima volta che aveva incontrato Vegeta nello spazio, ormai più di due anni prima… mese più, mese meno. Un impeto di diffidenza la fece però dubitare di rimando: «Chi mi dice che non mi imbroglierete??»
«Ma stai scherzando!?» scoppiò Kaya in un impeto di rabbia, nel sentir parlare dei suoi cari insegnanti come di due imbroglioni qualsiasi, in una circostanza così delicata in cui un'innocente era stata brutalmente uccisa. «Guarda che Yamcha e Crilin sono due uomini di parola... sono due grossi maestri di arti marziali... Ahò, sono due guerrieri con le palle così!» esclamò, accompagnando l'asserzione con un volgare gestaccio delle mani che rappresentava la grandezza dei loro attributi virili.
«Chiudete il becco, voi due!» Yamcha rimproverò le gemelle, per poi tornare a rivolgersi all'aliena: «Ma perché non ti fidi mai?? Ti giuro che coi nostri mezzi non ci costa nulla riportare in vita la tua amica... anzi, potrai assistere personalmente alla sua rinascita!» Poi sviluppò un ulteriore ragionamento: «Rifletti: se tu non accetti, saremo sicuramente uccisi da te, da quel bellimbusto di Sauzer o addirittura da Cooler; se ti fiderai di noi, saremo salvi e tu avrai la possibilità di riportare in vita la tua amica e riaverla con te... se non lo faremo, nulla ti impedirebbe di ucciderci comunque... quindi, come vedi, perché dovremmo imbrogliarti? Collaborare è l’unico modo per uscirne vivi!»
Nel frattempo, Tenshinhan – quasi privo di energie, col viso scavato e contratto dalla stanchezza - era stato raggiunto da Crilin, che davvero non sapeva come aiutare l’amico. «Potrei cederti la mia energia!»
«Sarebbe grandioso! Amplificandola col Kaiohken…» esclamò il treocchi, ma subito notò l’aura del Capitano che risaliva: «Non c’è tempo per il trasferimento, maledizione!»  Lanciò un altro Kikoho, che causò un’altra spinta verso il basso. «Ho a mala pena il tempo per mangiare questo…» disse, estraendo dai pantaloni un senzu e recuperando immediatamente le forze.
 
Kodinya si soffermò per un attimo a guardare quello che le accadeva attorno, combattuta dentro e con mille pensieri che le turbinavano nella testa. La sua mente era confusione, tensione ed agitazione: Yamcha, con occhi imploranti, premeva affinché diventasse loro alleata; gli altri due suoi compagni si stavano battendo contro quel detestabilissimo damerino di merda, come due leoni disperati che tentavano di riportare a casa la pelle o quantomeno di venderla cara. Dall’altra parte poteva sentire il figlio di quel tanto famigerato Son Goku che si batteva contro il figlio di Freezer, con il supporto del suo maestro, un alieno di Namecc; per non parlare di Vegeta, il suo amico Vegeta, pronto ad opporsi al tiranno più terribile dell'universo!
Kodinya era una dipendente di Cooler. Tuttavia, dall'altra parte della barricata, c'era un gruppo di persone, alleate per simpatia o per necessità, che le stavano mostrando concretamente come l’arte della lotta, che lei tanto amava e per la quale aveva sempre vissuto, potesse essere utilizzata come strumento positivo, per creare un domani diverso, probabilmente meno turbolento e doloroso dell'oggi. Un domani in cui trionfasse qualcosa di opposto alla violenza gratuita, all’annientamento ingiustificato della vita e della dignità morale delle persone. Cosa aveva ricavato dopo anni e anni di servizio alle dipendenze dei figli di Re Cold? Aveva conosciuto ed esercitato per professione la guerra come forma di prevaricazione e quindi fonte di sofferenza, dolore, angoscia. Verso i nemici deboli, la conquista e lo sterminio venivano giustificati in base ad una legge di natura secondo cui il forte vince il debole; con gli amici e gli alleati, si parlava un linguaggio diverso rispetto alla cattiveria e brutalità, un linguaggio fatto di rispetto e di affetto. Eppure l’oppressione della violenza permanente, che Kodinya viveva non solo nelle spedizioni militari ma anche nei rapporti fra commilitoni, l’aveva influenzata già ai tempi della piena adolescenza, la drastica realtà aveva finito per forgiare il carattere e l’atteggiamento ruvido e spinoso della guerriera. Se è vero che col tempo ci si abitua a tutto, anche Kodinya aveva finito per convivere abitudinariamente in quel macello psicologico che era l’ambiente cameratesco e bellico; il suo animo si era indurito sempre più, e nessuna offesa aveva più potuto ferirla davvero. Di tanto in tanto, negli anni, un mai soppresso istinto di giustizia si riaffacciava nella sua mente; lei lo teneva per sé e lo ricacciava nel subconscio, giustificando la