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Autore: lallinachan    25/06/2013    1 recensioni
Lei non doveva essere lì, era semplicemente contro le regole e lo sapeva benissimo. Però la stretta sicura del ragazzo, la sua voce melodiosa che le sussurrava una canzone all'orecchio, quelle cose non potevano essere sbagliate. Era semplicemente impossibile che stare lì, sul divano accoccolata al suo petto fosse veramente sbagliato.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jongup, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Casa Moon faceva paura, persino a lui che era nato e cresciuto tra quelle mura così tanto inquietanti. I quadri appesi alle pareti del lungo corridoio, che divideva le stanze da letto dalle stanze da hobby, sembravano seguirlo con lo sguardo altezzoso tipico dei ritratti dei suo familiari. Solo lui non aveva mai imparato a farlo, era più forte di lui, non riusciva ad avere quello sguardo altezzoso e spaventoso che tutti i suo parenti avevano nei quadri.

Lungo quel corridoio erano appese almeno otto generazioni dei Moon e solo e solamente le persone che erano nate con il cognome dei Moon ed erano maschi avevano diritto a vedere il loro ritratto a quelle pareti, normalmente erano primogeniti ma tra quei quadri c'erano anche persone che avevano ottenuto il loro posto alla parete liberandosi dei maggiori. Il suo di ritratto era stato staccato dalla parete quando sui fratelli maggiori avevano detto a chiare lettere che avrebbero preso il controllo degli affari e che quindi il ritratto del loro fratellino poteva benissimo andare nella sala da lettura insieme a tutti gli altri quadri scartati col tempo.

Era inutile fissare i quadri dei suoi fratelli, appesi proprio accanto alla porta della sua stanza, prima o poi doveva attraversare per forza quel corridoio inquietante se voleva arrivare in cucina e prendere un benedetto bicchiere d'acqua e del giaccio per l'occhio che non aveva la minima intenzione di sgonfiarsi o, quanto meno, di smettere di pulsare dolorosamente.

-Jongup, cosa ci fai in giro per casa a quest'ora?- l'odore pungente del sigaro di suo padre gli arrivò al naso quasi come un pugno, stoppandolo di colpo mentre vedeva il fumo avvolgerlo, segno che suo padre aveva deciso di alzarsi dalla sua comoda poltrona nello studio e l'aveva raggiunto.

-Avevo sete...- -Alle due del mattino? Dovresti bere di più durante il giorno...- il ragazzo annuì e fece per riprendere la sua strada ma il fumo lo avvolse di nuovo, facendogli capire l'intenzione di suo padre di parlare ancora.

-Sei poi riuscito a sapere qualcosa sulla figlia dei Lee?- -Non molto... so solo che si prende molta cura delle persone che lavorano per lei e che la rispettano molto per questo...- suo padre sorrise divertito, osservando la nuca di suo figlio mentre lo avvolgeva con l'ennesima nuvola di fumo.

-Proprio come suo padre, eh? I Lee si affezionano sempre troppo alle persone... ho sentito dire che hanno persino adottato un ragazzino che era rimasto senza genitori... sciocco, non credi? Nelle famiglie di un certo rango bisognerebbe concentrarsi sul portare avanti solo il meglio, non tutti- -Già... scusa, ho davvero molta sete- l'uomo annuì, rientrando nel suo studio, liberando così uo figlio dalla conversazione decisamente fastidiosa.

Lui non faceva parte del meglio per suo padre, era ovvio. Semplicemente lui era il figlio minore, quello che serviva come diversivo. I suoi due fratelli maggiori invece erano dei diamanti per suo padre, li adorava. Il più grande aveva un'abilità impressionante con le pistole e un bel po' di omicidi a sangue freddo sulle spalle, mentre l'altro era semplicemente il migliore quando si trattava di passare i confini senza farsi notare, rendendo facili i vari trasporti di merce, di qualsiasi tipo essa fosse. Lui invece era bravo a fare da pedina nei piani degli altri, punto e basta. Con uno sbuffo afferrò un bicchiere e lo riempì d'acqua, continuando a fissare sovrappensiero il rubinetto, dando così modo a suo fratello maggiore di avvicinarsi e sottrargli il bicchiere da sotto il naso.

-Sai, alla tua età se ero sveglio e in cucina a quest'ora era perché avevo appena finito di fare compagnia a qualcuna... però non vedo nessuna a farti compagnia...- tipico di suo fratello.

