Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Yuki Kiryukan    27/06/2013    3 recensioni
Disperazione e paura. Sono queste le cose che la dodicenne Yuuki ricorda della notte nella quale i suoi genitori morirono.
Non sa chi ne sia l'artefice, tanto meno il perché di tale strage. C'era solo il sangue, il buio, la paura ed una Luna Rossa che illuminava i cadaveri.
Sono passati cinque anni e da quel massacro Yuuki ha ottenuto la capacità di vedere i morti.
Ha fatto di tutto per lasciarsi quel trauma alle spalle e andare avanti, ma ancora non sa che un'altra catena di eventi sanguinari la porterà faccia a faccia con la verità nascosta dietro quella notte.
Per andare avanti non potrà che affidarsi ad una sola cosa; al significato del suo stesso nome: "coraggio".
Dal capitolo 23:
Yuuki aveva avuto due nuovi inizi.
La prima volta che si era inabissata nel buio, prigioniera delle proprie paure, era stato Rain a riportarla alla luce, aiutandola a rimettersi in piedi.
Era stato il suo coraggio.
La seconda volta, quando era stata inghiottita di nuovo dal vortice oscuro per colpa di Rain stesso, era stato Kyo a farla risorgere.
Era stata sul punto di tramontare per sempre ma Kyo era stato la sua nuova luce.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ecco qui, nel giovedì, un'altro capitolo! ^^
Qui faremo conoscenza dei protagonisti principali del racconto, almeno per adesso! 
Devo avvertirvi che ho intenzione di cambiare il titolo della storia com'era in originale, ovvero "Lacrime e Sangue" :) Da adesso si chiamerà così, quindi non spaventatevi per il cambiamento! XD
Vi lascio alla lettura con la speranza che gradirete il capitolo! Come sempre, un grazie a coloro che con le loro recensioni mi danno sempre tanto coraggio! ^^
Un bacione a tutti!
Yuki!
 
 
 
 
 
 
 

                                       La Squadra
 
                                                             
                                                                                                ***
 
 
 
 





                                                                                                                          "Il legame che unisce la tua vera famiglia
                                                                                                                                         non è quello del  sangue,
                                                                                                            ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite".
                                                                                                         
                                                                                                                                                                   Richard Bach
 
 
 
 
 
 
 
                                   




                                                                            Difficile dire chi fossero gli Esorcisti.
 
 

Sicuramente semplici umani. Nessuno di loro era dotato di poteri speciali, tranne rare eccezioni. 

Alcuni avevano iniziato il "mestiere" per caso, altri perché spinti da rancori personali contro i demoni. Altri ancora perché non avevano altra strada da percorrere, come Yuuki. 

Dopo la notte in cui i suoi genitori morirono, rimasta completamente sola, aveva scoperto la via dell'Esorcismo, che era diventata la sua strada.

Chiunque conoscesse la sua storia, e la conoscevano un po' tutti, era fermamente convinto che anche quel massacro fosse stato opera dei demoni.

Essi infatti, non si limitavano a prendere di mira solo le anime dei morti, ma ardivano anche agli umani, bramando il loro sangue e la loro carne. Sembrava allungarne la vita.

Riflettendoci, ormai ne era convinta anche lei. Chi altri avrebbe mai potuto fare qualcosa di così orribile come quello a cui aveva assistito?

Il motivo per cui soltanto lei fosse sopravvissuta però, rimaneva un mistero bello e buono. Se i demoni erano stati i veri responsabili, perché risparmiarla? 

C'erano poi Esorcisti che preferivano la solitudine, lavorando in proprio e senza l'aiuto di nessuno, ed Esorcisti che invece prediligevano il lavoro di squadra.

Yuuki faceva parte dell'ultima categoria. Nel suoi gruppo erano cinque membri, Rain compreso. 

 
 
 



                                                                                                         ***
 
 




Quando tornarono a casa, dopo la missione, Yuuki si sentì come rinata. 

Ancor prima di aprire la porta, furono allegramente accolti dal padrone di casa, nonché leader della loro squadra.  << Bentornati Yuuki, Rain >> 

  << Nix! >> esultò lei, correndo ad abbracciarlo.

