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Autore: ness6_27    30/06/2013    0 recensioni
[To Love-Ru - Trouble -]
[To Love-Ru - Trouble -]Io sono un’assassina. Niente potrà cambiare questo dato. O almeno credo. Io sono stata la assassina più temuta dell'universo, e penso di poter essere ancora definita tale. Vengo chiamata Oscurità d'Oro, perché io porto con me la lucerna dell'oscurità. O almeno, la portavo, prima che la stella di questo pianeta, che qui chiamano Sole, me la spegnesse. [...] Voglio studiare da vicino questo pianeta con le sue tradizioni, i suoi modi, e tutte quelle cose che lo rendono un pianeta tanto particolare da colpirmi così.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"È un pianeta talmente primitivo. Il loro progresso è giunto ancora a quello che loro chiamano “particella di Dio”. Perché chiamarlo così? Ho scoperto cosa intendono loro per Dio. Un essere superiore che ha generato il tutto. Per quanto già questa concezione sia strana oltre che antiquata, ci sono anche diverse concezioni di Dio. Questi umani sono così creativi, ma anche complicati, per quale motivo devono creare tutti questi Dei? C'è chi non ci crede, c'è chi pensa che lui sia venuto tra gli umani per farli comportare secondo i suoi dettami. C'è chi dice che la figura umana di questo Dio sia stata però uccisa attraverso un metodo “doloroso”. Doloroso. Per provare tutta la quantità di dolore che ho provato io durante le mie missioni, dovrei essere crocefissa non so quante volte. Comunque, questo Dio ha lasciato i suoi dettami e il libero arbitrio per seguirli o meno. A me venne imposto di diventare l'arma che sono. Comunque il libero arbitrio forse è qualcosa di originale in questo mondo. Negli altri pianeti non è così. Gli extra-terrestri non andrebbero mai contro i dettami che gli sono stati imposti. Su quasi tutti i pianeti vi è un imperatore che detta tutto: i modi di vestire, cosa mangiare, come si ci deve comportare, chi deve lavorare e come distribuire il lavoro e le ricchezze. Invece qui sulla terra gli umani si sono divisi. C'è chi ha preferito stare in una monarchia, chi in una democrazia. In Giappone ancora c'è un imperatore, più o meno il centoventicinquesimo. E se a qualcuno qui non piace il paese di provenienza ha la possibilità di andarsene in un altro paese. È una cosa mai vista da nessun'altra parte. Questa è una cosa che ha reso particolare questo mondo. In questo i terresti sono molto più avanti. Per esempio, è per questo m'interesso molto alla letteratura terrestre: è molto complessa, vengono messi in luci vari aspetti di qualsiasi cosa. Ognuno di questi scrittori dice la sua su tutto quello che vuole, e lo fa nella sua maniera personale. È una libertà assoluta. Certo, questa libertà ha portato a degli aspetti negativi. È proprio la libertà di rimanere legati alle tradizioni che bloccano per esempio il progresso scientifico. La libertà di regolare tutte le relazioni umane attraverso un mezzo subdolo come il denaro impone paradossalmente miliardi di limitazioni. Se tu hai soldi puoi fare tutto quello che desideri. Questo è un dogma al quale per esempio i terrestri non sanno rinunciare. Per carità, c'è chi è povero ma è una personalità di spicco, un intellettuale. C'è chi ha detto no ai soldi e ha vissuto una vita lontano da essi. Ma, per quanto questi uomini possano essere encomiabili, questi si sono persi qualcosa dalla vita, si sono persi molte cose che l'uomo ha creato. Un vero peccato."

 

Cosa fai?”

Yami alzò gli occhi, fissando chi ha parlato e rimase sul vago.

Yami: “Appunto delle informazioni.”

In quella biblioteca l'aria era carica di polvere, come succede in tutte le biblioteche. La sala di lettura in cui si trovava Yami era la meno polverosa solo perché di tanto in tanto qualcuno, sedendosi lì, smuoveva la polvere.

È una cosa nuova, di solito ti vedo solo leggere.”

