EPILOGO.
(Michael)
Se vi dicessi dove sono in questo momento voi
non mi credereste, su, forza, provate ad indovinare, la cosa più incredibile
che potesse mai accadere.
Non ci siete arrivati eh?
Allora vi do qualche indizio…
Sono in piedi sotto una specie di gazebo
bianco, davanti a me ci sono due file di sedie, tutte occupate, ci saranno
circa un centinaio di persone.
Allora ci siete arrivati?
Sono il testimone di nozze di Brian Kinney.
Incredibile, alla fine quei due ce l’hanno
fatta!
Mi rigiro fra le dita il pacchetto con dentro
le fedi e sorrido, speriamo solo che non ci ripensino anche sta volta.
Volete sapere cos’è successo dopo che Brian
s’è quasi fatto ammazzare?
Il dottor Carter l’ha dovuto operare per
assorbire del tutto l’ematoma, non chiedetemi i particolari, io vendo fumetti,
non faccio mica il medico, tutto quello che so è che, uscito da quella sala
operatoria, Brian non correva più rischi.
Certo la convalescenza non è stata una
passeggiata, ma Justin non l’ha lasciato un momento, forse si sentiva un po’ in
colpa per l’incidente, anche se non ne aveva motivo.
Oh, ma la cosa più incredibile è che sta volta
Justin ha chiesto a Brian di sposarlo!
Mi rigiro il pacchetto nella mano che tengo in
tasca, mi ha raccontato di averlo trovato in un cassetto dell’ufficio di Brian
uno di quei giorni in cui era andato alla Kynnetik a dare una mano mentre Brian
era ancora in ospedale.
Non ha mai restituito le fedi…
Certo Brian ha un carattere difficile, ma non
ha neanche avuto una vita semplice, forse qualcuno può pensare che siano solo
capricci i suoi, e certo c’è anche una buona dose di quello, ma la sua paura
verso i legami ha delle basi dentro di lui che non sono state affatto facili da
ignorare.
Comunque va bene, va bene, vi racconterò come
è andata…
Justin
va a prendere Brian in ospedale, finalmente può uscire da lì, per la gioia di
tutti, ma principalmente la sua, visto che odia gli ospedali.
Decisamente
non è nel pieno delle sue forze ancora, la testa continua a fargli male ed
anche tutto il resto, Justin lo aiuta a scendere dalla macchina ed abbracciati
si dirigono verso la porta di ingresso.
“Finalmente
a casa…” mormora Brian guardando la facciata esterna.
“Ce ne
hai messo di tempo a tornare da me.” ironizza Justin con un sorriso girando la
chiave nella toppa.
“L’importante
è che alla fine io sia tornato…” si sporge a sfiorargli le labbra un secondo
prima che la porta si apra, entrano continuando a baciarsi, finché Justin si
scosta ridendo.
“Piantala…”
“Sono
settimane che aspetto di scoparti, fa il bravo…”
“Fa tu
il bravo, non stai ancora bene… dai Brian smettila!” esclama ridendo mentre le
mani di Brian si infilano da per tutto.
“Oh ti
prego…”
“No,
fermati, dobbiamo parlare.”
“Oh
cazzo, no… Justin non dirmi che hai pensato!” esclama ridendo.
Just
ride “Non prendermi in giro.” gli stringe la mano e lo guida nel salotto, il
fuoco nel camino acceso scoppietta allegro “E’ una cosa seria, forza ascoltami
un minuto.”
Brian si
lascia trascinare fino ad una poltrona accanto al camino “Fammi la cortesia, si
buono, arriva al dunque.” borbotta, ha come al solito un brutto presentimento,
forse ha deciso di andarsene di nuovo…
Justin
si inginocchia a terra poggiando le braccia sulle gambe di Brian “Sai New York
ti offre un sacco di opportunità, insomma, ho soldi sufficienti per ridarti le
rate che tu hai pagato per la mia scuola, e ancora per vivere tranquillo, poi
insomma ho un certo nome, penso di avere la strada spianata ormai.”
“Tu non
mi devi niente. Si, ho sempre detto che hai talento, ed ho sempre saputo che
saresti diventato il miglior gay del mondo, sono fiero di te Just.”
“Ecco,
per questo forse dovrò tornare a New York…” alza lo sguardo e vede
l’espressione di Brian, improvvisamente seria e ferita che però annuisce.
“Guarda
che ti capisco, sul serio, non hai motivo di restare qui, là puoi avere tutto
quello che vuoi.”