Nix era un uomo di trent'anni, saggio e generoso. Aveva dei capelli castano scuro che teneva perennemente raccolti in un codino e caldi occhi color nocciola nascosti dietro un paio di occhiali dalla montatura sottile. 

Era stato colui che le aveva dato una casa dopo essere rimasta orfana. Era un po' come un padre, un amico, un fratello.

Yuuki lo sentì ridere, mentre ricambiava la stretta con affetto  << Allora, com'è andata? E' stato difficile? >> s'informò.

Lei sorrise  << Anima salvata e demone eliminato perfettamente! >> 

  << Ottimo. Siete davvero in gamba >> si complimentò  << Niente di rotto vero, Yuuki? >> 

  << Oh no, per nulla! Nemmeno un graffio, tranquillo >>

  << Tsk. Perché c'ero io. Altrimenti tanti saluti a questo bel faccino >> puntualizzò Rain con una faccia da schiaffi, mentre la chiamata in causa era costretta a rimanere in silenzio, arrendendosi alla fastidiosa verità.

  << Vedo che voi due andate d'accordo come al solito! >> intervenne la voce allegra Shika, spuntando dalle scale. 

I suoi lunghi capelli biondi le ondeggiarono sulla schiena mentre scendeva i gradini, venendo incontro ai due << Avete cominciato da poco a svolgere le missioni da soli, ma siete già Esorcisti a tutti gli effetti! Degni discepoli! >> rise.

Quando gli fu davanti osservò i loro vestiti  << E poi... lasciatevi dire che le nuove divise che ho disegnato vi stanno a pennello! >> squittì  << Cavoli, mi stupisco di me, a volte >> 

Anche Yuuki guardò la "divisa" bianca e rossa che Shika stessa aveva cucito a tutti i membri della loro squadra a mo' di segno di riconoscimento, come se solo allora si ricordasse di indossarla. Consisteva in una camicia rossa sopra una giacca bianca con inserti scarlatti. Gonne per le donne, pantaloni per i maschi.

  << Beh, grazie >> disse, anche se forse i complimenti Shika li stava facendo più a sé stessa.

  << Io ne avrei fatto volentieri a meno... >> sospirò invece Rain.

  << Ah, Rain, brutto idiota! Hai sporcato la giacca di sangue! >> notò immediatamente la bionda  << Lo sai quanto ci ho messo per fare tutte quelle rifiniture?! Spogliati! Adesso, subito! Altrimenti rimarrà la macchia! >>

  << Lasciami, razza di maniaca >> si oppose lui, mentre la ragazza già si stava adoperando per sottrargli l'indumento.

Nix si avvicinò a Yuuki con aria mesta quanto divertita  << Ne avranno per molto, vero? >>

  << Indubbiamente! >> convenne lei  << Dov'è Jade? >>

Il padrone di casa le indicò la cucina  << Sta preparando la cena. Indovina? >>

Le si illuminarono gli occhi. Conosceva già la risposta: il loro personale chef stava preparando i suoi piatti preferiti  << Quiche con capesante e porri! >> esclamò  << Strudel con salmone e ricotta! Patate ripiene di formaggio e pancetta! >>

  << Hai dimenticato i cioccolatini al fondente con crema di mascarpone, dolce Yukki >> intervenne la voce di Jade.

Lui la chiamava sempre così, con poche "u" e troppe "k". Per quanto Yuuki tenesse al proprio nome e alla sua giusta pronuncia, non ce la faceva proprio ad arrabbiarsi con lui. Anzi, in un modo o nell'altro riusciva sempre a farla ridere, mettendola di buon umore.

Il ragazzo spuntò dal corridoio e la ragazza rise nel notare che indossava il grembiule da cucina che lei stessa, tempo prima,  aveva personalizzato, cucendoci sopra: "Jade, la cucina del sorriso".

Si tuffò nelle sue braccia  << Jade! Ti adoro! >> ringraziò.

Lui rise di gusto  << Non potevo sperare in una reazione migliore! Spero tu abbia appetito >>

  << Eccome! >> 

  << Benissimo. Siete tornati giusto in tempo, ragazzi >> disse, portandosi indietro i ciuffi castani  << E' pronto >>

  << Dammi il tempo di andarmi a vestire >> sbottò Rain seccato, ormai rimasto in canottiera << Quella maniaca mi ha praticamente spogliato >> si lamentò, mentre Shika correva in lavanderia.