violenza con la legge del più forte: “Cane mangia cane; vince chi mangia per ultimo”. Quello che era appena successo a Kapirinha rappresentava la prima volta, da quando era una donna matura, che la guerra la feriva negli affetti: non sarebbe riuscita a mettere a tacere il dolore rassegnandosi al motto “c’est la vie”, come avrebbe detto quel grandissimo bastardo di Sauzer. Una volta aveva sentito voci di corridoio secondo le quali Vegeta era morto, ucciso da Freezer, perché aveva osato ribellarsi… quella notizia l’aveva scossa e gettata nello sconforto, ma aveva dovuto ammettere a sé stessa che il Saiyan se l’era andata a cercare, poiché il suo caratteraccio indomabile l’aveva infine spinto alla ribellione. L’episodio di Kapirinha era completamente diverso, era l’equivalente di un passante che per strada urta col gomito un altro passante proveniente dalla direzione opposta. Non c’era cattiveria né intenzionalità, in quella che Sauzer aveva perfidamente e deliberatamente letto come una provocazione. Nell'esercito di Freezer prima, e di Cooler poi, non esisteva la coscienza di un legame profondo fra gli individui; esisteva solo la cieca forza bruta insita fra persone chiamate  a lavorare come automi: senza quella, ognuno valeva quanto un signor nessuno, o anche meno. Era quasi un miracolo che lei stessa nella vita fosse riuscita a costruire qualcosa di vagamente simile ad una “amicizia” prima con Vegeta e poi con Kapirinha. Adesso, quella forza bruta le aveva sottratto nuovamente la compagna! Morale della favola: ancora una volta la violenza e l’ingiustizia avevano prevalso impunita! Era mai possibile? Sorprendendosi a riflettere in questi termini, si chiese: “Ma guarda te se dovevo venire su questo pianetucolo per rimettere in discussione tutta la mia vita...” Oltre a ciò, un ulteriore pensiero affiorava periodicamente a perseguitarla fin da quando si era imbarcata per quella missione, e ora premeva con maggiore emergenza sul suo immediato futuro: se Cooler avesse scoperto che lei sapeva dell’esistenza in vita di Vegeta sul pianeta Terra, ma aveva omesso volontariamente di parlarne… il Re in persona avrebbe avuto un ottimo motivo per volerla vedere morta. La donna, all’avvicendarsi di tutti questi pensieri nella sua mente, si senti presa fra più di due fuochi; si passò la mano guantata fra i capelli e mormorò: «Minchia, che casino… che cazzo devo fare…?!» Alleandosi coi terrestri, agli occhi del Re sarebbe diventata a tutti gli effetti una traditrice. Aiutare quei terrestri destinati a morte certa e uccidere quello schifoso assassino di Sauzer, con il forte incentivo di riportare in vita Kapirinha…  oppure, mettere da parte l’affetto per l’amica il cui cadavere era ancora caldo, mantenersi fedele al regime e non ostacolare Sauzer? Alle volte, il Destino ci offre situazioni ed ottime motivazioni per spingerci ad essere delle persone un po’ migliori, o se non altro meno peggiori, di quello che siamo… che fosse quella l’occasione per cominciare a dare alla vita un senso e un valore diversi?
Kodinya interruppe quel breve ma intenso silenzio, rivolgendosi al giovane con le cicatrici: «Ascoltami, umano! Sapete chi c’è di là?» indicò col pollice in direzione del sovrano. Proseguì incalzando tutto d’un fiato: «É Cooler! Cosa vi fa pensare che io possa tradirlo? Sapete cosa mi fa se non vi ammazzo...? Mi fa un culo così!! Chi me lo risolverebbe questo problema, se passassi dalla vostra parte??»
«Te lo risolve Vegeta... almeno delle sue capacità potresti fidarti, no? Quanto ci vorrà prima che quei due si saltino addosso a vicenda ed inizino a darsele di santa ragione? Se sei sua amica, dovresti sapere che ha l'ostinazione e la forza di volontà necessarie per sbarazzarci per sempre di quel mostro! Non solo: lo abbiamo visto diventare un Super Saiyan! I Super Saiyan sono gli unici in grado di sconfiggere creature come Freezer e Cooler! E Vegeta è uno che non perdona, lo sai…!» Il tono di voce di Yamcha si faceva sempre più convinto e persuasivo: questo perché lui si andava convincendo delle maggiori speranze su quella via, che ormai sembrava l’unica ad assicurare aspettative di vittoria. «Per me Cooler non arriverà vivo a fine giornata... non sarà assolutamente facile, ma aiutaci! Battiamo quel maledetto Sauzer e andiamo a vedere il loro combattimento! E, se necessario, ci sforzeremo anche di essere d’aiuto al tuo amico Principe dei Saiyan! Vedrai... »
Kodinya si rese conto di aver esitato anche troppo: «Fottetevi tutti, accetto! Voglio cascarci, anche se è un azzardo.»
