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Autore: MAMMAESME    27/06/2013    9 recensioni
La storia originale si interrompe poco prima della partenza dei fratelli Salvatore per nascondere il corpo mummificato di Klaus. Quello che avviene dopo è un miscuglio di “What if”, di scene trasposte e di personaggi noti … meno noti e inventati. Gli occhi che ci guideranno, la voce che racconterà non poteva essere che la SUA: una visione soggettiva, emotiva ed emozionante … almeno spero.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9
… HOTEL CALIFORNIA …

 


Erano trascorse ore, non so quante …

-Stefan … come posso liberare Elena? Non dirmi che ti sei arreso … non dirmi che vi siete tutti arresi a quest’utopia? –
- Sarebbe facile arrendervisi, Damon … veramente facile … ma no. Per quanto la visione di Klaus sembri idilliaca, lui la mantiene viva col ricatto … ci tiene tutti legati con la minaccia … -
- Ovvero? –
- Gli ospiti, più o meno tutti, sono stati obbligati a “sposarsi”: ogni essere è unito al suo compagno da un legame magico, da una connessione tale che, se si tenta di scappare, l’altro ne soffre … se io adesso tentassi di andarmene, di allontanarmi troppo o per troppo tempo, Beks comincerebbe ad essere colta da dolori atroci. Le coppie non possono mai uscire insieme … il cerchio magico lo impedisce. –
- Coppie? –
- Bonnie, ad esempio, è legata a Jeremy … Car a Tyler … -
- E Klaus accetta di avere sotto gli occhi i due piccioncini …? – incredibile …
- Non proprio: Ty non ha accettato le regole … si è ribellato fino a quando, un po’ per non averlo più tra i piedi, un po’ perché non facesse troppo casino, è stato “bloccato” … ma è pur sempre legato a Car … quindi nemmeno lei può allontanarsi senza che lui non ne subisca le conseguenze. L’apparente calma e pace è mantenuta con terrore … e il momento non era ancora maturo per la ribellione. –
- Chi sono i suoi complici più fedeli? – indagai.
- Caitlin è la sua fan più accanita … e il marito è con lei. Elijah non condivide i metodi, ma adora la faccenda della famiglia allargata, della famiglia in generale … adora i nipoti, Pheeb in modo particolare è il suo pupillo … -
- Adora i nipoti ma è disposto a sacrificarne uno …? -
 - Beh, sai com’è … tutto pur di acquisire un potere tale da rendere l’illusione una realtà invincibile. Sono tutti convinti che il ragazzo si rassegnerà a porre il proprio potere al servizio della famiglia … dell’Olimpo.  Comunque, anche Elijah ha il suo punto debole … anche lui è “ legato” … -
- E chi sarebbe la principessa? –
- Katherine … lui la ama da sempre e ha chiesto al fratello, che gioca a fare il magnanimo, di perdonarla e di legarla a lui … lei non aspettava altro: non dover più scappare e vivere in un mondo di immortali. Ma non è cambiata di molto, è sempre in allerta per  sfruttare qualsiasi situazione a sua vantaggio. –
-  Che bella ammucchiata …  e il mio amico Alaric? … Con chi lo avete accoppiato? -
- Alaric tiene compagnia a Ty … indomabile … -
- Chi manca all’appello? –
- Cassidy, la figlia di Shane e Kol. Quest’ultimo è diventato il braccio destro di Klaus, visto la troppa “delicatezza” di Elijah. Ha un debole per Medea, ma strega è concentrata sulla profezia ed è il vertice ignoto del triangolo magico che è rimasto alla villa. È enigmatica, impossibile capire da che parte potrebbe stare … a chi darebbe la sua lealtà … -
- E Barbie Klaus … a chi darebbe la sua fedeltà? A te o al fratello? … -
- Credo che darebbe la sua fedeltà ai ragazzi: non vuole combattere il fratello, non vuole perdere la sua “nuova” vita … ma rinuncerebbe a tutto pur di salvare Cinthia e Pheeb. Per ora non sa che sei tornato … che io, Bonnie e Pheeb stiamo pianificando di liberare Elena … di mettere al sicuro i suoi figli …
Non mi ero dimenticato dell’appuntamento: sapevo che saresti tornato, che non mi avresti mai lasciato ad aspettare invano … ma era meglio che tu vedessi prima Pheeb … che ti rendessi subito conto della situazione. Solo lui poteva mostrarti Elena, poteva darti quella certezza che ti avrebbe evitato di impazzire di dolore … che ti avrebbe convinto a combattere. Il suo potere telepatico è strepitoso e molto utile per la congiura: non tutti ne  sono a conoscenza. Lui sa sondare le menti e leggerne le intenzioni … l’affidabilità. Aveva circa dodici anni quando scoprì questa facoltà, e da allora si era svelato solo a Bonnie, alla sorella e … alla madre. Ha mantenuto la mente di Elena viva … ha cancellato i suoi incubi … le ha regalato una vita da sognare: la sua vita e quella della sorella. A me si è rivelato solo qualche settimana fa … quando ho cominciato a pensare a te. Sapeva che Bonnie stava pianificando di far fallire il rito, e le ha detto che sarei stato disponibile … ma il mio legame con sua zia non gli permetteva di esporsi con me. Adora Reb, ma conosce il suo punto debole … è consapevole del potere che Klaus ha su di lei. Solo quando è stato necessario mettermi in contatto stretto con Bonnie, avvisarla che avremmo potuto contare sul tuo aiuto esterno ha deciso di potersi fidare. –
-Con me non ha fatto tante storie …. – sorrisi.
- Doveva mostrarti Elena … doveva comunicare e… sì: lo hai conquistato. – ammise, con una punta di gelosia.
Il volto di Stefan si contorse improvvisamente, come se qualcosa gli stesse maciullando il cervello. Preoccupato, mi avvicinai.
-Sono fuori da troppo tempo … l’incantesimo mi sta avvisando delle conseguenze, me ne dà un piccolo assaggio. Devo tornare … ma credo che presto arriverà Bonnie, se Caitlin non farà qualche casino. –
- Farle dimenticare tutto …? – proposi.
- E’ molto potente … e nessuna delle tre streghe può essere soggiogata: solo Cinthia potrebbe farlo … se solo volesse … se solo non fosse così … ahhhh-
Da un momento all’altro Stefan scomparve. La sua corsa verso la gabbia che lo imprigionava fu talmente veloce che sembrò di assistere ad un trucco di Houdini.

