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Autore: Merit    14/01/2008    9 recensioni
Alla fine della Guerra di conquista per impadronirsi del pianeta Sephiro, Hikaru viene scelta come nuova Sovrana. La sua preghiera per abolire il sistema della Colonna non viene accettata, riuscirà a mantenere la pace e la stabilità nel suo Regno?
Genere: Generale, Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Shidou, Lantis
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Neve. Lenta e soffice scendeva giù dal cielo grigio-azzurro. Un lieve e freddo venticello sferzava nell’intero regno, due figure, per nulla infastidite, camminavano l’una al fianco dell’altra per i giardini.

Angoscia, Sgomento le attanagliavano l’animo come una feroce morsa allo stomaco, si impose di camminare indifferente beandosi della piccola gioia che le davano quei fiocchi silenziosi.

Un silenzio quasi irreale regnava attorno a loro, e a loro volta i due si limitarono a camminare senza dir nulla; Hikaru, ad ogni passo, poteva quasi sfiorare con il gomito, il braccio di Lantis, ma ciò non sembrava turbare più di tanto il giovane guerriero.

Chiuso nel suo mutismo il suo accompagnatore si limitava ad avanzare, sul terreno innevato senza mostrare segni di fatica, credendo di non essere vista dal guerriero, la principessa ne osservava affascinata, i tratti decisi del volto.

Non poteva più negare la sensazione di pace che avvertiva, quando lo Spadaccino era con lei, non riusciva ancora dare un nome alle emozioni contrastanti che provava; e tanto meno le era concesso farlo. Affetto, Amore o qualsiasi altro sentimento, per lei erano Tabù, per questo cercava di non fare maggiore chiarezza sulle sue emozioni. Fare chiarezza significava intraprendere una strada pericolosa, e ciò la spaventava molto. Ben impressi nella sua mente erano i ricordi della guerra appena finita, troppo sangue era stato versato.

Crogiolarsi nelle sue riflessioni non l’avrebbero aiutata, era suo compito e dovere reprimere i suoi stati d’animo; questo era quello che tutti si aspettavano da lei, allora perché le risultava impensabile, se non impossibile, scacciare delle emozioni così forti? Non voleva farne a meno, come poteva negarsi l’unica cosa che la faceva felice?

Giunsero nei pressi della fontana situata al centro del parco ed Hikaru, si sedette sul bordo, Lantis tuttavia, preferì restare in piedi dinanzi alla fonte; come a voler pronunciare qualcosa, la rossa mosse le labbra, ma non proferì alcun suono.  La mano destra avvicinò al volto, in modo da portare dietro l’orecchio, un ciuffo ribelle, sfuggitole dalla treccia per via del vento.

Lo vide alzare confuso lo sguardo verso il cielo, per poi aprire il palmo della mano destra, in modo da osservare confuso quei fiocchi freddi che si erano posati sulla sua mano.

Osservò farsi largo, sul volto dello Spadaccino, un’espressione di meraviglia mista ad incredulità che certamente, ai più, sarebbe apparsa insolita sul viso solitamente inespressivo del guerriero. Non rimase stupita, oramai già da tempo aveva imparato a comprendere i suoi silenzi, proprio grazie il tempo trascorso restando al suo fianco.

Le labbra della giovane si incurvarono in un sorriso dolce, lo sguardo curioso del cavaliere era come quello di un bambino, le fu spontaneo provare un moto di tenerezza.

Inspirò in modo impercettibile, il suo cuore aumentò i suoi battiti e le gote si tinsero di un rossore ben visibile. Le succedeva spesso ultimamente e, sempre solo, quando era in sua compagnia o, anche solo, avvertiva la sua presenza.

Scosse affranta la testa, chissà cosa avrebbero pensato le malelingue dei suoi comportamenti infantili, infastidita dai suoi stessi pensieri, storse la bocca arricciando il naso, infine tornò a prestare attenzione allo Spadaccino.