Con uno sbuffo prese un secondo bicchiere e lo riempì, prendendo finalmente un sorso d'acqua.

-Cosa c'è, ti imbarazza questo argomento?- -No, ho solo sete, punto e basta... e comunque anche tu mi sembri solo- il sorriso divertito di suo fratello si allargò e lui, nonostante gli stesse dando le spalle, lo poteva immaginare benissimo.

-Sarà a su un taxi ormai... e comunque, tu, il mio fratellino che dorme sempre, ti saresti svegliato per un misero bicchiere d'acqua? Non ci credo... che ci sia qualche bella ragaza a tenerti sveglio? Oppure stavi ancora facendo tardi con i videogames? Jongup-ah, perché non mi guardi in faccia? Ora che ci penso è da 'sta mattina che nessuno ti vede in faccia... che hai fatto?- era nei guai.

-Sono stanco, vado a dormire...- con un gesto nervoso si tirò su il cappuccio della felpa che usava come pigiama e cercò di sgusciare via senza farsi prendere da suo fratello.

-Fermo lì... Jonghyun, mi dai una mano?- al grido del fratello di mezzo il maggiore dei tre uscì dalla sua stanza e si avvicinò a passo annoiato, osservando per qualche istante la scena.

Jongmin teneva per il polso il minore che intanto aveva abbassato il volto, coprendolo il più possibile. Non ci voleva un genio per capire cosa fosse successo ma la noia era davvero tanta quindi decise di divertirsi un po' a spese del più piccolo.

-Che hai fatto Jonguppie? Le hai prese di nuovo?- con un gesto rude gli abbassò il cappuccio e gli afferrò il mento, obbligandolo ad alzare il volto mentre l'altro fratello lo afferrava per entrambe le braccia, obbligandolo a restare immobile.

-Ti hanno fatto proprio un bell'occhio nero... possibile che tu ancora non sappia difenderti? Dopo tutte le risse in cui sei finito?- Jongup sibilò un'imprecazione, arricciando il naso mentre Jonghyun gli inclinava il volto da un lato e dall'altro per osservare l'occhio livido.

-Sono stanco, lasciatemi in pace...- -Come sei lamentoso, fratellino! Scommetto che però non hai detto nemmeno una singola parola quando ti hanno picchiato, o sbaglio?- erano insopportabili e aveva sempre ragione, cosa ancora più irritante.

-Comunque, chi dobbiamo picchiare? Chi ha fatto del male al nostro fratellino?- -Nessuno... ho solo avuto una discussione con la squadra di basket della mia scuola...- -Domani ti accompagniamo a scuola... voglio proprio vedere chi ha conciato così il nostro fratellino, vero Jongmin?- il ragazzo annuì, lasciando andare Jongup, afferrando il suo bicchiere d'acqua e seguendo il maggiore attraverso il corridoio, lasciando il minore finalmente solo in cucina.

Con un gesto nervoso scagliò il bicchiere contro la parete, osservandolo mentre si frantumava e l'acqua al suo interno si espandeva su tutta la parete per poi colare a terra, formando una piccola pozzanghera. Doveva essere davvero stupido, ora come minimo aveva attirato l'attenzione di suo padre e lui di certo non si sarebbe proposto come suo difensore per il giorno dopo, anzi, probabilmente avrebbe rincarato la dose di botte. I Moon devono sapersi difendere, altrimenti sono un disonore per la famiglia.

-Jonguppie, tesoro, va tutto bene?- sua madre, i capelli arruffati per il sonno appena interrotto e gli occhi socchiusi, entrò in cucina, fermandosi per qualche istante ad osservare i pezzi di vetro a terra.

-Sei anche scalzo... aspetta un secondo, non ti muovere...- con un sorriso dolce si sfilò le ciabatte e le passò a suo figlio, zampettando subito dopo verso il ripostiglio più vicino e prendendo una scopa per raccogliere i pezzi di vetro.

Mentre ripuliva, lanciava delle occhiatine nervose a suo figlio, osservandolo di nascosto mentre si tirava su il cappuccio e prendeva a fissare le ciabatte rosa che non aveva indossato.

-Cosa succede? Come mai sei così nervoso? Per quell'occhio ci vuole della crema, siediti sul bancone che appena finisco qui vado a prendertela- -Eomma, non serve...- ovviamente non gli diede nemmeno ascolto, semplicemente finì di ripulire e si avviò verso il bagno, lasciandolo solo in cucina, seduto sul bancone come faceva quando aveva sette anni e non diciassette.

