Hikaru raggiunse la sua stanza
senza immaginare di trovarvi, sedute nel salottino, le sue amiche occupate a bere,
quella che, in una sua prima e frettolosa analisi sembrava Tea in compagnia di Plesea e Caldina. Frustrata morse
leggermente il labbro inferiore, se era fuggita da Eagle
era perché voleva restare un po’ sola per riflettere e poi, non si sentiva
molto presentabile, non era solita a badare alle apparenze seppure si impegnava e, non con poca fatica, a rispettare le rigide
regole del protocollo di corte, ma ora si sentiva goffa ed inadatta a sostenere
una conversazione amichevole.
Di fretta passò
il dorso della mano sinistra sugli occhi asciugandosi le ultime lacrime come
meglio poteva, era certa di avere gli occhi gonfi ed arrossati per il pianto e,
come se non bastasse, la sua veste era sgualcita in più punti. Detestava
profondamente gli abiti che era costretta a portare
dato che le impedivano di compiere i movimenti più semplici, più volte in
passato le era stato fatto notare che certi atteggiamenti erano sconvenienti per
una principessa. Camminare a piedi nudi, parlare confidenza con qualcuno, correre
o come spesso desiderava fare arrampicarsi sugli alberi erano gesti divenuti
impensabili. Sorrise un poco, era un pensiero sciocco, eppure, sognava da
sempre di potersi arrampicare sul secolare albero del suo giardino privato,
forse perché su Sephiro, grazie alle sue preghiere,
la primavera era perenne oppure si illudeva di provare
una sorta di libertà nel compiere un gesto così semplice. Non sapeva nemmeno
lei come spiegarsi un simile fantasia e, certamente,
non era di vitale importanza trovare una risposta soddisfacente per
giustificare un tale desiderio in un simile attimo; fortunatamente nessuna
delle quattro ragazze parvero notarla decise quindi di andarsene senza attirare
su di se troppa attenzione.
“ Finalmente,
eccoti arrivata Hikaru ti stavamo aspettando con
impazienza ” la bionda mise la tazzina sul piattino e posò il tutto sul tavolino
dinnanzi a lei, la sovrana di Sephiro si impose di
voltarsi nel modo più naturale possibile “ Perdonatemi amiche mie, oggi mi sono
dovuta soffermare maggiormente sulle mie preghiere, la riunione mi ha portato
via molto tempo e, e non potevo proprio saltarle.” Sorrise alle quattro
nutrendo la speranza di sembrare il più naturale possibile, “
Ma Hikaru qualcosa non va ? Sei così pallida” Umi si alzò di scatto dalla divanetto
e rapidamente si avvicinò alla rossa per stringerle le mani . La giovane
sovrana fece scivolare lo sguardo su ognuna di loro “ Sto
bene. Dico davvero non dovete preoccuparvi, oggi per me è stata una giornata
particolarmente impegnativa sono solo un po’ stanca tutto
qui. E, e poi sapete non mi sono mai abituata a portare
questi abiti. Non avete idea di quanto siano scomode
queste vesti ” con uno strattone gentile liberò le proprie mani, ancora strette
in quelle di Umi, in modo da sollevare un poco la
gonna “ Adesso mi levo questo abito e mi cambio con qualcosa di più comodo ed,
una volta finito, mi siederò con voi così potremo bere…”. Hikaru
si alzò sulle punte dei piedi per ammirare il tavolino “ Cosa
è Tea ? Oh beh ad ogni modo sarà meglio che mi cambi” non disse altro
rapidamente si avvicinò all’armadio e senza badarvi troppo prese il primo vestito che le
capitò in mano, infine di gran fretta sparì alla vista delle quattro ragazze
rinchiudendosi nella stanza da bagno.