Più scoprivo particolari su quella situazione, più la trovavo assurda. Non riuscivo proprio a credere a quello che avevo ascoltato, non potevo rassegnarmi all’idea che in quasi vent’anni nessuno avesse mai tentato di ribellarsi a Klaus, di fuggire … di salvare Elena. Una vecchia canzone mi si presentò alla mente, una canzone che mi ricordava villa Mikaelson:

  
Mirrors on the ceiling,
The pink champagne on ice
And she said, 'we are all just prisoners here, of our own device' 

 
Impossibile scappare … impossibile liberarsi … impossibile uccidere la bestia … Cosa potrebbe essere cambiato, ora? Cosa potrebbe permettermi di liberare Elena, se nessuno ci ha nemmeno mai provato?”
Mi alzai di scatto, stanco di aspettare segnali, di attendere un piano che tardava a disegnarsi.
Come entrare in quella fortezza magica?
Come trovare Elena?
Come svegliarla?
Troppe questioni in sospeso … troppe incognite.
Una certezza: in un modo o in un altro l’avrei portata via da quella gabbia di matti.

Lentamente raggiunsi il tunnel segreto e rientrai in casa.
Avrei aspettato ancora qualche ora … qualche risposta e poi mi sarei inventato un modo per andare da lei. Non potevo resistere ancora molto nell’inedia!

Tolsi il giubbotto, lo lanciai sul divano e mi trovai di nuovo avvolto dal gelo di una casa da troppo tempo disabitata. Odiavo tutti quei mobili impolverati, ancora ricoperti da lenzuola ingrigite … odiavo il buio che vi regnava … il vuoto.

Con rabbia, cominciai a togliere tutti i teli consunti, come a voler rimuovere il vecchiume, la desolazione di una casa senza vita … di un castello senza regina!

Gli antichi tappeti persiani avevano assorbito polvere e le ragnatele avevano preso possesso dei lampadari … la stessa polvere, le stesse ragnatele che sentivo sulla mia anima, vuota come quella casa e che, come quella casa, aspettava il ritorno della sua regina.

Cercai di rendere presentabile lo spazio di fronte al camino spento, pensando a lei seduta su quei divani.
Andai in cucina e riallacciai il quadro elettrico. Accesi le luci per osservare meglio la desolazione che mi circondava, e ne fui accecato. Non sarebbe bastato passare un piumino per eliminare venticinque anni di solitudine … non sarebbe bastato un aspirapolvere per togliere la sporcizia accumulata sulla mia coscienza.

