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Autore: moni93    25/06/2013    4 recensioni
E se i cavalieri dei Lost Canvas avessero dei figli?
Se vi siete fatti questa domanda, ma non avete mai osato chiedere, ecco a voi la risposta! Una fic nata per caso, per farvi fare due risate (ma anche quattro o cinque, se riesco). Spero vi piaccia! ^^
Ps: non ho idea di quello che ne uscirà fuori, quindi non mi prendo alcuna responsabilità sui risultati! xD
Tratto dal primo chappy:
“Ehi! Con quello ci stavo giocando!” protestò, indicando con l’indice la fonte dei suoi passatempi.
L’altro adulto lo fulminò con uno sguardo al di sotto dello zero assoluto.
“Quello, sarebbe nostro figlio.” gli fece notare, mentre stringeva con ancora più forza il piccolo.
“Oh certo, quando ci gioco io è nostro, però se mi dimentico di cambiargli il pannolino diventa improvvisamente mio figlio! Gli farai venire una crisi identitaria!”
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Personaggi Lost Canvas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fourth Family (episode 1): I bambini crescono... i papà, no

 

“Pà, io esco!” esclamò la ragazza, la mano già alla maniglia pronta per uscire.

Catapultandosi fuori dalla cucina, luogo in cui stava sorseggiando un caffè durante la lettura del suo quotidiano preferito, Kardia raggiunse la figlia appena in tempo.

“Ferma lì, signorinella!”

Fu costretto a placcarla, afferrandola per la vita e trasportandola di peso lontano dall’uscio, dato che lei era già proiettata verso il mondo. Sbuffando, la ragazza si voltò e incominciò a tamburellare con il piede a terra. Atteggiamento, questo, tipico del padre che le stava di fronte e che lei aveva ereditato con incredibile precocità.

“Che c’è adesso?” soffiò irata, facendo sollevare la frangetta bluastra che le copriva per metà gli occhietti vermigli.

Il padre rizzò i lunghi capelli come un felino.

“Bada al tono che usi! Dove credi di andare?” ringhiò innervosito lui.

“Fuori.” fu la banale risposta.

Kardia per poco non esplose come un petardo.

“Ma dai? Dimmi giura, credevo che andassi dentro!” replicò.

La figlia osservò sbuffando l’orologio affisso alla parete e tentò una nuova strategia. Mezza verità.

“Vado al centro commerciale con le amiche.”

“Quali?” fu la pronta domanda.

Lei si mise le mani nei capelli per la frustrazione e la voglia di dare una testata al padre. Mossa evasiva che, tra l’altro, gli aveva insegnato lui stesso da piccola.

“E che ne so, due o tre a caso!”

A quel punto la discussione degenerò al punto tale che Manigoldo dovette fare il suo ingresso in scena, accompagnato da un altro esserino. Milo, il fratellino di otto anni di Gioca, si intrufolò abilmente in quella discussione.

“Ehi, ehi, ehi! Si può sapere che è tutto ‘sto casino?” chiese il genitore con aria seria, sebbene divertito da quell’inaspettato teatrino “Io e Milo staremmo cercando di giocare alla play, se non vi dispia...”

Notando solo in quel mentre gli occhi iniettati di sangue del compagno, Manigoldo optò per un cambio di frase.

“Volevo dire... studiando! Io e Milo stavamo studiando... ehm...” tentennò lui.

“Qualcosa!” suggerì il piccolino.

Il padre prese per buono quel consiglio.

“Qualcosa! Ma non stavamo giocando, no, no.”

“No, no.” ripeté il figlio.

Dato che, malauguratamente per loro, la sete omicida di Kardia non accennava a diminuire, l’italiano dovette ricorrere ad una nuova strategia. Cambiare argomento.

“Perchè discutete?” chiese dunque.

Per sua fortuna, la cosa parve funzionare, in quanto la furia dell’uomo si concentrò nuovamente sulla figlia degenere (come amava definirla lui).

