Fanfic su artisti musicali > Led Zeppelin
Segui la storia  |       
Autore: MoreUmmagumma    27/06/2013    7 recensioni
E se uno dei Led Zeppelin scoprisse di avere una figlia nata da una notte di passione con una delle tante ragazze?
***
Non è l'ennesima storia d'amore tormentata e travagliata. Si tratta solo dell'amore di un padre per una figlia che non sapeva di avere.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jimmy Page, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Forza, Alice!- la incitò Bonzo, seduto al tavolo della camera da letto di Jimmy. –Se trovi la regina di cuori tra queste tre carte...- disse prima di tastarsi le tasche dei pantaloni. –Vinci questa caramella che ho trovato alla reception-
Mischiò lentamente le tre carte, davanti agli occhi di Alice, seduta di fronte a lui su una pila di riviste posizionate su una sedia, per farla arrivare meglio al tavolo. Bonzo sistemò le carte davanti a sé, posizionandole in fila una accanto all’altra.
-Allora... dov’è la regina di cuori?-
Alice si mordicchiò il labbro inferiore, osservando attentamente le carte. Alzò lo sguardo e vide che, dietro Bonzo, Jonesy la intimava a scegliere quella a destra. Guardò di nuovo sul tavolo, mettendosi un indice in bocca per poi puntarlo sulla carta alla sua destra.
-Questa qui?- le domandò Bonzo.
Lei annuì, curiosa di sapere se avesse vinto o no. Bonzo scoprì la carta, rimanendo attonito quando si accorse che era la carta giusta. –Hai indovinato subito. Botta di fortuna. Facciamolo ancora!-
Andarono avanti così per altre tre o quattro volte, in cui Alice vinceva spudoratamente grazie all’aiuto di Jonesy.
-Ma come hai fatto?- le chiese Bonzo porgendole infine la caramellina.
Alice rideva di cuore premendosi la mano sulla bocca, quando vide la faccia stupita di Bonzo, e alzò lo sguardo verso Jonesy, mentre con la manina destra afferrava la caramella.
-Me l’ha detto lui- confessò, prima di aprirla e mettersela in bocca.
-Che cos... gliel’hai suggerito tu?- esclamò Bonzo alzandosi dalla sedia.
-Chi? Io? Assolutamente no! Non mi permetterei mai...- si difese l’altro, facendo l’occhiolino alla bambina.
Jimmy rientrò dal balcone dove stava fumando, dopo aver visto tutta la scena.
-Che mangi?-  le domandò aggrottando la fronte.
Alice gli mostrò fieramente la carta della caramella, cercando di masticarla per quanto fosse grande.
-Mi ha battuto al gioco delle tre carte- disse Bonzo.
-Ah... non devi accettare caramelle dagli sconosciuti- finse di rimproverarla Jimmy, il che fece sbuffare il povero Bonzo che si diresse verso la porta.
-Va bene, ho capito... Vado a telefonare a mia moglie!- esclamò chiudendosi la porta dietro di sé.
-Che gli è preso?- domandò Jimmy volgendosi verso Jonesy, il quale scosse la testa, ridendo sotto i baffi.
-L’hai mai portata al parco qui dietro l’angolo?- gli chiese poi, dopo aver smesso di ridacchiare. –C’è un laghetto lì, ci sono altalene, scivoli e vari giochi da giardino. Potrebbe divertirsi. E poi ci sono gli scoiattoli!- disse infine rivolgendosi ad Alice. –Ti piacciono gli scoiattoli?-
Alice annuì, gli occhi che le brillavano dall’emozione, e cominciò a strattonare Jimmy per una manica. –Mi ci porti?-
-Emh... va bene! Oggi pomeriggio ci andiamo allora-
Gli rivolse un ultimo ed innocente sorriso quando qualcuno bussò violentemente alla porta.
-Sì, avanti!- disse Jimmy.
