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Autore: Elis12    09/07/2013    0 recensioni
[Night School]
[Night School]Dal romanzo di C.J. Daugherty
Alla Cimmeria Academy tutto sembra ancora al suo posto, ma niente è più come prima. C'è solo una scelta possibile da fare, Nathaniel o Isabelle, e questo Ashley lo sa molto bene. Non c'è posto per i traditori nella Night School. Tra amore e odio, amici e nemici, gioia e dolore, fiducia e tradimenti, sopravvivere o morire. La lotta per il potere continua...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Chapter Three

Night School

Chapter Three

 


«Cosa accidenti ci fai qui, Gabe?» domandò Ashley scioccata. Tra tutti, lui era proprio l’ultimo che si aspettava di vedere.
«E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti, Ashley. Sei sempre la stessa», Gabe fece un sorriso strano mentre si avvicinava di un passo.
«Mi fa piacere che non mi trovi cambiata, non posso dire lo stesso di te. Che diavolo hai fatto ai capelli?» chiese guardando con orrore la testa rasata di Gabe, che una volta era coperta da bellissimi ciuffi biondi.
«Pidocchi», scherzò lui.
«Non sei divertente».
«Peccato, ero convinto di sì», Gabe fece un altro passo verso di lei. Ashley si allontanò.
«Cosa ti è successo?» chiese inclinando la testa, un’espressione quasi malinconica in viso.
«Ti ho già detto che ho dovuto tagliargli…»
«Non parlo dei capelli, ma di te», Ashley lo fissò dritto negli occhi nocciola, che al buio non riusciva a vedere, «ho sentito cos’è successo quest’estate al ballo...»
Gabe la interruppe e fece un gesto di noncuranza, sollevando le mani aperte davanti a sé: «Ho fatto solo quello che dovevo fare». Fece una pausa poi aggiunse: «Anch’io ho sentito delle cose interessanti su di te. Non avrei mai pensato che, tra tutti, te la facessi proprio con lui». Le sue parole turbarono Ashley che, però, cercò di non darlo a vedere.

Come faceva a saperlo? Non l’aveva detto a nessuno, a meno che lui… Quel cretino!

Il ragazzo le rivolse un sorriso, aveva un che di sadico e malefico: «Ti stai chiedendo come faccio a saperlo?»
Ashley lo ignorò. «Voglio sapere perché l’hai fatto».
«Non so di cosa parli», scrollò le spalle come se niente fosse.
«Hai ucciso una persona, Gabe! Era solo una ragazza!» urlò sconvolta per l’indifferenza che il ragazzo dimostrava.
«Che diavolo succede?» un marcato accento francese li interruppe, Sylvain uscì dal bosco e si affiancò a lei: «Gabe?! Cosa fai qui?»
«Ciao anche a te Sylvain, non posso dire che mi sei mancato», rise da solo della sua battuta. Una risata amara e priva di felicità, come mai Ashley aveva sentito prima d’ora. Se un tempo lei e Gabe erano stati amici e si conoscevano bene, ora non aveva la più pallida idea di chi fosse il ragazzo davanti a lei. Quello non era Gabe, non più.
«Ashley, corri a chiamare Isabelle», ordinò Sylvain.
«Tu sei pazzo, non ti lascio da solo con lui», protestò la ragazza.
«Vai!» insistette.
«Così poi ti fai quasi ammazzare come l’altra volta?»
«Ho detto vai!», la voce di Sylvain era tagliente come non mai mentre si girava a guardarla, gli occhi ridotti a due fessure. Gabe si stava godendo la scena sorridendo tra sé e sé.
Ashley gli rivolse uno sguardo contrariato, ma fece come gli aveva detto e corse via più veloce che poté.
Udì chiaramente la voce di Gabe dire: «Pronto a farti fare il culo un’altra volta?», prima di immergersi nel silenzio del bosco.
    
Devo muovermi o Sylvain ci rimetterà la pelle, pensò mentre le sue gambe lunghe solcavano il terreno con grazia, correndo all’impazzata.
Per quanto lei e Sylvain erano alti di grado e tra i più abili della Night School, nessuno era più bravo di Gabe. Lui era sempre stato il migliore tra tutti loro e continuava ad esserlo. Non era certo un avversario che potevano permettersi di sottovalutare, neanche un esperto come Sylvain.