Era certa che Lantis non conoscesse la neve, anche se in passato aveva viaggiato molto, nessuno su Sephiro l’aveva vista, compreso lui, – Chissà a cosa starà pensando- ; la rossa reclinò la testa alla sua sinistra, in attesa di udire le parole del compagno.

 

 “ E’ opera tua Hikaru?”,anche se il tono della sua voce era tranquillo, come al solito, Hikaru avvertì l’angoscia dello spadaccino, “ Che cosa sta cadendo dal cielo?”.

La ragazza abbasso il capo in modo da celare, con la frangetta ramata, gli occhi fattosi improvvisamente lucidi. L’Angoscia e lo Sgomento si fecero risentire, con una violenza così devastante, da farle assalire il panico. Lo stomaco le doleva, come se le avessero appena dato un pugno, inconsciamente strinse le mani sul bordo della fontana. Lentamente chiuse gli occhi cercando di assumere un’espressione più neutra possibile, cercando invano di raccogliere le idee e di contrarsi su una piccola preghiera.

Come poteva spiegargli il gelo che provava nel cuore? La sua anima era legata indissolubilmente alle emozioni degli abitanti di Sephiro, e al momento, la sua gente era ancora spaventata e confusa, così tanto da farle avvertire un forte malessere fisico. No, non era solo questo e lei lo sapeva, ancora una volta scosse il capo, come a voler reprimere dentro se, la parte più recondita delle sue riflessioni.

Le fu spontaneo legare il suo umore, alla condizione climatica del pianeta, ed ecco spiegato il motivo per il quale la neve imbiancava così il suo mondo. Voleva solo rasserenare il suo popolo, non voleva confonderlo ancora di più, riaprì lentamente gli occhi tornando a fissare il bianco candore che la circondava.

 “ E’ neve” sussurrò appena, non aggiunse altro, timorosa di non riuscire a controllare il tremito della voce. “ Non è pericolosa, sulla Terra è un fenomeno comune in inverno”, aggiunse per tranquillizzarlo dopo un lungo silenzio, non osava incrociare lo sguardo di Lantis, si sentiva tremendamente vulnerabile.

“ Ho pensato che potesse essere utile… Volevo rendere Sephiro un po’ più simile alla Terra, così da non sentire la mancanza del mio mondo. ”, alle sue stesse orecchie le sue parole le risuonavano poco convincenti, non voleva mentire.

 “ Non solo è stata scelta un’assassina come regnate, perché è come tale che ti considera l’intera popolazione, ma anche un’incosciente, come puoi credere una cosa simile? Se ti ostinerai a voler fare di Sephiro un regno simile al tuo mondo, turberai il suo equilibrio già precario. Come puoi credere di poter essere amata dai tuoi sudditi, se farai una cosa del genere? La forza di Volontà è ciò che più conta, ti credevo più forte, invece continui a prestare ascolto hai tuoi desideri. Cosa pensi di fare in questo modo? Non ti sembra di essere un po’ troppo egoista? Non puoi pretendere di contare sull’appoggio delle tue amiche e di Clef, sei tu la Colonna, è su di te questo mondo conta di andare avanti. Mi hai sentito Hikaru? ”.

Una fitta al cuore la costrinse a portare entrambe le mani sul petto stringendo, in modo convulso, un lembo della veste principesca, le parole che aveva pronunciato Lantis con tanta tranquillità ebbero il potere di ferirla.

-Perché, perché sei cosi freddo con me? Perché, proprio ora mi rivolgi parole così aspre?- era questo che il suo cuore voleva dire, - Principessa io sono una principessa, il mio dovere viene prima di ogni cosa. Lo so bene. - formulò immediatamente la sua mente.

