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Autore: Psychedelic Mushroom    05/07/2013    2 recensioni
Tratto dal capitolo due: "Melanie, è stato un piacere conoscerti, ma adesso torna a casa" disse alzandosi e avvicinandosi alla porta. Non sembrava per niente contento di vederla lì.
La ragazza gli afferrò un braccio con dolcezza, non voleva sembrare troppo aggressiva.
"Come ci torno a Londra a quest'ora?"
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Capitolo 10.
Era rimasto immobile a fissare quel diario, ormai era quasi giorno.
Aveva provato ad addormentarsi, a calmarsi, a non pensare, ma non ci era riuscito.
Si era posto mille domande e voleva dei chiarimenti, probabilmente leggendo qualche altra pagina li avrebbe avuti, ma dentro di lui non aveva trovato il coraggio di riprenderlo e ritrovarsi di nuovo difronte a quelle parole.
Poi, davanti ai suoi occhi, aveva ancora chiare l'immagine di Melanie sdraiata sul letto con quei tagli sul polso.
Non ci poteva credere, non immaginava neanche lontanamente che una ragazza come lei potesse avere quei problemi.
Aveva pensato ad altri modi per procurarsi dei tagli come quelli, ma per quanto volesse sforzarsi a trovare una motivazione, la sua mente trovava solo quella risposta.
Si alzò dal letto, prese il diario e andò in camera di Melanie.
Appena la vide sentì come una fitta allo stomaco, quella ragazza che dormiva beatamente sul letto poteva, anzi, era sua figlia e quella Leila doveva quindi essere sua madre.
Non aveva mai avuto tanta paura in tutta la sua vita, non sapeva come affrontare quella situazione, non sapeva che cosa dirle, non riusciva nemmeno a spiegarsi perchè Melanie non gli avesse fatto vedere quel diario dal primo momento.
Cominciava a sentirsi in colpa per come l'aveva trattata, era stato poco gentile nei suoi confronti, aveva cercato di allontanarla il più possibile da lui.
Sospirò e si sedette accanto a lei con cautela, voleva evitare di svegliarla.
I suoi occhi ricaddero sui tagli, lo rendeva triste vederla in quello stato.
 
 
Melanie si vestì e scese al piano inferiore, si era svegliata poco prima e si sentiva ancora intorpidita e assonnata.
La casa era stranamente vuota, nessuna traccia di Rosy o di Danny o di qualcun altro.
Andò in cucina e bevve un pò d'acqua, si sentiva debole e la testa le girava parecchio.
Corse via, c'era troppo cibo lì e lei aveva poca forza di volontà in quel momento.
Si sedette sul divano e prese un grande respiro.
Non hai bisogno di mangiare, non ti serve.
Si torturò le mani alzandosi, era nervosa e arrabbiata con se stessa: si era addormentata senza mettere i bracciali, se Danny l'avesse vista sarebbe successo un disastro.
Fece un paio di giri della stanza, poi si avvicinò alla libreria e riprese a fissare quella cornice che ancora era nascosta dietro ad una serie di riviste sovrapposte.
La prese con incertezza, Danny non voleva che lei la vedesse ma la curiosità era troppa.
Era la foto di un'ecografia. 
Melanie perse un battito, rimase immobile a fissare la foto.
Cosa significava?
Il rumore della porta la fece sussultare, ripose la foto nella libreria e si tuffò sul divano facendo finta di niente.
Danny entrò nel salone e lei era lì, seduta a guardarsi le unghie.
Non sapeva se dirle che aveva scoperto tutto e che aveva visto quei tagli, o farsi gli affari suoi.
Di solito, quando gli andava di condividere un suo problema con qualcuno, ne parlava e non aspettava che quella persona lo scoprisse da sola, forse Melanie non voleva farglielo sapere.
"Buongiorno" sussurrò camminando lentamente verso di lei.
Melanie gli sorrise.
"Ciao, dov'eri?"
"Con Cameron"
La ragazza si accigliò.
"Danny, ti sta andando via la voce?" 
Lui la guardò con un'espressione interrogativa. "No, dico, perchè sussurri?"
"Non lo so... tu... tu stai bene, Melanie?"
Quella situazione era quasi inquietante, Danny era diverso, si comportava in modo strano.
"Ti importa?" gli chiese e lui annuì. "Sto... bene"
Danny stava per parlare quando suonò il campanello, andò subito ad aprire.
Ben entrò in casa sorridente, urlando un forte 'buongiorno', ma si accorse quasi subito che c'era qualcosa di strano, Danny di solito era contento di vederlo.
"Che c'è?"
"Dobbiamo parlare, vieni" gli sussurrò Danny per non farsi sentire da Melanie, afferrandogli un braccio e portandolo con se verso le scale.