“TUA figlia.”

E il primo aggettivo sottintendeva bestemmie, calunnie e torture irripetibili per l’umana gente, oltre che sottolineava il fatto che quell’essere fosse unicamente di proprietà dell’italiano.

“Vuole uscire.” terminò con fare melodrammatico.

Manigoldo osservò la ragazza.

“E dove sta il problema?” chiese.

Il marito per poco non accoppò il consorte, tanta era la voglia di menare le mani.

“Te l’ha chiesto a te, il permesso?!” sbraitò dunque, come una scimmia impazzita.

L’altro parve rifletterci attentamente per cinque secondi buoni. Scosse però il capo. Soddisfatto, Kardia puntò l’indice accusatore sul volto di Gioca.

“Allora, credo che capirai se mi sento un poco ADIRATO, dato che la signorinella voleva uscire semplicemente urlando “Io esco!”, come se fosse tutto normale! Ma che è?! Questa casa...”

“È forse un albergo? Io e tuo padre ti diamo un tetto, vitto e alloggio gratis, perdiana! E tu che fai? Ci pugnali alle spalle con questo tuo atteggiamento irrispettoso? Non c'è più rispetto!” concluse per lui Gioca, mimando alla perfezione i gesti meccanici e comici che il padre ripeteva ogni volta che citava tali parole.

Manigoldo e Milo ridacchiarono sotto i baffi, ma furono costretti a dissimulare tossendo, per non morire sul posto. L’italiano, però, non perse il sorriso, anzi, si frappose tra i due, mettendo una mano sulla spalla del marito per calmarlo.

“Dai, Kardia! Ha quindici anni! È normale che menta e faccia delle uscite con le amiche!” esclamò poi, ridacchiando allegro.

A spezzare l’armonia da poco creata, fu il bambino.

“Gioca esce col suo fidanzato! L’ho sentita ieri al telefono!”

Per un millisecondo non si udì fiatare una mosca.

La prima a reagire, fu proprio Gioca.

“Bene! Io esco allora, ciao ciao papy!” disse, precipitandosi fuori alla velocità della luce.

“Ferma là!” urlò Manigoldo “Non ti permetterò di vederti... con chiunque tu debba vedere di sesso maschile!!!”

Kardia l’osservò schifato.

“Ma non dicevi che esageravo?” chiese.

La faccia di Manigoldo era diventata una maschera d’odio e morte, che fece impallidire perfino quel demonio di suo marito.

“Niente-commenti.”

L’uomo si limitò ad annuire, mentre osservò il consorte inseguire la figlia per il cortile. Rimasto solo con Milo, non gli rimase che una cosa da fare.

“Milo, a che gioco stavate giocando, prima?” chiese esausto il genitore.

“Mortal Kombat.” esclamò deciso “Ti va di giocare?”

Kardia annuì.

“Sì, meglio fare un poco di pratica, prima del round finale.”

In quel mentre, si udì un grido, che completò quell’allegro quadretto famigliare.

“Non t’azzardare a paragonare la tua cotta con la relazione tra me e tuo padre! ... E NON TE LO DICO QUANDO HO PERSO LA VERGINITÀ!!”

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:

 

Ciao a tutti, quanto tempo! ^^

È un piacere per me postare questo nuovo capitolo, spero che la nuova coppia vi sia piaciuta! Nata l’estate scorsa tramite un’attenta selezione avviata da me e la mia amica Tsubaki3 (incominciata all’una di notte e terminata alle tre del mattino, con vari intermezzi per accoppiare anche gli altri goldini) alla fine abbiamo ottenuto il risultato tanto agognato! Lo so, Kardia e Manigoldo sono assolutamente crack come pairing, ma... al diavolo, oramai per noi due sono l’OTP per eccellenza! xD

Ringrazio tutti quelli che mi seguono e che dedicano il loro tempo a lasciarmi una recensione, mi fate tanto happy! ^^

Alla prossima, un bacione a tutti!

Moni =)

   
 
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