“No, su
questo ti sbagli, fammi finire, ok? Perché tutto quello che io voglio sta qui,
in questa stanza. Sono stato un idiota ad andarmene, o forse no, forse se non
ti avessi dato retta sarei rimasto qui e non sarei mai arrivato dove sono, ma
di sicuro ciò che voglio più dei soldi e del successo, sei tu. Forse tornerò a
New York qualche volta, forse potremmo persino andarci insieme, ma io resto
Brian, se tu lo vuoi, io resto.”
Brian si
sporge fissandolo serio “Se io lo voglio? Senti Sunshine, lo sai come la penso,
tutto quello che conta nella vita è ciò che tu vuoi, non puoi restare qui
perché questo potrebbe essere ciò che voglio io.”
Justin
sospira scuotendo la testa “No, non hai capito niente, io resterò comunque a
Pittsburgh, quello che volevo dire e che voglio restare con te se tu lo vuoi
ancora.”
Brian lo
scruta, osserva la luce del camino ballare di riflessi rossastri sui capelli
biondi, guarda quegli occhi verdi immersi nei suoi, alla fine lascia scivolare
una mano dietro quel collo sottile, l’attira a se e lo bacia con dolce
trasporto “Mi sei mancato, certo che ti voglio qui con me, ti voglio qui con
me.”
Justin
sorride ricambia quel bacio e lo abbraccia, alla fine scivola via, tornando in
ginocchio davanti a lui, che continua a starsene seduto sulla poltrona “Ok,
allora aspetta…” mormora infilando una mano in tasca, tira fuori l’astuccio
mogano con dentro le fedi e lo guarda, Brian ride scuotendo la testa, “Le ho
trovate nel tuo ufficio, perché non le hai restituite?”
“Me ne
sarò dimenticato, ho avuto da fare.” risponde con un sorriso imbarazzato anche
se chiaramente divertito.
“Beh,
una vera fortuna…” mormora Justin tirandosi appena un po’ su, lo guarda negli
occhi in cerca delle parole “La verità Brian è che io ti amo, so che abbiamo
fatto tanti casini, so che la prima volta che ci abbiamo provato non è finita
come speravamo, ma… sposami, riproviamoci insieme.”
Brian lo
guarda con un sopracciglio alzato, medita vendetta “Ok…” risponde scrollando le
spalle.
Justin
lo guarda con un sorriso, ha capito il suo gioco “Ok?” chiede scuotendo la
testa.
Brian
ride sporgendosi verso di lui “Mhm… fammi pensare, tu mi hai risposto, Facciamolo se non sbaglio.” Brian ride ed anche Justin,
lo guarda ed è così felice che stia bene “Però…” bisbiglia tirandolo più vicino
sulle sue gambe “Se ora ti dicessi facciamolo, tu capiresti male, non che non
stia pensando anche a quello, intendiamoci.” e scivola a sfiorargli il collo
con un bacio mentre Justin ride.
“Ok,
uomo intelligente, allora rispondimi con intelligenza.”
“Quanto
meno non ho intenzione di balbettare senza senso.” ironizza prendendogli il
viso fra le mani, lo guarda con espressione improvvisamente seria scrutando
quegli occhi che ormai non fa fatica ad ammettere a se stesso di amare “Tu vuoi
davvero che ti sposi? Vuoi restare qui, invece di tornartene a New York?”
Justin
annuisce “Sono sicuro. Sicurissimo Brian.”
“Allora
sei pazzo, ma non puoi certo esserlo più di me, sposiamoci, e sta volta sul
serio.” sorride e lo bacia con dolcezza.
“Niente
ripensamenti e niente annunci scioccanti la sera della cena di prova.” mormora
Justin mordicchiandogli le labbra.
“Anche
perché non credo reggerebbero ad un altro colpo così.” Brian ride, lo bacia a
lungo, poi si ferma e lo guarda negli occhi “E adesso lasciati scopare…”
E così siamo finiti qui, nel giardino della
loro casa allestito per il matrimonio del secolo, niente scherzetti, la cena di
prova è andata in modo fantastico, Emmett ha preparato tutto sotto espresso
ordine di Brian, che ha voluto accontentare Justin in ogni suo capriccio.
E già, Brian Kinney alla fine ha tirato fuori
il suo cuore, mi abbasso mentre Gus si avvicina a me e gli porgo le fedi, il
piccolo mi sorride, le afferra e torna accanto a Linzy.
Quei due ci stanno facendo aspettare,
scommetto di sapere cosa stanno facendo…
Oh Gesù, hanno tempo per certe cose, ma dubito
che Brian volesse rinunciare all’ultima scopata da scapolo.
