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Autore: greenapples    23/06/2013    5 recensioni
«Sei sicuro di volerla trovare?» chiese Josh, in attesa di una risposta.
«Sì, Josh, non capisci. Lei è diversa, quella giusta. Devo assolutamente ritrovarla.»
«Allora c'è solo un modo: devi baciare le tredici ragazze sulla lista e capire qual è quella che cerchi.»
«E' un'idea stupida, ridicola e senza senso... ma è pur sempre un'idea.»

-
Se Hallie non avesse deciso di uscire per la prima volta e di baciare uno sconosciuto proprio quella sera, forse l'introverso George non avrebbe mai trovato un pretesto per cui alzarsi ogni mattina.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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(6)





«Sei nel gruppo insieme a Josh?» chiese Laine, incrociando Hallie nell’atrio della scuola.
«Vuoi dire l’amico di quello che ha baciato improvvisamente Callie Jones davanti a tutti?»
«Che cosa?»
«Già. Ero venuta a raccontarti cos’era successo.» disse la mora, avviandosi verso i distributori di merendine.
«Io te lo chiedevo perché mi ha mandato un messaggio.»
«Davvero?» chiese stupita Hallie.
«Sì, mi ha chiesto se volessi uscire con lui sabato.» rispose Laine con nonchalance.
«Mh.» detto questo, la mora le raccontò tutto l’accaduto in pochi minuti, intanto era arrivata anche June, così Hallie raccontò tutto anche a lei. Intanto era suonata la campanella e ognuno era tornato al proprio gruppo, ma Hallie decise che nessuno l’avrebbe uccisa se fosse stata in ritardo di qualche minuto.
«Quindi cosa farai? Cioè con Callie ed Evan?» chiese June, mentre accompagnava Hallie alle macchinette che dispensavano cibo.
«Quindi niente.» rispose la ragazza, chinandosi e prendendo la barretta di cereali dal fondo del piccolo distributore. «Farò quello che mi sembra più giusto.»
«Ovvero?» la spronò Laine.
«Ovvero fare finta di nulla.» disse, addentando la merendina.
«Non credo proprio, Hal. Tu non puoi fare finta quando Evan ti ha praticamente accusata davanti a tutti.»
«Non lo so, non voglio fare una scenata…» cominciò a dire Hallie, ma scorse con la coda dell’occhio una chioma lilla che si avvicinava a lei.
«Callie Davis del gruppo tre ha detto che avrebbe fatto cambio con me.» disse Callie, mettendosi davanti alla ragazza. «E Chloe Wolf fa cambio con Evan, lo abbiamo già chiesto alla preside. A proposito, Evan ha detto che gli dispiace e che non avrebbe dovuto accusarti, ma comunque preferiamo stare lontani da quel George con cui non ho mai parlato e con cui non ho intenzione di farlo.» disse tutto d’un fiato, per poi allontanarsi dalla parte opposta da quella da cui era venuta. Stava andando verso il teatro, luogo di ritrovo per il terzo gruppo.
«Questo è stato…» cominciò Hallie.
«Strano.» concluse June.
«Imbarazzante.» aggiunse Laine.
«Non so se voglio conoscere le mie nuove compagne di gruppo, a quanto pare non vado molto d’accordo con le Callie.»
«Certo che è proprio una sfortuna, e siamo solo al secondo giorno.», commentò Laine. «Mi duole dirlo, ma dovremmo tornare di sotto.» disse poi rivolta a June. Subito dopo si voltò e si incamminò verso le scale.
«E da quando Laine ha tutta questa fretta di tornare a lezione? Ma soprattutto, da quando conosce il verbo dolere?» chiese stupita Hallie, guardando June.
La ragazza sospirò. «Da quando poco fa ha ricevuto quel messaggio da Josh. Mi ha raccontato di quanto sia saggio e intelligente e legga dei libri che non contengano solo illustrazioni e allora per impressionarlo è andata da Jesse, il secchione del nostro gruppo e gli ha chiesto di insegnarle qualche frase a effetto. Lui l’ha presa malissimo e le ha detto ‘mi duole dirtelo, ma non ho intenzione di aiutarti’, quindi adesso all’appuntamento di sabato penso che ripeterà a memoria la coniugazione del verbo dolere.»
Hallie ridacchiò. «Sono felice che vada all’appuntamento.», disse poi. «Anche se è bravo a ingannare le persone, penso sia un ragazzo a posto.»
«Io non so proprio chi sia questo Josh, dovresti farmelo vedere.»
La ragazza annuì. «Certo. Però adesso dobbiamo veramente andare, o la Bellwood potrebbe arrivare. Ciao!»
«Ciao!» le urlò, allontanandosi.
Hallie cominciò a correre, ormai erano passati quindici minuti, un tempo decisamente lungo per assentarsi da un gruppo che aveva bisogno di lei. Però sulla strada per la palestra incontrò George. Dapprima pensò di sorpassarlo senza nemmeno battere ciglio ma cambiò idea non appena fu proprio il ragazzo ad afferrarla per un braccio. Sentì un qualcosa di fastidioso, ma allo stesso tempo non voleva che quel contatto finisse troppo presto.
