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Autore: oOLeylaOo    19/01/2008    1 recensioni
Grace Brine è un adolcescente molto particolare, prima di tutto perchè non è affatto un adolescente, poi perchè ha il piccolo difetto di diventare una sirena se finisce in acqua.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17

- Apertura -

 

<< Potrebbe essere molto pericoloso. >> mi fece notare Lucy dopo che le ebbi esposto il mio piano.
Eravamo nella mia camera ed era ora di pranzo, non c’era nessuno nell’edificio, eravamo solo noi tre. Lucy si era seduta alla sedia della mia scrivania, le splendide gambe affusolate erano accavallate, invidiavo la sua bellezza e ne ero anche ammirata. Crystal invece era seduta a gambe incrociate sul mio letto, di fronte a me, la sua bellezza era di tutt’altro tipo di quella di Lucy, ma era comunque incredibile. Provai un moto di rabbia: perché solo io ero il brutto anatroccolo?
<< Sei arrabbiata per qualcosa? >>domandò Crystal inclinando la testa mentre mi osservava.
Scossi la testa. << Con voi due accanto mi sento sempre il brutto anatroccolo. Sono la più piccola, la più brutta e la più lenta del gruppo, ma stando con le persone normali lo avevo dimenticato. Voi però me lo ricordate in modo snervante. >> confessai con parecchia vergogna.
<< Non essere ridicola. >> disse Lucy alzandosi dalla sedia e sedendosi accanto a me, poi mi mise un braccio attorno alle spalle e mi diede un bacio sulla tempia. << Tu sei splendida Grace. >> mi rassicurò con gentilezza.
<< Io invece non riesco a capire cosa ci trovi di bello in me. >>fece Crystal guardando la sua felpa decisamente troppo grande per lei. << Non sembro nemmeno una ragazza. >>
<< No. >> concordai. << In effetti la tua più che bellezza è fascino. >>
Ci pensò un po’  su poi, scrollò le spalle. << Non mi interessa molto. >>
<< Allora, seguiamo il mio piano? >> domandai.
Crystal e Lucy si fissarono negli occhi per un momento, uno scambio di sguardi abbastanza lungo che aveva in se qualcosa di profondamente antico, d’altronde loro si conoscevano da molto tempo prima che io nascessi.
Rimasi in silenzio, fissandole, finché loro non annuirono accettando di seguire il mio piano.
<< Va bene, faremo come vuoi tu. >> acconsentì Lucy.
<< E se va male diremo che è stato uno scherzo di pessimo gusto. >>concluse Crystal.
<< Una per tutte e tutte per una come i moschettieri? >> scherzai con un sorriso.
<< Si. >> assentì Lucy << Ma in modo più elegante. >>

