Capitolo 18. La resa
dei conti
Passarono in questura per la firma e Magliani fece
intuire a Guido di avere
delle novità su cui voler discutere, ma preferiva evitare di
farlo di fronte ad
Azzurra.
Lui la riaccompagnò a casa e poi avrebbe
raggiunto l’ispettore.
“Sei sicura che non vuoi che salga con
te?”
“No, non ti preoccupare, penso che ci sia
Eli, ho fatto prendere un bello
spavento anche a lei e a Kate, poi mi metterò a tavolo di
disegno e lì le
energie mi torneranno sicuramente”
“Va bene, basta che non ti muovi di casa.
Ricordati dell’obbligo di dimora
oltre che di firma”
“D’accordo signor
giudice” rispose con uno sbuffo divertito lei.
“Ti chiamo più
tardi” le diede un bacio Guido “qualsiasi cosa
chiamami tu”
Fu lei a darle un altro bacio, prima di scendere dall’auto e di rincasare, quando entrò nell’appartamento si rese conto ben presto che era vuoto. Aprì le tapparelle e si preparò un caffè, in cucina c’era un post-it di Eli
“Sono fuori
per delle lezioni universitarie e poi farmacia. A stasera. Fai la brava”
Si mise al tavolo da disegno e si voltò
un paio di volte in direzione del
bagno le era parso di sentire dei rumori “Meglio chiudere la
finestra o
abbassare la tapparella”
“Troppo tardi amore mio”
“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!”
venne braccata alle spalle e qualcosa di
duro e freddo puntato alla tempia, era una pistola.
“Zitta, stai zitta, altrimenti ti
ammazzo Azzurra e credimi
ne sarei capace”
“Lorenzo… Lorenzo
lasciami”
“No mia cara, tu devi seguirmi in un
posticino, quindi, meglio mettersi
d’accordo o lo fai con le buone o ti costringo con le cattive
e non ti conviene
secondo me”
“MA SEI IMPAZZITO! TU SEI
PAZZO” urlò lei
“BASTA! Non voglio sentirti dire una
parola di più, per tua fortuna
stavolta non sarai tu a parlare, a disperarti, a farti consolare,
stavolta
tocca a me… voglio spiegarti tante cose, amore bello, ma non
qui, ho bisogno
dell’atmosfera giusta, del posto giusto”
“Ma dove mi vuoi portare? Ma cosa vuoi da
me? Lasciami, ti prego”
“Ti lascio ad una condizione…
tu vieni con me senza fare storie, senza
battere ciglio, altrimenti preparati al peggio Zuri cara”
“Io non voglio venire con te da nessuna
parte, vattene via, oppure mi metto
a urlare, o chiamo la polizia, oppure chiamo...”
“NO! Tu non chiami proprio nessuno,
è chiaro. Lo vuoi capire o no che ti
ammazzo come un cane se non fai quello che ti dico io!” le
disse premendole di
nuovo la pistola alla tempia.
“Il bambino!
Il mio bambino non posso metterlo in
pericolo. Non posso” constatò
lei.
“Va bene… va bene, parliamo,
mi vuoi spiegare delle cose, d’accordo,
sediamoci con calma e ne parliamo”
Lui mollò la presa e si mise davanti a
lei sempre con l’arma in pugno.
“Non qui!”
“Ma io ho l’obbligo di dimora,
di firma, non posso muovermi da questa casa”
“Però il tempo per scappare
stanotte a Modena l’hai avuto?”
Lei sbarrò gli occhi “lo sai
anche tu?”
“Sapessi quante cose so tesoro mio, non
sarà un problema andare a un km da
qui, andiamo alla Masalor, puoi stare tranquilla. Azzurra tu puoi
fidarti di
me, sempre”
“Alla Masalor?
Perché?”
“Perché lì
è cominciato tutto e lì finirà, non
devi avere timore di nulla”
“E’
pazzo, Lorenzo è impazzito, ha davvero bisogno
dello psichiatra, delle cure”
pensò lei intimorita e preoccupata.