No! Non mi sarei auto commiserato … non mi sarei fermato a piangere sul passato. Avrei bruciato la casa se non fosse stata degna del suo ritorno … mi sarei lasciato consumare dalle fiamme se non fossi stato degno di lei.

Non ero bravo a fare pulizia; in genere tendevo a nascondere la sporcizia sotto al tappeto …  a scioglierla dentro litri di bourbon … ma dovevo tenermi occupato in attesa che qualcuno arrivasse a darmi qualche indizio.
Sempre che qualcuno fosse stato libero di venire …

Verso il tramonto sentii bussare alla porta.
Ero incerto … una trappola?
Se fosse stato Pheeb, si sarebbe presentato prima nella mia mente …
-Bonnie…? – sussurrai.
- No … sono Matt … -
- Matt, ma che …. – mormorai sorpreso. – Cosa ci fai qui? –
- Qualcuno mi ha incaricato di fare da postino … qualcuno che non vedevo da quasi vent’anni. –
Aprii la porta con cautela, attento che la persona alla porta non fosse un impostore … magari Klaus nei panni del quarterback …
Lo fissai negli occhi.
-Sono io … non sono posseduto: tu se venuto da me l’altro giorno e ti ho dato i diari di … -
-Ok ... ok .. entra … in fretta! –
Lo trascinai dentro e chiusi di nuovo la porta.
-Postino? –
- Jer … un’ora fa. Stavo per uscire per andare a dare il cambio al ragazzo che si occupa del locale di pomeriggio, quando sento qualcuno che mi chiama. Era lui … era Jer … non potevo crederci … Che cosa hai fatto? Hai aperto la prigione? Stai facendo uscire i topi dalla tana? Prima mi hai chiamato Bonnie … ? –
- Che cosa ti ha detto? – lo spronai.
- Beh … sono rimasto incredulo: assolutamente immutato dall’ultima volta che lo avevo visto, dopo la nascita dei gemelli. Volevo sommergerlo di domande … volevo che mi raccontasse cos’era accaduto in questi anni, ma mi ha zittito.

Ho pochissimi tempo, Matt … mi dispiace. Devi farmi un favore enorme: porta questa busta a Damon. È sicuramente a casa sua … prima che puoi, ti prego … digli che deve leggere attentamente quello che c’è scritto e poi bruciare la lettera … è veramente importante, Matt …”

In un attimo scomparve, lasciandomi questa busta e un’immensa frustrazione.
Cosa sta accadendo, Damon? … Devi dirmelo! –
-Non so cosa sta accadendo … non so cosa accadrà: fammi leggere la lettera. Siediti … - gli feci cenno di sedersi sul divano … ma lui cominciò a camminare nervosamente.
Strappai il lembo della busta e ne estrassi un foglio scritto a mano.

Damon,
questa sera io, Caitlin, Medea, Cassidy e Jer dovremo recarci alla vecchia casa delle streghe: Klaus vuole indurre Cassidy ad avere una visione sul rito … manca solo una settimana e lui non vuole sorprese. Jer, probabilmente dovrà richiamare lo spirito di qualche strega, se la visione non dovesse essere chiara.
Le difese saranno rinforzate e nessuno potrà uscire dalla villa. Kol verrà a fare la guardia fuori dalla casa magica ed Elijah assisterà alla seduta dell’oracolo. La difesa della villa sarà affidata al cerchio magico, estremamente potenziato, e al rafforzamento del legame tra gli abitanti.
Pheeb ha vagato nella mente del padre: lui non sa del passaggio segreto, quindi quella sarà la tua entrata. Pheeb e Cinthia non potranno uscire fino al ritorno del padre … per cui li troverai ad aspettarti. Cinthia può revocare l’incantesimo che ha addormentato Elena e Pheeb ti farà da guida verso la sua camera.
Aspetta mezzanotte, l’ora in cui cominceremo la seduta magica e agisci velocemente, ma con cautela.
Non tentare di salvare nessun altro … lascia perdere Alaric e Stefan … se riusciamo a boicottare Klaus, saranno liberi comunque … se falliremo, non oso pensare alle conseguenze.
Prendi Elena e portala a casa tua. Ho potenziato le difese magiche … Cinthia mi sta dando una mano … e nessuno può spezzare un suo incantesimo. Per sicurezza continua a far credere che sia disabitata e che tu te ne sia andato. Ho mandato Jer da Matt: non coinvolgerlo, ma fatti aiutare da lui per depistare Klaus … per quanto si possa depistare.
Questa notte ci giochiamo tutto: se Cassidy riuscirà a fingere una visione falsa, avremo qualche speranza … se saranno più forti “loro”, allora rischieremo che Klaus scopra l’ultima parte della profezia … che scopra la fuga di Elena … il nostro tentativo di far saltare i suoi piani … e saremo finiti.
Tu libera Elena … ti farò sapere, se potrò, come si evolverà la situazione.
Salva Elena!