«Tu sei Hallie, giusto? Ti stavo cercando.»
La ragazza non voleva fare l’acida, non era proprio da lei, quindi decise di fare finta di nulla. «Ah sì, e perché?» chiese con tono neutro.
«Ho bisogno del tuo aiuto.»
Hallie sbuffò. «Ho già detto al tuo amico di risolversi da solo le cose con Laine.»
«No! Non mi servi per quello.» disse ridendo.
«Beh, allora per cosa ti ‘servo’?» chiese, leggermente più alterata. «E non dirmi che vuoi baciare qualcun’altra.»
George impallidì. «In realtà è proprio per quello.»
«Stai scherzando, spero.» disse, più seria.
«Sinceramente no. Ho qui una lista delle persone che tu e la tua amica dovrete aiutarmi a baciare. So che conosce molta gente qui a scuola.» detto questo tirò fuori un foglio dal suo zaino, porgendolo a Hallie.
La ragazza rimase estremamente colpita dalla freddezza con cui George aveva pronunciato quelle parole. Un po’ gli invidiava tutto quel distacco che il ragazzo riusciva ad assumere in ogni situazione. Nessun coinvolgimento emotivo, nessuna emozione compromettente.
«Non hanno certo mancato a insegnarti a essere schietto.», disse lei sospirando e prendendo in mano la lista. «Callie Jones è fuori e ne vorresti baciare altre dodici? Tu sei pazzo.»
«Per nulla. Mi aiuti?»
«Non ci penso proprio.», rispose Hallie con naturalezza. «Anzi, ce l’hai una penna?»
George arricciò il naso confuso, prima di porgerle una penna.
«Ti sei macchiato.» constatò Hallie, prendendogli la biro dalle mani e indicando delle macchie blu che si erano formate sulle dita del ragazzo.
«Oh, mi succede sempre, non ti preoccupare. Comunque a cosa ti serve la biro?»
«Per fare questo.» disse Hallie, cominciando a scarabocchiare sopra il foglio. «Ecco.» e gli porse il foglio.
«Sei un deficiente.» lesse George ad alta voce. «Ehi!» urlò, quando si accorse che la ragazza si stava allontanando. «Mora, torna qua!»
«No, grazie, non sono interessata ai tuoi giochetti che faranno stare male ben dodici persone.» esclamò, camminando all’indietro.
«Undici! Se trovo quella giusta, undici.»
Hallie si fermò, storcendo la testa. «Mi sta dicendo che la tua anima gemella si chiama Callie, Kim o Chloe? Spiegati meglio.»
«Potremmo dire così, sì.»
«Ti piacciono le Kardashian?» chiese scherzosamente Hallie.
George rise. «Giuro che non l’ho fatto apposta.»
«Non vorrei entrare nella tua setta, ma questa cosa m’incuriosisce e non poco.»
«Beh, meno male.» disse George, sorridendo al vederla tornare indietro sui suoi passi.
«Però ti propongo una sola condizione, se accetti ci sto, se no ti dico grazie e arrivederci.»
«Ti sto ascoltando.»
«Non devi assolutamente coinvolgere Laine. Non so se sai che sabato esce con Josh, ed  già abbastanza in crisi. In più è la persona più stronza che io conosca, quindi sarebbe troppo cattiva in questo giochetto, e da quanto ho capito qui ci vuole tecnica, tattica e metodo, ma soprattutto tatto. Allora, ci stai?»
George sembrò valutare attentamente la proposta. «Sei furba.» disse infine.
Hallie alzò le spalle, attendendo una risposta concreta.
«Sì, ci sto.»
«Io non ti conosco.» disse d’impulso Hallie.
La ragazza si sentiva diversa, si sentiva come se non dovesse pensare due volte alle cose che uscivano fuori dalla sua bocca. Si sentiva schietta e forte con quel ragazzo. «Già, non ti conosco proprio per niente. Chi sei tu e come mai mi chiedi una cosa simile visto che nemmeno tu mi conosci?»
George sorrise. «Non lo so. Adesso che la tua amica è fuori tu sei solo una ragazza che mi aiuta a raggiungere il mio obbiettivo.»
«Piacere, mi chiamo Hallie Sanders, e d’ora in poi ti dirò le cose più crudeli che penso in faccia, sfogherò la mia rabbia repressa su di te e assumerò un atteggiamento che condanno a morte quando lo vedo sugli altri.» disse decisa, tendendo la mano.
«Io sono George, George Shelley.» rispose lui, stringendole la mano. «Il tuo ragionamento mi sembra giusto ed era da una vita che aspettavo di fare una presentazione del genere.»
«Beh, James Bond, sono felice di poterti aiutare.»
George sorrise, scuotendo lievemente la testa. «Non sei abituata a questo tipo di richieste, vero?»
«Chi lo è?» chiese Hallie.
«Hai anche ragione.» constatò George.
«Allora, quando cominciamo?»
 