  << Anch'io >> convenne Yuuki  << Ho proprio bisogno di una doccia >>

  << Allora noi prepariamo in tavola >> decise Nix  << Su, sbrigatevi >>

Yuuki si affrettò a salire le scale, saltando qualche gradino,  seguita da Rain.  << Ohi, Yuuki. Non metterci le ore in quel cazzo di bagno. Ogni volta marcisco per aspettarti >> 

Lei gli fece la linguaccia  << Non rompere! Ci metto il tempo che mi serve! >>

Si precipitò in camera, prese i vestiti di ricambio e si chiuse in bagno, cominciando a far scorrere l'acqua. Quando la vasca raggiunse la capienza desiderata, quasi fino a straboccare, si immerse, sobbalzando per l'alta temperatura.

Lasciandosi andare ad un lungo respiro, poggiò la testa sulla ceramica e chiuse gli occhi, sperando che l'acqua lavasse via anche la stanchezza.

Ormai era tutto così spontaneo, così naturale.

All'inizio, anche solo l'idea di considerare qualcun'altro alla stregua della famiglia che aveva perso, le sembrava impossibile ed insensato.
Ma da quando il suo gruppo si era formato, le cose erano venute da sé.

Nix era stato il primo tra loro cinque a diventare un Esorcista, acquistando una certa notorietà nell'associazione; la  L.A.E.D:  "Localization And Elimination of Demons".

Era colui che aveva preso sotto la sua ala Jade e Shika e, successivamente, anche lei e Rain.

Loro l'avevano salvata dalla morte. Non solo dalla morte fisica, ma dalla morte dell'anima.

Dopo la notte in cui i suoi genitori furono uccisi, i ricordi di Yuuki erano vaghi. 

Ricordava che la casa aveva cominciato a bruciare, come se il rosso della Luna avesse contagiato l'ambiente. Era fuggita in fretta e furia da quello scenario sanguinario, di quello non aveva dubbi, ma non abbastanza in fretta per impedire a quelle immagini di stamparsi nella sua memoria e al fuoco di bruciare i suoi lunghi capelli.

Nonostante fossero passati cinque anni, non erano ancora ricresciuti del tutto, ricordandole ogni volta che si guardava allo specchio che gli incubi che le tormentavano il sonno erano reali.

Aveva spalancato la porta della casa che un tempo era stata il suo luogo di protezione e aveva cominciato a correre, verso una destinazione che nemmeno lei sapeva .

Aveva corso, corso a perdifiato col cuore e i muscoli che imploravano pietà, finché non le erano mancate le forze. Allora era caduta e, alzando il volto al cielo, si era accorta che non aveva smesso di piovere nemmeno per un momento.

Zuppa dalla testa ai piedi, non aveva fatto caso a dove fosse arrivata e nemmeno lo fece in seguito. Aveva ripreso contatto con la realtà quando una figura scura le si era avvicinata, puntandole addosso due occhi rossi e penetranti.

Era stata quella la prima volta che Yuuki aveva visto un demone. 

  << Anche se non sei un'anima, mi accontenterò. La carne umana è molto più saporita; dà più soddisfazione >>  le aveva detto, prima di saltarle addosso.

La ragazza non aveva chiuso gli occhi nemmeno per un istante. Non perché fosse così coraggiosa a affrontare di petto la morte; semplicemente perché morire era la cosa che in quel momento desiderava di più; la sola cosa che le avrebbe dato la pace.

Per questo, con gli occhi sbarratati fissi sulla creatura informe, aveva visto molto bene il braccio che, trapassando di netto la testa del demone, spruzzandone il sangue scuro sul viso, ne aveva estratto la materia celebrale, uccidendolo.

Se fino a quel momento era rimasta impassibile, alla vista del sangue aveva preso ad urlare.

Quando poi, aveva incontrato gli occhi del suo "salvatore", aveva capito subito che non si trattava di una persona umana; gli occhi erano rossi proprio come quelli del demone.