"Danny, sei estremamente sexy quando fai il violento" esclamò Ben con una voce che doveva sembrare eccitata.
"Se non la smetti di fare il cretino potrei diventare ancora più violento"
Ben rise ma tornò subito serio, Danny chiuse la porta e si mise a letto.
"Danny, cosa stai fac..." 
Non riuscì a finire la frase che Danny affondò il viso nel cuscino e lanciò un urlo. "Smettila, mi spaventi" continuò Ben sedendosi accanto a lui. "Allora, che succede?"
Danny sospirò e si sedette.
"È mia figlia" mormorò infine.
Ben rimase a bocca aperta.
Non capiva cosa gli fosse successo o perchè avesse cambiato idea da un giorno all'altro.
Gli mise le mani sulle spalle e lo guardò dritto negli occhi scuotendolo un pò.
"Esci da questo corpo"
"Ti ho detto di non fare il cretino... Melanie è mia figlia, ti rendi conto?"
Si guardarono rimanendo in silenzio per un pò, Ben non sapeva proprio che dire, allora cominciò a chiedergli cosa gli aveva fatto cambiare idea così radicalmente, se ne aveva già parlato con Melanie, se aveva scoperto altro su di lei.
Danny non disse nulla sui tagli della ragazza, gli sembrava quasi una mancanza di rispetto nei suoi confronti, era una cosa troppo personale e sicuramente Melanie avrebbe potuto arrabbiarsi molto se avesse saputo che l'aveva raccontato a Ben, addirittura prima di parlarne con lei.
"Danny, devo dirti una cosa" disse Ben.
Visto che stavano parlando di Melanie, aveva deciso di parlare con lui. "Forse è solo una mia impressione ma... hai visto quanto è magra? L'altra sera, mentre tu eri a sballarti con Rachel, non ha mangiato praticamente niente dicendo che è a dieta"
Danny sospirò.
Non poteva avere problemi anche col cibo, non riusciva ad immaginare che una ragazza così piccola potesse avere quei problemi tutti insieme, anzi, poteva capirla perchè sedici anni li aveva avuti anche lui.
Sapeva che a quell'età ogni singola cosa veniva percepita diversamente, ogni parola poteva fare male e si sentiva sempre più in colpa. 
Come aveva potuto trattarla in quel modo?
Danny raccontò a Ben tutto quello che era successo il giorno prima e parlarono a lungo per decidere sul da farsi.
Non si sentiva pronto a tenerla con lui, non come una figlia. 
In realtà non si era mai sentito abbastanza all'altezza per avere una famiglia tutta sua, ci aveva provato più di una volta, ma finiva sempre tutto male.
Era sempre colpa sua, non riusciva a prendersi le sue responsabilità, non sapeva come comportarsi in situazioni come quelle.
Aveva passato gran parte della sua vita a drogarsi, ubriacarsi e salire sul palco.
Lo faceva meccanicamente, ogni giorno, ad ogni ora, era l'unico modo per sentirsi bene e apprezzato.
Ad un certo punto della sua vita aveva deciso di chiudere per sempre con la droga, ma bere, con quello non aveva mai chiuso i rapporti.
Si rifugiava nell'alcol ogni volta che qualcosa non andava, gli sembrava una soluzione, anche se svegliarsi dopo una sbornia non portava mai a nulla di buono.
Si sentiva devastato e non poteva incolpare nessuno, la vita per lui era un grande punto interrogativo, la vedeva come un castello di sabbia, fragile e facile da distruggere.
Aveva creato un piccolo inferno solo per lui, cosa poteva saperne della vera vita? 
Non poteva nemmeno immaginare cosa significasse doversi alzare ogni giorno con l'unico obiettivo di vedere felice qualcuno, non sapeva cosa voleva dire dover faticare per ottenere qualcosa.
Purtroppo, quello era il lato brutto della vita da cantante, ma lo accettava, non sapeva fare altro. 
"Danny, cosa... che diavolo... stai piangendo?" gli chiese Ben incredulo.
L'aveva visto piangere davvero poche volte in vita sua, volendo esagerare quella era la terza.
"No" rispose freddo Danny asciugandosi velocemente le lacrime.
"Guardami, ti prego" 
Ben si mise davanti a lui e guardò quei bellissimi occhi verdi che però, in quel momento, sembravano così spenti. "Non ti lascio nei casini"
"Ho paura" sussurrò Danny.
"Ho detto che non ti lascio nei casini... affrontiamo tutto insieme, come sempre"
Danny annuì, ma non era convinto di quello che aveva appena sentito.
Sapeva che non l'avrebbe abbandonato, ma cosa sarebbe successo quando lui e Melanie fossero stati soli?
