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Autore: BebaTaylor    30/06/2013    1 recensioni
Arizona ha ventun anni, studia all'università ed è una strega.
Un giorno in un negozio incontra Shane, membro della congrega dei Dark Shadow.
Da lì inizia una corsa contro il tempo alla ricerca di Logan, amico di Arizona, anche lui stregone.
I due non riescono a capire per quale motivo li stiano seguendo e come facciano a sapere dove si trovino praticamente in ogni momento.
Sanno solo che dovranno fare di tutto per proteggersi, e per proteggere gli abitanti della loro città dagli attacchi dei Dark Shadow, che si lasciano dietro solo morte e distruzione.
«Eccoli qui...» esclamò Shane, «due piccioncini.» disse piegandosi per guardare attraverso il finestrino rotto. «Due ragazzi in una sera... Ari, la gente dopo potrebbe pensare male!»
Arizona lo fissò, si staccò da Logan, prese una bottiglietta vuota da sotto il sedile e la lanciò contro Shane, mancandolo.
Lui la raccolse da terra e la schiacciò. «Sei focosa.» disse ridendo.
«Cosa vuoi? Perché hai rotto i finestrini della mia auto?» domandò Logan.
Shane alzò le spalle. «Perché mi andava, suppongo.» rispose appoggiandosi alla macchina. «E perché è divertente.» Lanciò la bottiglia e si voltò verso Logan e Arizona. «Finiamola con questa pagliacciata e seguitemi.» aggiunse.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Sette
11:00 - 00:00

Arizona non sapeva quanto tempo fosse passato da quando Jim l'aveva portata in biblioteca e fatta sdraiare su una coperta rossa, come non sapeva per quanto tempo ancora Jack sarebbe stato inginocchiato al suo fianco, tenendo stretta la sua mano, mormorando parole che non capiva.
Stavano cercando di scoprire il motivo per cui riusciva a captare la presenza dei Dark Shadow.
«Quanto manca?» domandò, «Mi fa male la schiena.»
«Non molto.» rispose Jack. «Adesso chiudi gli occhi» continuò e Arizona lo sentì posare qualcosa accanto alla sua testa, «e chiudi anche la bocca.»
Arizona fece come gli era stato chiesto e sentì qualcosa di freddo e duro posarsi sulla fronte, sulle labbra e sulla pancia, pensò che fossero delle pietre. Si chiese se tutto quello sarebbe servito a qualcosa. Sentì la pendola battere dodici volte. Mezzogiorno.
Le faceva male la schiena e doveva andare in bagno, respirò di sollievo quando le pietre furono tolte dal suo corpo.
«Alzati pure.» esclamò Jack e l'aiutò a rimettersi in piedi. «Non ho trovato nulla.» disse rivolgendosi a Jim.
Arizona li lasciò parlare, uscì silenziosamente dalla biblioteca e andò in bagno.

***

Arizona ascoltò distrattamente gli altri parlare di incantesimi, attacchi e contrattacchi, di cerchi magici, di cosa fare e cosa non fare.
Erano ore che erano lì, in biblioteca, a parlare di quello.
Voleva uscire, sdraiarsi su un prato e non pensare a nulla.
Il cellulare che aveva in tasca vibrò e Arizona lo prese, era un messaggio da parte di Evelyn, una sua collega dell'università, senza farsi vedere, tenendo il cellulare sotto al tavolo, lesse il messaggio.
“Cambio di programma! Quel dittatore di Morris ha cambiato orario, c'è domani mattina alle 10!”
Arizona respirò a fondo, Morris era l'insegnate di Economia, e se non andavi a una sua lezione rischiavi la bocciatura al suo esame. Lui reputava l'assenza giustificata solo quando uno dei suoi studenti era in punto di morte. Doveva assolutamente andare a quella lezione, non poteva rischiare una bocciatura all'esame.
Finalmente, dopo quello che le parve un tempo infinito, gli altri smisero di parlare e lei si accorse di aver capito poco e niente, ma non le importava. Seguì Logan e Jim in cucina.
«Posso tornare a casa?» domandò, afferrando la pentola che Jim le aveva dato. «Ho una lezione importate domani.» Jim la fissò per qualche secondo, «Preferirei di no.» disse.
Arizona posò la pentola sul bancone. «Ma ci devo andare!» protestò Arizona. «Quello stronzo mi boccia all'esame se non vado!»
Gli altri due rimasero in silenzio.
«Starò attenta, lo prometto.» aggiunse Arizona, «Vado a casa, rimango chiusa dentro e non apro a nessuno, e domani, subito dopo la lezione, vengo direttamente qui, senza passare da casa.» fissò gli altri due, sorridendo e cercando di assumere un'espressione da “brava bambina”.
Jim la guardò e sospirò, Arizona seppe di averlo convinto. «E va bene.» disse, «Ma devi promettermi che starai attenta e al minimo accenno di pericolo verrai immediatamente qui.»
Arizona sorrise e lo abbracciò, «Grazie! Grazie! Prometto che starò attentissima!» disse.
Jim sorrise e le accarezzò la schiena, guardò Logan e gli lanciò un'occhiataccia quando lo vide sbuffare. «Però rimani qui a cena e ti accompagna a casa Jack.»