“ Vedete anche
voi amiche mie Hikaru non è più la stessa, è sempre
così sfuggente, si vede che nasconde qualcosa, ma si rifiuta di spiegarci cosa”
a parlare era stata Plesea, Caldina
seduta al suo fianco si alzò ed avanzò di un passo“ Da quando
è divenuta principessa non ha mai sottovalutato il suo compito” iniziò esitante
“Ha sempre portato a termine ogni suo dovere con diligenza ed impegno ma…, ma è
come se non fosse più lei” lo sguardo
della giovane incantatrice si posò sull’entrata della stanza dove si era
rinchiusa la fanciulla terrestre. “ E’ tipico di Hikaru
tenere per se i propri problemi, ha sempre cercato di non far preoccupare gli
altri e di risolvere ogni suo incertezza da sola e
sono sicura che è proprio quello che sta facendo ora” Umi
inarco un sopracciglio “ Fuu hai ragione, però se non
si confida con noi finirà con il distruggersi”. “ E’ anche per questo che Clef vi ha convocate ne sono certa, vi ha fatto venire per cercare di
aiutare la nostra Principessa e con lei, Sephiro ”
dopo aver udito le parole di Plesea, Fuu ed Umi si scambiarono uno
sguardo di intesa, avrebbero fatto di tutto per aiutare la loro amica .
Quando le
pesanti porte in legno d’ebano si richiusero alle sue
spalle la ragazza si lasciò scivolare lentamente sul pavimento lasciando
cadere,in malo modo,la veste al proprio fianco, un sospiro le sfuggì dalle
labbra nello stesso istante in cui la rossa reclinava il capo per appoggiarlo
sullo stipite dell’uscio.
La mano destra accostò
alla scollatura in modo da prendere il ciondolo regalatole da Lantis, con la sinistra la
fanciulla sfiorò appena l’oggetto, come timorosa di graffiare quel semplice
monile. Chiuse gli occhi mentre lentamente avvicinava
al volto il medaglione, si figurò nella mente,quasi crudelmente,di ricevere una
carezza da parte dello Spadaccino Magico.
– Sei tornato e questo mi basta- per i rimorsi di aver formulato un
simile pensiero e per aver compiuto una tale azione ci sarebbe stato tempo, ma ora non poteva e,soprattutto,non voleva imporsi di
pensare ad altro fino a quando non sentì un tuono squarciare l’aeree. Alzò il
capo di scatto e sempre di scatto aprì gli occhi “ Sephiro ” pronunciò con voce bassa, immediatamente mollò la
presa sul pendente in modo tale da congiungere le mani in atteggiamento di
preghiera.
Lantis osservava,con sguardo impassibile dal vetro della sua stanza,il
castello. Tutto era proprio come lo ricordava nulla sembrava cambiato, il
maniero a forma di cristallo, la vegetazione rigogliosa e verdeggiante, se
chiudeva gli occhi poteva quasi sentire il profumo dei fiori e l’aria fresca
sferzargli sul viso. E pensare che solo pochi anni prima, con la scomparsa
della prima colonna, Sephiro rischiava la completa
distruzione; le condizioni del pianeta si erano inasprite a tal punto da
rendere aride le terre un tempo fertili, la terra
stessa era diventata instabile tanto che era facile ammirare dal castello
enormi massi sollevarsi dal suolo e sgretolarsi nell’aria. Quelli furono i giorni più cupi registrati negli memorie storiche, tutto sembrava perduto, difendersi
dall’attacco di Pharen, Cizeeta
e Ootozam sembrava impossibile e poi, poi su Sephiro fecero ritorno i cavalieri magici e con loro era
arrivata lei.
Strinse i pugni
senza distogliere lo sguardo dal castello assottigliandolo lievemente, Hikaru,il cavaliere magico del
fuoco era solo una ragazzina fragile e indifesa tormentata dai rimorsi per aver
assassinato Emeraude e suo fratello Zagart.
Non le faceva
una colpa e mai gliela avrebbe fatta anche se provava
un sentimento di profondo affetto nei confronti di suo fratello; Zagart aveva scelto una strada impossibile da percorrere,
ed egli era ben consapevole delle proprie azioni così come lo era la
principessa. E
poi come poteva accusarla? Il destino di un cavaliere magico era molto crudele,
accettare una sorte fatta di sangue e guerre era già dura per lui, figurarsi
per delle ragazzine convocate da un altro mondo.