Dopo le urla era sopraggiunto il pianto e Yuuki, scossa dai singhiozzi, non aveva pensato a fuggire, dato che probabilmente quella persona avrebbe ucciso anche lei.

L'aveva sentito avvicinarsi ma anche allora non si era mossa.

Al freddo che le pioggia faceva penetrare nelle sue ossa, si era aggiunto qualcos'altro: calore.

Quel giorno, lo sconosciuto l'aveva stretta a sé in un forte abbraccio finché non si fu calmata.
 


Lui era Rain; pioggia.
 


Quando le capitava di pensarci, Yuuki si accorgeva di sapere davvero poco su Rain; chi e dove fosse la sua famiglia, da dove provenisse... 

La cosa che si chiedeva sempre era: cosa faceva Rain prima di incontrarla?

Ma era una persona così imperscrutabile che Yuuki era convinta che non avrebbe mai trovato risposte.

Lui non apriva il suo cuore.

Una sola cosa sapeva. Una cosa che forse bastava. 

Rain era un demone. Un mezzo-demone, per la precisione. 

Ed i suoi, erano gli unici occhi che non le facessero paura.
 
 




                                 
                                                                                                         ***
 
 




Dopo cena, Nix aveva chiesto a Rain di seguirlo nel suo studio. 

Non era qualcosa di insolito; spesso i due compagni discutevano di tante cose dalle più leggere alle più importanti. Quella volta, Rain sapeva già di cosa il più grande volesse parlare. 

  << Shika ha fatto il caffè >> gli disse, porgendogli una tazzina. 

Il biondo stirò le labbra mentre si accomodava su una delle poltrone di pelle  << Lo sai che mangio solo il necessario. Volendo essere pignoli, per natura non ho bisogno di cibo >> 

  << Certo >> convenne Nix, sedendosi a sua volta  << A volte me ne dimentico anch'io >> 

  << Lo faccio solo per Yuuki. Con lei cerco di comportarmi il più possibile da umano >> 

  << E la cosa ti fa onore >> 

  << Tanto non lo sono comunque >> sbuffò l'altro  << Credo che la mia sia solo mera ipocrisia. Dunque, cosa volevi dirmi? >> 

Nix parlò dopo aver fatto il primo sorso  << Voglio solo accertarmi di come stai. Non mi sei sembrato particolarmente in forma quanto sei rientrato >> 

Rain non lo guardava negli occhi, ma ugualmente fece una risata  << Mi chiedo se riuscirò mai a nasconderti qualcosa >>

  << Lo vedo dai tuoi occhi >> spiegò quello, sorridendo a sua volta  << Forse non è così evidente, ma ad un bravo osservatore non sfugge di certo. Sono più scarlatti del solito >> 

  << Se lo dici tu immagino che sia vero >> rispose il ragazzo, cercando di sembrare il più tranquillo possibile. La postura stranamente rigida, le mani chiuse a pugni e la mascella contratta però non bastarono per nascondere la sua tensione, e Nix se ne accorse.

  << Con me puoi sfogarti liberamente Rain, lo sai >> disse  << Se hai notato cambiamenti in te stesso, parlamene senza remore. Ho promesso di offrirti tutto il mio appoggio, no? >> 

  << Lo so >> rispose solamente l'altro, mentre le nocche delle mani si facevano bianche.

Nix poggiò la tazzina vuota tuo tavolino di vetro ed inspirò profondamente. 

Ormai aveva imparato a capire e gestire la complicata, quando delicata, psicologia di Rain e ogni volta che doveva affrontare con lui quel tipo di discorsi si sentiva quasi uno psicologo.

  << Di cos'è che hai davvero paura? >> chiese alla fine.

Rain sobbalzò e quella volta lo guardò negli occhi. Nix conosceva già la risposta, ma gli aveva posto quell'interrogativo per spingerlo ad essere sincero con se stesso. Cosa che Rain si ostinava a non fare, come allora. 

Digrignò i denti e il vetro del tavolino si crepò, facendo tremare la tazzina del caffè. 

