Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Virginia Of Asgard    01/07/2013    1 recensioni
Erin Bridget Bishop è una 17enne disadattata e sola.
Dopo due anni, lontana dalla sua patria natale, ora si trova costretta a farvi ritorno, ma parecchie cose cambieranno. Ha compiuto 17 anni, la profezia sta per avverarsi, ed i Signori di Salem stanno tornando da gli inferi, assetati di vendetta più che mai.
Sono tornati, John Hathorne e Jonathan Corwin , i due signori di Salem, i due cacciatori di streghe.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

        
A Destra Joseph Morgan As Jonathan Corwin; A Sinistra Johnny Depp As John Hathorne.

Capitolo II

«Erin!» Fu la voce terrorizzata della madre, a risvegliare la ragazza, che traumatizzata  si allontanò lentamente.
«andiamocene via!» sussurrò un po’ troppo enfaticamente. Claudia la fissò;  perché c’era qualcosa che non andava in sua figlia? Perché era così strana? Perché non aveva amici?
D'altronde si era sempre chiesta che diavolo avesse sbagliato con lei. Era forse stata l’assenza di un padre nella sua vita? Andiamo! Anche lei era cresciuta senza un padre, eppure era una donna normalissima! Una donna che si sfondava di lavoro dalla mattina alla sera, per mantenere Erin e sua suocera – quella vecchia pazza e mezza muta – eppure non aveva ricevuto nulla in cambio.
«La vita a volte è ingiusta…» commentò freddamente, mentre si faceva strada – seguita da Erin – per fare ritorno all’auto. Nessuno osò parlare di ciò che era appena successo, né Claudia decise di domandare che cosa diavolo avesse fatto sua figlia in quei dieci minuti tra i boschi. Era certa di non volerlo sapere.
In effetti sua madre aveva ragione, però non poteva dire che Erin fosse senza amici! Un’amica, in verità, l’aveva: Rita, la ragazza che si impiccò nella sua taverna, dopo una dura delusione d’amore.
In ogni caso l’auto era arrivata a destinazione, il camion degli immobili sarebbe arrivato poco più tardi. Nel frattempo in cui la madre e Nonnina si davano da fare con quei pochi – ma pesanti – scatoloni caricati nell’auto, Erin pensò bene di allontanarsi per fare un giretto nel bosco. Giusto per andare a spiare un po’, i nuovi, pazzi vicini di casa.
Il sentiero che divideva la sua modesta casa, dal gran Castello Nero, era piuttosto corto e semplice, se non fosse stato tutto, completamente, in pendenza verso l’alto. Un orrore di salita, ma si sa che la discesa talvolta è anche più faticosa e pericolosa della salita!
A pensarci bene, non aveva nemmeno una torta o un presente da portare con se, almeno una piccola scusa per presentarsi così, all’improvviso… senza alcuna scusante logica.
Lungo il piccolo cammino che stava seguendo, Erin s’imbatté senza volere, contro  una lapide fredda e marmorea.
«Oh scusa Mortimer, non volevo calpestarti!»
 
