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Autore: nephylim88    25/06/2013    0 recensioni
Charlie è una ragazza di diciassette anni perseguitata da un incubo. Cosa si nasconde dietro alla morte misteriosa del suo fratellino? Cos'è quella presenza misteriosa che sembra incombere sulla sua famiglia? O è semplicemente impazzita?
In questa storia ho un po' modificato il folklore sui vampiri. Spero che vi piaccia comunque! Buona lettura!
Genere: Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Perché diavolo non mi hai detto che il nonno aveva dato a te l'incarico di sconfiggere quella psicopatica?” sbottò Charlie, infuriata.

Erano a casa di zia Iris. Che le fissava, incapace di proferire parola. Gin continuava ad accarezzare il braccio di Charlie, come a dirle di calmarsi. Ma Charlie era impossibile da calmare.

“Perché mi hai lasciata sola ad affrontare quest'inferno?”

“Charlie, mi dispiace...” la voce della zia era un pigolio.

“Ti dispiace? TI DISPIACE? E certo, come no? Io passo anni della mia vita a sentirmi una pazza completa, e tu, che sapevi tutto, non hai mosso un dito per venire ad aiutarmi e spiegarmi che accidenti sta succedendo!”

“Aspetta, Charlie, non dire così! Io, semplicemente, non credevo a quello che mi aveva detto papà. Onestamente, pensavo che il tuo stare male fosse dovuto allo shock. Papà ha capito presto che non ero adatta a quel ruolo, ha rinunciato presto ad addestrarmi. Ero davvero convinta che fossero le pazzie di un vecchio, e quando hai cominciato ad avere quegli incubi, non ti ho detto nulla perché temevo che avrei solo peggiorato le cose. Mi dispiace, non era mia intenzione farti del male.”

Charlie si calmò. Era ancora ferita, ma doveva ammettere che, al posto della zia, avrebbe fatto lo stesso. Quella storia era così assurda che poteva capire benissimo il desiderio di non aggiungere benzina al fuoco.

“Adesso cosa facciamo?” intervenne Gin. Charlie guardò la finestra, la luce del sole si era fatta più ramata.

“Prima che il sole tramonti del tutto, dobbiamo mettere il sale attorno alla culla di Jonny. Non voglio correre rischi stupidi, quella pazza potrebbe attaccare anche fra un'ora.”

Presero il sale grosso, e lo cosparsero attorno alla culla del bimbo, che nel frattempo cercava di gattonare verso di esso per giocarci.

“Non sono un'esperta in materia” bofonchiò Charlie “ma credo sia essenziale non spezzare questo cerchio.”

Zia Iris annuì. Era molto pallida.

“Ora, cerchiamo di capire come sconfiggerla.”


“Acqua santa?” chiese Gin.

“Non lo so. Soledad ha detto che nessuno è mai riuscito a sconfiggere una succube. Suppongo che l'acqua santa non sia tra le soluzioni, è la cosa più ovvia che verrebbe in mente a chiunque...” rispose Charlie.

“Paletto di frassino?” intervenne la zia.

“Anche quello credo faccia parte delle soluzioni ovvie.”

Rimasero in silenzio. Era ora di cena, ma nessuna delle tre aveva fame. Gin batteva il suo bicchiere con la forchetta, zia Iris si mordicchiava il labbro, Jonny attaccato al suo seno. Charlie, invece, andava avanti e indietro per la cucina, infervorata. Anzi, era praticamente in preda al panico. Come diavolo avrebbe fatto a sconfiggere un essere che non era mai stato sconfitto? Avevano passato l'ultima ora e mezza a vagliare ogni opzione per uccidere Teresa. Ma nessuna sembrava andare bene.

“Porto a letto il piccolo” disse la zia. Sembrava terrorizzata. Charlie annuì.

“Non ti preoccupare, zia. Andrà tutto bene.”

La zia uscì dalla cucina.

“Charlie, dov'è tuo zio?” chiese Gin.

“Viaggio di lavoro, credo.”

“Charlie... come facciamo a sconfiggere Teresa?”