  << Rain >> lo chiamò Nix, fermo e deciso  << Calmati >> 

  << Scusa >> biascicò, portandosi una mano ai capelli platino e respirando affannosamente  << Solo che... ultimamente è più difficile... contenersi >> 

  << Perché allora non vuoi il nostro aiuto? >> 

  << Perché sono ancora padrone di me >> rispose stizzito, con lo sguardo improvvisamente ostile. 

Ma Nix non sembrò convinto. Così, decise di sbattere in faccia a Rain l'evidente realtà che lui si ostinava a nascondere:  << Hai paura che Yuuki ti odi? E' per questo, vero? >>

Rain poteva sembrare un tipo imperscrutabile, maldisposto ed imperturbabile, ma quando lo si conosceva, diventava molto facile leggerlo.
E, proprio come Nix si aspettava, il ragazzo smise di respirare per qualche secondo, rimanendo completamente immobile.

Credeva che avesse negato, magari arrabbiato, ma non fece nulla del genere. Dopo diversi minuti di pesante silenzio infatti, Rain disse, guardandolo dritto negli occhi:  << E come biasimarla? >> 

Per la prima volta da quando lo conosceva, Nix pensò che gli occhi di Rain, per quanto spaventosi come quelli di un demone qual' era, fossero allo stesso tempo lo specchio della sua anima.

Ma non un'anima putrefatta dal peccato e dagli istinti: un'anima limpida e pura.

  << Yuuki ha già accettato più che bene il fatto che tu sia un mezzo-demone, senza che nessuno le desse chissà quale spiegazione >>  gli ricordò.

  << Non significa nulla. Questa volta è diverso >>

  << Perché non vuoi avere un po' di fiducia in lei, Rain? >> 

Il biondo sembrava sul punto di esplodere  << Non c'entra la fiducia, Nix! >> sbottò  << Lei... lei salva le anime. Ha deciso di dedicare a loro tutta la sua vita. Cosa penserebbe se sapesse... >>

Ma non riuscì ad andare avanti. Avrebbe pianto, se i demoni avessero potuto farlo.

Altre crepe, questa volta più profonde, si delinearono sul tavolino circolare e Nix si arrese all'idea che bisognava ricomprarlo, ormai. 

  << Quindi ci ho preso >> disse infine, con un sospiro paziente  << Perché non mi dici cosa ti è successo? >>

Rain cercò di calmarsi e poggiò la schiena sulla poltrona, massaggiandosi gli occhi. Nix gli lasciò tutto il tempo di cui necessitava per rispondere, limitandosi ad aspettare paziente.

Alla fine, proprio quando credeva che Rain non avesse più risposto, lo sentì dire:  << Ho visto un'anima >>  

Nix sgranò gli occhi. Doveva ammetterlo: quello non se lo aspettava proprio. 

  << Ne sei... sicuro? >> biascicò, guardando il vuoto. 

  << Purtroppo si. La stessa anima che Yuuki ha salvato nella missione >> 

A Nix girava vertiginosamente la testa. Cercò con tutto se stesso di rimanere fermo e composto; non poteva lasciarsi prendere anche lui dallo sconforto.

  << Credevo... avessimo più tempo >> bisbigliò infine, senza poterselo impedire.

  << Anch'io >> confessò Rain, sorridendo mesto.

  << Ok... non è ancora detto niente >> provò ancora Nix e, dopo anni, venne sorpreso dall'antico bisogno di fumare, di cui ormai credeva di essersi definitivamente liberato.

  << Ah si? E dimmi, cosa vuoi fare? Stando a quello che ci disse anni fa la L.A.E.D, vedere le anime è il primo stadio della fase finale >>  

  << Smettila Rain, così non aiuti >> lo riprese l'altro, massaggiandosi le tempie << Per prima cosa, raccontami dall'inizio alla fine >> 

  << Come vuoi. Ma non servirà a niente >> 
 
 
 
 



Quando Rain uscì dallo studio di Nix si sentiva esausto, più nella mente che nel corpo.

Ciò che desiderava era sprofondare nel suo letto e lasciarsi inglobare dal sonno, possibilmente il più a lungo possibile.

Ma non appena chiuse la porta dietro di sé, sgranò gli occhi nell'accorgersi della presenza di Yuuki, seduta a terra con la schiena poggiata sulla parete di fronte. 