Alla fine la porta si apre, loro due camminano
uno accanto all’altro, vestiti in modo impeccabile, sono bellissimi e perfetti,
così vicini, mentre avanzano sul tappeto bianco che è steso fra le due file di
sedie.
Ogni tanto si guardano e Justin sorride felice
come non mai.
Si fermano, Brian accanto a me e Justin
accanto a Dafne, la lesbica che deve celebrare la funzione e qui, davanti a
noi, pronta a sposarli.
Brian gli fa cenno di iniziare e lei sorride.
“Carissimi amici, siamo qui oggi…” e mi perdo
un momento, Brian si volta verso di me e mi sorride, è sempre bellissimo e
giovane, lui è Brian Kinney cazzo, il mio migliore amico, sarà sempre giovane e
bellissimo.
La donna parla per un po’ e poi guarda i due
sposi “C’è qualcosa che volete dire?”
Justin si gira verso Brian, gli sorride
guardandolo quasi incredulo.
“Brian, non mi sembra vero che tu sia qui con
me, quello che so e di averti amato da sempre, non è stato semplice, ma alla
fine siamo qui, e so che non credi nel saranno
per sempre felici e contenti, so che non ci saranno solo giorni facili, ma
so anche che comunque saranno, felici o tristi, non importa, perché sarà la
nostra vita, insieme.”
Brian sorride, si morde le labbra e gli
stringe la mano “Una volta ti ho detto che avrei fatto qualunque cosa, che
avrei dato qualunque cosa, e sarei stato qualunque cosa per poterti rendere
felice. Di sicuro io sono quello che vedi, nel bene e nel male, ma spero che
basti e che alla fine tu ed io, possiamo davvero essere felici, insieme.”
Oh mio Dio, signori e signore, ora abbiamo le
prove, Brian Kinney ha un cuore!
Mia madre, seduta in prima fila sta pensando
proprio questo mentre si asciuga una lacrima, la conosco troppo bene, sorrido
guardandoli e non credo di aver mai visto Brian così felice, eppure lo conosco
da anni, forse solo quando è nato Gus.
Correvamo in quel corridoio d’ospedale, io,
lui e Justin, e rideva euforico, senza considerare la sua faccia quando ha
visto il piccolo fra le braccia di Linzy.
La Donna chiede le fedi, e Gus, con qualche
anno di più, si avvicina all’altare Brian si china e lo bacia “Sei bravissimo…”
bisbiglia facendogli l’occhiolino.
Sfila la fede e guarda Justin “Sei disposto
Brian, a prendere Justin come tuo compagno, per la vita? Ad affrontare con lui
il bene ed il male, la gioia ed il dolore?”
Brian guarda Justin negli occhi, gli prende la
mano con espressione serissima “Si, io Brian, voglio te Justin accanto a me,
per tutta la vita.” lascia scivolare l’anello al dito di Justin che lo guarda
con occhi lucidi ed un sorriso estasiato.
Poi si china anche lui, bacia Gus sulla fronte
e sfila la fede dall’astuccio “Sei disposto Justin, a prendere Brian come tuo
compagno, per la vita? Ad affrontare con lui il bene ed il male, la gioia ed il
dolore?”
Justin ride mordendosi le labbra, riesco a
vedere tutta l’emozione nei suoi occhi, ammetto che ero geloso di lui, ma sono
anche sicuro che abbia amato Brian sin dall’inizio.
“Si, io Justin, voglio te Brian accanto a me,
per tutta la vita.”
E la fede scivola piano al dito di Brian, lui
si guarda la mano quasi con amarezza, poi la scaccia via e sorride, guarda
negli occhi Justin, mentre la donna li dichiara “marito e marito” e poi Justin lo abbraccia, si baciano e tutti
applaudono, Teddy, Emmett e mia madre urlano a gran voce, Em si asciuga gli
occhi con un fazzoletto, il solito romantico, si commuove sempre ai matrimoni.
All’interno della casa si svolgerà la cena,
del resto è abbastanza grande da ospitare tutti gli invitati, festeggiamo,
brindiamo a loro ed alla fine Dafne ed io dobbiamo fare il discorso di rito.
Lei si alza e solleva il calice “Justin, ti ho
visto innamorarti di Brian, ed hai lottato per lui con tutta la forza di questo
sentimento, vi auguro di essere felici, perché nessuno più di voi lo merita.”