Raggiunse l’edificio dove alloggiavano gli insegnati, spalancando la porta mentre ansimava per la corsa. Si lanciò su per le scale alla massima velocità, stando attenta a non inciampare nei gradini. Aprì di colpo la porta della preside senza bussare: «Isabelle, alzati subit-… oops! Scusate!»
Ashley si bloccò in mezzo alla stanza a metà tra l’imbarazzo e lo shock: Isabelle e Matthew stavano dormendo insieme nello stesso letto, uno accanto all’altra. La ragazza distolse lo sguardo, mettendosi una mano davanti alla bocca spalancata per la sorpresa, cercando inutilmente di non ridere, mentre i due si alzavano di scatto.
«Cos’è successo?» chiese la preside infastidita. Ashley si chiese se era perché l’aveva svegliata o perché l’aveva beccata in pieno mentre se la faceva con Matthew.
«Gabe è qui. Sylvain lo sta affrontando da solo», bisbigliò con urgenza. I due scattarono in piedi, mentre Matthew si lasciava andare a un’imprecazione. Cercarono di raccattare i vestiti sparsi per la camera il più in fretta possibile, Isabelle si stava ancora infilando uno stivale che aveva pescato da sotto il letto, quando Matthew uscì seguito da Ashley, chiedendole informazioni più precise. Camminarono a passo svelto fino all’entrata, dove incontrarono Eloise in vestaglia che gli chiese spaventata cosa stesse succedendo. Isabelle le disse rapidamente di avvisare Raj che qualcuno era entrato nella scuola. Quando uscirono, sentirono un grido soffocato.  Ashley riconobbe la voce di Sylvain e iniziarono a correre in quella direzione.

Trovarono Sylvain in ginocchio sul terreno, che ansimava e si premeva una mano sul torace.
«Stai bene?» chiese Ashley, il terrore sul volto. «Aveva un coltello? Ti ha colpito?» Sylvain alzò una mano per calmarla: «Tranquilla, solo una costola rotta. Sto bene!» Mentre la ragazza lo aiutava a rimettersi in piedi, fece una smorfia di dolore e poi si rivolse a Isabelle e Matthew: «Se n’è appena andato, deve essere ancora qui da qualche parte».
Isabelle si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla: «Abbiamo avvisato Raj, i suoi uomini si staranno già attivando. Hai fatto un ottimo lavoro».
«Grazie», sorrise lui storcendo il labbro ferito. Un grosso livido stava già crescendo intorno alla sua bocca, prendendo la forma del pugno di Gabe.
Ashley lo osservò: «Non avrei dovuto lasciarti da solo».
«Sono stato io a chiederti di avvertire gli altri, è così che lavorano le coppie, lo sai». Ashley aveva già aperto la bocca per protestare, ma Isabelle la interruppe: «Accompagna Sylvain in infermeria. E questa volta non voglio storie», aggiunse lanciando un’occhiata di avvertimento al ragazzo, che si limitò ad annuire al ricordo di come lo scorso semestre aveva sanguinato nell’ufficio della preside dopo lo scontro con Gabe.
Ashley gli passò un braccio intorno alla vita, mentre Sylvain si appoggiava alla sua spalla dirigendosi verso la scuola.


La mattina dopo Ashley si svegliò in infermeria: era seduta su una sedia e aveva la testa appoggiata al letto, con una mano stringeva quella di Sylvain. Si alzò sbadigliando e strizzò gli occhi per la luce forte. Sylvain la stava osservando. Sorrise quando lei aprì gli occhi: «Bonjour». Aveva un taglio profondo sul labbro, un enorme livido viola sulla mandibola e un graffio sotto l’occhio. Ashley si guardò intorno, ma non c’era nessun altro nella stanza a parte loro.
«Anche a te. Come stai?» chiese sfiorandogli dolcemente una guancia con le dita della mano libera.
«Bene, l’altra volta è stata peggio». Sylvain si strinse nelle spalle come se niente fosse. Ashley lo scrutò a lungo come se cercasse di assicurarsi che stesse davvero bene.
«E tu? Hai dormito qui. Se lo sapevo, ti lasciavo un po’ di spazio sul letto», commentò Sylvain con aria invitante. Ashley si stirò il collo indolenzito e si passò una mano tra i capelli, sistemandoli velocemente. «Puoi sempre farlo ora», sorrise.
Sylvain si spostò e batté una mano accanto a sé, la ragazza si sdraiò al suo fianco. Rimasero in quella posizione, l’una stretta all’altro, per un tempo infinitamente lungo, finché l’infermiera non venne a cacciarla via sostenendo che Sylvain e la sua costola rotta avevano bisogno di riposo.