 

*

 
 
«Come sto?» chiese per l’ennesima volta Laine.
«Bene, bene, stai benissimo, sei bellissima come sempre.» sbuffò in risposta Hallie, che la osservava a testa in giù dal letto dell’amica. Si trovavano a casa di Laine dove quest’ultima stava cercando l’abito perfetto per uscire con Josh. Più tardi Hallie avrebbe incontrato George per studiare una tattica all’insaputa di tutti tranne che di Josh. George aveva insistito nel coinvolgerlo spingendo molto sulle sue qualità di investigatore e di psicanalista. La ragazza aveva sbuffato, ma aveva acconsentito per fargli sapere dei loro incontri ‘segreti’. Inoltre, l’appuntamento dei due ragazzi cadeva a pennello, così Laine non avrebbe sospettato dell’assenza di Hallie – non era sicura che l’avrebbe sospettata comunque, però, nel caso – e Josh non avrebbe potuto esprimere la sua opinione così avrebbe potuto analizzare a fondo il punto di vista di George.
«Non lo so, forse quello verde sarebbe più adatto.» disse Laine, interrompendo il corso dei pensieri dell’amica, riferendosi al suo vestito.
«No, Laine, questo bianco e rosa va benissimo, fidati.» rispose esausta Hallie.
Laine sapeva di essere bellissima e Hallie non si ricordava l’ultima volta che l’amica si fosse sentita insicura e sotto la media. Forse quello era davvero un avvenimento molto significativo per lei.
«Okay, allora ripassiamo le frasi. Gradisco molto questo –»
«No, no, no!», l’interruppe Hallie. «Basta adesso! Devi rilassarti. E smettila di parlare come mia nonna. Andate a pranzo, che cavolo, non a un incontro di golf con la regina.»
«Sì, hai ragione.» disse Laine, sedendosi nervosamente. «Forse dovrei solo respirare.»
Hallie ridacchiò. «Andrai benissimo, ne sono sicura.»
Entrambe sentirono il campanello, ma la mora fu più veloce a scattare in piedi. «Vado io!», urlò. «Tu stai solo calma e aspetta che io ti chiami.»
«Okay, okay.» rispose Laine, cominciando a camminare avanti e indietro per la camera, mentre Hallie si precipitava al piano di sotto.
La ragazza aprì la porta, ritrovandosi davanti Josh, impettito nella sua polo azzurra e i jeans scuri.
«Laine, è per te!» urlò a squarciagola, facendosi poi di lato quando la sua amica dovette uscire di casa.
«Ciao.» disse Laine imbarazzata.
«Ciao. Andiamo?» rispose altrettanto imbarazzatamente Josh, scortandola fuori dalla porta. Laine annuì, arrossendo e abbassando la testa.
Era strano; Hallie non aveva mai visto Laine imbarazzata o arrossire.
«Allora, divertitevi.» disse Hallie, chiudendo la porta con un tonfo.
Corse al piano di sopra ad afferrare la sua borsa e poi si precipitò di nuovo giù per le scale. Doveva uscire per incontrare George. Lui le aveva dato un indirizzo stranissimo di una via che non aveva mai sentito nominare e non sapeva esattamente quanto ci avrebbe messo ad arrivarci. George era stato molto vago sulle indicazioni stradali, così Hallie aveva pensato di riuscire a cavarsela da sola.
«Nulla di più sbagliato.» constatò, tre pullman e una svariata quantità di vie dopo.