La porta si aprì ed entrò un omaccione grosso come una casa, che aveva tutta l’aria di non essere particolarmente contento.
-Peter!- esclamò Jimmy.
-Ti devo parlare- tuonò con la sua voce profonda, lanciando uno sguardo furtivo verso Alice.
Jonesy si alzò di scatto e prese in braccio la bambina. –Vieni Alice andiamo di là, zio John ti fa vedere una cosa bellissima!- disse avvicinandosi verso la porta. –La conosci All Together Now?-
-No- Alice scosse la testa, sorridendo.
-Allora andiamo, così te la suono con la chitarra!-
Uscirono dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
-Che devi dirmi?- domandò Jimmy, posandosi le mani sui fianchi.
-Non puoi tenerla qui- quasi lo interruppe Peter. -Lo sai, vero?-
-È solo per qualche giorno. Poi tornerà dalla madre...-
Peter sospirò per un breve istante, guardandolo negli occhi, nei quali vide un’espressione insolita, mai vista prima in quel ragazzo. Dopodiché riprese a parlare. –Tienila il più lontano possibile da quei lupi affamati. Non è un bell’ambiente questo per una creaturina così piccola come lei-
-Lo so...-
-E sta attento anche a quelle carogne infami dei giornalisti in cerca di scoop! Non rovinerebbero l’immagine solo a te, ma anche a tua figlia e a sua madre-
Jimmy annuì e guardò il suo manager uscire definitivamente dalla sua stanza, tirando un respiro profondo. Il suo sguardo si posò sul coniglietto di peluche di Alice, posto con cura sotto le coperte. Lo prese tra le mani e lo avvicinò al viso, inebriandosi ad occhi chiusi del suo odore. L’odore di Alice. L’odore dell’innocenza. Lo guardò per qualche secondo e lo rimise al suo posto, prima di uscire anche lui dalla camera da letto.


Mano nella mano camminavano lentamente nel grigiore della città, attraverso viali alberati e marciapiedi. Attraversarono il cancello mezzo diroccato all’entrata del parco, camminando sulla ghiaia. Alice si staccò dalla mano di Jimmy e corse verso un altalena, cercando di arrampicarcisi.
-Ti aiuto?- le domandò lui dopo averla raggiunta.
Alice annuì e Jimmy la prese in braccio, facendola sedere sul sedile.
-Mi spingi?- chiese lei aggrappandosi saldamente alle catene ai suoi lati.
-Sì... Tieniti forte!-
Si mise dietro di lei e cominciò a spingerla, afferrando il sedile dell’altalena. Una volta. Due volte. Dopo qualche minuto Alice si stufò e scese, correndo verso lo scivolo alla sua destra. Si fermò davanti alla scala e guardò verso l’alto, considerando che forse era troppo alto per lei. Si voltò verso Jimmy, chiedendogli con lo sguardo di raggiungerla. E mentre mise le mani sulla scaletta, un ragazzino poco più grande di lei, la spintonò facendola cadere a terra.
-Levati! Tocca a me!-
Jimmy corse verso di loro, per accertarsi che la piccola stesse bene.
-Tutto ok?- le domandò accovacciandosi sulle ginocchia per farla rialzare, prendendole le manine. –Ti sei fatta male?-
Alice scosse la testa, gli occhi fissi verso il basso.
-Che fai, ti metti contro una bambina più piccola di te?- Jimmy si alzò in piedi, rimproverando il ragazzino che cominciò a balbettare -Mi... mi scusi!- prima di correre via.
-Ti aiuto a salire- disse poi prendendo Alice per una mano. Salì piano piano, tenendosi con l’altra mano e quando fu in cima, si mise seduta, guardando Jimmy negli occhi.
-Ti aspetto giù- le disse lui, prima di avvicinarsi all’altra parte dello scivolo, inginocchiandosi di fronte ad esso. –Dai vieni!-
Alice esitò per un momento, tenendo le mani ben strette ai lati.