E poi non riusciva ad accettare
l’idea di saperla sovrana di un regno come Sephiro,
non tollerava il pensiero di saperla legata indissolubilmente ad una vita di
solitudine, non lei. Lei sempre così vitale e allegra. Da subito ne era rimasto affascinato benché continua a negarlo, non
poteva fare altrimenti se voleva restarle lontano e rendere il distacco meno
doloroso, però ora gli era impossibile imporsi di non pensare a lei, adesso che
era così vicino alla fanciulla terrestre. Hikaru da
timida e dolce sapeva tramutarsi in un valorosa guerriera,
tuttavia la principessa di Sephiro non era una
sanguinaria. Più di una volta l’aveva osservata, quando credeva di non essere
vista da altri, in lacrime rivelandola più fragile di quanto potesse
credere.
Ricordava molto
bene il momento in cui Mokona l’aveva designata
insieme, al suo più caro amico, Eagle, come adatta a
percorrere la strada per divenire la nuova Colonna. Ben vivo nei suoi ricordi
era la stretta avvertita allo stomaco e l’angoscia impossessarsi del suo freddo
animo di guerriero. Impotente non ebbe altra scelta che aspettare la fine della
battaglia ed, ancora una volta, Hikaru aveva
dimostrato la sua nobiltà d’animo salvando così Eagle,
dal suo triste destino di morte.
–Mokona- strinse i pugni e abbasso un poco astioso il capo,
il creatore non aveva voluto cedere alla richiesta della fanciulla
terrestre, il sistema della Colonna non era stato mutato e lui comprese proprio
in quel momento di doversi allontanarsi da lei, non poteva rischiare di
metterla in pericolo per colpa dei loro sentimenti. Era questo il suo dovere in qualità di Spadaccino Magico. Dovere, le labbra si
curvarono in un sorriso irriverente, il suo dovere era quello di rispettare
delle leggi assurde, iniziava a capire i pensieri di suo fratello ora, per
salvare la principessa doveva solo fingere di odiarla, si
quella era l’unica soluzione possibile, eppure sentiva il sangue ribollire per
la collera. Un giorno di questi sarebbe impazzito ne era
certo, non era da lui scoraggiarsi in questo modo inspirò quindi lievemente e
tornò a rilassarsi; non si voltò quando percepì il rumore di passi avvicinarsi per
il corridoio, da quel lieve suono era riuscito a identificare la persona a cui
appartenevano prima ancora del suo ingresso nella stanza.
“ Sei più
silenzioso del solito Lantis” il giovane guerriero si
volse e, con la solita espressione imperscrutabile, si limito a fissare il
nuovo arrivato con aria apparentemente annoiata “ Suvvia Lantis
non fare quei musi lunghi, da parte tua mi aspettavo una accoglienza
più calorosa infondo, se non mi sono fermato al castello per la notte era per
non lasciarti qui da solo.”.
