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Autore: Mave    07/07/2013    3 recensioni
Era la terza figlia di Nicola II, ultimo zar di Russia. Bellissima e dolce, quasi angelica, da figlia indesiderata si ritroverà ad essere una donna coraggiosa nei tumulti della Rivoluzione.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Image and video hosting by TinyPic Giugno 1899. Piove e fa freddo.

Il cielo è plumbeo sul golfo di Finlandia e la breve estate tarda ad esplodere nei suoi giorni miti e caldi.

Stamattina nella dacia di Peterhof, residenza estiva degli zar, si respira un'intensa e concitata agitazione: la zarina Aleksandra è stata colta dai dolori del travaglio!

Non è stata una gravidanza facile e tutti sono in apprensione per mamma e nascituro.

E poi c'è quella preghiera muta: forse oggi la Santa Madre Russia abbraccerà il suo agognato erede al trono!


Olga e Tatiana, due piccole matrioske di porcellana nei loro semplici vestitini bianchi, incrociano le gambe e si tengono per mano.

La loro mamma ha insegnato loro che stare in ozio è figlio del demonio ma le due bambine, contagiate dallo strano tramestio che anima il palazzo non riescono a far altro che aspettare.

Miss Eagar, la bambinaia, ha cercato di prepararle al fatto che presto ci sarà un nuovo bambino ad allietarle ma le due ne sono state piuttosto contrariate: sono un duo così affiatato, stanno così bene insieme da non aver bisogno di un terzo incomodo .


Mezzogiorno. L'andirivieni verso le stanze della zarina si fa più intenso.

Una ruga di preoccupazione deforma i bellissimi lineamenti esotici di Tatiana: e se la mamma dovesse diventare brutta quanto Olga quando si era presa la febbre tifoidea?

Pochi mesi fa c'è voluto del bello e del buono per convincere la testarda Tanya che la sua Olya non era stata sostituita con una bambina più brutta, gialla e malaticcia.


Un vagito di vita.

Un vagito che si espande nella reggia di Pietro il Grande, lungo il golfo di Finlandia, lungo la Neva, la steppa e gli Urali.

Le campane della cattedrale di San Pietro e Paolo rintoccano a festa.

Dindon. Dindon. Una, due, tre, quattro, cinque volte.

Dieci. Venti. Cinquanta. Ottanta. Novanta.

Cento volte.

Silenzio.

Un silenzio deluso che tradisce tutte le attese: è femmina. È nata la terza granduchessa Romanov.


Lo Zar cela il suo rammarico e sa già di amare quella terza figlia, dello stesso sentimento di devozione e protezione, con cui tiene per mano Olga e Tatiana mentre le accompagna a conoscere la sorellina.

La zarina è a letto, bella come sempre nonostante la stanchezza e il sorriso triste che la invecchiano di dieci anni.

Bacia le figlie tra i capelli biondi mentre Nicola, con maestria, culla un fagottino bianco e morbido che incuriosisce le bambine.

Olga e Tatiana, tenendosi per mano, scrutano con meraviglia quel tesoro e quel mistero che profuma di vita: la neonata è bellissima. Le guance rosee e un boccolo biondo su una tempia sono effige di salute, i suoi magnifici occhi blu contornati da lunghe ciglia scure sono un marchio indelebile. Gli occhi dei Romanov.

"Lei è Maria Nikolaevna Romanov! Benvenuta in famiglia!"

La piccola sbadiglia alla presentazione ufficiale con quell'aria dolce che caratterizzerà tutta la sua vita.

   
 
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