*


Quando bussarono alla porta della sua camera, Allie si era appena alzata dal letto. Andò ad aprire ancora in pigiama e si trovò davanti una Rachel nel panico più totale. Non l’aveva mai vista così, di solito era la calma fatta a persona.
Farfugliò qualcosa in fretta di cui Allie riuscì a comprendere solo una parola: «Gabe cosa?!»
«Si è introdotto nella scuola stanotte», Rachel fece un respiro profondo per calmarsi.
«Oddio», l’espressione di Allie era di puro orrore. «Jo?» chiese un po’ spaventata di conoscere la risposta.
Rachel le rivolse un’occhiata d’intesa e si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo: «E’ uscita di testa, com’era prevedibile».
«Oh, povera Jo», sussurrò Allie.
«Oh, poveri noi», commentò piano Rachel.
«Lo sai che quando si tratta di Gabe non ragiona più», replicò Allie cercando in qualche modo di difendere l’amica.
«Per questo ha bisogno di te. E’ nella sua stanza, se ti stessi chiedendo dove sia».
Allie annuì: «Che cosa voleva Gabe?»
«Non lo so, sei tu quella che fa parte della Night School. Dovresti dirmelo tu».
«Non ho ancora sentito nessuno, dovrei andare a cercare qualcuno e vedere se hanno indetto qualche riunione speciale».
Rachel annuì, ma prima che potesse uscire, la trattenne per un braccio: «Ho un’altra notizia, prima che tu te ne vada. Una brutta notizia». Rachel la fissò dritta negli occhi e Allie sospirò pesantemente: «Di cosa si tratta?»

*


«Jo?» quando Allie entrò in camera sua e chiamò il suo nome, trovò la ragazza a letto che stringeva un cuscino tra le braccia. Si lasciò sfuggire un singhiozzo. «Oh, Jo».
Allie si avvicinò e si sedette sul bordo del letto, accarezzandole la testa.
«Odio il fatto che mi fa sentire una merda ogni volta che si fa vedere. Mi fa sempre tornare in mente la notte del ballo, quello che è successo a Ruth e tutto il resto», Jo tirò su col naso. Allie continuò a passarle una mano sui capelli dolcemente.
«Hai bisogno di tempo per dimenticarlo».
«Lo so, ma nonostante tutto quello che ha combinato, qualche volta mi manca ancora», Jo alzò la testa per cercare il suo sguardo, «pensi che io sia pazza?»
«No, penso che tu sia ancora innamorata di lui».
Jo sbuffò: «Forse hai ragione. Il problema è che non so come smettere di pensare a lui».
«Vorrei tanto saperlo anch’io come si fa», rispose l’amica, ripensando al leggero fastidio che provava ogni volta che vedeva Ashley pomiciare con Sylvain.
Rimasero in silenzio per un minuto, ognuna persa nei suoi pensieri, finché Jo non chiese: «Comunque, cosa è venuto a fare?»
«Non lo so, ma dovrei andare a cercare qualcuno per scoprirlo».
«Se sai qualcosa, me lo dirai?» domandò la ragazza guardandola supplichevole con i suoi occhioni azzurri pieni di lacrime.
Allie le scompigliò i capelli gentilmente: «Sì, ma tu tirati su di morale e non pensarci troppo».
Jo annuì: «Va bene. E grazie Allie, per esserci sempre». La ragazza sorrise e le scoccò un bacio in testa.

