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Autore: Shari Deschain    22/06/2013    2 recensioni
C'è tutto un mondo a cui Will è consapevole di avere rinunciato (o di essere stato costretto a rinunciare, perché non è che il suo dono, o maledizione – o comunque lo si voglia chiamare – sia proprio stata una sua libera scelta): un mondo fatto di cene abituali con amici e colleghi, di incontri casuali al supermercato, di serate passate sul divano davanti ad una televisione accesa, con una birra tra le mani e un'amica o una fidanzata al proprio fianco.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Pairing/Characters: Will Graham, Alana Bloom, Hannibal Lecter, Abigail Hobbs
Rating: PG
Warnings: Fluff (ebbene sì), Gen, Timeline da qualche parte nella prima metà di stagione.
Word Count: 704 (fdp)
N/A: Scritta per 24hours_of_fun prompt #3. È facile per chi sta al sole predicare a chi rimane nell'ombra. ‒ Arthur Conan Doyle, e per 500themes_ita prompt #45. Accarezzando il buio, baciando la luce.




Controluce





C'è tutto un mondo a cui Will è consapevole di avere rinunciato (o di essere stato costretto a rinunciare, perché non è che il suo dono, o maledizione – o comunque lo si voglia chiamare – sia proprio stata una sua libera scelta): un mondo fatto di cene abituali con amici e colleghi, di incontri casuali al supermercato, di serate passate sul divano davanti ad una televisione accesa, con una birra tra le mani e un'amica o una fidanzata al proprio fianco.
Un mondo, insomma, fatto di cose semplici, abituali, innocue. Il genere di cose che la gente normale fa senza pensare, e che a lui, invece, riescono quasi più difficili che risolvere un duplice omicidio.
Il segreto è che Will non rimpiange niente.
Brutto a dirsi, forse, e di sicuro la scoperta farebbe sollevare un sopracciglio a parecchi psichiatri – Alana ed Hannibal esclusi, ovviamente – ma il fatto è che lui vive bene di altrettante piccole cose, cose che di solito non comprendono la presenza di altri esseri umani.
Con le dovute eccezioni, certo.
Will solleva un po' di più il tubo dell'acqua, e il getto freddo disegna un lungo arco nella frizzante aria mattutina. Riflessi di arcobaleni scintillano davanti ai suoi occhi, socchiusi contro il sole che, pur essendo ancora a metà della sua ascesa mattutina, è già caldo e brillante.
I cani abbaiano, precipitandosi sotto quella piccola cascata rinfrescante, ed Alana ride.
«Non bagnarmi, Will, non fa ancora abbastanza caldo», lo rimprovera con un sorriso. È seduta sul prato, con un vestito leggero e colorato addosso e un golfino posato sulle spalle. Ha l'aria stanca, ma tranquilla. Non ha esitato neanche un secondo quando lui le ha proposto un informale picnic nel suo giardino. Un buon segno.
Will alza la mano in segno di scuse, poi si scherma gli occhi per osservare la strada.
L'auto del Dottor Lecter si ferma sul suo vialetto, creando piccoli tornado di polvere.
«Buongiorno, Will», lo saluta Hannibal, scendendo dall'abitacolo.
«Ti capita spesso di andare ai picnic in giacca e cravatta?», domanda Will di rimando. Lui ha addosso soltanto una maglietta e un paio di jeans, è scalzo e ha i piedi verdi a causa dell'erba.
«Non mi capita spesso di andare ai picnic. Credo che questa sia la prima volta, a dire il vero», replica Hannibal. Poi solleva un cestino che, ad occhio, sembra pesare quasi quanto Will tutto intero. «Mi sono comunque documentato sulle abitudini alimentari in uso per questo genere di eventi.»
Will ride e scuote la testa.
«Per fortuna non dovremo contare solo sui miei sandwich, allora», interviene Alana, avvicinandosi.
Hannibal sorride educatamente, poi solleva una mano per toglierle un filo d'erba dalla spallina del vestito.
«Sono sicuro che i suoi sandwich siano di tutto rispetto», risponde con gentilezza. «Abigail è venuta con lei?»
Alana annuisce ed indica il portico di Will.
«Sta mettendo delle bibite nel frigorifero», risponde. E poi, dopo un'occhiata al completo impeccabile di Hannibal, aggiunge: «Forse dovremmo pranzare dentro, sempre che Will abbia abbastanza sedie.»
Will le scocca un'occhiata allarmata – probabilmente perché non ricorda quante sedie ha in casa, o direttamente se ha sedie in casa – ma Hannibal sorride di nuovo.
«E rovinarci il primo giorno di estate? No, credo che dovremmo rispettare l'invito originario di Will ad un picnic.»
Will nota lo scambio di sguardi tra i due colleghi e si domanda se intervenire in quella silenziosa conversazione dicendo loro che non c'è nessuna psicosi in agguato, che ha pensato ad un picnic solo perché si è svegliato di buonumore – la sua prima notte senza incubi, quasi da non crederci – e ha trovato il frigo vuoto. Alla fine decide di non dire niente. Che si divertano pure a psicoanalizzarlo. Ognuno ha i suoi hobby.
Winston intanto sceglie quel preciso momento per assaggiare il tubo dell'acqua, azzannandolo e strattonandolo come si farebbe con una fila di salsicce, e Will è costretto a rincorrerlo per convincerlo a mollare la presa prima che il getto d'acqua si rivolti contro tutti loro.
Alana gli va dietro sorridendo, e dopo un minuto anche Abigail, attirata dalla confusione, torna fuori, saluta Hannibal con un sorriso e va ad unirsi a loro.
Il Dottor Lecter ricambia il saluto, poi rimane immobile nell'ombra del portico, con il suo cestino tra le mani, a guardarli correre sotto il sole sempre più caldo. Non sorride più.


   
 
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