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Autore: Psychedelic Mushroom    27/06/2013    1 recensioni
Tratto dal capitolo due: "Melanie, è stato un piacere conoscerti, ma adesso torna a casa" disse alzandosi e avvicinandosi alla porta. Non sembrava per niente contento di vederla lì.
La ragazza gli afferrò un braccio con dolcezza, non voleva sembrare troppo aggressiva.
"Come ci torno a Londra a quest'ora?"
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Capitolo 9.
Danny e Melanie rientrarono in casa che, stranamente, era vuota.
Lei subito corse verso le scale con la busta contenente le sue nuovissime scarpe, ma subito si fermò e tornò indietro.
"Grazie" gli disse alzandosi sulle punte e lasciandogli un bacio sulla guancia, poi corse in camera sua.
Danny rimase immobile per qualche secondo.
Perchè gli aveva dato quel bacio?
Ce n'era davvero bisogno?
Ancora stranito, andò a sedersi sul divano a guardare il vuoto.
La cosa strana non era stato il bacio in sè, ma il fatto che lui ci stesse ancora pensando.
Un'altra cosa preoccupante era il sorriso da ebete che aveva in quel momento. 
Quello era solo un gesto d'affetto, niente di che, eppure gli era piaciuto.
Realizzò solo in quel momento che gli era mancato qualcuno che facesse delle cose così dolci per lui.
Non era mai stato una di quelle persone smielate e innamorate dell'amore, ma adorava quando qualcuno si dimostrava così amorevole nei suoi confronti.
Il suono del suo cellulare lo fece tornare alla realtà.
Lo prese dalla tasca dei jeans, lesse il nome sullo schermo: Tasha.
"Hey"
"Ciao, Danny" disse timidamente quella voce che a lui era così familiare.
"Come stai?"
"Bene... tu?"
"Tutto bene... mi mancava la tua voce"
"Per favore Danny, non fare così"
"Quando ci vediamo?" le chiese dopo qualche secondo di silenzio.
"Domani?"
"No, domani non posso... fra quattro giorni"
"Devo aspettare quattro giorni? Che devi fare di così importante?" gli chiese la donna dall'altro capo del telefono, ridendo.
Danny ci mise un pò a rispondere, era quasi inebriante sentirla ridere, gli mancava tutto di lei.
"Niente, poi te lo racconto, è una storia lunga... e strana" 
"Va bene, adesso devo andare... quindi ci vediamo martedì a casa mia?"
"Perchè non vieni una volta qui?"
La stava quasi pregando, voleva farla tornare a casa sua e, sinceramente, era anche stanco di andare fino a Las Vegas solo per poche ore.
"Lo sai che non voglio"
"Hai ragione, scusami" 
La sentì sospirare.
"A mercoledì, ciao" 
Danny stava per dire qualcosa, ma lei aveva già riattaccato, allora lasciò solo cadere il cellulare sul divano, sospirando.
Melanie comparve nel salone, sorridente e con Luci in braccio.
Forse stava esagerando, ma guardare quella ragazza girare per casa sua lo rallegrava.
Danny, smettila!
 
 
Ormai era sera inoltrata e Melanie era distesa rigidamente nella vasca da bagno a farsi coccolare da quell'acqua tiepida e dal profumo di vaniglia del bagnoschiuma.
Cercava di rilassarsi il più possibile, ma le sembrava di avere le braccia infuocate, i tagli che si era procurata poche ore prima bruciavano come non mai.
Durante il suo piccolo rituale davanti allo specchio, aveva prestato attenzione anche ai suoi polsi e si era ripetuta più volte che con quei tagli nessuno le avrebbe mai voluto bene, figurarsi un tipo come Danny che prendeva tutto così alla leggera.
Proprio mentre stava pensando a lui, Danny le aveva urlato che sarebbe uscito.
Senza lui in casa, si era subito immersa nella vasca per rilassarsi un pò, ma quel tentativo stava fallendo.
Ormai era lì da quasi un'ora e non riusciva più a sopportare il dolore, allora riemerse da quel mare d'acqua e schiuma.
Si asciugò velocemente, si mise in pigiama e, con i capelli ancora bagnati, tornò in camera sua.
Dalla borsa prese il vecchio diario in cuoio di sua madre e si sedette sul letto.
Lo aprì e le pagine leggermente ingiallite dal tempo si presentarono davanti ai suoi occhi coperte di frasi, disegni cominciati e mai finiti, lunghe riflessioni che iniziavano con un semplice 'caro diario'.
Sfogliò tutte le pagine fin qauando non ne trovò una bianca, pronta ad acogliere i suoi pensieri.
Scrisse tutto quello che le era successo in quei giorni, raccontò soprattutto della simpatia che Danny non aveva per lei, ma che si era accorta che si stava abituando alla sua presenza e che non gli dispiaceva come invece voleva far credere.
L'aveva beccato più volte mentre la osservava col sorriso sulle labbra e nessuno sorride a chi non sopporta.
Le sue palpebre cominciarono a diventare pesanti, allora chiuse il diario e lo spinse sotto al cuscino prima di poggiarvi la testa sopra e chiudere gli occhi.
 