Allie si diresse in bagno, si fece una doccia veloce e si vestì prima di scendere a colazione. Erano le nove di un sabato
mattina freddo e grigio. Ma non era un giorno qualunque, era la vigilia di Natale. Si fermò a guardare fuori dalla finestra, la neve che era caduta per tutta la notte aveva interamente ricoperto il campus. Non c’era più traccia del prato verde e le cime degli alberi erano sepolte sotto una spessa coltre di neve. Allie si girò appena in tempo per vedere la spiacevole notizia, di cui Rachel le aveva parlato, attraversare l’ingresso: una ragazza dalla pelle bianca come il latte, si stava togliendo i fiocchi di neve dalla massa di capelli rosso fuoco. Allie riconobbe con orrore la sua compagna di scuola e acerrima nemica, Katie Gilmore era tornata a scuola in anticipo. Quando la vide, assunse un’espressione schifata e la salutò con una mano muovendo appena le dita. Allie inarcò le sopracciglia, guardandola dall’alto al basso e facendole solo un cenno in segno di saluto.
Scese le scale di corsa e la oltrepassò senza degnarla di uno sguardo, proprio mentre Katie stava per aprire bocca e dirle qualcosa. «Che scortesia», commentò con disprezzo.

Quando entrò in sala da pranzo, trovò Zoe seduta a un tavolo da sola. Le fece un cenno di saluto con la mano e Allie si sedette al suo fianco.
«Che diavolo è successo ieri sera?!» chiese a bassa voce. Zoe le rivolse un’occhiata, e aspettò di mandare giù un boccone della sua colazione, prima di rispondere: «Un casino! Gabe è venuto qua e ha intercettato Ashley. Isabelle è incazzata nera e Sylvain è ridotto a uno straccio».
«Che cosa, Sylvain è ferito?» chiese Allie preoccupata.
«Niente di grave, una costola rotta e qualche livido. Penso che il suo orgoglio sia quello più colpito. Insomma due volte che Gabe viene qua, due volte che si fa fare il culo da lui!»
Allie le scoccò un’occhiata di rimprovero e addentò uno dei suoi sandwich al formaggio: «Se avessi visto Gabe in azione l’ultima volta, capiresti che è un osso duro».
«Beh, lo so invece. E’ stato il mio partner», confessò Zoe evitando il suo sguardo.
«Cosa? Non me l’avevi detto!»
Zoe alzò le spalle in risposta, senza guardarla negli occhi: «Non ho avuto occasione di dirtelo, mi sarà passato di mente».

«Ti è passato di mente? Che Gabe era il tuo partner non è certo una cosa che si dimentica facilmente», esclamò Allie con un tono leggermente accusatorio.
«Neanche andare nel bosco a notte fonda a incontrare il proprio fratello scomparso e ricercato è una cosa che si dimentica di far sapere alla propria partner», rispose Zoe tagliente.
Allie era esterrefatta: «Zoe, che cosa stai…»
«Dico solo che se tu non ti fidi di me, non vedo perché dovrei farlo io». Sì alzò di scatto e si diresse verso la porta senza guardarsi indietro.
«Ma che diavolo…» Allie rimase immobile, con la bocca aperta per la sorpresa, a fissare l’ombra di Zoe che usciva dalla porta e girava l’angolo. Non aveva neanche immaginato che ci fosse rimasta male perché non le aveva detto di Christopher e Zoe non gliene aveva mai parlato, ne aveva mai dato segno di avercela con lei. Anche se era la sua partner, aveva preferito non dirglielo, così come l’aveva tenuto nascosto a Carter. Perché sapeva che quel giorno, se li avesse coinvolti, sarebbero andati a comunicarlo a Isabelle e lei avrebbe perso ogni chance di parlare con suo fratello dopo due anni. Allie sospirò al pensiero di quanto era stato difficile far pace con Carter dopo quella volta, e sperò che non sarebbe stato lo stesso con Zoe.