I quattro adolescenti, compreso Ramen nell’euforia del momento, scoppiarono in grida di esultanza; presisi a braccetto, iniziarono a sgambettare e canticchiare festosi: “Ricciolinha sarà vendicata, Ricciolinha sarà vendicata…!” Soya applaudiva sollevata: nonostante fosse un’aliena dell’esercito invasore, Kodinya le ispirava una certa fiducia, in quella situazione... chissà perché, poi. Da parte sua, Kodinya strinse la mano a Yamcha per suggellare l'accordo, vigorosamente, come a sottolineare che se tra loro c'era qualcuno in vena di scherzi, quella non era certo lei: «Ma vi avverto: se alla fine di tutto Cooler verrà sconfitto, avrete avuto ragione voi... ma se vince, ci fotterà di brutto uno per uno.»
Ganja si sentì in dovere di intervenire con una delle sue sparate: «Dina-mitico! Allora anche tu ci stai dentro con noi, ora! Col dentro di...?» Tutti, ad eccezione di sua sorella Kaya che annuiva felice, si fermarono a fissare Ganja.
Kodinya, spiazzata e perplessa per quel gergo criptico, si limitò ad inarcare un sopracciglio: «Eh?»
Ganja le spiegò, con l'indice da maestrina, quel concetto di importanza basilare: «Se anche tu ci stai dentro con noi, devi dire “bestia!”. Capito?? Riproviamo: col dentro di...?»
«Bestia?» replicò perplessa l’alta guerriera.
«Grandeee! Ora riproviamo… con più convinzione, però! Col dentro di…?» domandò di nuovo Ganja.
Furono Ramen e Soya, stavolta, a rimproverarla in uno strabiliante unisono: «Ma vuoi lasciarla andare a combattere?? I nostri maestri stanno rischiando la vita!»
«Ooh, santa pazienza... » si lagnò Kodinya scuotendo la testa. «Ma vaffanculo!» E si diresse a tutta velocità a dare sostegno a Crilin e Tenshinhan contro Sauzer.
«Che finezza…» commentò l’educato Ramen per disapprovare il linguaggio della loro nuova alleata, provocando la risposta di Ivanovich: «Scemotto, non capisci nulla! Quella sì che è una donna! Io sono già innamorato!»
Ganja guardò di sottecchi la sorella e i due ragazzini: «Ouh, raga… col dentro di...?» Gli altri tre, insieme a lei, sollevarono il pugno verso l'alto e risposero all'unisono: «BESTIAAAA!»
 
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L’ANGOLO DELL’AUTORE.
Finalmente si è capito perché ci tenessi tanto a tutta la storiella di Kapirinha e il Megacombo: alla fine avrebbe avuto conseguenze sulla trama principale. Resta da vedere se Kodinya saprà farsi valere in combattimento. Le premesse ci sono… :-)
Per chi non lo sapesse (credo molti), “col dentro di bestia” è un modo per dire che le cose vanno alla grande, che “ci stiamo dentro di bestia”; quindi se uno chiede “come butta?”, si risponde “col dentro di bestia”. :-D
Il sistema usato da Tenshinhan per guadagnare tempo è lo stesso che, nella storia originale, userà per trattenere Cell dal catturare 18: qua però il livello di potenza usato è molto inferiore (in questa storia non ha mai inventato una mossa potente come lo Shin Kikoho, che gli permetteva di ostacolare nemici come Cell senza usare il Kaiohken… diciamo che il mio Super Kikoho sta allo Shin Kikoho usato contro Cell, come Goku
Kaiohken sta a Goku Super Saiyan: ossia infinitamente più debole).
La battuta di Kaya sui “due grossi maestri di arti marziali” è scopiazzata da un film di Verdone, lo ammetto; quella di Sauzer “Lolita” ecc. era una mezza citazione del romanzo Lolita di V. Nabokov. :-D


In allegato, i vari componenti dei "figli di Frost" che abbiamo imparato a conoscere: Chilled, Cold, Freezer, Cooler e Kreezer. 
  
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