-Eccola qui... farà un po' male...- lui si limitò ad annuire, tanto ormai ci era abituato.

-Aspetta un secondo..... perfetto!- sua madre fece per avvicinarsi per dargli un bacio sulla guancia ma lui si tirò indietro, finendo per sbattere la testa contro la parete.

-Scusa, scusa... tutti i miei bambini ormai sono troppo grandi per dare un bacino alla loro mamma... vai a dormire ora, altrimenti arriverai stanco a scuola domani!- per obbligarlo ad andare a letto, spense la luce della cucina, lasciando la cucina illuminata solo dalla poca luce che arrivava dal corridoio.

-Jongminnie, Jonghyungie, a dormire anche voi! Ah, Jongminnie, io e te domani dobbiamo parlare delle tue frequentazioni notturne!- il ragazzo in questione sobbalzò, sgusciando via dalla stanza del maggiore per chiudersi a chiave nella sua, il più in fretta possibile nel tentativo di evitare sua madre.

Con un sospiro entrò nella stanza matrimoniale, richiudendosi la porta alle spalle, dedicando un ultimo sorriso materno al minore che stava andando in camera sua.

-Cos'è tutto questo casino?- -Nulla... vado a dormire...- con un gesto nervoso tirò i lembi del cappuccio per coprirsi meglio mentre passava davanti a suo padre, chiudendosi a chiave in camera giusto in tempo, precedendo i pugni di suo padre alla porta di pochi istante.

-Moon Jongup, apri questa maledetta porta o ti giuro che domani– -Domani non ti porterà a scuola in auto, ecco cosa succederà... yeobo, vieni a dormire, è tardi anche per te...- prima o poi avrebbe fatto una statua a sua madre che si stava ampiamente guadagnando il titolo di santa.

 

******   ******   ******   ******

 

-Si può sapere cosa hai oggi?- con uno sbuffo afferrò al volo l'ennesima provetta del laboratorio di scienze, evitando per miracolo che si schiantasse contro la parte.

-Cosa ho? Quell'idiota di Moon ha pensato bene di portarsi dietro anche i suoi due fratelli 'sta mattina, ecco cosa ho! Quei due idioti mi hanno vista mentre pestavo i deficienti che avevano pestato il loro fratellino... sa dio che idea assurda si sono fatti ora!- l'ennesima provetta volò in aria, schiantandosi questa volta esattamente al centro del petto di Bang.

-Davvero non capisco perché di colpo sei così nervosa...- un ringhio seccato anticipò il lancio dell'ennesima provetta.

-Non capisci? Fai due conti, loro sono in tre, io ho un fratello e Jun... secondo te non sarà necessario che anche loro partecipino? Peggio ancora, se mio fratello si rifiutasse, come sempre, di partecipare allo scontro, dovremmo chiedere l'aiuto anche di Tao, che a parte nelle corse e nel corpo a corpo non ha esperienza, e in questo modo, comunque, due persone che non volevo venissero coinvolte finirebbero per trovarsi ad affrontare uno scontro armato... l'unico modo per tirarli fuori dall'impiccio sarebbe far fuori Jongup nei primi dieci secondi di scontro, interrompendo così tutto prima che gli altri possano farsi del male...- -E allora fallo fuori subito... tanto la mira non ti è mai mancata, no?- la ragazza si immobilizzò un secondo.

Perché l'idea di ucciderlo a sangue freddo non le andava giù? Perché diavolo quella mattina aveva sprecato tempo e energie per difenderlo?

-Al diavolo... Moon mi complica la vita e basta, non vedo l'ora di liberarme– il cellulare prese a suonare, facendo sobbalzare i due quando l'inquietante suoneria si diffuse nel laboratorio di scienze.

-Jun deve aver cambiato di nuovo la mia suoneria... pronto?- -Signorina Lee... Choi Jun Hong è scappato, non riusciamo più a trovarlo, cosa dobbiamo fare?- che giornata leggera!

-Iniziate a pregare che non si sia fatto male, altrimenti ve la vedrete con me... esco a cercarlo, fate in modo che ci sia la mia moto all'entrata della scuola, vi do cinque minuti, non un secondo di più!- dall'altro lato della linea arrivarono delle grida nervose, tagliate poi da Taeyeon che lanciò anche il cellulare contro il petto di Bang.