*


Ashley spalancò la porta dell’ufficio di Isabelle senza bussare ed entrò lasciandola aperta.
«Ti dispiacerebbe bussare prima di entrare?» chiese la preside indispettita. Ashley appoggiò le mani sullo schienale della poltrona e si chinò in avanti, fissò Isabelle dritta negli occhi e, con voce melodrammatica, esclamò: «Tu e Matthew?!»
«Appunto…», commentò l’altra al ricordo della sera prima.
«Come, quando, dove e perché. Devi raccontarmi tutto!» continuò Ashley eccitata, sprofondando nella poltrona e avvinandola alla scrivania di Isabelle, per appoggiarci sopra i gomiti. La preside mise da parte i fogli che stava leggendo e la osservò con gli occhiali appoggiati sulla punta del naso: «Non devo dirti proprio niente. Io e Matthew siamo entrambi adulti e non dobbiamo dare spiegazioni a nessuno».
Ashley spalancò la bocca con finta sorpresa: «Ma sentila! Sapevo che voi due ve la intendevate, ma non pensavo così bene!»
Isabelle le aveva appena intimato di farla finita, quando Allie comparve sulla soglia, picchiettando leggermente il pugno sullo stipite della porta. «Posso tornare dopo se hai da fare, Isabelle», esordì.
La preside stava per aprire bocca, ma Ashley l’anticipò: «Oh no, non preoccuparti, me ne stavo andando. E poi voi due avete qualcosa di importante di cui parlare, vero Isa?» chiese lanciando uno sguardo pieno di significato alla preside. Isabelle le rivolse un’occhiata esasperata e alzò brevemente gli occhi al cielo, mentre Ashley usciva borbottando che andava a trovare la sua “cara amica Katie”.

*


«Accomodati», Isabelle la invitò a sedersi su una delle due poltrone in pelle nera. Si tolse gli occhiali e si alzò per accendere il bollitore.
«Immagino che tu abbia sentito di ieri sera», cominciò la preside.
Allie annuì: «So solo che Gabe è entrato qui e che Sylvain è ferito. Che diavolo è successo?» chiese con un po’ di apprensione nella voce.
La preside si diede da fare per preparare il tè, mentre le raccontava di come Ashley l’aveva intercettato, di Sylvain che lo aveva affrontato da solo mentre la ragazza era andata a chiamare aiuto, e di come Gabe era riuscito a scappare prima che gli uomini di Raj lo prendessero. Si sedette accanto ad Allie e le offrì una tazza di tè bollente alle erbe. Allie la prese con entrambe le mani e chiese: «Come sta Sylvain?»
Isabelle sospirò: «Niente di grave. Ha solo una costola rotta, ma sarebbe potuta andare peggio».
Allie le lanciò un’occhiata di traverso: «Ma come ha fatto Gabe a entrare indisturbato come se niente fosse?»
«E’ questo il problema», rispose la preside dopo un momento di pausa, «pensiamo che sia stata la spia di Nathaniel a farlo entrare. Non vedo altra spiegazione». Allie trattenne il respiro a quella notizia e chiese: «Avete scoperto chi è?»
Ma Isabelle scosse la testa desolata e prese un sorso di tè. «Magari lo sapessimo, è molto abile a non farsi trovare. Ma questa storia deve finire, non può andare avanti così!» Si guardarono negli occhi per un istante e poi Allie domandò: «Lucinda si rifiuta ancora di collaborare?»
Isabelle annuì e sospirò di nuovo: «A proposito di Lucinda, c’è qualcosa di cui ti devo parlare». La preside si prese una lunga pausa prima di proseguire, sembrava stesse cercando le parole giuste per dirglielo. Allie aspettò pazientemente, forse si stava finalmente per confidare con lei.
«Ashley mi ha detto che le hai chiesto dove è stata quest’estate e visto che ha a che fare con tua nonna, sono giunta alla decisione che tu debba saperlo», cominciò Isabelle, «mi rendo conto che ho sbagliato a tenerti all’oscuro degli eventi che stanno accadendo e ora sono pronta a fidarmi di te, se tu ti fiderai di me. Ti dirò tutto quello che vuoi, scioglierò ogni tuo dubbio». La preside la osservò con il suo sguardo dorato pieno di apprensione e Allie annuì, ricambiando a sua volta con un’occhiata colma di gratitudine: «Mi fido di te, Isabelle. E, per favore, vorrei che mi dicessi quello che sai di Lucinda». Isabelle le strinse brevemente una mano e sorrise. Non era un sorriso triste, era più malinconico.

