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Autore: MadAka    02/07/2013    3 recensioni
"Hei no! E' solo il mio coinquilino..."
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per aver saltato la mia pubblicazione settimanale, ma sono in pieno periodo esami all'università e non ho più tanto tempo quanto vorrei.
Buona lettura

MadAka


Il gran giorno, alla fine, era arrivato. Io e i miei colleghi eravamo nel salone di Joshua a dare gli ultimissimi ritocchi in modo da rendere tutto perfetto per la successiva inaugurazione della mostra, mentre Josh e Vanessa erano usciti, per accompagnare il servizio catering che si sarebbe occupato del rinfresco. In verità non c’era molto da sistemare, ci stavamo limitando a togliere la polvere dai vetri delle cornici e a posizionare attentamente le cose sui tavoli, in modo che non disturbassero le persone intente ad osservare le fotografie. Personalmente ero molto  soddisfatta del risultato finale. Il salone di Joshua, una volta svuotato da tutto il caos che aveva, soprattutto nella parte centrale, si era rivelato enorme e luminosissimo e il modo in cui erano stati disposti i pannelli non riduceva di molto quello spazio areato che si era creato. Quando avevo chiesto a Josh quante persone erano attese e lui mi aveva risposto circa un centinaio, mi ero preoccupata di come tutta quella gente potesse stare in quel posto, ma guardandolo in quel momento capii che, invece, ci sarebbe stata senza problemi.
Stavo pulendo l’ennesima cornice quando, da un punto non precisato della stanza, mi arrivò la voce di Chris:
-Allora signorine, chi viene stasera?-
-Chi viene?- sentii chiedere da Tess
-Sì, chi avete invitato. Insomma, gli inviti che ci ha dato Josh li avrete pur dati a qualcuno, no?-
-Viene Justin. Io ne avevo solo due- tagliò corto la mia amica
-E tu Chris, chi hai invitato?- gli chiesi, senza sapere da che parte rivolgermi perché non avevo idea di dove fosse.
-Nessuno- rispose.
Mi fermai e lo cercai, notando che Tess stava facendo la stessa cosa. Quando lo trovammo lui si voltò a guardarci e noi dicemmo:
-Nessuno?-
Alzò un sopracciglio:
-Perché? C’è scritto da qualche parte che dovevo per forza venire con qualcuno stasera?- ci chiese innocentemente, marcando accuratamente le parole “per forza”.
Io e Tess stavamo chiaramente pensando la stessa, ma lei, da sempre più sfacciata di me, ebbe il coraggio di chiederlo:
-Che so, la tua ragazza? Potevi venire con lei, no? Ti hanno dato due inviti apposta-
I baffi di lui fecero un movimento impercettibile quando Chris aprì bocca:
-Ragazze, io non ce l’ho la ragazza- aveva il tono più calmo del mondo.
A me e Tess venne spontanea un’espressione sorpresa. La vita sentimentale di Chris era abbastanza misteriosa, per il semplice fatto che lui non ce ne parlava a meno che non fossimo noi a chiederglielo, cosa che non facevamo spesso perché preferivamo lamentarci dei nostri problemi e lasciarci aiutare da lui: eravamo pessime amiche da quel punto di vista. Tuttavia mi venne in mente che un paio di mesi prima, io e lui avevamo affrontato una conversazione su una sua fiamma del periodo:
-Ma…e Rebecca scusa? Si… si chiamava così vero?-
Lui annuì con la testa:
-Sì Rebecca- alzò le spalle: -Diciamo che più che altro era un flirt. Non ci sono andato a letto, se è questo che volete sapere-
-Io veramente…- attaccai, ma lui mi fece un cenno per farmi capire che non ce l’aveva con me ma con Tess, che si era disegnata uno strano sorriso in faccia.
-Al diavolo, Chris, rimorchi alla grande e non ce lo dici?!- esclamò lei divertita
-Voi non me lo avete mai chiesto- fece lui lisciandosi i baffi.