 
Le luci erano tutte spente, il salone era vuoto e c'era un silenzio tombale.
Danny era stato tutta la sera chiuso in un locale con alcuni amici, si era divertito e sarebbe rimasto in loro compagnia molto volentieri, ma era tornato a casa per colpa di Melanie.
Non che volesse farle compagnia, anzi, era uscito proprio per non vederla e svagarsi un pò, ma dopo circa un'ora la sua mente era già tornata a casa e non era riuscito a restare lì ancora per molto.
Salì le scale e, nel buio del corridoio, vide una luce soffusa uscire dalla camera di Melanie. 
Sarà ancora sveglia a quest'ora? si chiese avvcinandosi alla stanza.
La porta era socchiusa, ma poteva vedere il corpicino della ragazza steso sul materasso.
Entrò nella stanza cerando di non fare troppo rumore, non voleva svegliarla.
Si avvicinò al letto sorridendo.
In fondo, non gli stava dando tanto fastidio, a parte il fatto che gli aveva tolto l'opportunità di passare una notte con la commessa del negozio delle scarpe.
Gli occhi di Danny finirono su quel diario che fuoriusciva appena da sotto il cuscino.
Incuriosito, lo prese e la ragazza si girò verso di lui.
Ecco, adesso ti prendi un calcio nelle palle pensò credendo che si fosse svegliata, poi, si accorse che stava ancora dormendo allora si tranquillizzò.
Anche se quel diario attirava parecchio la sua attenzione, rimase qualche secondo a guardare la ragazza.
La osservò per un pò, poi vide che aveva una macchiolina scura e dai bordi irregolari sul braccio, poco prima del gomito.
Si avvicinò un pò e si accorse che quella doveva essere una bruciatura.
Melanie mosse le braccia e gli occhi di Danny finirono sul polso scoperto della ragazza.
Notò subito quei tagli, la pelle intorno ad essi era gonfia e arrossata, uno era più profondo e più lungo, sembrava quasi che fosse ancora aperto.
Stava provando un misto di emozioni, la situazione era chiara, ma lui non riusciva a capire, o meglio, non voleva capire il perchè di tutto quello.
Rimase immobile accanto a quel letto, con gli occhi fissi sulle braccia di Melanie per molto tempo, poi prese un profondo respiro e decise di uscire dalla stanza, lasciandola dormire in pace.
Arrivò in camera sua e si sedette sul letto, aveva portato quel diario con sè ma non voleva aprirlo.
Dopo tutto quello che aveva visto, non sapeva se voleva davvero leggere quello che c'era scritto.
Era curioso, ma aveva paura, magari avrebbe letto cose peggiori e non voleva assolutamente sapere altro.
Danny, fatti gli affari tuoi pensò fissando il diario.
Rimase qualche minuto senza fare nulla, poi decise di aprirlo lentamente.
La prima pagina era macchiata di inchiostro qua e là e al centro era riportato a caratteri cubitali il nome 'Leila'.
Ecco, adesso sei troppo curioso e continuerai a farti gli affari di Melanie. Sei un genio, Danny, davvero!
Sfogliò tutte le pagine velocemente, per capire  cosa contenesse veramente e, infine, tornò alla prima pagina.
Esitante, riprese a sfogliare, stavolta si soffermò sui disegni e soprattutto sulle scritte.
Quelle erano delle semplici pagine di diario, ma erano sempre firmate da quel nome e Danny non riusciva a capire chi fosse.
Lesse circa sei pagine dove non vi era scritto nulla di particolare, poi, i suoi occhi si imbatterono in qualcosa che lo incurioriosì particolarmente: sul fondo di quella pagina c'era scritto Asking Alexandria.
Si parlava di un concerto di qualche settimana prima, di lui e di una gravidanza.
Le mani gli tremarono improvvisamente.
Hai letto sicuramente male si disse nervosamente.
Aveva paura di scoprire cose peggiori, ma continuò a leggere.
Il cuore gli batteva così forte da fargli male, più andava avanti e più si accorgeva che era lui quello che si sbagliava, Melanie non gli aveva mentito.
Si accese una sigaretta per rilassarsi, ma l'agitazione non andava via, anzi, sembrava aumentare.
  
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