Hikaru non riuscì a dar voce ai suoi pensieri, si ritrovò a fissare inerme la figura della persona a cui era più legata, senza poter manifestare i suoi sentimenti reali, “ Hai ragione, non ho scusanti”; alzò il braccio destro e aprì di scatto la mano, lentamente fece ruotare il polso tornando a chiudere l’arto a pugno, contemporaneamente si mise a borbottare una formula magica. Immediatamente la neve smise di cadere, i raggi solari si fecero più caldi riscaldando l’intero pianeta.

“ Ti domando scusa Lantis, ho agito di impulso credendo di fare del bene. Non accadrà più in futuro, non ho ancora padronanza dei miei poteri…mi è venuto spontaneo…io non volevo credimi… ”.

Lo vide sorridere beffardo, “ Queste sono le tipiche scuse di una bambina viziata. Emeraude era in grado di gestire i suoi poteri senza lamentarsi tanto”, la principessa non era riuscita a trattenersi, una lacrima scese dai suoi vermigli, seguita da un’altra e un’altra ancora.

 -Guardami. Perché, perché non riesci a vedere che io non sono Emeraude, io sono Hikaru. Sono solo una semplice ragazza terrestre. - scosse la testa e si morse il labbro inferiore leggermente, come a voler dominare l’impulso di rivelargli i suoi pensieri, ma soprattutto per trattenere dei piccoli singhiozzi.

 

Lantis distolse lo sguardo, Hikaru non sembrava sospettare quanto gli erano costate pronunciare quelle parole dure, se solo si fosse accorta delle sue menzogne, di certo avrebbe preso le sue parole per quello che erano veramente: irreali.

Con un gesto convulso strinse, con la mano destra, un lembo del suo mantello, era la prima volta che la vedeva in lacrime, mentalmente si maledì per averla fatta soffrire in quel modo, ma non aveva altra scelta.

Era tutto così dannatamente difficile scegliere fra, il suo dovere e le sue emozioni, la ragione gli diceva di andarsene il suo cuore gli urlava di restare. Era uno sciocco, innamorarsi dell’unica persona che non poteva avere, era la cosa più stupida che aveva mai fatto.

Le braccia le tremavano per la tentazione di stringere Hikaru a se in modo da farla calmare, frustrato per non poterle essere di aiuto sospirò. Strinse ancora di più i lembi della veste, sapeva di provare un sentimento forte nei confronti della principessa, un sentimento molto pericoloso per tutti, ma soprattutto per lei.

Non voleva essere divenire una minaccia per la vita di quella ragazzina terrestre, era suo dovere proteggerla non solo perché era la Colonna, Hikaru era molto di più che la Sovrana di Sephiro.

Proteggere la Principessa questo aveva giurato, quando era divenuto uno spadaccino magico e, questo avrebbe fatto sino alla fine. Si, andare via era la soluzione migliore per tutti, in passato aveva fatto la stessa cosa, incapace di ammirare la disfatta di suo fratello, aveva abbandonato Sephiro.

“ Principessa”, si decise a parlare solo quando le parve più calma, “  Vi prego di accogliere questa mia richiesta. Da tempo volevo chiedervi il permesso di andare via da Sephiro, se resto qui mi sarà impossibile affinare la mia arte di guerriero.”.

 “ Non siete mai stato obbligato a servirmi, potete andare via quando lo riterrete più opportuno”, si voltò di scatto per quanto le era possibile, visto che era ancora seduta sul bordo della fonte, in modo da celare, alla vista del soldato, quelle stille simili a perle che le rigavano nuovamente il volto.

La voce di Hikaru era rotta dal pianto e lei si maledì mentalmente, Lantis protese un braccio verso le spalle della principessa, voleva esserle di conforto, ma all’ultimo fece ricadere l’arto sul fianco.

 “ Per quanto riguarda le mie amiche non resteranno su Sephiro, torneranno a casa molto presto. Lo faranno appena le loro ferite saranno guarite. Non voglio mettere a repentaglio la loro salute. ”, non era da Hikaru essere così apatica e Lantis si accorse che stava facendo del suo meglio per mantenere un atteggiamento più consono al suo ruolo.