Bonnie.

 
Finalmente un segnale … finalmente potevo andare da lei.
Guardai l’orologio: erano solo le otto … e mezzanotte sembrava lontana anni luce.

-Allora mi dici cosa sta accadendo? – insistette Matt.
Teneva tra le mani i fogli che avevo lasciato sul vecchio scrittoio.
-Non sono mai stato bravo in letteratura, e le poesie non sono mai state il mio forte … ma qui si parla di dei, di un essere smisuratamente potente … -
-E’ complicato, Matt … - cercai di liquidarlo.
-Sono prigionieri …? – mi chiese, serio e determinato a non farsi abbindolare.
- Più o meno … - rimasi vago.
- La lettera: cosa c’entra Jer? Cosa c’entri tu? …-
- Non chiedere se non vuoi sapere …  se non vuoi essere coinvolto -  lo rimproverai.
- Se posso aiutarti a salvarli … se posso fare qualcosa … in memoria di Elena … -
Non sapevo se dirgli o meno la verità. Lo avrei messo in pericolo, lo avrei coinvolto in qualcosa di troppo rischioso … ma avevo bisogno di lui, avevo bisogno di un diversivo, e lui poteva essere la persona giusta per creare una breve illusione.
Decisi di rischiare.
-Matt, adesso siediti, per favore. – il mio tono si fece basso e intenso: doveva capire bene l’importanza di quello che stavo per rivelargli.
-Matt … Elena non è in quella tomba … Elena non è morta: è stata addormentata dalle streghe che vivono in quella maledetta villa e … -
- Viva? Addormentata? Cosa …? - balbettò sbigottito.
- Sì, viva … la storia è davvero lunga e complessa: ti basti sapere che questa notte andrò a liberarla … la porterò via da quella prigione … -
- Klaus? … -
-Beh … credo che s’incazzerà parecchio … ma ci penserò a tempo debito. Sei disposto a farmi un piccolo favore? –
Matt tentennò solo un attimo. Sicuramente pensò alla moglie … alle figlie … alla loro sicurezza che stava vacillando …
-In un modo o nell’altro, entro una settimana questa bolla di apparente calma scoppierà … ed io voglio mettere al sicuro Elena … anzi … dovresti pensare di mettere al sicuro anche la tua famiglia: chiudi il bar o lascialo a qualcuno e vai a farti un viaggio fino a quando le cose non si saranno sistemate … -
-Scappare come un codardo? Non l’ho mai fatto … -
- Hai una famiglia a cui pensare: non è più il tempo della Scooby gang … -
- Dimmi cosa devo fare! –
- Elena è ancora umana: ho bisogno di cibo, qualche vestito … un paio di sacche per me… chiedi aiuto Meredith. Queste sono le chiavi della mia Camaro. Lascia tutte le provviste in un punto del bosco che ti indicherò. Mi troverai lì con la macchina: portala alla casa al lago e parcheggiala in modo non troppo sospetto. Fai in modo che la casa sembri abitata,  senza strafare … come se io ed Elena fossimo nascosti là. Poi organizzati e vattene per un paio di settimane; lasciami il tuo numero … appena le cose saranno sistemate ti richiamerò. Dì a Meredith di fare lo stesso … vi prego: non voglio preoccuparmi anche per voi … -
-Tutto qui? Cibo … vestiti e … depistaggio? –
- E fuga … - sottolineai.
- Ho sempre sognato di guidare la tua Camaro … - si sforzo di sorridere.
- Se le fai un solo graffio, giuro che ti spezzerò il collo! Non perdere tempo: entro un paio d’ore vieni nel punto indicato. Lascerò l’auto sul sentiero e ti consegnerò le chiavi … per favore … -
- Alle dieci: ci sarò …- mi rassicurò.
-Adesso vattene … ah … se dovessi trovare una bottiglia di champagne … -
-Damon … -
Lo spinsi letteralmente fuori dalla porta.

