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Autore: Serenella88    01/07/2013    3 recensioni
[Che Dio ci aiuti]
La mia versione di Che Dio ci aiuti 2, è diversa da come si è conclusa quella andata in onda. Infatti nel mio racconto ci sono degli eventi che non abbiamo visto ed il finale della serie è differente (non c’è la caccia al tesoro). Durante il matrimonio di Margherita, Paolo Marino confessa a Guido che Davide è suo figlio naturale e che quando Manuela aveva cercato di dirgli la verità, il marito si era sempre rifiutato di ascoltarla. Guido è fuori di sé, in una conversazione con suor Angela e con Azzurra, il professore mostra tutta la sua rabbia, la sua delusione, il suo dolore e quando lei si offre di crescere insieme Davide come una vera famiglia, lui le scarica addosso la sua frustrazione, non riesce a credere di non aver visto crescere suo figlio. Non vuole Azzurra accanto a lui! Aveva amato Manuela più di ogni altra cosa al mondo e lei lo aveva tradito due volte, con un altro uomo e nascondendogli un figlio, stavolta non avrebbe messo in gioco il cuore. Stavolta avrebbe pensato solo a Davide, al meglio per lui, aveva Beatrice accanto, era una donna pratica, razionale, sarebbe stata la scelta più idonea.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 18 La resa dei conti

Capitolo 18. La resa dei conti

Passarono in questura per la firma e Magliani fece intuire a Guido di avere delle novità su cui voler discutere, ma preferiva evitare di farlo di fronte ad Azzurra.

Lui la riaccompagnò a casa e poi avrebbe raggiunto l’ispettore.

“Sei sicura che non vuoi che salga con te?”

“No, non ti preoccupare, penso che ci sia Eli, ho fatto prendere un bello spavento anche a lei e a Kate, poi mi metterò a tavolo di disegno e lì le energie mi torneranno sicuramente”

“Va bene, basta che non ti muovi di casa. Ricordati dell’obbligo di dimora oltre che di firma”

“D’accordo signor giudice” rispose con uno sbuffo divertito lei.

“Ti chiamo più tardi” le diede un bacio Guido “qualsiasi cosa chiamami tu”

Fu lei a darle un altro bacio, prima di scendere dall’auto e di rincasare, quando entrò nell’appartamento si rese conto ben presto che era vuoto. Aprì le tapparelle e si preparò un caffè, in cucina c’era un post-it di Eli

Sono fuori per delle lezioni universitarie e poi farmacia. A stasera. Fai la brava

Si mise al tavolo da disegno e si voltò un paio di volte in direzione del bagno le era parso di sentire dei rumori “Meglio chiudere la finestra o abbassare la tapparella”

“Troppo tardi amore mio”

“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!” venne braccata alle spalle e qualcosa di duro e freddo puntato alla tempia, era una pistola.

“Zitta, stai zitta, altrimenti ti ammazzo Azzurra e credimi ne sarei capace”

“Lorenzo… Lorenzo lasciami”

“No mia cara, tu devi seguirmi in un posticino, quindi, meglio mettersi d’accordo o lo fai con le buone o ti costringo con le cattive e non ti conviene secondo me”

“MA SEI IMPAZZITO! TU SEI PAZZO” urlò lei

“BASTA! Non voglio sentirti dire una parola di più, per tua fortuna stavolta non sarai tu a parlare, a disperarti, a farti consolare, stavolta tocca a me… voglio spiegarti tante cose, amore bello, ma non qui, ho bisogno dell’atmosfera giusta, del posto giusto”

“Ma dove mi vuoi portare? Ma cosa vuoi da me? Lasciami, ti prego”

“Ti lascio ad una condizione… tu vieni con me senza fare storie, senza battere ciglio, altrimenti preparati al peggio Zuri cara”

“Io non voglio venire con te da nessuna parte, vattene via, oppure mi metto a urlare, o chiamo la polizia, oppure chiamo...”

“NO! Tu non chiami proprio nessuno, è chiaro. Lo vuoi capire o no che ti ammazzo come un cane se non fai quello che ti dico io!” le disse premendole di nuovo la pistola alla tempia.

“Il bambino! Il mio bambino non posso metterlo in pericolo. Non posso” constatò lei.

“Va bene… va bene, parliamo, mi vuoi spiegare delle cose, d’accordo, sediamoci con calma e ne parliamo”

Lui mollò la presa e si mise davanti a lei sempre con l’arma in pugno.

“Non qui!”

