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Autore: Valentina_P    03/07/2013    6 recensioni
Remus Lupin si trova nel suo ufficio nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts in piena notte con una sola compagna: una vecchia pergamena...
"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni"... No, non era solo. Era con loro, I Malandrini.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Declaimer: tutti i personaggi appartengono a J.K.Rowling


Remus Lupin cammina irrequieto nel suo studio. Per l'ennesima volta, da quando qualche ora prima ha sequestrato la Mappa del Malandrino ad Harry, ripete la formula "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni". Il semplice foglio di pergamena che troneggia sulla sua scrivania si anima rivelando il castello di Hogwarts e le persone che lo abitano.
Codaliscia é morto... 
Quel pensiero lo sta tormentando. Come é possibile che Harry abbia visto il nome di Peter Minus, se il suo vecchio amico era morto parecchi anni fa?! Impossibile... La Mappa non mente mai, di questo é sicuro. Conosce quella pergamena come le sue tasche. É la gelosa custode di tutte le loro malefatte.
I Malandrini...
Remus chiude gli occhi e la sua mente torna indietro, ai migliori anni della sua vita.
 
-Ragazzi é da ben cinque giorni che non finite in punizione. I Malandrini cominciano a perdere smalto?- Frank Paciock si lascia cadere sul divano della Sala Comune di Grifondoro lanciando un'occhiata ai diretti interessati.
Sirius e James saltano immediatamente in piedi dimenticandosi della rivista di Quidditch che stavano leggendo.
-Come ti permetti?- si avvicina a grandi passi Sirius seguito dal fratello.
Remus torna a fissare il libro di Pozioni, mentre Peter continua a mangiare le caramelle prese da Mielandia la domenica appena passata, godendosi la scena.
-Noi siamo I Malandrini, giusto ragazzi?!- continua James fissando gli amici. Sirius annuisce sicuro, Peter scatta in piedi sull'attenti e persino Remus abbandona il suo libro per avvicinarsi agli amici.
-Dimostratelo allora...- Frank li aveva appena sfidati. Nessuno sfida loro quattro.

 
"I signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso consiglieri ed alleati dei magici malfattori sono fieri di presentarvi la Mappa del Malandrino".
Sembrava tutto più facile quando andavano ancora a scuola. Remus non si é mai sentito così orgoglioso e felice come quando camminava per quei corridoi con i suoi tre migliori amici. Suo padre aveva ragione. Prima o poi avrebbe trovato qualcuno che lo avrebbe accettato, nonostante il suo piccolo problema peloso, come lo chiamavano i suoi vecchi amici, e sarebbero state proprio quelle persone a meritare il suo affetto e la sua fiducia. Suo padre ne era convinto: l'amicizia, quella vera, dura per sempre. Remus si era trovato parecchie volte ad interrogarsi su questo. La loro amicizia era vera? Ogni volta rispondeva di si e il foglio davanti ai suoi occhi lo prova. Poi arrivava inesorabilmente l'altra domanda: perché James é morto allora?
Di una cosa Remus J. Lupin é sempre stato sicuro: si sarebbe fatto torturare ed uccidere, ma non avrebbe mai svelato dove James e Lily si nascondevano. No, non lo avrebbe mai fatto. Se non lo avrebbe fatto lui, però, perché proprio Sirius aveva tradito? Non aveva senso. Erano anni che ci pensava e ripensava. Gli rimaneva solo quello. Nel momento in cui Voldemort aveva usato l'Anatema che uccide su James, aveva ucciso anche gli altri tre. Non esistevano senza James Potter, era stato lui ad averli creati. Era stato lui ad accogliere Sirius quando non aveva più una casa. Era stato lui a proporre a Sirius e Peter di diventare Animagus per fargli compagnia nelle notti di luna piena, perché diceva sempre che gli amici veri ti stanno accanto sia nei momenti di gioia che nei momenti del bisogno.
Remus si allontana dalla scrivania e si dirige verso una scatola di legno. Gliel'aveva regalata Lily per il suo compleanno nel loro ultimo anno ad Hogwarts. Sul coperchio erano raffigurati un cervo, un lupo, un cane e un topo. Remus la apre e I Malandrini tornato a fargli compagnia. I suoi occhi si posano su una vecchia foto. James e Sirius avevano ingaggiato una delle loro solite lotte sul prato, mentre lui si trovava con un libro in mano, come suo solito, appoggiato ad un albero con Peter. Stavano ridendo. Tutti e quattro. Non ricorda chi avesse scattato quella foto, ma non la abbandona mai, la porta sempre con lui. Un calore familiare lo invade e i ricordi ritornano a fare capolino nella testa.
 