Il gran castello appariva trionfante, al disopra di quel colle costellato da anni ed anni di parentela defunta e putrida.
Davvero, Erin non riusciva proprio a capire quale diavolo di un pazzo, non si sarebbe sentito lievemente in soggezione, da quelle centinaia di pietre funebri!
Il campanello in ottone lucidato ( da poco ), mostrava due grandi lettere, seguite da un punto, e poi da un cognome.
Diceva precisamente: “J. Hathorne & J. Corwin”. Per un attimo, la ragazza, fu addirittura tentata nel suonare il campanello, giusto per curiosità, giusto per sapere chi aveva come vicino inquietante e macabro. Tutto qua. Ma non lo fece, al contrario si affrettò ad andarsene, tutte quelle lapidi erano davvero inquietanti!
Distrattamente e presa dalla fretta, Erin si trovò ad inciampare impacciatamente sul piede di qualcuno, cadendo a terra rovinosamente. Possibile che fosse incappata proprio nel cupo abitante del Castello?
La ragazza alzò il suo sguardo verso due iridi stranamente scure, impressionati e penetranti come lame d’acciaio, erano nere e buie come la notte, non riusciva nemmeno a distinguere la differenza fra l’iride e la pipilla! Erano due occhi piccoli, dal taglio lungo ed affusolato; L’uomo avrà avuto sulla trentina d’anni, biondo dai capelli lunghi e mossi, ed una lieve barba incolta a fior’ di pelle. Erin rabbrividì, era davvero un bell’uomo!
«Mi… mi scusi, signore…» balbettò da terra. Oh Mio Dio, era ancora spiaccicata a terra, dannazione!
«No, scusami tu, non ti avevo vista!» Esordì l’uomo, aiutandola ad alzarsi. Erin si schiarì la voce, imbarazzata «Hem…g-grazie» asserì confusa la ragazza, c’era stato qualcosa che era scattato dentro di lei, nonappena quel tizio le aveva stretto la mano. Una sottospecie di visione orrenda: una donna che bruciava viva, con una pesante maschera di ferro sul volto. La ragazza chiuse velocemente gli occhi, per evitare di incrociare lo sguardo con quell’uomo, o peggio, sfiorarlo nuovamente.
«Hey ragazzina, va tutto bene?» sentì la sua voce profonda, richiamarla ad aprire gli occhi. «Tutto bene, grazie. Ah, lei è il nuovo…”vicino”?» domandò in un attimo di pura lucidità mentale. Non voleva sembrare… “quella strana” per l’ennesima volta!
L’uomo sorrise porgendole la mano, «Jonathan Corwin, piacere!» asserì nel momento in cui Erin – timorosa – gli aveva stretto la mano.
«Erin Bishop, pi-piacere mio» disse la ragazza, levando velocemente la mano da quella stretta pericolosa.
All’udire quel nome, qualcosa scattò all’interno delle memorie del Giovane Jonathan Corwin. Quel cognome, stranamente non gli era poi così nuovo. Non gli restò altro che guardare la ragazza negli occhi – due grandi iridi color cielo in tempesta – e così poté rimembrare dove diavolo avesse mai sentito quel nome. In effetti non gli era mai sembrato poi così estraneo, quel volto.
***
Il giovane Corwin accorse alle sue stanze, dopo aver conosciuto la sua vicina di casa.
«John!» esclamò il ragazzo, chiamando più volte il suo coinquilino. «John, vieni, presto!»gridò, in modo da farsi sentire per bene.
«Diamine, Jonathan, che vuoi?» domandò  l’uomo dai capelli scuri – legati in una coda – ed una comoda tenuta da casa; «Tentavo di dormire, sai, è giorno!» ringhiò infastidito, e piuttosto innervosito.
«Taci e piantala di lamentarti, John! C’è una ragazza, una ragazza che ho conosciuto prima, per strada…» l’uomo non fece a tempo a concludere la sua fantomatica frase, che l’amico lo interruppe con l’intento di tornarsene a letto, a dormire; «te la vuoi scopare, molto bene, mi fa piacere, ora Buona Notte Jonathan.» esordì  John, tentando di tornare alle sue stanze. «Frena, Amico! Avrà meno di quindici anni! Ma non centra nulla, cazzo! Quello che voglio dirti è che si chiama Bishop, di cognome, ti dice nulla?!» asserì l’altro con pieno sarcasmo. Allora John si fermò, e spalancò gli occhi, e la bocca, formando una perfetta ‘O’ per lo stupore.
Si erano trasferiti li, al Dooms Village, dopo essersi accertati che, in effetti, quelle donne Sataniche si stavano ripopolando. Non era bastato, Trecentoventuno anni fa, uccidere tutte quelle Streghe, perché qualcuna di loro era comunque riuscita a dare alla luce un’erede donna, prima di bruciare, senza essere poi scoperta. Qualche bastarda come poteva essere stata quella Locandiera di Bridget Bishop! Quella lurida, Satanica puttana del Diavolo, era riuscita a dare al mondo un’altra infetta piaga del male! La rabbia e lo stupore di John si stavano miscelando in qualcosa di al più presto distruttivo.
«Mi vuoi dire che abbiamo trovato… una presunta antenata?» domandò John, più interessato alla questione. John non rispose, incerto.
«Un’altra servitrice di Satana» esclamò Jonathan, con una smorfia tra lo schifato ed il contrariato.
«Non ne siamo certi,  Jonathan. Non ne siamo per nulla certi!»  ribadì l’amico, contrariato dalla reazione forse troppo avventata dell’ex Reverendo John Hathorn.
«Ricomincia la caccia, finalmente!» esclamò John con una strana luce malefica negli occhi, una luce perversa e piena di piacere sadico, una luce che batteva dentro di lui; Non vedeva l’ora di ricominciare a vedere quei corpi bastardi, bruciare sotto le SUE fiamme ardenti.



______________________________________________________________________________________________________________________________________

Angolo dell'autrice;
Ecco a voi presentati John e Jonathan, i due cacciatori di streghe, Che dire, John è il mio preferito, perché è cattivo, figo, ed interpretato da quel gran pezzo di bell'uomo di Johnny Depp, per cui, non saprei che dire se non, spero di avervi almeno un po' incuriositi ;)

A bien Toi,

Je vis pour elle_

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Virginia Of Asgard