***

«Sei arrabbiato?» domandò Arizona infilando la chiave nella serratura, «Non mi parli da quando abbiamo preparato la cena.» Logan sbuffò, aveva insistito per accompagnarla insieme a Jack e poi per accompagnarla fino alla porta di casa. «Credo che sia una follia.» rispose, «E credo che mio padre sia impazzito.» aggiunse.
Arizona lo ignorò ed entrò nel suo appartamento, posò la borsetta e la scatola che Jim le aveva dato sul tavolo della cucina e si voltò verso di lui. «Starò attenta, vedrai.» gli disse, «E se ci saranno dei problemi correrò da te.» aggiunse sfiorandogli il viso. Logan fece un passo indietro e lei alzò le spalle, si avvicinò al frigo e aprì lo sportello, prese il cartone del latte, lo posò sul mobile e si voltò per guardare Logan. «Se tuo padre ha detto che posso stare da sola credo che...» versò il latte in una tazza, «credo che sappia quello che faccia.»
Logan sbuffò nuovamente. «Mi preoccupo.» disse.
«Se non scendi subito sarà Jack a preoccuparsi.» scherzò Arizona.
Logan respirò profondamente e annuì. «Sì, giusto.» disse. «Ricordarti l'incantesimo.» aggiunse indicando la scatola sul tavolo, salutò Arizona con la mano e uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Arizona chiuse la porta a chiave e aprì la scatola, dentro c'era tutto il necessario per un incantesimo di protezione. Tornò alla sua tazza di latte, avrebbe eseguito l'incantesimo dopo aver fatto lo spuntino serale.

***

Il cerchio era disegnato per terra, sul pavimento del salotto. L'aveva fatto Arizona appena arrivata in quella casa e di solito se ne stava coperto dal tappeto viola.
Ad ogni punto cardinale era presente una ciotolina contenente qualcosa: a Nord della terra, del semplice terriccio che aveva comprato in un negozio di giardinaggio, a Est un bastoncino d'inceso, era già acceso e dalla punta si alzava una sottile filo di fumo e il profumo invadeva l'ambiente. A ovest, dell'acqua di rubinetto, e a Sud una candelina bianca, accesa anche quella.
Al centro del Cerchio Magico, accanto ad Arizona, in un piccolo braciere, bruciavano alcune piante e fiori protettivi: rosmarino, alloro, chiodi di garofano, edera, garofano, lillà, maggiorana e rosa.
Il loro odore, mischiato a quello del carbone e a quello dell'incenso era forte, ma Arizona non ci badò, ad occhi chiusi pronunciò l'incantesimo, afferrò la scatoletta alla sua destra, l'aprì e versò nel braciere le pietre che vi erano contenute. Erano dei semplicissimi quarzi bianchi e quarzi rosa. Le girò fra le erbe con un bastoncino e continuò a recitare l'incantesimo.
Non sentiva nulla, i suoi sensi erano concentrati su quello che stava facendo. I rumori che provenivano dall'esterno dell'appartamento non la disturbavano, non li sentiva. Era come se fosse in una grossa bolla trasparente insonorizzata e lì dentro si sentiva felice.

***

Arizona posò la sveglia sul comodino, l'aveva puntata alle sette, si sdraiò sul letto e sbadigliò. Era stanca, esausta e non vede l'ora che finisse tutto quanto, sia la storia dei Dark Shadow sia il suo esame, l'ultimo di quella sessione.
Cercò di ricordarsi se avesse chiuso tutte le finestre, in particolare quella della cucina che dava sulla scala antincendio. Si ricordò di averlo fatto e di aver messo persino il lucchetto, cosa che non faceva mai, aveva chiuso la porta d'ingresso con tutte le mandate e aveva inserito il catenaccio.
Era al sicuro in casa sua, pensò di non doversi preoccupare, le finestre e la porta erano chiusi e l'incantesimo aggiungeva una protezione in più.
Guardò le cifre sulla sveglia cambiare dalle 23:59 alle 00:00, chiuse gli occhi e si addormentò.

Salve! Capitolo pubblicato prima del previsto, l'isirazione è arrivata ieri, improvvisamente.
Non succede nulla, è solo una capitolo di transizione, ma spero che vi piaccia.

   
 
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