Charlie inspirò profondamente. “Non lo so. A questo punto, credo proprio che l'unica cosa che conviene fare è farla ragionare. Convincerla che nessuna delle persone che ha ucciso, dopo il cacciatore di streghe e suo figlio, meritava di morire.”

Rimasero in silenzio, pensando entrambe che avrebbero avuto bisogno di parecchia fortuna per riuscire in quell'impresa. Dopo poco, sentirono un forte colpo che fece vibrare la casa e zia Iris che cacciò uno strillo acuto. Le ragazze corsero di sopra. La zia era pallida, e continuava a spingere la porta della stanza di Jonny, tentando di entrare.

“Cos'è successo?” domandò Charlie, allarmata.

“Non lo so, non lo so! Ho messo il piccolo a dormire, e quando sono uscita, la porta si è chiusa da sola! Non riesco ad entrare!”

Gin e Charlie impallidirono. “Buon Dio, ha già cominciato!” esalò Gin.

Charlie, stranamente, si sentiva piuttosto calma. Era sì preoccupata per la sorte di suo cugino, ma non intendeva farsi prendere dal panico. “Forza, datemi una mano!” urlò, cominciando a prendere a spallate la porta. Gin e zia Iris si unirono a lei. Dopo un paio di tentativi, riuscirono a sfondarla.

Teresa fluttuava sopra la culla di Jonny, che piangeva. Sembrava in cerca di una falla nel cerchio protettivo. Non sembrava neanche essersi accorta di loro. Nel delirio della situazione, Charlie riuscì a pensare che Teresa sembrava una mosca che sbatteva contro un vetro. Ogni volta che si avvicinava troppo alla culla, si vedeva una specie di lampo, come uno schermo protettivo, che la respingeva. 'Ma non reggerà a lungo...' constatò Charlie, tra sé e sé. Prese una decisione che, in seguito, le parve folle. Con Gin e zia Iris che guardavano la scena paralizzate al suo fianco, si fece avanti e urlò, con tutta l'aria che aveva nei polmoni “EHI, TU!”

Teresa continuò a ignorarla. “TERESA!” continuò la ragazza. Niente.

Charlie ricorse alla risorsa estrema “EHI, MALEDETTA STREGA!”.

Funzionò. Teresa si bloccò, e la fissò. 'Bel colpo, Charlie! Proprio un gran bel modo di apostrofare una che dovrebbe essere portata nella strada del perdono!' pensò la ragazza, un po' istericamente.

“Che cosa vuoi?” sibilò il demone.

“Semplicemente parlare.”

L'occhiata che le rifilò Teresa la fece rabbrividire. Ma, sorprendentemente, le rivolse anche tutta la sua attenzione, ignorando il bambino, che continuava a strillare.

Ignorando le altre due, che piangevano dietro di lei, fece un altro passo. E poi un altro. Lentamente, di frappose fra Teresa e la culla. Gin e zia Iris le sussurrarono imploranti di fermarsi. Non le ascoltò.

“Pensi davvero di potermi fermare?” la schernì la vampira.

“Non lo so. Ma comunque non voglio facilitarti le cose.”

“Pfui! Figurati! Ho quattrocento anni, e sono sopravvissuta a tutti i tuoi antenati.”

“No. Tu sei morta. Morta a causa di uno dei miei antenati. E quando sei ritornata come demone, non sei morta di nuovo unicamente perché hai mantenuto un profilo basso.”

Gli occhi di Teresa mandarono un lampo di collera. I suoi canini si allungarono per un secondo, come se fossero retrattili.

“Perché lo fai, Teresa?”

La vampira emise un sibilo terribile. “E me lo chiedi? Tu lo sai perché.”

“Dillo, Teresa.”

“Tu lo sai. Tu hai visto.”
Charlie annuì.

“Tutti gli uomini della tua famiglia devono pagare.”

“Non è vero.”

“Sì, che è vero.”

“No. Guarda questo bambino. È piccolo, è innocente. Lui non ti ha fatto niente. Nemmeno mio fratello. Nemmeno mio nonno.”
“Neanche mio figlio aveva fatto niente!” pur essendo un demone, la voce di Teresa risultò rotta, angosciata. Questo diede speranza a Charlie. Se era ancora in grado di provare dolore, probabilmente c'era una qualche possibilità di salvarla. Anche se, effettivamente, era il suo dolore ad averla trasformata.