“Senti io non ho molto tempo, va bene,
quindi o decidi di tua spontanea
volontà oppure ti ci porto io, non farmi arrabbiare Azzurra,
come vedi io ti
lascio sempre la possibilità di scegliere”
“Alla
Masalor, non mi ha proposto di andare in aperta
campagna e se avesse voluto farmi veramente del male,
l’avrebbe già fatto, poi
alla maison ci sono decine di persone ogni giorno, il custode, la
sicurezza”
“Va bene, ma basta che facciamo in
fretta, visto che lo sai, dopo quella
stupida fuga di ieri sera e di stanotte, la polizia mi sta addosso e
non voglio
mettermi in altri guai”
“Faremo presto non preoccuparti, ma devi
lasciare qui tutto, borsa,
cellulare, non voglio che nessuno ci disturbi”
Lei annuì e si apprestò a
seguirlo alla porta e poi lui si voltò per
un’ultima minaccia “non provare a fare scherzi
Azzurra perché ti giuro che te
la faccio pagare se solo ti azzardi”
Lei annuì di nuovo,
quell’incubo sarebbe mai finito?
***
“Ettore, allora, quali novità
ci sono? E perché non me ne hai voluto
parlare davanti ad Azzurra, io con lei ormai non ho più
segreti”
“Perché le novità
riguardano sempre Lorenzo Barricati e dato i rapporti tra
loro due, non voglio rischiare fughe di notizie, dottore.
C’è un nuovo filone
di indagine, da pista embrionale quella del possibile omicidio ordito
dal nuovo
presidente della Masalor sta prendendo sempre più piede,
anche il giudice che
l’ha sostituita se ne sta convincendo sempre più,
al punto che sta pensando di
rivedere e revocare i provvedimenti restrittivi a carico della
dottoressa
Leonardi”
“Ma questa è una notizia
bellissima, finalmente qualcosa sta cominciando a
girare nel verso giusto, io lo sapevo che tu Magliani sei un ottimo
investigatore
e che da quel quadro così perfetto, avresti intravisto le
crepe. Cosa è
emerso?”
“L’alibi di Lorenzo Barricati
non esiste più. Ha lasciato la macchina al
tennis club, ha affittato un campo più isolato,
l’hanno visto prima, l’hanno
visto dopo l’ora in cui ha noleggiato il campo, ma non
durante, la sua auto è
sempre stata parcheggiata lì, ma dalla Masalor a quel
circolo anche a piedi la
distanza può essere coperta tranquillamente in pochi
minuti”
“Non c’è nessuno che
può testimoniare di averlo visto allenarsi su quel
campo, ma nessuno l’ha nemmeno visto alla Masalor”
concluse Guido.
“Ed è qui che si sbaglia,
qualcuno che l’ha visto alla casa di moda ed ha
reso informazione sui fatti proprio stamattina, l’ho
torchiato personalmente mi
creda e sono stato molto bravo”
“Davvero? Chi?”
“Il custode della maison, ha visto
Barricati entrare e uscire, ovviamente
il caro Lorenzo ha giocato la carta affettiva, Sandro Cassani, lavora
lì da più
di trent’anni, fu Savino Barricati stesso ad assumerlo, il
padre di Lorenzo,
con gli anni era diventato un uomo di fiducia della famiglia ed anche
la cara
signora Marilù riponeva estrema fiducia in lui, per Lorenzo,
invece, ha
rappresentato il padre che ha perso qualche anno fa. Ma gli ho
ricordato
qualche articolo del codice penale, qualche condanna in cui si incorre
se si
favoreggia un delinquente, se si omette ciò che si conosce,
se si mente sui
fatti. Vuole bene a Barricati ci tiene al suo lavoro, ma la Masalor
è ormai
affondata e il custode è un buon uomo ha capito che
collaborare era la scelta
più idonea”
“La casa di moda è condannata,
vero?”
“Beh dopo la morte dei suoi proprietari
originari, dopo lo scandalo
dell’omicidio di Pèrez e se arrestiamo anche
Barricati, credo che della Masalor
resteranno solo macerie”
“Povero amore
mio ci ha creduto così tanto in quel
progetto ed ora sta andando tutto a monte”
***
“Perché mi vuoi portare alla
casa di moda?” Azzurra cercò di usare toni
calmi e pacati “Se vuoi parlarmi, se vuoi spiegarmi potevamo
restare anche a
casa mia”
“No, non era il posto giusto, alla
Masalor ho preparato una sorpresa per
te”
“Una sorpresa?” chiese lei non
sapendo se interpretare questo messaggio
come una consolazione, come una nota positiva o come qualcosa di tetro,
paranoico, sinistro. Non aveva un bel presentimento però, il
tono di Lorenzo
non le piaceva, non l’aveva mai visto così,
parlare in quel modo, agire in quel
modo. Possibile che negli ultimi sei mesi la persona che aveva accanto
era
cambiata così tanto e lei non se ne era mai accorta? Oppure
era sempre stato un
altro e lei non l’aveva mai visto? Può un uomo
dolce, sensibile, disponibile,
affettuoso, complice come Lorenzo diventare uno che ha
forse commesso un omicidio e ti punta una pistola addosso
costringendoti a
seguirlo?