“Ma io ho l’obbligo di dimora, di firma, non posso muovermi da questa casa”

“Però il tempo per scappare stanotte a Modena l’hai avuto?”

Lei sbarrò gli occhi “lo sai anche tu?”

“Sapessi quante cose so tesoro mio, non sarà un problema andare a un km da qui, andiamo alla Masalor, puoi stare tranquilla. Azzurra tu puoi fidarti di me, sempre”

“Alla Masalor? Perché?”

“Perché lì è cominciato tutto e lì finirà, non devi avere timore di nulla”

“E’ pazzo, Lorenzo è impazzito, ha davvero bisogno dello psichiatra, delle cure” pensò lei intimorita e preoccupata.

“Senti io non ho molto tempo, va bene, quindi o decidi di tua spontanea volontà oppure ti ci porto io, non farmi arrabbiare Azzurra, come vedi io ti lascio sempre la possibilità di scegliere”

“Alla Masalor, non mi ha proposto di andare in aperta campagna e se avesse voluto farmi veramente del male, l’avrebbe già fatto, poi alla maison ci sono decine di persone ogni giorno, il custode, la sicurezza”

“Va bene, ma basta che facciamo in fretta, visto che lo sai, dopo quella stupida fuga di ieri sera e di stanotte, la polizia mi sta addosso e non voglio mettermi in altri guai”

“Faremo presto non preoccuparti, ma devi lasciare qui tutto, borsa, cellulare, non voglio che nessuno ci disturbi”

Lei annuì e si apprestò a seguirlo alla porta e poi lui si voltò per un’ultima minaccia “non provare a fare scherzi Azzurra perché ti giuro che te la faccio pagare se solo ti azzardi”

Lei annuì di nuovo, quell’incubo sarebbe mai finito?

***

“Ettore, allora, quali novità ci sono? E perché non me ne hai voluto parlare davanti ad Azzurra, io con lei ormai non ho più segreti”

“Perché le novità riguardano sempre Lorenzo Barricati e dato i rapporti tra loro due, non voglio rischiare fughe di notizie, dottore. C’è un nuovo filone di indagine, da pista embrionale quella del possibile omicidio ordito dal nuovo presidente della Masalor sta prendendo sempre più piede, anche il giudice che l’ha sostituita se ne sta convincendo sempre più, al punto che sta pensando di rivedere e revocare i provvedimenti restrittivi a carico della dottoressa Leonardi”

“Ma questa è una notizia bellissima, finalmente qualcosa sta cominciando a girare nel verso giusto, io lo sapevo che tu Magliani sei un ottimo investigatore e che da quel quadro così perfetto, avresti intravisto le crepe. Cosa è emerso?”

“L’alibi di Lorenzo Barricati non esiste più. Ha lasciato la macchina al tennis club, ha affittato un campo più isolato, l’hanno visto prima, l’hanno visto dopo l’ora in cui ha noleggiato il campo, ma non durante, la sua auto è sempre stata parcheggiata lì, ma dalla Masalor a quel circolo anche a piedi la distanza può essere coperta tranquillamente in pochi minuti”

“Non c’è nessuno che può testimoniare di averlo visto allenarsi su quel campo, ma nessuno l’ha nemmeno visto alla Masalor” concluse Guido.

“Ed è qui che si sbaglia, qualcuno che l’ha visto alla casa di moda ed ha reso informazione sui fatti proprio stamattina, l’ho torchiato personalmente mi creda e sono stato molto bravo”

“Davvero? Chi?”

“Il custode della maison, ha visto Barricati entrare e uscire, ovviamente il caro Lorenzo ha giocato la carta affettiva, Sandro Cassani, lavora lì da più di trent’anni, fu Savino Barricati stesso ad assumerlo, il padre di Lorenzo, con gli anni era diventato un uomo di fiducia della famiglia ed anche la cara signora Marilù riponeva estrema fiducia in lui, per Lorenzo, invece, ha rappresentato il padre che ha perso qualche anno fa. Ma gli ho ricordato qualche articolo del codice penale, qualche condanna in cui si incorre se si favoreggia un delinquente, se si omette ciò che si conosce, se si mente sui fatti. Vuole bene a Barricati ci tiene al suo lavoro, ma la Masalor è ormai affondata e il custode è un buon uomo ha capito che collaborare era la scelta più idonea”

“La casa di moda è condannata, vero?”