“Hai ragione. Quello che ti hanno fatto è terribile. L'ho visto. Nessuno merita una morte simile. Nessuno. Ma cercando vendetta in questo modo non hai fatto altro che diventare uguale ai tuoi aguzzini!”

Fu un attimo, il tempo di un battito di ciglia. In quell'attimo, Charlie si rese conto che aveva commesso un grave errore. Mai paragonare una persona che soffre ai suoi carnefici! Teresa cominciò a emanare un'aura nera, i suoi occhi divennero neri anch'essi. Con un urlo terribile, il demone si scagliò contro la ragazza. La afferrò per la gola, mandandola a sbattere contro la culla. Il cerchio di sale si spezzò. Il demone, sorridendo, gettò Charlie a terra, continuando a stringerla per la gola. “Ora morirai” disse Teresa, con una voce da oltretomba “con la consapevolezza che anche tuo cugino morirà. E non solo lui, ma tutta la tua famiglia! E sarà solo colpa tua!”

Charlie non seppe mai perché le venne in mente quella soluzione. In preda al panico perché le mancava l'aria e sentiva un tremendo scricchiolio alla gola, afferrò un manciata di sale che aveva lì vicino e la spalmò in faccia a Teresa. Con un urlo terribile, Teresa mollò la presa, afferrandosi la faccia, agonizzante. Charlie si rialzò velocemente, tossendo. La gola le faceva un male cane. L'aura nera della vampira emanò un lampo. Poi un altro. E un altro ancora. I lampi che uscivano dalla sua aura presero la forma di uomini di varie età, perlacei ed evanescenti come spettri, tutti legati tramite una specie di corda argentata all'aura nera. Con enorme sorpresa, Charlie si ritrovò davanti il suo fratellino. “Sorellina!” strillò Davide, con la voce che sembrava provenire dal fondo di un pozzo. Charlie sentì una lacrima scenderle lungo la guancia. Fece per accarezzarlo, ma la sua mano lo attraversò. “Charlie!” ancora più sorpresa, Charlie si voltò, guardando in faccia suo nonno. “Nonno!” strillò.

“Non c'è tempo per i convenevoli, Charlie! Siamo prigionieri della vampira! Devi liberarci!”

“Come? Cosa devo fare?”

“Prendi una manciata di sale, e strofinalo sul suo cuore! Sbrigati!”

Charlie arraffò un altro po' di sale e fece per avvicinarsi a Teresa, che ancora agonizzava a terra. Fece un cenno con rapido con la testa verso sua zia, ancora paralizzata dal terrore sulla porta. Fortunatamente la zia capì al volo. Svelta, corse verso la culla, prese il bambino e insieme a Gin scappò. Teresa si accorse di queste manovre. Lanciò un urlo terribile, e si scagliò nuovamente contro Charlie. Caddero entrambe a terra, ma la ragazza notò che il demone aveva perso parecchia della sua forza. Lottarono per un po'. Charlie non si rendeva neanche conto di quello che faceva, a volte le sembrava di respingerla, altre volte le sembrava di lottare inutilmente. Ma qualcosa all'improvviso cominciò a non quadrare più. Dopo essersi presa un graffio sulla guancia, sentì le sue forze venire meno. In preda al panico, fece l'unica cosa possibile. Aveva ancora in mano la manciata di sale. Per un qualche miracolo non l'aveva persa. Riuscì a spalmarla contro il petto della vampira. Teresa urlò, spalancando la bocca a dismisura. L'aura nera si amplificò per un attimo, poi si ridusse fino a scomparire. Lentamente, la vampira cominciò a sfrigolare, fino a bruciarsi del tutto. Dalle sue ceneri si levò un fumo argentato e luminoso, che si dileguò dopo pochi secondi. Le corde argentee degli spettri si spezzarono. Cadde il silenzio. Charlie rimase stesa a terra, ansimante ed esausta, con le lacrime agli occhi.

“Charlie...” la voce di suo nonno arrivò alle sue orecchie come un balsamo su una ferita.