Si era persa, e non aveva la più pallida idea di come tornare indietro, tantomeno di come andare avanti. In situazioni normali sarebbe rimasta ferma lì e avrebbe chiamato Laine, ma non voleva assolutamente rovinarle l’appuntamento, e non sapeva a chi altro chiedere indicazioni. Hallie era piuttosto timida, non certo il tipo di ragazza che chiede con facilità a uno sconosciuto la strada giusta. Però in quel momento era l’unica cosa da fare. Chiamare sua madre era fuori discussione e suo padre lavorava fino a tardi, quindi si sarebbe dovuta rimboccare le maniche e cavarsela da sola. Aspettò che passasse un signore, ma poi pensò che avesse l’aria pericolosa. Poco tempo dopo passò un altro signore, ma questo sembrava avesse fretta e non voleva trattenerlo. Dopo dieci persone che passavano decise che si sarebbe dovuta alzare dalla panchina se non voleva passare la notte lì. Proprio quando aveva preso un respiro profondo un ragazzo le si avvicinò.
«Ehi, scusa, hai da accendere?» chiese questo, con una sigaretta a fior di labbra.
«No, non fumo.» gli rispose, neanche guardandolo in faccia.
«Oh, okay, ciao e grazie.» disse allontanandosi.
«Aspetta!», parlò poi Hallie. «Mi sapresti dire dov’è questo posto?» chiese, facendogli vedere il foglio sopra cui c’era scritto l’indirizzo.
La faccia del ragazzo si stupì, ma poi s’incupì. «Chi te l’ha dato questo?» chiese strappandogli il foglio dalle mani.
«Un ragazzo.» rispose sincera Hallie.
Il ragazzo dai capelli neri aggrottò le sopracciglia scure. «Non sei della polizia, vero?» chiese con fare circospetto, esaminandola.
«Cosa? No!»
«Ah, e si può sapere il nome del ragazzo che te l’ha dato?»
«Non credo io possa –»
«Senti.», cominciò il ragazzo. «Io so dov’è e ci stavo appunto andando, ma questo non è un indirizzo che la gente che frequenta dà in giro.»
«Oh.», disse la ragazza. «Beh, in tal caso si chiama George.»
«Ah Georgey!», esclamò il ragazzo. «Ma certo. Comunque io sono Jaymi.»
«Piacere di conoscerti Jaymi, io sono Hallie.» Hallie sorrise.
«Piacere. Adesso ti porto lì, è distante due isolati da qui, ci eri quasi arrivata.» disse Jaymi, cominciando a camminare.
«Grazie mille.»
«Hallie, quanto è importante il motivo per cui ti ha dato l’indirizzo?» chiese poi il moro, mentre stavano attraversando la strada.
La ragazza si strinse nelle spalle. Era già abbastanza strano il fatto che chiacchierasse e comminasse per strada con uno sconosciuto, non aveva anche considerato il fatto di dover rispondere a domande più o meno personali.
«Non ne ho idea…» rispose, confusa sull’origine della domanda.
«Te lo dico io, deve essere molto importante.»




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Ciau mele!
Come va? Io me la cavo asdfgh tra poco rifaccio la bio e un sacco di altre cose per rinnovarmi un po' :))
Un grazie eeeeenorme a tutte le persone che recensiscono/preferiscono/seguono/ricordano, siete il mio sorriso asdfgh
Fatemi sapere come vi sembra che prosegua la storia o cosa vi aspettate, insomma, un vostro parere.
Un bacione enorme,


Apple.

 



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«George, dovresti sorridere un po’ di più.» disse Hallie, incitandolo.
«Io sorrido quando ne ho voglia.»

   
 
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