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Autore: Hiros    21/06/2013    6 recensioni
{ long-fiction | STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA e in revisione }
Spesso i momenti felici non durano per sempre; spesso, quando meno ce l’aspettiamo, quelli brutti prendono il sopravvento all’improvviso, scombussolando la vita di tutti i giorni, e questo, sia Fine che Rein, amiche d'infanzia separate dal triste giro del destino, lo sanno bene, ma faranno di tutto per riconquistare tutto ciò che avevano perso, anche a costo di dover scoprire verità sconcertanti.
Il solo suono del vento in quel momento, prese il sopravvento e quegli occhi si soffermarono impassibili sull’altalena. Essi rimanevano come attaccati ad osservare l’oggetto, e il cigolio di quest’ultimo, all’inizio semplice e basso, cominciò ad essere più strano e forte. Una musica ipnotizzante si propagò nell’aria e una grande ansia cominciò a diffondersi nella bambina.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Fine, Rein
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vite finite - Un’aldilà misterioso
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-Fine, sveglia!- un ragazzo dai capelli blu era intento a svegliare una ragazzina dai capelli rossi, che beatamente dormiva.
Fine, aprì gli occhi di scatto, spaventata dall’urlo che le era stato rivolto.
-Crow! Ti ricordo che ho imparato a svegliarmi quando mi chiami!- gridò Fine all'indaco, arrabbiata e mezza imbambolata, con un tic all’occhio già di prima mattina.
-Scusami tanto, se al contrario, continuavi a sognare le torte- le rinfacciò Crow, ridendo sotto i baffi per la faccia sorpresa che Fine fece in seguito.
-Brutto stupido, vattene! Hai disturbato il mio sonno, almeno lasciami vestire da sola in santa pace!- urlò stizzita la ragazza, buttando letteralmente fuori dalla stanza Crow, con un calcio dritto dritto nel sedere.
-Che ragazza delicata che sei!- disse ad alta voce Crow, fuori dalla porta chiusa della stanza di Fine, cominciando a ridere subito dopo.
Con le mani in tasca poi, se ne andò, fischiando una qualche canzoncina.
Fine intanto - dopo essersi calmata e aver sospirato – cominciò a vestirsi; era metà giugno, la scuola era finita, ma un’altra cosa fastidiosa aveva rimpiazzato il suo posto: il caldo. Decise quindi d’indossare un semplice vestitino rosa pallido e degli infradito bianchi.
Si fiondò in bagno per lavarsi la faccia e pettinarsi e legò i suoi capelli, rossi e lisci, in una coda alta, lasciando il collo libero per traspirare.
Uscì dal bagno diretta nella stanza di suo fratello.
Non aveva programmi per quel giorno e quindi non sapeva come passare il suo tempo.
-Crow, sei qui?- domandò Fine, entrando in camera. Il ragazzo era sdraiato sul letto, con le gambe incrociate, a leggere un libro.
Sorrise. Suo fratello era davvero uno stupido a volte, ma in realtà era un gran studioso e un bel ragazzo, chissà da chi aveva preso?
Gli si avvicinò piano, sorridente.
-Ehi, andiamo a fare un giro?- chiese lei dolcemente. Il turchese alzò piano gli occhi dal libro.
Non era abitudine che Fine si rivolgesse così amabilmente a lui, era raro, succedeva soltanto quando la ragazza era annoiata a morte. Crow sospirò piano,  mise il segnalibro tra le pagine del libro che stava leggendo e si rivolse a lei con un sorriso –Allora, dove andiamo?- le chiese.
-Non saprei. Non ho programmi per oggi- disse Fine con uno sbadiglio e portandosi la mano davanti alla bocca.
-Non hai fatto colazione sorellina, che ne dici di passare prima dal bar?- propose Crow alla rossa, che per tutta risposta annuì.
Uscirono dalla stanza insieme e dopo aver preso ognuno le proprie cose, scesero le scale in legno di quercia che ospitava, ai lati sui muri, quadri di ogni genere.
Il corridoio color panna dava una sensazione di pace quella mattina e mentre i due fratelli camminavo attraverso esso, Fine sfiorava con le dita l’intonaco freddo che lasciava una sensazione di fresco sotto di esse.
-Mamma, noi usciamo- snnunciò Crow, una mano sulla maniglia della porta d’ingresso.
-Porti Fine a fare colazione?- domadò Elsa, la madre, dalla cucina.
-Si- rispose la rossa al posto del turchese. –A dopo!-
 