Crystal se ne stava imbronciata a guardarmi, ogni tanto sorrideva divertita per qualche errore che facevo, ma per la maggior parte del tempo si annoiava a morte mentre io e Hanry provavamo Romeo e Giulietta.
Era giovedì pomeriggio e io ed Hanry avevamo saltato educazione fisica per provare, la recita si sarebbe tenuta la settimana prossima, quella dopo ancora ci sarebbe stato l’esame e questo fine settimana invece c’era la rappresentazione della professoressa MegGlaski e Jeff non la smetteva di tallonarmi: lo odiavo!
<< Madamigella, per quella sacra luna che inargenta la cima di quegli alberi, giuro … >> recitò Hanry.
<< Oh, non giurar per la luna che si trasforma ogni mese nella sua sfera, per tema che l’amore tua sua al par di lei mutevole. >> recitai io.
<< E per che cosa dovrei giurare? >>
Ci pensai. Non mi veniva in mente la battuta. << Per … >> iniziai, poi mi ricordai << Non giurare affatto. O, se proprio vuoi giurare, giura per la tua persona benedetta, ch’è il dio della mia idolatria e potrò fare a meno di crederti. >>
<< Se il caro amore del cuore mio… >> recitò prendendomi per mano.
<< Non giurare, di grazia. Pur se tutta la mia felicità è riposta in te non provo alcuna gioia per il contratto d’amore stipulato stanotte. È troppo frettoloso, troppo immediato e irriflessivo, e mi somiglia troppo al lampo che scopare prima che si possa dire “lampeggia”. Buona notte dolce amore! >>recitai, fermandomi lì.
Scese il silenzio.
<< Grace, non è ancora finito il dialogo. >> disse Hanry quando rimasi zitta.
<< Si, tocca a te. >> dissi un po’ incerta. Forse toccava ancora a me.
<< Tocca ancora a te. >> ci infermò Crystal che stava guardando il copione.
Appoggiai la fronte sulla testa di Hanry.
<< Non sono portata per recitare. >> mi lamentai.
Lui rise baciandomi i capelli. << Devi solo imparare a memoria le battute. >>
<< Ho una pessima memoria! >> continuai scuotendo la testa.
<< Ora ti stai deprimendo senza una ragione. >> mi riprese lui. << Non ti preoccupare, in casi estremi ti suggerisco io le battute. >>
Sospirai scuotendo la testa: avevo accettato, dovevo andare fino in fondo.
<< Le imparerò, lo giuro. >> promisi con un bisbiglio.
<< Brava piccola. >> sussurrò allontana dosi da me per baciarmi.
Un bacio veloce, troppo veloce per i miei gusti.
<< Io me ne vado. >> disse Crystal. << Non amo assistere a queste effusioni. >>
Mi voltai per dirle di restare, ma Hanry mi precedette. << Vai pure, noi continuiamo a provare. >> disse con un sorriso e una voce piena di soddisfazione, ne ero certa.
Crystal alzò gli occhi al cielo seccata, poi lo fissò in cagnesco. << Non ti azzardare ad andare troppo oltre! >> avvertì.
Hanry la guardò con fermezza << Non farei mai niente che Grace non vorrebbe. >> la sincerità nella sua voce mi fece sorridere. Abbracciai Henry prima ancora che Crystal uscisse dalla stanza, chiusi gli occhi mentre lui mi accarezzava i capelli.
Alzai la faccia e gli diedi un bacio sul collo, lui mi prese il viso tra le mani e iniziò a depositare delicatamente dei baci sul mio viso, prima sulla fronte, poi sulle palpebre, poi sul naso, sulla guancia, fino ad arrivare alle mie labbra. Mi baciò sulle labbra, all’inizio lievemente, poi in modo più intenso e vorace. Quando ci separammo ansimavo leggermente, mentre Hanry mi teneva stretta a se con delicatezza.
<< Dobbiamo rimetterci a provare. >> disse infine.
Sospirai e annui, sprofondando ancora di più in quell’abbraccio.
Ci rimettemmo a provare fino che le prove dell’altro spettacolo non reclamarono la nostra attenzione.
Alle sei ci dirigemmo nell’anfiteatro mano nella mano, dove la prof di teatro ci aspettava. Le scenografie erano completate e io mi ero rifiutata di cantare quindi me ne stavo seduta su una poltrona accanto a Lucy che fissava la scena con interesse.
Jeff si unì a noi e tentò di nuovo di convincermi a cantare nella recita, Lucy alla fine gli disse cortesemente di lasciarci in pace, ma nella voce c’era un lieve tono di minaccia. E se l’avessi sentita me la sarei data a gambe, e a quanto pare anche Jeff pensò la stessa cosa perché se ne andò e ci lasciò in pace.
All’ora di cena mangiai con Hanry, Julie e Lucy, di Crystal non c’era traccia da quel pomeriggio, sperai che ci fosse tempo per rivedersi prima della sera successiva. La cena fu divertente, Hanry ci riaccompagnò al dormitorio e mi salutò con un bacio prima di andarsene. Poi salutai Lucy, lei e Crystal avevano una stanza separata dalla mia. Io sorrisi mentre ci dirigevamo in camera, decisa a ripassare tutte le battute fino a che non le avessi imparate a memoria. La cosa strana di quella giornata è che ero felice, molto felice, tutto era tranquillo, era tutto come doveva essere, come se fossi una persona normale, una normale ragazza di 16 anni che sta con il suo ragazzo e che non ha problemi con quel tipo di creature che si pensa esistano solo nelle favole o nei racconti dell’orrore.