-Signor Potter, signor Black, signor Lupin e signor Minus cosa devo fare con voi?- chiese una sconsolata Minerva McGranitt
-Professoressa...- cominciòcontrito Remus
- Oh signor Lupin, vorrebbe spiegarmi come mai il signor Gazza si trova in infermeria coperto di pustole maledicendo i vostri nomi?-
-Si, ecco...- Remus girò velocemente lo sguardo in cerca di aiuto, ma Peter stava fissando le sue scarpe e i due fratellini si stavano impegnando per cercare di non scoppiare a ridere. Cosa che, tra l'altro, gli stava riuscendo davvero male.
-Signor Black, signor Potter vi vedo particolarmente attivi. Forse vorreste spiegare voi- la professoressa di Tasfigurazione si giròverso i suoi amici e Remus tiròun sospiro  di sollievo
-Non ci sono prove ad incolparci- disse Sirius sicuro
-5 punti in meno a Grifondoro a testa e sono sicura che il signor Gazza sapràcome farvi impiegare le vostre 2 serate di punizione- disse sedendosi alla sua scrivania
- Ma professoressa...- esclamòJames
-Si signor Potter? Capisco, pensa che io sia stata troppo magnanima. Effettivamente... 10 punti in meno a testa a Grifondoro.- sorrise, direi quasi malandrina.
-Nient'altro da dire?- ci perforò con gli occhi e poi ci congedò.
 

Remus ricordava ancora tutte le loro punizioni, anzi non tutte perché sarebbe stato impossibile, erano troppe. Al quinto anno Jamie e Sir avevano anche scommesso su chi sarebbe riuscito a prendere più punizioni in un mese. Fu una lunga ed ardua lotta, ma vinse Sirius.
La sera del primo giorno di scuola, poco prima di raggiungere la Sala Grande, la professoressa McGranitt l'aveva fermato per i corridoi, l'aveva salutato e scambiato due parole di cortesia, poi si era congedata con un "signor Lupin, la prego, per la mia sanità mentale, non mi porti gli studenti sulla via malandrina". Aveva sorriso complice e triste e poi era sparita tra i corridoi. Remus si era fermato, anzi congelato. Erano anni che nessuno citava più I Malandrini, eppure quel semplice accenno era bastato a dargli il bentornato a casa e a schiacciare per un momento quella solitudine e profonda tristezza con cui era stato condannato a vivere.
Riprese la foto e sorrise a James.
-Mi dispiace Ramoso, ma sono un professore ora. Niente di malandrino. Fatto il misfatto- detto ció da un lieve colpetto alla Mappa che torna ad essere solo un'anonima pergamena. La ripone all'interno della scatola dei ricordi e con un incantesimo la sigilla.
Remus chiude la porta del suo studio e si dirige verso la sua stanza per cercare di dormire almeno un paio d'ore visto che era già molto tardi, anzi molto presto ormai.
Passa accanto alla statua della signora orba e sorride.
"No, Felpato non avrebbe mai tradito. Quella storia faceva acqua da tutte le parti ed era ora di mettere apposto le cose" pensa Remus Lupin e riprende la via per il suo letto a baldacchino.
 
  
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