-Dai! Ti prendo io!-
La bambina si fece avanti poco a poco, fino a che non acquistò velocità finendo tra le braccia di Jimmy che la sollevò e le domandò –Ancora?-
Alice annuì un sorriso e piano piano si riarrampicò da sola sulla scala. Scivolò di nuovo verso Jimmy, che la prese di nuovo in braccio. Al quarto giro Jimmy si andò a sedere su una panchina mentre Alice si unì a dei bambini che giocavano su un girello. La guardò da lontano, mentre cercava di salire sul seggiolino, per poi aiutare gli altri a spingere, quando un’anziana signora si avvicinò con passo lento alla panchina dov’era lui, sedendoglisi accanto, emettendo un gemito di dolore quando piegò le ginocchia. Indossava un pesante cappotto bordeaux, e un delizioso cappellino del medesimo colore che donava vitalità ai suoi capelli bianchi. In una mano teneva un bastone in legno da passeggio e nell’altra impugnava un sacchettino bianco che poggiò sulle gambe. Dopo essersi seduta cominciò ad osservare in silenzio il laghetto davanti a sé.
Qualche minuto dopo, Alice corse tutta trafelata verso Jimmy, facendo per togliersi il cappottino.
-No, Alice, non te lo togliere, fa troppo freddo!- le disse calmamente Jimmy.
-Oh, ma che bella bambina!- commentò la vecchietta, guardando Alice, mentre Jimmy le riabbottonava il cappotto. –Hai visto che belle paperelle ci sono laggiù?-
Alice scosse la testa, prima di voltare lo sguardo verso il laghetto.
-Ti piacerebbe dar loro da mangiare?-
-Sì- i suoi occhi si illuminarono mentre la vecchietta le porgeva il sacchetto pieno di pane che aveva sulle gambe. Alice lo prese, ringraziandola, e corse verso la staccionata, aprì il sacchetto, afferrò qualche pezzetto di pane e lo lanciò in acqua.
-Che belli i bimbi!- esclamò di nuovo la signora. –Quando si ha la mia età fa sempre piacere averli in giro per casa. Eh, i miei nipotini vivono lontano e non vengono a trovarmi molto spesso. Per questo vengo spesso qui: i bambini che giocano in questo parco compensano l’assenza e il vuoto che lasciano i miei nipotini. Oh, ma lei è così giovane e io sto qui ad annoiarla con questi discorsi per vecchi!-
-Si figuri...- disse Jimmy. –E poi lei è un fiore-
La signora arrossì visibilmente e girò il capo dall’altra parte, facendo un cenno con la mano. Alice ritornò poco dopo, con il sacchetto ormai vuoto.
-Se lo sono mangiato tutto- disse.
-Vedo se ho qualcos’altro da darti- disse la vecchietta frugando nella borsa. –Ecco qui! Sapevo di averne qualcuno di riserva!- esclamò dandole un pacchetto di crackers.
-Ringrazia la signora, Alice- disse Jimmy alzandosi.
-Grazie- rispose lei correndo verso il laghetto.
-Buona giornata!- esclamò Jimmy.
-Anche a lei!- sorrise la signora.
Jimmy raggiunse Alice, che lanciava i pezzettini di crackers dentro l’acqua, mentre le paperelle, anatre e anche qualche pesce, correvano a mangiarseli. Si appoggiò alla staccionata che divideva la terra ferma dall’acqua e domandò alla bambina: -Ti piacciono gli animali?-
Lei annuì, senza staccare gli occhi dalle paperelle.
-E qual è il tuo animale preferito?-
-Il coniglietto-
-Ne hai mai avuto uno?-
Domanda inutile. Si sarebbe morso la lingua dopo averla pronunciata. Alice scosse la testa tristemente e si voltò a guardarlo, senza dirgli niente. Gli afferrò la mano e si rimise ad osservare il laghetto, mentre uno stormo di anatre si alzò in volo, facendo sbattere le ali sull’acqua. In quel momento, dietro di loro, passò un carretto stracolmo di dolciumi, e una musichetta che attirò i bambini che smisero subito di giocare, pregando i genitori di comprargli qualcosa da mangiare.