“Beh dopo la morte dei suoi proprietari originari, dopo lo scandalo dell’omicidio di Pèrez e se arrestiamo anche Barricati, credo che della Masalor resteranno solo macerie”

“Povero amore mio ci ha creduto così tanto in quel progetto ed ora sta andando tutto a monte”

***

“Perché mi vuoi portare alla casa di moda?” Azzurra cercò di usare toni calmi e pacati “Se vuoi parlarmi, se vuoi spiegarmi potevamo restare anche a casa mia”

“No, non era il posto giusto, alla Masalor ho preparato una sorpresa per te”

“Una sorpresa?” chiese lei non sapendo se interpretare questo messaggio come una consolazione, come una nota positiva o come qualcosa di tetro, paranoico, sinistro. Non aveva un bel presentimento però, il tono di Lorenzo non le piaceva, non l’aveva mai visto così, parlare in quel modo, agire in quel modo. Possibile che negli ultimi sei mesi la persona che aveva accanto era cambiata così tanto e lei non se ne era mai accorta? Oppure era sempre stato un altro e lei non l’aveva mai visto? Può un uomo dolce, sensibile, disponibile, affettuoso, complice come Lorenzo diventare uno che ha forse commesso un omicidio e ti punta una pistola addosso costringendoti a seguirlo?

“Non avere timore di me, se fai così mi deludi amore, sono io, sono il tuo Lorenzo e voglio solo dimostrarti che quando si ama si è disposti a tutto per il proprio amore. Dopo la morte di mia madre, io ho solo due grandi amori nella mia vita Azzurra, te e la Masalor e non avrei mai voluto perdere nessuno dei due”

“Si, era decisamente fuori di sé e questo la angosciava, aveva paura per sé e aveva paura per il suo fagiolino, che diavolo aveva in mente Lorenzo? Le avrebbe fatto del male?” era terrorizzata ed in quel momento avrebbe voluto solo una cosa: Guido!

***

Guido era da più di mezz’ora che cercava di rintracciare Azzurra e non vi riusciva, cellulare e telefono di casa squillavano sempre a vuoto, aveva chiamato Elisa e Kate e nessuna delle due l’aveva né vista né sentita? Cosa era successo ora?

“Si è semplicemente addormentata come l’altra volta, te l’ha detto anche lei che quando dorme non sente nemmeno le cannonate, ha il sonno pesante. E’ incinta, sarà stata stanca per il viaggio e si è addormentata” pensò Guido mentre si dirigeva a casa sua “Oh mio Dio è incinta e se si fosse sentita male? E se non fosse riuscita a chiamarmi? Se fosse svenuta? Forse ha battuto la testa! Elisa non era in casa. Oh mio Dio” constatò accelerando con l’auto per arrivare al più presto. Citofonata interminabile, nessuna risposta. Approfittando del fatto che qualcuno uscisse dal cancello, entrò arrivando alla porta d'ingressp, scampanellate, pugni alla porta e il suo nome urlato, niente! Non c’era altra soluzione, pensò guardando la finestra del suo bagno, era aperta, spalancata per la precisione, non sapeva se esserne più contento perché così avrebbe avuto accesso immediato all’appartamento oppure esserne adirato per il rischio che comportava.

Saltò in casa, cominciò a chiamarla e a cercarla in tutte le stanze, nessuna traccia, proprio nessuna, ma era tutto lì, borsa, cellulare, soldi, documenti, tutto. “E adesso dove sei? Dove sei finita Azzurra? Non può essere stato un altro colpo di testa, no, perché avresti dovuto fuggire di nuovo, ora che le indagini su Barricati sono a buon punto, ora che ti scagioneranno, dove sei?”

***

L’ansia di Azzurra esplose, Lorenzo non l’aveva condotta alla Masalor, ma ai magazzini della maison, si trattava di un capannone, che era posto dietro la casa di moda, quasi sempre isolato, poco frequentato, controllato solo saltuariamente dal custode.

“Perché siamo qui, avevi detto alla maison, non ai magazzini”

“Perché abbiamo bisogno di un po’ di privacy” la fece scendere dall’auto sempre tenendola sotto la minaccia dell’arma, lei provò ad assestargli un colpo per disarmarlo e per scappare, ma Lorenzo la prese subito, la gettò in terra e le mollò due schiaffi facendole colare il sangue dal naso.

“Non ci provare mai più brutta stronza e ringrazia che non ti abbia sparato!”

Lei pianse e cercò di tenere una mano sul ventre come per creare una piccola e forse inutile barriera protettiva per il suo bambino.

Quando la trascinò nel capannone la situazione fu ancora più drammatica, lì c’era una corda già pronta, come se per qualcuno fosse arrivato il momento di eseguire una condanna a morte. Era lei la condannata?


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