Scoppiammo a ridere tutti e tre e ci mettemmo più del dovuto a ricomporci, forse per la stanchezza o forse per l’espressione con cui il nostro collega ci aveva risposto.
-E tu Jane, avevi tre biglietti, giusto? Oltre a Taylor a chi l’hai dato?- mi chiese Chris poco dopo.
Alzai lo sguardo e lo guardai, leggendo nei suoi occhi della vera curiosità. Pensai che accanto a me c’era Tess, con i suoi accesissimi capelli viola, ma soprattutto con i suoi micidiali pugni: “Sono morta”.
-Taylor voleva darlo a Denise- risposi cercando di apparire calma.
Non stavo mentendo, stavo raccontando loro una mezza verità. Taylor voleva realmente dare quell’invito a Denise, quando ancora stavano insieme, solo che glielo avevo impedito finendo per darlo a Roger. Speravo che, dicendo così, Tess e Chris non approfondissero l’argomento, dando per scontato che l’invito di Denise fosse andato per disperso e allontanando di qualche ora il mio decesso, perché sapevo che Tess mi avrebbe ammazzata non appena Roger avesse varcato l‘ingresso quella sera.
Tuttavia, non funzionò:
-E tu hai lasciato che lui lo desse a Denise?- mi chiese la mia amica con un tono più sorpreso del previsto. Si voltò per leggere la mia espressione, cosa che le era sempre riuscita più che bene:
-Ovviamente no…- dissi cercando di chiudere l’argomento il più in fretta possibile, ma nuovamente non ci riuscii.
-E quindi? Lo hai buttato, ti ci sei fumata una canna, cosa ci hai fatto?- chiese nuovamente lei.
-Ma perché lo vuoi tanto sapere?- le domandai infine, un po’ più seccata del previsto.
-Così, giusto per farmi un’idea di chi aspettarmi. Se dovesse comparire Sarah dovrei già prepararmi psicologicamente per evitare di tirarle un ceffone!- esclamò
-Non chiamerei mai lei! Ma per chi mi hai presa?!-
Sarah era l’ex fidanzata di Justin e per ovvi motivi lei e Tess si odiavano, soprattutto perché nell’ultimo periodo Sarah aveva ricominciato a ronzare intorno al fidanzato della mia migliore a mica e lei si stava preparando a sgozzarla con qualcosa di molto affilato.
Chris intanto aveva ripreso a pulire le cornici delle foto, aveva sicuramente perso ogni tipo di interesse per la conversazione inconcludente che io e Tess stavamo affrontando.
Alla fine, dopo un’ alzata di spalle da parte della mia amica, lei si allontanò con fare annoiato e Chris si voltò verso di me:
-A me puoi dirlo, Jane- disse abbassando la voce in modo che nessuno ci sentisse.
Mi faceva sempre tanta tenerezza quando si comportava così, sembrava un fratello grande e premuroso.
-Perché siete così curiosi di saperlo? Se non lo avessi dato a nessuno per davvero?- domandai, ma lui assunse l’espressione di chi aveva già capito tutto.
-Oh, andiamo, ti conosco. Lo avresti bruciato piuttosto che darlo a Denise, quindi da qualche parte deve essere finito. Su, a chi lo hai rifilato?- incrociò le braccia e si fermò a guardarmi.
Sospirai. Il fatto che sia lui che Tess mi conoscessero così bene era comodo e piacevole un sacco di volte, ma le restanti era un vero problema, soprattutto quando volevo provare a tenere qualcosa per me.
Abbassai lo sguardo:
-A Roger… l’ho dato a Roger- dissi con un filo di voce, sufficiente perché lui mi sentisse ma non altrettanto perché lo facesse Tess.
Tuttavia:
-A Roger?!- l’esclamazione arrivò alle mie spalle e con la riconoscibilissima voce della mia migliore amica.
“Merda!”
-Non ci credo! Jane ma che cazzo ti dice il cervello?!- esclamò lei con un’espressione chiaramente contrariata.