Non poteva di certo cercare di evitarla.
"Ok, quindi... che facciamo?" gli chiese prendendo prima un grande respiro.
"Come prima cosa, se vogliamo aiutarla, dovresti cercare di avvicinarti a lei così magari si aprirà con te e..."
Danny subito sovrappose la sua voce a quella di Ben.
"No, aspetta, tu hai detto che l'avremmo fatto insieme, perchè adesso dici che ci devo parlare io?"
Ben sospirò, dava l'aria di una persona allo stremo delle forze.
"Danny, io sono la mente"
"Tu la mente?"
Ben annuì.
"E tu il braccio"
"Io il braccio?"
"Io la mente e tu il braccio, tu il braccio e io la mente... è sempre così" 
Ben lo guardò con uno sguardo serio, sapeva che quando faceva così Danny capiva le sue serie intenzioni e accettava ogni suo 'ordine'.
Oh Danny, ti fai sempre fregare da questo moscerino fastidioso! 
 
 
Ben uscì di casa solo dopo aver fatto un pò l'idiota per tirare su di morale Danny e dopo avergli dato tutte le direttive, gli piaceva avere sempre la situazione sotto controllo anche se conosceva il suo migliore amico e sapeva che non si sarebbe attenuto sempre al piano.
Danny cercò Melanie e la trovò seduta su una sdraio a fissare il cielo con gli occhi leggermente socchiusi a causa del sole.
Si avvinò e, senza dire nulla, si sedette accanto a lei.
Melanie rimase in silenzio, lo vedeva troppo serio e aveva paura di parlargli.
Voleva sapere qualcosa in più su quella foto, ma non poteva chiederglielo, sentiva anche di aver sbagliato a mettere le mani dove lui le aveva detto esplicitamente di non metterle.
"Melanie, dobbiamo parlare seriamente" disse Danny tenendo lo sguardo basso. 
Ben non gli aveva detto di dire certe cose, ma doveva prima assicurarsi che fosse tutto in ordine. "Dovrei parlare con tua madre"
Melanie sgranò leggermente gli occhi, deglutì a vuoto e sentì il cuore battere molto più forte di prima.
Cosa poteva dirgli?
Che cosa doveva inventarsi?
Visto che era passato già un pò di tempo da quando era lì, pensava che non le avrebbe chiesto di sua madre.
"Perchè?" chiese con un tono davvero basso.
"Ho bisogno di parlare con lei, di dirle che sei qui, che non stai dormendo per strada e... per favore, le devo parlare" 
La guardò negli occhi, la stava quasi implorando.
"Ma, Danny, guarda che non è importante" disse la ragazza velocemente, si poteva sentire un pò di tensione nella sua voce, ma cercò di mascherarla il più possibile. "Sa dove sono e sa che sto bene... so che probabilmente la riterrai un'irresponsabile perchè mi ha fatto venire qui da sola, ma lei crede molto nell'emancipazione femminile" 
Le ultime parole avevano qualcosa di vero, finchè sua madre era stata al suo fianco, le aveva sempre detto di non farsi mai mettere i piedi in testa da un uomo.
"Non la ritengo un'irresponsabile, è solo che... Melanie, tu non puoi neanche immaginare a quanti problemi potrei andare in contro se si sapesse che ho in casa una minorenne che conosco da un paio di giorni e di cui non so praticamente nulla"
Ma io non sono una sconosciuta, sono tua figlia pensò lei sentendo il cuore andare in mille pezzi.
Se fosse stata una ragazza egoista, avrebbe potuto dirgli tutto su sua madre e sulla sua vita non proprio felice, sperando di scatenare un pò di compassione in lui, ma non era da lei.
Melanie preferiva tenersi tutto dentro, odiava fare pena alle persone.
"Lo so che è pericoloso, ma sono solo due giorni, resterò chiusa in casa e non mi farò vedere da nessuno" 
Non sapeva più cosa dirgli, voleva solo scappare.
Danny rimase in silenzio per un pò, non stava riflettendo sulle parole di Melanie, ma aveva capito che c'era qualcosa che non andava.
Si voltò completamente verso di lei, le prese una mano con lentezza e la strinse leggermente senza distogliere gli occhi dai suoi.
"Melanie" cominciò con un tono più dolce e calmo. "Perchè non vuoi che parli con tua madre?"




Psychedelic Mushroom: ciao bellezze, sono sempre io, il vostro capo(?) xD Spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se non è il massimo e se vi va, recensite... please ç.ç Vabbè, voglio ringraziare Fateless perchè recensisce sempre e un grazie generale a tutti perchè leggete questa sottospecie di FF lol 
Bye <3
  
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