Quando mi trovai solo ripresi in mano la lettera, per essere sicuro di aver letto con esattezza:
“Libera Elena …”
Non aspettavo altro … non volevo altro.
Avevo quattro ore di tempo … infinite e pochissime.
Purtroppo non potevo fare nessuna previsione di quello che mi avrebbe aspettato una volta dentro la villa: mi dovevo affidare a Pheeb, e per quanto mi fidassi di quel ragazzo, non avere il controllo della situazione mi rendeva nervoso.

Avevo ancora tra le mani le chiavi della Camaro: decisi di uscire da casa e di fare un’ultima corsa con la mia “bambina”, per allentare la tensione e prepararmi alla notte lunghissima che mi aspettava.

Afferrai al volo il giubbotto e mi diressi nel garage. Feci scivolare la mia mano sulla carrozzeria azzurra, quasi a domare una tigre impaziente, afferrai la maniglia e mi infilai nell’abitacolo.
Misi in moto e mi buttai nella nebbia che ancora impregnava l’aria.

Uscii dal vialetto facendo sgommare i pneumatici e mi diressi sulla provinciale che costeggiava il bosco.
Abbandonai i miei pensieri sulla striscia d’asfalto e lasciai che la velocità eccitasse i miei sensi, allertati dalla missione che mi aspettava … dall’idea che l’avrei finalmente rivista.

Lanciai la belva, assecondando i suoi movimenti, spronandola e domandola, sentendo che rispondeva alle carezze sul volante, ai graffi del cambio … alla pressione sui pedali … era un gioco, quasi un amplesso … e lei, docile e scalpitante ricambiava le mie attenzioni, donandomi vibrazioni che mi scuotevano fin nel profondo.
Arrivato al limite, lasciai l’acceleratore, lasciando che l’auto planasse, tranquilla, verso un’andatura più calma … come il respiro si placa dopo un orgasmo.

Acuendo la mia vista, cercai l’imbocco del sentiero, dove avevo appuntamento con Matt. I fari, che si scontravano con il muro biancastro, individuarono la sagoma di un’automobile mai vista; dall’interno, le sagome di due teste occupavano lo spazio buio del lunotto posteriore: Matt era già arrivato e aveva portato qualcuno con sé.
Spensi il motore e lascia che la Camaro finisse silenziosamente la sua corsa. Accostai al bordo della strada e scesi quasi con dolore, stringendo possessivo le chiavi. Sentendo la portiera chiudersi, anche Matt uscì dall’abitacolo, raggiungendomi nel buio. Dal lato del passeggero vidi uscire Meredith: avrei potuto scommettere sul fatto che sarebbe venuta anche lei, una volta saputo di Elena.

-Elena … viva? – esclamò appena mi vide.
-Viva ... ma addormentata da quasi diciassette anni … - precisai.
- E questa notte …? –
- Questa notte il principe delle tenebre andrà a svegliarla con un bacio … - mi pavoneggiai.
- Divertente … Vengo a casa tua! Voglio visitarla, vedere se sta bene … com’è sopravvissuta?  – Meredith era davvero preoccupata.
- Sembra che le abbiano dato l’elisir di lunga vita e che non abbia bisogno di nessun tipo di cura. Credo anzi che stia molto meglio di come tu l’abbia vista l’ultima volta. –
- E tu come puoi saperlo? – indagò Matt.
- Matt, meno sai e meglio è … ma Bonnie mi ha detto che sta bene. In ogni caso tra qualche ora ne avrò conferma. –
- Voglio vederla. – insistette la dottoressa.
- Meredith … stai alla larga da Mystic Falls per un po’ … Elena starà bene … dovrà star bene …- cercai di rassicurarla.
- Ascolta: Matt mi ha detto che dobbiamo partire … che stai per scatenare l’inferno … ma credo che sia meglio che io resti … ci fosse bisogno di un medico che “sa” … ci fosse bisogno di cure “umane” … -
- Dott … se si scatenerà l’inferno, le cure umane servirebbero a ben poco; vattene appena puoi. Klaus verrà da voi, appena non troverà Elena a casa, sareste le prime persone da cui verrebbe a cercarla …-
- Rimarrò in ospedale fino a domani mattina … chiamami se Elena ne avrà bisogno … chiamami per qualsiasi cosa … - si offrì.
- Non ce ne sarà bisogno … - le sorrisi.
- Ti abbiamo portato le provviste per Elena e … per te. Non so se Elena ha la mia taglia, ma ti ho preso un paio di vestiti dal mio armadio: un maglione, dei jeans … - iniziò ad elencare.
- Non stare a farmi l’inventario … grazie. –
Matt era stranamente silenzioso, sul volto i segni inequivocabili di una tensione trattenuta. Mi avvicinai e gli misi una mano sulla spalla.
-La porterò via da quella tomba … la porterò via da Klaus … tu metti in salvo la tua famiglia e lascia fare a me-
- L’inferno …? – domandò con gli occhi lucidi.
- Forse … o forse semplicemente una nuova normalità … o la solita vita incasinata … la vita, Matt. Sai, pensavo fosse una puttana, ma mi sono reso conto che non puoi pagare per averla … non puoi retribuire i suoi servigi: è solo  donna che devi sedurre, assecondare e che, probabilmente… nonostante tutto… non te la darà mai. – ironizzai.
- Una gran bella donna … -
- O una gran bella stronza … -
- Filosofi da strapazzo, dobbiamo rimanere qui tutta notte a meditare sulle vostre metafore maschiliste sulla natura femminea della vita? Damon, concentrati sulla tua missione e non andare fuori di testa … -
La guardai e alzai le spalle: non riuscivo nemmeno a pensare che qualcosa potesse andar male …
Afferrai la mano di Matt e vi posai le chiavi della Camaro.
-Trattala bene … e prepara il teatrino … anche se dubito servirà … -
Matt, afferrando le chiavi, strinse per un attimo le mie dita e mi fissò, poi si diresse verso il blu del mio bolide.
-Da ragazzo non ho mai avuto il coraggio di chiederti di farmela guidare …-
- Maschi … donne e motori … - sbuffò Meredith, salendo sulla sua auto, grigia come la nebbia che la inghiottì.