-Che c’è di male, scusa?- le chiesi guardandola in faccia, ma non prima di aver fulminato con lo sguardo Chris per quello che mi aveva fatto ammettere.
-C’è tutto di male! Vuoi conquistare Taylor e inviti a questa inaugurazione il tuo quasi-ex? È un paradosso!-
-Non ti sembra di esagerare ora?- intervenne Chris, ma io e Tess lo zittimmo all’unisono:
-Tu stanne fuori!-
Mi voltai verso la mia amica:
-Senti, io non ne farei un dramma. L’ho invitato perché preferivo vedere lui piuttosto che Denise qui questa sera e poi perché non mi dispiacerebbe se rimanessimo amici- dissi con fare calmo.
-Non si può rimanere amici del proprio ex-
-Solo perché non ci riesci tu non vuol dire che non ci riesca io-
Tess stava per ribattere ma la voce di Chris arrivò prima:
-Ragazze ora basta, smettetela. Sembrate due vecchie isteriche e questo non vi fa onore- lo guardammo entrambe. Aveva assunto un’aria austera e ci guardava dall’alto in basso da dietro i suoi occhiali.
Ci zittimmo e lui riprese parola:
-Tess, smettila di comportarti così con Jane, ok? Anche a me non va molto a genio che abbia invitato il suo quasi-ex- era abitudine che lo chiamassero così: -Ma è anche vero che l’invito era suo e poteva farci quello che voleva. Poi, personalmente, penso che avere Jane, Taylor e Roger nella stessa stanza possa essere molto interessante-  fece un sorriso e capimmo entrambe dove volesse arrivare.
Puntare a far ingelosire Taylor con la presenza di Roger. Io personalmente non credevo neanche lontanamente che la cosa avrebbe funzionato, ma Tess invece parve pensare il contrario, perché rilassò le spalle e mi guardò:
-Forse ha ragione. A quanto pare ti sei salvata anche questa volta-
Detto questo scomparve dietro a qualche pannello, io guardai Chris e lui mi sorrise. Lo conoscevo perfettamente, proprio come lui conosceva perfettamente me. Mi era bastato guardarlo per capire che non era convinto di quello che aveva detto pochi attimi prima, ma che aveva capito che poteva essere la scusa migliore per giustificare la presenza di Roger quella sera. Ci venne quasi da ridere pensando a Tess e alla sua reazione, ma riuscimmo a trattenerci e a rimetterci a lavorare.
Quando mancavano venti minuti alle diciotto Joshua ricomparve insieme a Vanessa e ad altri ragazzi vestiti elegantemente, che ci presentò come il servizio di catering. Riuscirono rapidamente a predisporre tutto per l’inaugurazione e cinque minuti prima dell’apertura della mostra io, Tess, Chris e Josh ci concedemmo una sigaretta sul retro del suo salone.
-Siete nervosi?- ci chiese il tatuatore guardandoci tutti negli occhi.
Nessuno fece una piega, eravamo abituati a persone che analizzavano i nostri lavori fino al più minimo dettaglio.
-Direi di no. E tu?-  gli domandai.
Lui fissò un po’ la cenere della sua sigaretta e fece cenno di sì con la testa, per poi mostrarci un sorriso eccitato:
-Ma sono contento che sia arrivato questo giorno, e sono felice che voi mi abbiate aiutato-
-È stato un piacere- rispose Tess a nome di tutti quanti.
Vanessa comparve sulla porta:
-Josh è ora-
Ci ricomponemmo tutti e quattro e gettammo lontano le nostre sigarette, alcune più consumate di altre. Rientrammo nel salone e dai vetri guardammo la sfilza di persone in attesa di entrare, erano già almeno una sessantina e notai la soddisfazione dipingersi sul volto di Joshua. Si avvicinò all’ingresso e fece un gesto per lui quotidiano, ma che quella sera aveva un significato speciale: voltò il cartellino in plastica con la scritta “Chiuso” e fece comparire quella “Aperto”.
 
  
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