-Allora, cosa è successo?- -Jun è corso via... vado a fare un giro per i quartieri, magari lo trovo...- con uno sbuffo si avviarono verso il cancello della scuola, scavalcandolo come se nulla fosse nonostante ci fossero almeno cinque professori a guardarli.

-Ehi, sei in ritardo tu, però!- -Ciao Tao! Lui è...?- -Un mio amico, mi ha aiutato a portare qui le due moto, ti accompagno... ho preso due caschi, così se lo trovi non devi andare in giro senza...- con un sorriso salì sulla sua moto, ignorando le occhiate sorprese che l'amico di Tao le stava lanciando mentre sibilava qualcosa in un qualche dialetto cinese.

-Dove sta andando?- -Non sono fatti tuoi, Moon... perché non torni dai tuoi amichetti? Ah, giusto... non ne hai!- nonostante l'insulto, un sorriso divertito si dipinse sul volto del ragazzo mentre si stringeva nella giacca della divisa.

-Devo scambiare un paio di informazioni con te... ho bisogno di sapere un paio di cose sui Lee...- un ghigno divertito apparve sul volto del maggiore.

-E cosa ti fa pensare che scambierei informazioni con te?- -Posso dirti dov'è tuo fratello...- il sorriso del maggiore si spense.

 

Erano quasi due ore che girava a vuoto per i suoi quartieri, le sue gambe, coperte solo da una tuta che le arrivava al ginocchio, erano congelate, come le sue mani. Con uno sbuffo svoltò per l'ennesima volta, chiedendosi dove potesse essersi cacciato quell'idiota. Aveva controllato ogni singolo vicolo, stazione, palazzo e parco ma del ragazzo nessuna traccia. Di colpo la moto di Tao si fermò, obbligandola a sbandare pericolosamente per evitarlo.

-Ma si può sapere cosa succede?- -Stiamo girando a vuoto, è introvabile... e se fosse tornato a casa tua? O a casa sua? Sai dove abitava?- la ragazza annuì lentamente, cercando di ricordarsi la strada per arrivare al vecchio quartiere di Jun Hong.

-Andiamo... se non è lì torniamo a casa...- Tao annuì, seguendola a pochi centimetri di distanza, giusto quei pochi che sarebbero serviti per fare una manovra d'emergenza per evitare di travolgerla.

Il quartiere dove viveva prima Jun era a dir poco spaventoso. Sembrava uno di quei quartieri che passano ai telegiornali quando parlavano di spaccio e droghe e probabilmente era uno dei quartieri che conteneva il maggior numero di clienti a giudicare dalle facce che riusciva a riconoscere lungo le strade.

-Hey, tu!- il ragazzo si fermò di colpo, emettendo un grido di terrore quando la moto della ragazza arrivò a pochi millimetri da lui.

-Hai per caso visto il ragazzo che di solito ti vende la roba? Dovrebbe essere da queste parti...- il ragazzo annuì lentamente, cominciando a spiegare come raggiungere la casa dove aveva visto il ragazzino l'ultima volta.

-Grazie... ricordami il favore la prossima volta, sarà un piacere ripagartelo!- il ragazzo annuì, stringendosi di più nella felpa logora e scolorita mentre osservava la ragazza sparire oltre l'angolo, seguita da un'altra moto.

Bastarono due minuti e lo trovarono, accovacciato sugli scalini all'entrata di una piccola villa completamente circondata dai nastri della polizia che stavano ad indicare un caso ancora irrisolto.

-Jun Hong!- con un movimento unico scese dalla moto, si sfilò il casco e si avvicinò al ragazzo, dandogli uno schiaffo per poi stringerlo in un abbraccio stritolante.

-Idiota, hai idea di quanto fossi preoccupata? Maledizione, non osare mai più scomparire così, ho perso almeno venti anni della mia vita mentre ti cercavo!- Jun non si mosse minimamente, restando inerme nell'abbraccio della ragazza.

-Tao, vai pure a dire agli idioti che per oggi sopravviveranno... grazie mille!- il ragazzo annuì, lanciando un'occhiataccia al ragazzino prima di risalire sulla sua moto ed andare via.

-Cosa è successo?- -I miei genitori... si sono fatti uccidere perché io non sapevo difendermi! Sono usciti e si sono fatti sparare perché così chiunque fosse non sarebbe entrato in casa, trovandomi! Tutto perché io non sapevo nemmeno come prendere in mano una maledetta pistola- la ragazza sospirò appena, cominciando ad accarezzare la schiena del ragazzo nel tentativo di farlo calmare.