Sentii il rombo familiare echeggiare e le ruote mordere il terreno; con un ultimo sguardo alla targa che si allontanava, afferrai le borse con le provviste e mi infilai tra gli alberi per raggiungere l’imboccatura del tunnel segreto.

Entrai in casa e appoggiai le borse sul tavolo della cucina. Buttai le provviste nella dispensa e le buste di sangue in un angolo freddo della casa, visto che sia il frigorifero e il congelatore erano guasti: dopo tutto quel tempo si rifiutavano di ripartire.
Afferrai i vestiti di Meredith e salii al piano superiore.

Nel corridoio guardai la porta delle varie camere, indeciso su dove dirigermi: camera mia o …
Non volevo bruciare le tappe … non potevo dare nulla per scontato.
Elena era già stata nostra ospite, prima in camera di Stefan e poi nella camera accanto alla mia … la camera azzurra.
Mi diressi verso quella porta e la spalancai, sperando quasi di ritrovarla lì, mentre si asciugava i capelli o leggeva un libro … invece era desolatamente vuota.
Accesi le luci, e con mia meraviglia, le vecchie lampadine riflettevano ancora la loro luce giallognola sulle pareti tinteggiate di un azzurro pallido, ormai ingrigito.
Appoggiai i vestiti sulla cassettiera impolverata e mi diressi vero il letto. Scostai la trapunta e trovai il letto disfatto, senza lenzuola … nudo.
Cercai negli armadi qualcosa per coprire quei materassi e trovai delle lenzuola pulite, ancora avvolte nella carta della lavanderia, probabilmente messe lì da Elena stessa.
Spiegandolo, feci volare uno dei teli azzurri per farlo planare sul vecchio letto di noce antica, essenziale … quasi spartano … con una semplice testata al cui centro era incisa una rosa.
Rozzamente, tirai il lenzuolo per farlo aderire ai materassi. Lo sguardo si fissò sul quel piano teso e la mente cominciò a giocarmi uno dei suoi scherzi crudeli.

La sagoma di un corpo … di “quel” corpo, si stava imprimendo sul letto, come se un’entità invisibile vi si stesse sdraiando. Come ipnotizzato da quella visione, incapace di scuotermi, mi avvicinai e iniziai a seguire con le dita quel profilo immaginario, illudendomi di sentire con i polpastrelli la grana della sua pelle … il tatto mi restituì solo la fredda trama del cotone.
Assestai un pugno violento dove prima avevo visto l’impronta di Elena.

Dovevo smetterla.
Dovevo finirla di torturarmi … ma i pensieri faticavano ad ancorarsi alla realtà ed io non riuscivo più a conciliare i ricordi con i sogni … con il desiderio spasmodico di averla accanto a me.

Ancora un paio d’ore … solo una manciata di minuti … e l’agonia sarebbe finita …
In un modo o nell’altro, sarebbe finita.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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