La sveglia suonava in modo snervante da almeno due minuti: la odiavo! Allungai la mano e la spensi con un colpo, rannichiandomi poi di nuovo sotto le coperte. La luce del sole era imprigionata dalle tende davanti alla finestra, feci un sospiro rigirandomi per fissare il soffitto: era venerdì e quindi avevo lezione alle undici, ma avevo promesso ad Hanry che ci saremmo comunque visti di mattina per provare.
Mi alzai di malavoglia e mi diressi verso il bagno, Violette stava dormendo nel suo letto mentre Chantal e Julie se ne erano già andate. Mi sciacquai il viso e mi vestii, poi uscii per andare a fare colazione.
L’aria della mattina era frizzante, ma abbastanza calda, sembrava che finalmente che il caldo avesse deciso di farsi sentire. Camminai per i semi deserti corridoi della scuola e andai alla mensa, appoggiato allo stipite della porta stava Hanry, con un sorriso stampato in faccia che era impossibile non ricambiare. Era davvero bellissimo, l’uniforme gli dava un tono elegante e sofisticato, io ormai avevo smesso di guardarmi allo specchio quando me la mettevo perché sapevo già che aspetto avevo: sembravo la mascotte di una squadra di basket, nessuno poteva togliermi quella deprimente certezza.
Hanry mi venne incontro con un succo di frutta e una brioche in mano, me li porse con un sorriso.
<< La mensa ha chiuso dieci minuti fa. >> mi disse lui con un sorriso.
Erano quasi le dieci in effetti. Mi allungai per dargli un bacio veloce sulle labbra.
<< Buon giorno. >> bisbigliai con un sorriso.
<< Buon giorno a te. >> mi rispose porgendomi la brioche.
La presi e iniziai a sbocconcellarla mentre camminavamo verso l’aula di letteratura, avremmo provato lì quella mattina, anche se solo per un oretta e senza fare troppo clamore. Dopo aver finito la brioche Hanry mi passò il succo di frutta, mi viziava decisamente troppo e la cosa non mi dispiaceva affatto.
Ci mettemmo a sedere e iniziammo a recitare la parte che ormai sapevo quasi a memoria. Non sbagliai nessuna battuta, miracolosamente.
<< Bene. >>fece alla fine.<< Direi che ci siamo. >>
Sorrisi. << Si, le ho imparate. A suon di ripeterle … >>
<< Bene, ora dobbiamo solo recitarla come si deve, aggiungendo ciò che manca. >> sentenziò con un sorriso birichino e uno strano luccichio negli occhi.
Fu quasi con terrore che chiesi << Cosa manca? >>
<< Non è ovvio? >>domandò inarcando un sopracciglio con aria giocosa.
Lo fissai con aria confusa.
Lui si avvicinò prendendomi il viso tra le mani e allontanando in quel modo i capelli che, sfuggiti all’esastico con cui mi ero fatta la cosa, mi ricadevano sul volto. Avvicinò il suo viso come per baciarmi, poi sussurrò con malizia.
<< Romeo e Giulietta sono innamorati e questa scena è quella in cui … >> si interruppe per baciarmi le labbra. Il cuore iniziò a battermi fortissimo mentre le mie guance diventavano rosse. << … ci sono … >> riprese interrompendosi di nuovo per baciarmi, il mio cuore ormai andava a singhiozzi. << … più baci. >> concluse avvicinandosi di nuovo per baciarmi.
In quel momento sentii un tonfo e mi girai in tempo per vedere la porta spalancata e Elle sulla porta che mi fissava con sguardo afflitto, Julie era dietro di lei e mi rivolse uno sguardo preoccupato.
Hanry mi circondò la vita con un braccio e mi attirò a se, mi trovai con la schiena premuta contro il suo petto, mentre guardavo Elle avvicinarsi lentamente a me, con passo incerto. Aprì la bocca per parlare ma si bloccò palesemente afflitta, senza sapere come proseguire, rimasi a fissarla preoccupata e allungai una mano per appoggiarla al suo braccio.
<< Che succede? >> domandai in ansia, era strano che Elle fosse cosi preoccupata.
Lei mi fissò, gli occhi le divennero lucidi, come se stesse per piangere, si voltò lentamente verso Julie allontanandosi da me, mentre la mia compagna di stanza si avvicinò a noi lentamente, come se a ogni passo rischiasse qualcosa. Sentii Henry stringermi ancora più forte e appoggiare il mento alla mia testa, si era irrigidito e qualcosa lo turbava. Che stava succedendo?
<< Grace … è  successo una cosa un po’ brutta  ... >> farfugliò con ansia
La guardai senza capire, rendendomi conto che quella negli ultimi venti minuti quella era stata la mia espressione tipo.
<< Cosa? >> la incoraggiai mestamente.
<< Mi dispiace tanto Grace, ma sembra che tua sorella sia… >> iniziò mangiandosi le parole e fermandosi poi bruscamente senza terminare la frase.
<< Mia sorella? >> domandai senza capire.
Chantal entrò nella stanza in lacrime e corse ad abbracciarmi, mentre Henry faceva un passo indietro lasciandomi andare. Mi sentivo spaesata ogni istante di più, la stanza era diventata affollata e per una ragione che non comprendevo con chiarezza mi sentivo soffocare.
Il silenzio nell’ambiente circostante era pesante e palpabile, mi dava i brividi, nemmeno nei corridoi si sentiva niente, mi chiesi quanto mancasse all’inizio della lezione.
<< Crystal è morta. >> farfugliò infine Julie fissando il pavimento.
Per un istante sentii il mio mondo vacillare, poi tutto divenne nero. Prima di perdere i sensi sentii delle braccia che mi avvolgevano e in quel momento fui certa che a prendermi fosse stato Hanry.

 

 

Se non sbaglio i concerti sono divisi in varie parti: apertura, intermezzo e chiusura. Non sono una grande appassionata di musica, quindi posso benissimo sbagliarmi, comunque il titolo è stato scelto in quest'ottica.
Ho scelto quel titolo per una ragione particolare: questo capitolo è l'inizio del precipitare delle cose, non so come spiegarlo meglio. E' da qui che tutto inizia ad andare a rotoli.
Quandi buona lettura a tutte e un grazie a Silvy49 che commenta sempre i miei capitoli.

Bacioni e a presto a tutte le mie lettrici ^^!

  
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