 
Le strade del paesino, tra le quali passeggiavano, ospitavano numerosi negozietti e bancarelle e  i sorrisi della gente dominavo le vie.
I due fratelli erano appena usciti dal bar in cui avevano fatto colazione, ormai l’ora di pranzo era già passata e nessuno dei due aveva fame.
Camminando, si ritrovarono sul cammino che portava al luogo dei ricordi di Fine.
-Ehi, questa non è la strada che porta a quel posto?- domandò Crow.
Fine annuì impercettibilmente.
-Ti dispiace ancora per quell’amica immaginaria?- continuò lui, cercando di ravvivare la conversazione.
-Figurati, ma che dici!- rispose Fine, cercando di rimanere il più naturale possibile.
-Hai ragione, in fondo era solo la tua immaginazione- affermò il turchese, senza pensare a quello che aveva appena detto.
Fine si bloccò di colpo. Era solo la tua immaginazione, quanto avrebbe dato perché fosse veramente stato così; quanto avrebbe dato perché, al contrario, avesse potuto dimostrare a suo fratello che si sbagliava.
-Quanto ti sbagli- sussurrò Fine, mentre suo fratello continuava a passeggiare.
 
 
Da tutt’altra parte, un combattimento “sanguinoso” aveva colpito il regno di Ame. Le anime disperate che vivevano da quelle parti, furono attaccate da alcuni feroci nemici del loro stesso mondo - ovvero l'Aldilà -, che li avevano assaliti senza nessun motivo apparente.
-Andatevene brutti mostri!- urlò una ragazzina dai capelli mori che si stava scontrando con lo stesso nemico da più di dieci minuti. L’odore di qualcosa di putrefatto aleggiava nell’aria, sotto quel cielo che da chiaro era divenuto scuro.
Dall’altra parte, un rumore di lame dominava la scena, dove una turchina concentrata sul combattimento, si accorse troppo tardi che la sua migliore amica stava per essere colpita.
-Maria, stai attenta!- urlò la turchese alla mora, che stava per essere battuta.
La marrone intenta a lottare contro chi le stava davanti, si girò troppo tardi all’avvertimento della turchina.
Solo il tempo per sgranare gli occhi, che cadde a terra, colpita dal nemico.
-Maria!- gridò disperata la blu.
-Rein, scappa!- disse Maria, sovrastata da un mostro senza una via d’uscita.
-Ma che dici?! Non posso!- replicò Rein, le lacrime che avevano cominciato a solcare il suo viso, il corpo che diventava più scuro.
-Il tuo corpo! Non devi rattristarti, devi scappare e basta! Vedrai che me la caverò- finì la mora sorridendo, prima di riuscire rialzarsi e continuare a combattere.
Rein, vedendo la sua amica riuscire di nuovo a rimettersi in piedi e continuare a lottare, asciugò le sue lacrime e cominciò a correre, sbaragliando ogni nemico che incontrava sulla sua strada, alla ricerca dell’unica persona che forse poteva aiutarli: la sua vecchia migliore amica.






 
» NOTE AUTRICE :
Buonasera! Eccomi qua, come promesso. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Forse è troppo corto (919 parole), ma essendo che l'ho scritto per la maggior parte stasera (perchè non ho avuto molto tempo questa settimana) non è venuto più lungo. Per ora vi sembrerà il tutto un po' noioso, ma pazientate, non posso finire la storia in 5 capitoli. Un abbraccio.

× Redy
   
 
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