Non sapeva che dire, consolare la gente non era di certo una sua qualità, anzi. L'unica decisione sensata che riuscì a prendere fu quella di lasciare che il suo amico si sfogasse sulla sua spalla, continuando ad accarezzargli la schiena senza dire una parola. Cosa si diceva di solito? Che tutto sarebbe andato bene? Che non era niente? Eppure non le sembrava il caso di dire cavolate simili. Non poteva di certo promettere che tutto sarebbe andato bene quando lei stessa stava morendo dentro per il terrore e non poteva di certo dire che la morte dei genitori del ragazzo fosse un niente.

-Jun, calmati dai... ti porto a casa, fa freddo, potrebbe cominciare a nevicare da un momento all'altro e tu sei solo in felpa- gli infilò praticamente a forza il casco, trascinandolo poi sulla moto che riprese vita con un rombo.

-Hai spaventato i figli dei miei vicini...- due bambini corsero in casa spaventati dal rumore, facendo ridacchiare Taeyeon.

-Succede... andiamo, dai!- con un altro rombo la moto prese ad avanzare velocemente attraverso le strade ghiacciate.

Probabilmente non era stata una buona idea prendere la moto con tutto quel ghiaccio in giro e ora che ci pensava a mente fredda non capiva nemmeno come fosse riuscita ad arrivare fino alla vecchia casa di Jun senza uccidersi. Dopo un bel po' di preghiere e di slittate sul ghiaccio arrivarono finalmente al cancello di casa Lee.

-Vai in camera, io metto via la moto...- e lo avrebbe fatto davvero se suo padre non le si fosse parato davanti, impedendole il passaggio.

-Come mai tu sei qui e non a scuola?- -Non mi sentivo bene e Jun e venuto a prendermi... vado in camera, mi metti via tu la moto?- con uno sbuffo l'uomo prese la moto e la trascinò nel garage, osservando sua figlia mentre rientrava in casa.

-Partita alla play?- Zelo annuì facendo ondeggiare i ricci ed afferrando un joystick.

-Bang?- -L'ho mollato a scuola... spero solo che alla fine non abbia preso a pugni anche lui Moon, non sembrava molto felice mentre gli parlava...- il ragazzo annuì inclinandosi di lato nel tentativo di far curvare l'auto del videogame.

 

 

Con un pugno distrusse l'ennesima vetrina nel laboratorio di scienze. Quando riabbassò il pugno sentì il sangue colargli lungo le dita, segno che le nocche erano state tagliate dai frammenti di vetro.

-Cosa devo fare?- si sentiva un idiota, era tutta la mattina che distruggeva il laboratorio di scienze e ancora non riusciva ne a calmarsi ne a prendere una maledetta decisione.

Con uno sbuffo si decise a raccogliere la sua borsa, scrollandola per togliere i pezzi di vetro, ed uscì dalla scuola, ringhiando a chiunque osasse intralciargli il passaggio.

-Ehi, ehi!- una mano afferrò il suo polso, facendogli emettere un sibilo decisamente nervoso.

-Hai due secondi per lasciarmi andare, poi ti sfondo di botte!- -E poi saresti molto molto single- gli occhi di Bang si allargarono appena riconobbe la voce del suo ragazzo.

-Ma che diavolo ci fai qui?- -Sì amore, anche a me fa piacere vederti! Anche io trovo fantastico il fatto che abbia mollato tutti i tatuaggi e le moto solo per venire a darti uno strappo a casa invece di farti arrivare esausto e congelato a casa come ogni giorno!- il rosso sbuffò osservando il suo ragazzo mentre tornava all'auto, gesticolando verso il nulla con tutta l'aria di chi ha bisogno di prendere a schiaffi qualcuno.

-E io dovrei anche seguirti di corsa? Channie, non è giornata!- -Beh, tu guarda, anche la mia giornata ha preso una brutta piega ora, sai? Tornatene a casa da solo!- la portiera dell'auto sbatté, precedendo di poco la partenza dell'auto.

Perfetto, doveva tornare a casa a piedi, con la mano sanguinante e, sfiga delle sfighe, stava cominciando a nevicare. Effettivamente non era stata un'idea geniale far arrabbiare Himchan ma lui come diavolo poteva indovinare che il suo ragazzo sarebbe venuto a prenderlo. Finalmente trovò una farmacia ed entrò, facendo sobbalzare la farmacista che stava pacificamente sistemando una pila di assorbenti.