Aveva il gomito poggiato sulla coscia e la guancia sul palmo della mano; sembrava addormentata. Ai suoi piedi c'era un vassoio con una tazzina di quello che si desumeva fosse del caffè.

Non appena udì la porta chiudersi Yuuki sobbalzò, sbarrando gli occhi << Oh, Rain! >> scattò in piedi, barcollando  << Cavolo non ci credo, mi ero addormentata! >> 

Rain alzò un sopracciglio. Più passava il tempo più si convinceva che quella fosse la ragazza più strana che avesse mai incontrato << Che diavolo stai facendo? >> 

  << Ti stavo aspettando >>

Le sopracciglia del ragazzo si contrassero  << Ma che vuoi? >> 

  << B-beh, avevi un'aria così tesa seguendo Nix... mi sono preoccupata, tutto qui >> 

Rain sbatté più volte le palpebre, disarmato dall'ingenuità dell'esile ragazza che gli era di fronte. Si stupì del fatto che il suo nervosismo non fosse passato inosservato nemmeno a lei.

Cercando di darsi un contegno disse:  << Come al solito vedi i problemi dove non ci sono >>

Yuuki gonfiò le guance  << Ah, si? Buono a sapersi. La prossima volta allora farò a meno di impensierirmi per te. Scemo! >>

Rain si grattò la testa. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, provava una punta di imbarazzo. Così, per sviare l'attenzione da lui disse:  << Quello che sarebbe? >> chiese riferendosi al vassoio rimasto ancora a terra.

Yuuki cambiò umore all'istante e si affrettò a raccoglierlo  << Ah, Shika ha fatto del caffè e ho pensato di portartelo >>  spiegò con un sorriso dolce, privo di qualsiasi secondo fine o premeditazione. Semplicemente, un gesto dal quale traspariva tutta la sua gentilezza.

  << Aspettare il cucina ti faceva schifo? >> la sfotté.

  << Che spiritoso, muoio di risate guarda >> Yuuki sospirò  << Sapevo che ti saresti diretto subito in camera quindi ti ho anticipato >> 

Gli porse la tazzina e sorrise  << Prego! Oh, non vorrei si fosse raffreddato, aspetta... >>

Ma Rain l'aveva già afferrata e portata alle labbra.

Ad essere sincero, lui odiava il caffè. Diciamo che mangiare in generale non gli piaceva; la sua natura di demone non gli rendeva necessario nutrirsi.

Ciò che lo spingeva a comportarsi da umano era solo Yuuki.

Ricordava bene il terrore nei suoi occhi la prima volta che la incontrò, salvandola dal demone che voleva sbranarla. Era lo stesso terrore che traspariva nel suo sguardo quando andavano in missione, per quanto lei si ostinasse a nasconderlo. 

Per questo, considerava un miracolo il fatto che riuscisse a guardarlo dritto negli occhi senza provare quel terrore. Era profondamente geloso di quel privilegio ed era qualcosa che non avrebbe voluto cambiare per niente al mondo. 

Yuuki era già stata troppo caritatevole ad accettarlo per quello che era.

Così ingoiò il tutto, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Poggiò la tazzina nel vassoio dicendo:  << Andava bene >> 

  << Oh, menomale >> sospirò Yuuki  << Emh, sicuro che sia tutto ok? >>  

Rain la guardò, osservando l'espressione dalla quale traspariva la pura e semplice  apprensione e capì che contro di lei avrebbe sempre perso. 

Così, le scompigliò i capelli ribelli con una mano  << Non c'è nulla di cui debba preoccuparti, Yuuki >> si limitò a dirle, per poi sorpassarla senza aggiungere una sola parola, diretto verso la sua stanza.

 



Yuuki si voltò e lo osservò andare via, senza dire nulla per trattenerlo. Si rimise in ordine i ciuffi che Rain le aveva scompigliato, conservando gelosamente quel gesto d'affetto, consapevole quanto fossero rari.

Già. Rain non apriva il suo cuore.

 
A nessuno.
 
 





                               
                                                                                                       ***                                                                                         
                                                                               
   
                                                                                                                      
                                                                             Continua...
 
 
 
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Yuki Kiryukan