Eagle sorrise, un sorriso dolce e
caloroso come erano soliti incresparsi sulle sue
labbra, si lasciò infine cadere stancamente sul divanetto in una posizione
scomposta. “ Ah incontrare la tua Hikaru è stato più
stancante del previsto” sorrise divertito quando sentì
provenire un piccolo grugnito di diniego da parte dell’amico “ Il protocollo di
corte è davvero terribile, ora capisco perché sei voluto rimanere qui a saperlo
l’avrei fatto anche io, però ne è valsa la pena infine. Lo sai la principessa
si è fatta molto più carina anche se…” . Lo Spadaccino
Magico si avvicinò al retrò del divanetto “ Eagle
smettila sono stanco di sentire le tue lamentele, non mi farai cambiare idea e
non scenderò da questa astronave fino a quando non
darai l’ordine di ritornare ad Ootozam. ” il giovane
dai capelli argentei sollevò entrambe le mani in segno di resa “ Come vuoi tu Lantis, ma prima o poi dovrai
scendere dalla Nsx. Clef
vuole parlarti mi ha detto di riferirti che ti vuole incontrare perché dovete
discutere su una questione urgente, ed in qualità di
maestro e amico, spera in una tua risposta affermativa. Mi ha detto, inoltre,
di ribadirti che si tratta di un ultimo compito in
veste ufficiale di Spadaccino magico” frustrato Lantis
si fermò sulla soglia della porta, Clef voleva
incontrarlo e questo non era un buon segno, stava forse per verificarsi qualcosa di spiacevole
sul suo pianeta natio ? Volse il capo appena verso il principe di Ootozam inarcando un
sopracciglio nero, un conflitto era nato dentro lui, accettare significava
correre il rischio di rivederla e lui non voleva. Sapeva fin troppo bene di non
aver ancora fatto chiarezza sui suoi sentimenti, o meglio, già da tempo sapeva di ricambiare l’amore per la nuova
principessa, un amore inaccettabile sia per le dure leggi del suo mondo e sia
per il suo senso di lealtà verso Sephiro. Rivederla però
significava soprattutto correre il rischio di metterla in pericolo di vita
proprio a causa dei suoi sentimenti che, era certo, non avrebbe potuto tenere
celati una volta trovatosi al suo cospetto.
E questo non poteva permetterlo. Era molto più semplice l’imporsi di disprezzarla e starle lontano sapendola viva, si sentiva
un vigliacco e lui un vigliacco non lo era mai stato. Era meglio una fuga che
affrontare una guerra persa in partenza.
“Amico mio mi
stai ascoltando? Incontrerai il Monaco Guida ? ” il
ragazzo sospirò scoraggiato dai continui silenzi dello Spadaccino “ Incontrerò
domani mattina il vecchio Monaco Guida a condizione che sia
solo” non disse altro e l’albino sorrise fra se e se quando le porte
dell’astronave si richiusero al passaggio del guerriero, convincere Lantis non era stato poi così difficile.
Quando fece il
suo ritorno nella camera Hikaru si sentiva un po’
meglio, non si
era cambiata poichè, nella fretta, per errore aveva
preso una camicia da notte quindi si era limitata a sciacquarsi il viso e
sciogliere i capelli dalla lunga treccia ramata.
Si era seduta
vicino ad Fuu ed Umi ed insieme avevano parlato a lungo con Caldina e Plesea, tanto che avevano
persino saltato la cena. Si era limitata a mangiare qualche biscotto, seppur
controvoglia, per non far preoccupare le ragazze, non sentiva i morsi della
fame lo stomaco le si era chiuso per la tensione, anche
se era riuscita a trovare un po’ di serenità stando in compagnia delle sue
amiche. Avvicinò la mano sinistra alla bocca in modo da celare educatamente uno
sbadiglio,immediatamente Plesea
e Caldina si misero in piedi “ Principessa vi
chiediamo il permesso di ritirarci nelle nostre stanze ” parlarono all’unisono
e Hikaru ridacchiò divertita. “ Quante volte vi ho
ripetuto di non usare un tono così formale quando siete
sole con me, sapete bene che potete andarvene quando volete” volse lo sguardo
prima su Fuu e poi Umi
sorrise lievemente le sue amiche avevano decisamente un aspetto molto stanco si
alzò a sua volta dal divanetto .
“ Plesea, Caldina prima di andare
ho da chiedervi un favore, vi prego potete accompagnare le mie amiche nelle
loro stanze? Sicuramente saranno stanche ” Umi
strinse le mani per poi tornare ad aprirle di scatto “ Ma
Hikaru noi non siamo stanche …” Fuu
si affrettò ad appoggiare la mano sinistra sul ginocchio dell’amica in modo da calmarla “ Hikaru
ti ringrazio per la tua premura sia io che Umi siamo
molto affaticate e poi anche tu non hai avuto certamente una giornata facile”
la bionda si alzò porgendo la mano all’azzurra.