-Oddio, ha bisogno di aiuto?- -Mi serve una benda...e questo pacchetto di assorbenti...- la ragazza avvampò di colpo, chiedendosi chi diavolo fosse la pazza che aveva chiesto ad un ragazzo del genere di prenderle degli assorbenti.

-Allora? Oppure hai intenzione di lasciarmi morire dissanguato nella tua farmacia?- la ragazza prese ad annuire velocemente, recuperando tutto ciò che il ragazzo le aveva chiesto.

-T...ti do una mano?- -Grazie ma passo... ciao, eh! Ah, dovresti ripulire questo negozio, ci sono macchie di sangue ovunque!- la ragazza sgranò gli occhi prendendo a guardarsi intorno, ignorando alla grande i soldi che Bang le aveva lasciato sul bancone prima di uscire.

Con uno sbuffo buttò a terra la scatola che conteneva la fascia, cominciando a fasciarsi come meglio poteva la mano, probabilmente facendo più danni che nulla. Le fasciature e le cose che implicavano una certa precisione erano roba più da Himchan che da lui. E poi, ora che ci pensava, come diavolo faceva a dare il pacco di assorbenti a Himchan senza farsi picchiare? Anche se a giudicare dagli sbalzi d'umore del ragazzo probabilmente ne aveva davvero bisogno.

-Bang Yongguk, sali in auto prima di morire congelato!- con uno sbuffo salì sull'auto, mollando sulle gambe del suo ragazzo il pacco di assorbenti.

-E questi? Sarà meglio per te che siano per tua sorella...- -No, sono per te... mi sa che ti sono venute le tue cose- l'auto sbandò pericolosamente mentre il moro si sporgeva verso Bang, dandogli uno schiaffo alla nuca.

-E io che sono venuto lo stesso a recuperarti... a casa di fascio decentemente la mano...- -Dio, sembri mia madre, non il mio ragazzo...- entrambi sorrisero divertiti.

-E tu sembri più un ragazzino dispettoso, la vita è dura- appena arrivati a casa il maggiore si lanciò verso il frigorifero, cominciando a cercare qualsiasi cosa fosse commestibile e possibilmente non scaduta, ma con la fame che aveva poteva anche accontentarsi.

-Mi passi una birra?- -Prima le priorità... il cibo...- gli occhi di Himchan si sgranarono mentre cominciava a macchinare che scusa usare per il fatto che la spesa fosse ancora al supermercato, sugli scaffali e non nel frigo.

-Ho voglia di cibo cinese, tu non hai voglia di cibo cinese?- -Ti sei dimenticato di fare la spesa di nuovo, vero?- con uno sbuffo richiuse il frigo e prese a fissare i vari volantini appesi al frigo in cerca di un maledetto take away che sembrasse minimamente invitante.

-Cibo cinese! Dai!- -Chiama tu... io vado a farmi la doccia...- un sorriso sornione si dipinse sul volto del moro mentre osservava il suo ragazzo infilarsi in bagno.

Dopo un paio di minuti, quando fu sicuro che il ragazzo fosse davvero sotto la doccia, si decise a seguirlo dentro, beandosi della vista che si trovò davanti.

-Vuoi un po' di compagnia?- sul volto dei due ragazzi si dipinse un sorriso ammiccante mentre prendevano ad osservarsi a vicenda.

-Datti una mossa- non se lo fece ripetere due volte.

Con dei movimenti veloci si sfilò i vestiti, entrando in doccia con Bang.

 

 

Saaaaalve!

Non voglio sapere quanto ci ho messo ad aggiornare, scusatemi ç_ç

Davvero! È solo che per qualche motivo assurdo ci ho messo secoli interi per scrivere questo capitolo... credo di averlo scritto e scartato almeno cinque volte... spero che almeno questa volta sia venuto bene T.T

Scusate!!!!!!

Detto questo, dovrei ringraziare per nome, cognome, codice fiscale e numero di passaporto le personcine magnifiche che nonostante l'epico ritardo hanno inserito questa storia tra le preferite/seguite/ricordate solo che... sono babba e non riesco più ad aprire le liste, indi per cui vi ringrazio così >-< comunque Grazie mille, saranghae *-*

Ora direi che vi lascio che è anche abbastanza tardi... scusate ancora per il ritardo ^^

  
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