Sorrise amaramente, un sorriso che lei non poteva ammirare. Era riuscito nel suo progetto. Godeva del consenso della principessa, finalmente poteva lasciare Sephiro per sempre, eppure nel profondo del suo animo non provava gioia alcuna.  

“ Partirò stasera stessa, oramai non vi è più nessuna ragione che giustifichi la mia presenza. Nessun pericolo minaccia la stabilità del Vostro regno.”, la vide voltarsi lentamente verso di lui, sulle sue labbra si era increspato un sorriso aspro che, mal si intonava, sul volto di una fanciulla spensierata come era stata un tempo.

 

“ Oramai abbiamo una nuova Colonna, niente e nessuno oserà minacciare la pace di questo regno ”, tagliente la rossa riprese a parlare, “ Siete libero di andare Lantis, ora la vostra vita appartiene a voi, ma prima vorrei restituirvi il vostro ciondolo. Era un dono di vostra Madre, è giusto che siate voi a tenerlo”.

Lentamente si era voltata verso il guerriero, gli occhi erano ancora lucidi e, piccole scie rosate erano ben visibili, là dove, le piccole gocce erano scivolate sul suo volto pallido.

La delusione e lo sconforto che provava in quel momento la faceva sentire confusa e fragile, emozioni che non aveva mai provato, nemmeno sul campo di battaglia.

Sentiva il respiro venirle meno, tanto che fu costretta ad inspirare ed espirare più velocemente, come se avesse appena percorso un miglio intero di corsa.  Nuovamente sentiva le lacrime pungerle gli occhi, con un grande sforzo di volontà riuscì a trattenerle, non era più il tempo di lasciarsi andare al dolore. Se poi ci rifletteva bene, le sue erano sofferenze lievi rispetto a tutte quelle che avevano passato i suoi sudditi. 

Si sentiva in colpa per il tono cosi aspro con, il quale aveva parlato, e mai avrebbe pensato che proprio a Lantis si sarebbe rivolta in questo modo, però, questo era la sola maniera per non cedere alla disperazione.

Scosse il capo un’altra volta. Hikaru si impose di mantenere un atteggiamento adatto alla situazione, infondo era pur sempre la nuova Sovrana, il tempo dei giochi era quindi finito ora aveva delle responsabilità.

Si sfilò dal collo il medaglione lentamente, con gesto elegante protese il braccio destro verso il guerriero, porgendogli il monile.

 “ Un dono è sempre un dono.”, posò la sua mano sinistra su quella di lei, sfregandole con il pollice il dorso, con un lieve e gentile tocco che mal si diceva ad uno spadaccino, “ Tenetelo voi Principessa”.

Hikaru trattenne il fiato, il suo sguardo si andò ad incrociare con quello di lui, non erano mai stati così vicini come ora, un piccolo brivido le attraverso la schiena, - Non andare, ti prego-  .

Lantis prese il pendente facendolo scivolare dalle sue dita sottili, con calma avvicinò le mani verso l’esile collo della Sovrana sfiorandolo delicatamente come timoroso di farle male, gentilmente lo allacciò, Hikaru arrossì senza volere nel sentirsi sfiorare la gola.

Per un breve istante, gli occhi scuri di Lantis, si incrociarono in quelli di lei, Hikaru sentì improvvisamente la gola riarsa, con la lingua si umettò le labbra secche, come un piccolo gatto. Lo sguardo di lui ricadde su quelle piccole ed invitanti labbra, Lantis si scansò bruscamente, e la principessa non riuscì fare a meno di avvertire una sgradevole sensazione di mancanza trafiggerle il petto, come mille dardi.

 -Perdonami non posso restare. Non ho la forza necessaria per strapparti dalle tue catene.-, di scattò le diede le spalle con passi sicuri si incamminò verso il sentiero senza più voltarsi indietro.