“Non avere timore di me, se fai
così mi deludi amore, sono io, sono il tuo
Lorenzo e voglio solo dimostrarti che quando si ama si è
disposti a tutto per
il proprio amore. Dopo la morte di mia madre, io ho solo due grandi
amori nella
mia vita Azzurra, te e la Masalor e non avrei mai voluto perdere
nessuno dei
due”
“Si, era
decisamente fuori di sé e questo la
angosciava, aveva paura per sé e aveva paura per il suo
fagiolino, che diavolo
aveva in mente Lorenzo? Le avrebbe fatto del male?” era terrorizzata ed in quel momento avrebbe voluto
solo una cosa: Guido!
***
Guido era da più di mezz’ora
che cercava di rintracciare Azzurra e non vi
riusciva, cellulare e telefono di casa squillavano sempre a vuoto,
aveva
chiamato Elisa e Kate e nessuna delle due l’aveva
né vista né sentita? Cosa era
successo ora?
“Si è semplicemente
addormentata come l’altra volta, te l’ha detto
anche
lei che quando dorme non sente nemmeno le cannonate, ha il sonno
pesante. E’
incinta, sarà stata stanca per il viaggio e si è
addormentata” pensò Guido
mentre si dirigeva a casa sua “Oh mio Dio è
incinta e se si fosse sentita male?
E se non fosse riuscita a chiamarmi? Se fosse svenuta? Forse
ha battuto la
testa! Elisa non era in casa. Oh mio Dio” constatò
accelerando con l’auto per
arrivare al più presto. Citofonata interminabile, nessuna
risposta.
Approfittando del fatto che qualcuno uscisse dal cancello,
entrò arrivando alla porta d'ingressp,
scampanellate, pugni alla porta e il suo nome urlato, niente! Non
c’era altra
soluzione, pensò guardando la finestra del suo bagno, era
aperta, spalancata
per la precisione, non sapeva se esserne più contento
perché così avrebbe avuto
accesso immediato all’appartamento oppure esserne adirato per
il rischio che
comportava.
Saltò in casa, cominciò a
chiamarla e a cercarla in tutte le stanze,
nessuna traccia, proprio nessuna, ma era tutto lì, borsa,
cellulare, soldi,
documenti, tutto. “E adesso dove sei? Dove sei finita
Azzurra? Non può essere
stato un altro colpo di testa, no, perché avresti dovuto
fuggire di nuovo, ora
che le indagini su Barricati sono a buon punto, ora che ti
scagioneranno, dove
sei?”
***
L’ansia di Azzurra esplose, Lorenzo non
l’aveva condotta alla Masalor, ma
ai magazzini della maison, si trattava di un capannone, che era posto
dietro la
casa di moda, quasi sempre isolato, poco frequentato, controllato solo
saltuariamente dal custode.
“Perché siamo qui, avevi detto
alla maison, non ai magazzini”
“Perché abbiamo bisogno di un
po’ di privacy” la fece scendere
dall’auto
sempre tenendola sotto la minaccia dell’arma, lei
provò ad assestargli un colpo
per disarmarlo e per scappare, ma Lorenzo la prese subito, la
gettò in terra e
le mollò due schiaffi facendole colare il sangue dal naso.
“Non ci provare mai più brutta
stronza e ringrazia che non ti abbia
sparato!”
Lei pianse e cercò di tenere una mano
sul ventre come per creare una
piccola e forse inutile barriera protettiva per il suo bambino.
Quando la trascinò nel capannone la situazione fu ancora più drammatica, lì c’era una corda già pronta, come se per qualcuno fosse arrivato il momento di eseguire una condanna a morte. Era lei la condannata?
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