“Nonno...” la ragazza si tirò a sedere, guardando, a uno a uno, prima suo nonno, poi Davide, e poi tutti i suoi antenati. Non vide il cacciatore di streghe.

“Grazie, Charlie...” la voce di suo fratello la fece quasi scoppiare a piangere.

La ragazza sentì dei passi, mentre i suoi antenati cominciavano a sparire lentamente.

“Oh, cielo! PAPÀ!” urlò zia Iris entrando nella stanza di Jonny.

“Iris, tesoro...”

“Papà, mi dispiace così tanto...”

“Non ti preoccupare, è tutto a posto...”

Con suo enorme sconcerto, Charlie vide Davide sbiadire lentamente.

“No... DAVIDE!” cominciò a singhiozzare.

“Ti voglio bene, sorellina...” furono le ultime parole che sentì da parte di suo fratello.

“Anch'io” sussurrò.

Restava solo suo nonno, che la guardava sorridendo.

“Che ne è del cacciatore di streghe, nonno?”

“Lui è rimasto all'inferno, dove doveva essere. Ha condannato a morte un'innocente, ha ucciso il suo stesso figlio ed è stato la causa di parecchie morti dei suoi stessi discendenti.”

“E Teresa?”
“Non lo so, Charlie. Non è morta del tutto. Quel fumo argenteo era la sua anima. Ma non so dove andrà. Deciderà Chi può decidere.”

“Spero che venga perdonata. So che ha fatto male a molte persone, ma soffriva davvero tanto.”

Il nonno le sorrise. “Sei stata bravissima, Charlie. Grazie infinite.”

Dopodiché, sparì anche lui.

Gin corse ad abbracciarla, singhiozzando convulsamente e scusandosi con lei per non averle creduto. Zia Iris piangeva, abbracciando stretto suo figlio.

Charlie posò la testa sulla spalla di Gin, stremata.


Epilogo.

Charlie non si era mai sentita così bene. Ora dormiva splendidamente. I graffi in faccia le erano guariti molto in fretta, restavano solo delle vaghe cicatrici. Sua madre aveva faticato parecchio a credere a quella storia assurda, ma alla fine sembrava avere accettato il suo racconto. Tanto più che il dottor Hington aveva interrotto la terapia, confermando che Charlie era veramente sana di mente. Oltretutto, l'idea che suo figlio ora riposava davvero in pace le aveva dato una nuova serenità. Gin e Soledad fecero pace. Le tre ragazze si incontravano spesso. Ma non parlarono mai di quello che era successo con Teresa. Questo fino al momento in cui Charlie non scelse l'università che voleva frequentare.

“Mi trasferirò a Roma.” disse alle sue sconcertate amiche, una sera in cui si erano ritrovate per una pizza.

“E perché?” chiese Gin.

“Voglio studiare demonologia.”

“Cosa? E poi? Vuoi trasformarti in una specie di “Buffy, l'ammazzavampiri”? Non ti basta quello che abbiamo passato con la psicopatica?” strillò Gin.

“Io capisco benissimo la tua decisione.” intervenne Soledad “infatti, verrò con te, mi sono iscritta alla stessa università!”

Gin borbottò “Voi siete tutte matte.”

Charlie e Soledad sorrisero. Poi tirarono fuori gli opuscoli sull'università del Vaticano.



NdA: avevo promesso di fare in fretta a concludere la storia. Chiedo scusa per non aver mantenuto la promessa, purtroppo ho avuto un bruttissimo blocco dello scrittore, per cui, anche se sapevo già come concludere la storia, non avevo proprio idea di come scriverla. A chi ha voglia ancora di interessarsi ai miei scritti, dico solo che da oggi in poi scriverò le storie complete prima di cominciare a pubblicarle, così non farò più imperdonabili ritardi sulla pubblicazione dei capitoli. Questa storia, ad ogni modo, potrebbe sembrare quasi interrotta a metà. È un finale fatto apposta così, perché ho intenzione di far vivere a Charlie e Soledad altre avventure (devo ancora decidere se ci sarà anche Gin). Spero vi abbia fatto piacere leggere questa storia!

Fatemi sapere! Soprattutto, fatemi sapere se volete che Gin continui a esserci oppure no!


Nephylim

  
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