 “ Tornerete un giorno su Sephiro?” il panico si era impossessata di lei, mandando all’aria i suoi buoni propositi di mantenere un comportamento austero. Quando non ricevette alcuna risposta da parte del guerriero, si alzò dalla fontana,“ Lantis, Lantis tornerete ?” , urlò forte. Nessuna risposta le giunse mai alle orecchie e allora comprese finalmente l’amara verità,ed Hikaru,inerme si limitò ad osservare l’elegante figura sparire  per sempre dalla sua vita.

 

Scosse il capo più volte. Non era sicuramente il momento adatto per lasciarsi andare ai ricordi. Era nelle stanze di Clef ora, con Lantis ancora prostrato in un rispettoso inchino. Smarrita osservò il Monaco Guida, era riuscita solo a pronunciare poche parole e sperava di ricevere almeno un aiuto da parte del mago, ma questi si limitava a sorriderle bonariamente.

“ Potete alzarvi Lantis, non è necessaria tanta formalità.”, parlò infine quasi esasperata, volse lo sguardo per non incontrare quello di lui, altrimenti le parole sarebbero di nuovo mancate.

“ Come desiderate Vostra Altezza”, rabbrividì nell’udire dopo anni, la sua voce possente, Lantis non pareva cambiato di molto, sebbene si fosse fatta più alta, lo spadaccino continua a sovrastarla con la sua figura slanciata; un sorriso divertito si disegno sulle sue labbra dopo molto tempo. Se voleva ammirarlo in volto era ancora costretta ad alzare il capo, proprio come quando era solo una ragazzina di sedici anni, una volta che si era rialzato, la principessa si inchinò a raccogliere i fiori che aveva lasciato cadere.

 “ Potevate farvi annunciare al consiglio e, ai membri della corte, così vi avremmo accolto con una cerimonia degna del vostro grado”, si morse il labbro inferiore nervosamente con tutte le cose che poteva dire questa era la più sciocca ed insensata.

Gli occhi neri di Lantis si rabbuiarono nell’udire quelle poche parole di Hikaru, “ Non è necessario sapete bene quanto io detesti queste sciocche formalità”, con quelle semplici parole era tornato nuovamente il silenzio nella piccola stanza.

“ E poi non mi fermerò a lungo”, si volse ad ammirare Clef, “ Resterò su Sephiro, quanto basta, per porre fine ad un ultimo compito .”.

Il tono che aveva usato non ammetteva repliche e ritenendo superflua la sua presenza nella stanza, Lantis, si diresse verso l’uscio senza dare altre spiegazioni, lasciando i due presenti ancora ammutoliti.

Clef strinse il suo bastone più sereno, alla fine il guerriero aveva accettato, stava andando tutto per il verso giusto, ed ora sorrideva fra se e se, con la coda dell’occhio si limitò ad osservare la Principessa.

Hikaru pareva pensierosa, con la fronte aggrottata e lo sguardo chino a terra, “ Lantis”, la sentì mormorare con una sofferenza mai mostrata così apertamente, quando si accorse degli sguardi di Clef, Hikaru gli rivolse un sorriso gentile.

“ Se non sbaglio siete venuta sin perché volevate farmi qualche domanda?”, gentilmente le indicò con il bastone un seggio libero, “ Uh? Ah no, non ho tempo per sedermi”, rispose dopo aver ammirato con scarso interesse la sedia, lo sguardo inevitabilmente si posò sulla porta.

“ Volevo solo sapere, come procedono i preparativi per il ballo”, il Monaco Guida portò leggermente il busto in avanti in modo da poggiarsi al suo bastone, “ Tutto procede per il meglio, c’è grande fermento a palazzo, non dovete preoccuparvi”.

Ne seguì un breve silenzio poi finalmente Hikaru si decise a porre la domanda che tanto le attanagliava la mente: “ Cosa intendeva dire Lantis? Quale compito deve portare a termine?”

 

Continua…

 

 

 

 

 

  
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