Umi annuì per poi alzarsi senza
accettare l’aiuto dell’amica, non era certo intenzionata a mancarle di rispetto,ma non stava poi così male per farsi aiutare ad alzarsi da
un divano “ Si scusaci Fuu ha ragione” iniziò passano
la mano destra fra i lunghi capelli “ Il viaggio per venire sin qui è stato stancante e rocambolesco come al
solito del resto” si lamentò, Fuu rise mentre faceva
ricadere al suo fianco il braccio .
“ Come vuoi tu Hikaru
accompagneremo i cavalieri magici nelle loro stanze” Caldina
e Plesea avevano parlato nuovamente insieme ed,
un sorriso divertito fece nuovamente capolino sulle labbra della sovrana“ Andate
pure io non vi trattengo” le quattro non dissero altro si limitarono a compiere
un inchino accennano ed uscire nella camera.
Una volta
rimasta sola prese la camicia da notte che aveva precedentemente
abbandonato su di una poltrona ed, una volta cambiatasi, si specchiò brevemente,
lo sguardo ricadde distrattamente sulla sua corona. In apparenza il diadema era rimasto immutato
nell’aspetto, però nel momento in cui era stata scelta come sovrana la corona
si era adattata a lei. Il grande zaffiro centrale si era tramutato in un rubino
scarlatto mentre la forma del gioiello era rimasta
inalterata. Alzò lentamente il braccio sinistro in modo da sfiorare la pietra
preziosa, il rosso era stato associato al nuovo stemma regale, immaginava che
non poteva essere altrimenti, la tinta le ricordava il
fuoco. In passato aveva il totale controllo su tale potere come cavaliere
magico, in qualità di principessa aveva il controllo su ogni singolo elemento,
ma il fuoco e la luce erano i poteri che sentiva di controllare con maggiore
naturalezza. Tentare di sfilare la corona dal capo era impossibile e già da tempo ci aveva rinunciato era come una sorta di catena
indistruttibile ed oramai era divenuta parte di lei, anzi a dire il vero non
era poi così scomoda come in un primo momento aveva immaginato, quando
appoggiava il capo sui cuscini o quando lavava i capelli era come se l’oggetto
non ci fosse, anche se sapeva che in realtà non era così.
Si stiracchiò
un poco camminando a piedi nudi si avvicinò al grande
letto a baldacchino, si sporse sul comodino in modo da soffiare sulla fiamma
della candela che, da pochi istanti, era rimasta l’ultima fonte di luce della
stanza. Fu solo quando rimase al buio che
silenziosamente la sovrana si lasciò cadere pesantemente sul letto. I suoi
capelli ricaddero in soffici onde scarlatte sul cuscino e facevano contrasto al
bianco candore delle coltri, chiuse gli occhi e si rigirò sul fianco
rannicchiandosi in posizione fetale. Inspirò piano ed espirò altrettanto debolmente,
le parole di Eagle le
tornarono in mente “ Lantis
è tornato a Sephiro, sono sicuro che questa notizia
ti interessa molto”.Quanto
le era mancato? Nemmeno lei sapeva rispondersi e ogni volta più pensava a lui
e, al modo in cui l’aveva trattata l’ultima volta in cui avevano parlato, si
ritrovava a pregare con maggiore impegno. Ora che era tornato poteva
dimostrargli di essere all’altezza di un simile incarico, anche se le sue mani
si erano macchiate del sangue di Zagart e di Emeraude. Questa punizione era
la più adatta per una come lei, il suo isolamento le
permetteva così di ricordare le sue azioni abiette e di prendere decisioni con
maggior criterio per il bene collettivo.
–Illusa. Sei un’illusa Hikaru
non avrai mai il suo perdono- sorrise amaramente, parte del suo
cuore si divertiva a giocare crudelmente con i suoi sentimenti più nascosti,
per sua fortuna quasi immediatamente interveniva la sua parte razionale che le
ricordava di relegarli, nella parte più profonda del suo animo.