Yami: “La letteratura terrestre è molto interessante e spazia in tutti i campi. Dovresti leggere, ti apre la mente. E ti rende meno idiota di quanto non lo sei già.”

Eh, avrai sicuramente ragione. Ma non sono portato per la lettura. Sono più per i videogiochi.”

Yami: “Non dico che non servano a niente, allenano i riflessi e l'attenzione. Ma per il resto non ti fanno pensare un po' più in grande come può fare un buon libro. In ogni caso ti servirà un aumento dei riflessi. Se sto appuntando delle cose, è solo per studiare meglio il mio obiettivo.”

"...”

Yami fissò Rito col solito sguardo freddo di chi sa che deve avere che fare con qualcuno solo per cose noiose e irritanti.

Rito: “Come te la stai passando qui sulla terra?”

Yami: “Bene, voi terrestri avete degli animali da compagnia che sono molto amichevoli, e questo mi aiuta a passare il tempo qui, oltre ai libri.”

Rito: “Come riesci a comprarti da mangiare qui?”

Yami: “I soldi non sono un problema, colui che mi ha ordinato di ucciderti mi ha dato un acconto che posso convertire tranquillamente in yen giapponesi.”

Rito: “S-sono diventato anche un mezzo di sostentamento per te.”

I capelli biondi di Yami si alzarono, si arricciarono, si trasformarono e si strinsero intorno al collo di Rito.

Yami: “Io sono l'unica cosa che ti tiene in vita in questo momento, idiota.”

Finalmente Rito riuscì di nuovo a respirare, cercando a tentoni una sedia per riprendersi dalla mancanza di ossigeno. Yami chiuse il quaderno che aveva davanti a lei e riaprì “Cavalli in fuga”.

Rito: “Ma per quale motivo ti interessi tanto alla lettura, ai gatti, ma t'interessano poco gli umani in sé? Non fai nulla per conoscere qualcuno.”

Yami: “Interessarsi agli umani non vuol dire conoscere qualcuno. Vuol dire comprendere le loro azioni e capire perché agiscano in questo modo. In questo senso, leggendo, m'interesso agli umani molto più di te.”

Rito rifletté sulle parole di Yami, e col suo sorriso da imbarazzato risponde che aveva ragione.

Yami: “Però c'è una cosa che non comprendo.”

Rito: “Cosa?”

Yami: “Per quale motivo mi hai offerto quel taiyaki quella volta?”

Rito: “Che intendi?”

Yami si chiese come quel tizio poteva essere così duro di comprendonio. Pensò ad una risposta.

Yami: “La prima volta che ci siamo incontrati ho attentato alla tua vita. Se non fosse stato per Lala ti avrei pure ucciso. Eppure tu dopo quello che avevo fatto mi hai offerto del taiyaki la seconda volta che ci siamo visti. Tu mi hai parlato e me lo hai offerto. Perché?”

Rito: “Perché...”

Rito capì che non ci aveva mai pensato al perché di quel gesto.

Rito: “Anche se tu avevi cercato di uccidermi, non lo avevi fatto per un motivo personale. Ti avevano parlato male di me, e ti eri fatta una brutta idea.”

Yami: “Come non ti può venire l'odio nei confronti di una persona che ti ha fatto del male? Qualunque siano le giustificazioni?”

Rito: “Non credo che con l'odio si risolva tanto. Voglio dire, se ti avessi odiato cosa sarebbe successo?”

Yami: “Mi avresti dato una valida ragione per ucciderti.”

Rito: “E Mikan? Non avresti conosciuto Mikan, anzi le avresti fatto del male uccidendo suo fratello.”