Ora tocca a me, accidenti non sono bravo in
queste cose, mi alzo e sollevo appena un po’ il bicchiere “Credo che questo
giorno segni la fine per tutti quelli che ancora non ti sei scopato Brian.” la
gente ride e lui scrolla le spalle divertito “Scherzi a parte, tu sai quanto io
ti voglia bene, siamo cresciuti insieme e credimi se ti dico che non mi sarei
mai sognato di trovarmi qui oggi, con te che ti lasci incastrare senza
proteste.” Justin ride, mi guarda e annuisce “Ma è anche vero che sono felice
per voi due, cercate solo di non fare altri casini.” ridono ancora ed io alzo
il calice “A Brian e Justin!”
E un coro si leva “A Brian e Justin!”
La cena finisce e loro due si alzano, Brian si
chiude i bottoni della giacca lasciando scorrere lo sguardo su tutti i
presenti, Justin lo affianca e lui gli passa un braccio attorno alle spalle “Vi
siamo veramente grati di essere venuti.” esordisce voltandosi a guardare Justin
che ride divertito.
“Non se lo sarebbero persi per niente al
mondo, credimi.”
“Sta zitto piccolo insolente.” scherza Brian
sfiorandogli le labbra “Vi invitiamo a restare e fare come se foste a casa
vostra, noi abbiamo un aereo da prendere.”
Tutti applaudono e Ted esclama “Adesso ce lo
vuoi dire dove andate?”
“Non se ne parla.” Brian divertito scuote la
testa.
“Io ne so quanto voi!” dice Justin scrollando
le spalle e tutti ridono.
Salutano e si avviano verso la loro stanza,
prendono le valige e noi siamo fuori ad aspettarli, Jennifer e Dafne, Teddy,
Em, Linz e Mel, mia madre e Ben.
“Vi raccomando, state attenti e tu tratta bene
il mio pulcino!” dice mamma dando un ceffone a Brian con i suoi soliti modi,
Brian alza gli occhi al cielo “Si mamma!” mormora sorridendo prima di lasciarsi
abbracciare e baciarla.
Justin abbraccia sua madre e poi saluta tutti
gli altri, salgono in macchina, diretti…
Beh volete saperlo? Io so tutto ma Brian non
ha voluto dirlo agli altri…
“Tu sei
fuori di testa!” Justin ride scuotendo il capo ancora incredulo.
Hanno
viaggiato per sette ore, Brian gli ha chiuso gli occhi con una mano per impedirgli
di vedere l’imbarco, quando l’aereo è atterrato, lì era già ora di pranzo visto
il fuso orario.
Non ha
ancora assorbito l’idea di trovarsi in quella stanza, in quella città.
Durante
il tragitto in macchina si è guardato intorno senza riuscire a dire una sola
parola, e in albergo un pranzo in camera li stava già aspettando.
E poi
lascivi si erano stuzzicati, provocati fino a non poter più resistere, mentre
fuori il sole iniziava a calare.
“E’
troppo tardi, ormai hai detto si davanti a quella lesbica pazza, non puoi più
tornare indietro.” scherza Brian baciandolo.
E Justin
ride ancora, aveva pensato ad Ibiza, visto che mille volte avevano detto che
sarebbero andati li insieme, ma Brian Kinney non fa mai niente di troppo
scontato, del resto è arrivato a sposarsi…
Si
allontana da Justin che guarda fuori dalle finestre, la Tour Eiffel si innalza
verso il cielo di Parigi, ormai tinto d’arancio, brilla di mille luci bianche,
Justin sorride e si volta a guardarlo.
Brian,
nudo sul letto della loro Suite, si sostiene su un gomito mentre accende una
sigaretta.
“Dì la
verità, non hai voluto dirlo agli altri perché ti vergognavi, hai preso in giro
Michael fino alla nausea quando venne qui con David.”
Brian
ride “L'ho preso in giro perché quel dottore era un idiota, e lui si era
iscritto al concorso per la moglie più servile dell’anno…” mormora guardandolo
“E poi non eri tu quello che voleva vedere il Louvre?”
Justin
cammina per la stanza, arriva al letto e gattona fino a lui strusciandoglisi
contro, ha un sorriso malizioso e gli morde le labbra “Quindi l’hai fatto per
me..?” bisbiglia.
“Già… e
che tu sappia, ho mai fatto qualcosa in cambio di niente?” sorride malizioso
lasciandosi stendere sul letto, adora quando Justin si strofina su di lui con
quello sguardo.
“Mhm… e
cosa vorresti in cambio?” chiede scivolando a baciargli il collo.
Brian
chiude gli occhi e inclina la testa indietro, “Tutto quello che voglio… sei tu,
Sunshine…”
-Fine-