Wendy
 

Il libro di fiabe è irrimediabilmente chiuso.
Sigillato.
La principessa, non è mai esistita.
La luce di quella stanza non si accende più da tempo.
Mesi, anni.
Hai ricordi di Londra, Wendy?
 

Vedi solo l’Isola che non c’è.
È nella tua testa.
Fiori velenosi, dai colori brillanti,
rami contorti come la mente delle Fate.
 

Ora hai il ruolo più importante.
È così facile essere madre ?
Selvaggi, con i denti affilati, avidi divoratori.
A loro non bastano le tue carezze.
Oh, poveri bimbi sperduti!
Loro hanno fame.
Dove sono i tuoi, fratellini?
 

Fatali incantatrici, la loro voce si sente da lontano.
Una nenia mortale.
Alle Sirene non piacciono solo gli uomini.
Carni tenere.
Il male ha sempre un bell’aspetto, non lo sapevi?
Non distingui un sorriso da un ghigno.
Sei la solita ingenua.
 

Non indossi più un fiocco candido,
ma stracci di pelle.
Ti sei mai chiesta di chi?
Sei una cattiva, mamma, Wendy.
 

Solo pochi eletti rimangono sull’Isola che non c’è.
È ora di crescere, sei un’intrusa qui.
Volevi prendere il mio posto con un insignificante pegno d’amore?
Sei solo una bambina.
 

Non canti più, Wendy?
Non racconti più Fiabe per bambini?
Non avrai il tuo lieto fine…
Dov’è la tua voce?
Ho strappato via la tua lingua.
Chi ha mai detto che le Fate sono creature della Luce?
 

Suoni distorti, mugolii spaventosi, litanie indistinte,
escono da quella bocca di rosa.
Sono una bugiarda, Wendy.
Lunghi capelli d’oro, labbra vermiglie, occhi fiammeggianti.
Una donna, sotto mentite spoglie,
è questa la mia vera forma.
Adesso non potrai portarmi via il mio, Peter.
Il crudele egoista.
 

Salsedine, legno, sangue.
Capitano Uncino, è un disumano aguzzino.
Un passo avanti sulla passerella,
 il pirata ha disegnato tatuaggi cremisi sulla tua schiena.
 

Non puoi più volare, non hai più nessun pensiero felice.
Nulla.
Non ti è rimasto niente, Wendy, solo incubi.
Stai andando a picco, nel cuore del mare, puoi solo affondare.
Ora dormi, Wendy, per sempre, in balia delle Sirene.