Yami ripensò un attimo a Mikan, provò a immaginare la sua sofferenza se quell'ipotesi si fosse avverata. Un nodo le strinse lo stomaco. No, Mikan no. Non doveva soffrire così, è una ragazza così cara e simpatica. Ha solo la sfortuna di avere un fratello così, al quale vuole comunque bene. È così dolce. È un'amica. Rito aveva fin troppa ragione. L'odio non porta mai a cose buone. E, per quanto lei abbia sempre lavorato con totale indifferenza alle sorti di chi le capitava a tiro, lei ha fomentato molto, troppo odio. Grazie a lei l'odio ha avuto ragione di esistere. Grazie a lei, chi odiava una persona l'ha fatta uccidere e si è potuto sentire vincitore, un sentimento affabile quanto inutile. Lei, ora che ci pensa, ha sempre visto il volto vittorioso degli altri, mai il suo. Perché lei, facendo questo lavoro, non ha vinto mai. Ha sempre perso, nella peggiore delle maniere. Ora Yami capisce tutto questo parlando con un incapace terrestre pervertito dagli occhi marroni e dai capelli castani.

Yami alzò gli occhi a Rito e abbozzò un sorriso.

Yami: “Hai da fare?”

Rito: “Sì, ho consegnato un libro che serviva a Mikan e ora devo andare con Saruyama a far...”

Il sorriso di Yami si trasformo in uno sguardo di rabbia. Si rifiutò di sentire altro e trasformo una ciocca dei suoi capelli in un tanto* e lo mise vicino al ventre di Rito. Rito sbiancò in viso e strabuzzò gli occhi. Mostrò a Rito il libro di Mishima.

Yami: “Questo autore parla molto spesso di morte e del rituale giapponese per il suicidio, il seppuku. È anche l'ultima persona al mondo che ha fatto pubblicamente harakiri. Ha descritto anche come si esegue. Si fa un taglio da sinistra verso destra – mentre diceva ciò poggiò il tanto sul ventre di Rito e lo fece strisciare nel verso tipico – e poi se ne fa uno verso l'alto. Per voi giapponesi è qui che risiede l'anima, nel ventre. E vi tagliate il ventre per mostrare onorevolmente la vostra anima ai testimoni del seppuku. Inoltre, ci può essere un amico fedele e abile con la spada che decapita chi sta facendo harakiri.”

Detto questo un'altra ciocca di capelli si trasformò in una katana* e si avvicinò pericolosamente al collo di Rito, fermandosi sulla pelle senza però tagliarla.

Yami: “Le sapevi tutte queste cose?”

Rito, paonazzo, fece furiosamente cenno di no con la testa.

Yami: “Se non vuoi provare di persona, non osare dire che vai da Saruyama a fare cose pervertite. Resta seduto qui e aspettami. Oggi ti offro dei taiyaki.”

Rito ancora bianco in faccia si mise sulla sedia riprendendosi. Yami rimise a posto i suoi capelli biondi e riaprì il quaderno.

 

"È la dimostrazione di quello che dicevo prima, le persone decidono liberamente se seguire le tradizioni o meno. Rito con tutte le azioni pervertite che ha compiuto avrebbe dovuto fare harakiri infinite volte. E invece sa appena cos'è."

 

Yami alzò gli occhi e li pose sullo sguardo perso nel vuoto di Rito.

 

"Forse sono troppo cattiva con lui. È anche vero che quando vuole è gentile e cerca di fare il suo meglio senza pensare a fini egoisti. Forse, se tutti fossero un pochettino come lui, tanti difetti di questo mondo non ci sarebbero. Sarebbe un mondo migliore, un po' più pervertito, ma migliore. Rito fa buon uso del suo libero arbitrio."

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* Il tanto è una spada con lama corta(più simile ad un pugnale) usata appositamente per il seppuku(o harakiri), mentre la katana è una spada con lama più o meno lunga, usata in battaglia e non pensata apposta per il seppuku.


Commento dell'autore. Ed eccoci arrivati al primo capitolo vero e proprio. Sono preso da un gran timore, perché non ho molte idee di come questo lavoro finirà. ( xD ) In ogni caso, come detto nel prologo, a causa di tutta una serie d'impegni, tra i quali i miei esami di stato, potrò continuare la fanfiction solo verso la fine di luglio. Chiedo comunque a tutti di lasciare un commento riguardo questa fanfiction, giusto per sapere se sbaglio in qualcosa, qualche elemento possa essere migliorato o semplicemente per sapere se la storia vi piace o meno. A presto! ( :D )

  
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