Il sonno quella
notte, per qualche inspiegabile ragione, tardava ad arrivare si rigirò nel
letto più e più volte ed infine riuscì a prendere sonno solo
quando strinse il medaglione che portava al collo.
Il sole splendeva
alto nel cielo e Lantis camminava con passi
frettolosi nell’ala che
conduceva nello studio di Clef, una volta giunto
dinanzi la porta non si fece scrupolo di bussare entrando direttamente nella
stanza.
Clef era seduto sul suo scrittoio
e sembrava concentrato sulla lettura di alcune antiche
pergamene “ Non hai mai perso la pessima abitudine di entrare in una stanza
senza prima bussare” il giovane guerriero ammirò sorpreso il Monaco Guida
ancora chino sulla sua lettura. Clef aveva il potere
di stupirlo ogni volta,
era infatti riuscito ad avvertire la sua presenza anche se
impegnato in chissà quali complicati studi, a giudicare dallo stato delle
pergamene doveva trattarsi di incantesimi molto antichi. “ Ad ogni modo hai accettato di incontrarmi,
anche se con un giorno di ritardo” il guerriero storse la bocca “ Clef non perdere tempo con inutili chiacchiere, Eagle mi ha detto che volevi
parlarmi di qualcosa di importante.”
Con l’aiuto del
suo bastone il Monaco Guida si alzò dalla sedia e
aggirando lo scrittoio si avvicinò un poco allo spadaccino “ Pazienta mio
giovane amico” Clef scosse il capo “Si hai ragione
quello che sto per dirti è molto importante. Sono sicuro inoltre che quello che
ascolterai non ti piacerà affatto. Riguarda Hikaru, ho ragione di credere che
la sua vita è in pericolo…” Il monaco alzò un poco bastone come a voler
azzittire per tempo Lantis “ Non è questo il momento
delle domande fammi prima finire quello che sto per dirti. Ho avvertito una
presenza ostile, seppur in forma lieve, e la cosa che mi preoccupa maggiormente
è che la principessa stessa non si è accorta di nulla. Probabilmente si tratta
della mia immaginazione, però, Hikaru mi parsa più
stanca del solito e questo è molto strano, temo per la sua incolumità ed ho ragione di credere che il pericolo più grande si
manifesterà proprio nella sera del gran ballo. Ti chiedo quindi vegliare su di
lei sino al giorno della festa, se non accadrà nulla
potrai ritenerti libero di andare dove più ti aggrada. Lantis
ti prego inoltre di mantenere segreta questa nostra conversazione, nemmeno i
cavalieri magici sanno nulla di quel che ti ho detto. So di potermi fidare di
te non è vero mio giovane amico ? ”.
Clef strinse con entrambe le mani il bastone una volta finito di parlare ed ora, attendeva
la risposta del giovane Spadaccino “ Io…” iniziò il guerriero schiarendosi un
poco la voce, “ E’ vero in passato ho giurato di servire fedelmente
Hikaru era divenuta ancor più
bella di quanto ricordava, i lunghi crini rossi erano raccolti nella solita
treccia che le ricadeva morbidamente lungo la spalla sinistra mettendo il
risalto il collo sottile niveo della fanciulla, la
figura esile era esaltata da un elegante abito ramato finemente ricamato con fini
arabeschi .
Quando i suoi occhi scuri
incrociarono quelli cremisi di lei, Lantis avvertì
l’impulso di stringerla fra le braccia, non si accorse neppure di essersi
avvicinato a lei. Una volta trovatosi a pochi passi da ella,
con gesti eleganti si inchinò piegando il capo in modo da distogliere lo
sguardo da quello della principessa.
“ Vi do il mio
bentornato su Sephiro, Lantis
” parlò la fanciulla dopo un silenzio interminabile.
Continua…
Ringraziamenti:
Volevo
ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia e in particolare Femke e Shirin che hanno lasciato un commento. Sono felice che la storia vi
piaccia, spero di non deludere nessuno con questo secondo capitolo che a dir la verità mi convince molto poco. Un saluto, Merit