-Vuoi fare merenda?- domandò Jimmy.
Alice annuì, mordendosi il labbro, e con passo svelto si avvicinarono al carretto, prima che qualcuno li superasse.
-Che prendi?- le domandò tirando fuori il portafoglio.
La bambina spalancò la bocca quando vide la quantità di dolci presenti su quel carretto: caramelle, crepes, ciambelle, mele caramellate e muffin... alla fine optò per una crepes al cioccolato, afferrandola quasi con avidità quando il venditore gliela porse. Dopo che Jimmy ebbe pagato, si diressero verso l’uscita, pronti per ritornare in albergo. Il cielo era totalmente bianco e faceva sempre più freddo. Lungo la strada Jimmy si chinò verso di lei, per controllare che fosse coperta fino alla punta dei capelli. Tirò fuori un fazzoletto quando vide la sua bocca completamente imbrattata di cioccolata. La aiutò a pulirsi e quando si rimise il fazzoletto in tasca, improvvisamente Alice gli sorrise. Di colpo tutto il freddo che faceva era come se non lo sentisse più, e un calore gli pervase il cuore e l’anima. Avrebbe voluto abbracciarla, stringerla a sé ma c’era qualcosa che lo fermava. E non sapeva cosa fosse. Di scatto si rialzò in piedi, prendendola per mano, quando qualcosa di freddo toccò la sua. E un altro. E un altro ancora. Gli occhi di Alice si illuminarono mentre alzò lo sguardo per vederli cadere tutti assieme: piccoli e leggeri fiocchi di neve danzavano intorno a lei come ballerine in tutù, finendo poi ad attecchirsi sull’asfalto grigio.
-Dai, andiamo!-  Jimmy strinse la presa e ricominciarono a camminare in direzione dell’albergo, nel biancore della luce che filtrava tra le nubi sempre più spesse e fitte.


-... e così, il cuore del brutto anatroccolo fu finalmente pieno di felicità e gratitudine e il suo triste passato fu per sempre dimenticato.-
Jimmy chiuse l’enorme libro di fiabe e lo posò sul comodino. Alice dormiva già, avvolta tra le coperte, il suo Sammy stretto tra le braccia. Le accarezzò i capelli e le guance rosee, guardandola dormire e le stampò un lieve bacio sulla fronte, stando attento a non svegliarla. Dopodiché si alzò e andò verso l’armadio, dal quale estrasse una coperta e un cuscino e si sistemò sul divano, come sempre, dopo aver spento l’abat-jour.

Alice si svegliò qualche ora dopo. La stanza era completamente buia, a parte qualche raggio lunare che filtrava dalle imposte. Si mise a sedere sul materasso, stropicciandosi gli occhi. Di fronte a sé, dall’altra parte della stanza, Jimmy dormiva a pancia in su sul divano, con un braccio che pendolava verso l’esterno. Scostò le coperte e si alzò dal letto, correndo verso di lui. Lo guardò qualche secondo prima di arrampicarsi sul divano, senza svegliarlo, per poi accoccolarglisi accanto, poggiando la testa sul suo braccio. Jimmy si mosse, senza rendersi conto di quanto stava accadendo: avvolse l’altro braccio e lo mise attorno ad Alice che si addormentò dopo qualche minuto. E nel sonno sorrise.


Note dell'autrice: più di una settimana di ritardo e questo è tutto ciò che scrivo. Boh, spero che vi sia piaciuto almeno un minimo.
È che ho avuto un blocco e tutto ciò che mi veniva in mente non mi soddisfaceva.
Vabbè, al prossimo capitolo! :*
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Led Zeppelin / Vai alla pagina dell'autore: MoreUmmagumma