Le raccontò che Ashley, in quanto attuale membro con il grado più alto nella Night School, aveva passato l’estate con Lucinda, aiutandola a convincere i membri del consiglio a stare dalla loro parte. Alcuni di loro però, diffidavano ancora della politica con cui isabelle e Lucinda stavano conducendo la scuola e l’intera organizzazione. La preside rivelò che una parte dei consiglieri patteggiavano con Nathaniel e stavano cercando di farlo entrare nel Consiglio per togliere il comando a Lucinda. Isabelle era sicura che il resto del Consiglio, che era ancora la maggioranza, non avrebbe mai approvato una cosa simile e che quel piano era destinato a fallire.
«Ma non sta prendendo di mira la scuola, ora? Insomma, Gabe la scorsa notte e gli eventi del ballo..» Allie fece un gesto con la mano.
«E’ ciò che mi preoccupa di più», rispose Isabelle soppesando le sue parole, «temo che ora il suo obiettivo sia di attaccare la scuola e, da lì, risalire a me e all’organizzazione. In questo modo avrebbe il controllo di tutto: della Night School, della scuola e dell’intero sistema». Allie scrutò i suoi occhi preoccupati e chiese: «Che cosa possiamo fare per fermarli?»
La preside sembrò pensarci su e poi rispose: «Beh, per prima cosa sarebbe utile che Lucinda ci aiutasse a intensificare la sicurezza, nonostante l’aiuto di Raj e della Night School ci sono ancora delle fughe di informazione. E poi naturalmente..»
«Trovare quella maledetta spia», concluse Allie sospirando.
«Ruota tutto intorno a questo e non so come accidenti fare a trovarla», Isabelle sembrava disperata, «stiamo usando tutti i mezzi possibili e abbiamo ridotto di parecchio il campo d’indagine, ma non sappiamo ancora se sia uno studente della Night School o un’insegnante. Se non capiamo almeno questo, non faremo molti passi avanti».
«Per questo state interrogando gli studenti? Carter mi ha detto che Jerry gli sta addosso», replicò Allie con una nota di rabbia nella sua voce.
Isabelle la guardò: «So cosa pensi, Allie, e mi dispiace mettere in discussione la fedeltà di Carter, ma è una cosa necessaria. Arriverà anche il tuo turno e voglio che tu sia pronta per questo».
Allie annuì con riluttanza e si ritrovò a chiedere: «E chi interrogherà gli insegnanti?»
«Di questo ci stiamo occupando io e Matthew, non ti devi preoccupare». La preside le scoccò un’occhiata enigmatica. Allie ricordò appena che l’esperto di sicurezza era appena tornato a scuola.

All’improvviso le venne un’idea, come se una lampadina si fosse accesa nella sua mente. Si raddrizzò di scatto sulla poltrona e si girò verso Isabelle, che le rivolse un’occhiata curiosa: «Ho appena avuto un’idea, ma ho bisogno del tuo aiuto», annunciò.

*


Ashley stava scendendo le scale che dal dormitorio portavano all’ingresso principale, quando Lucas la raggiunse salendo i gradini a due a due.
«Hey, Ashley! Ti stavo cercando».
«Lucas! Che cosa c’è?» chiese Ashley fermandosi a metà scala.
«Ho due notizie: una brutta e una bella. Scegli».
Ashley sospirò e disse: «Beh, di solito si preferisce prima quella brutta, per togliersi il pensiero».
«Ottima scelta!» commentò Lucas e poi continuò: «Ti hanno assegnato il turno della Night School prima di cena».
Ashley sbuffò al pensiero del freddo che la aspettava fuori: «Dato che Sylvain è in infermiera, chi sarebbe il mio partner?»
«Questa è quella bella», rispose, «sono io!»
La ragazza ricambiò il sorriso contagioso di Lucas, poi lo prese a braccetto e disse: «Molto bene, caro collega. Mettiamo a punto la nostra strategia per prendere a calci i pupazzi di neve assassini in giacca e cravatta».
Lucas rise e insieme si diressero verso il portone principale, per affrontare una gelida ronda.


Quando poche ore dopo il turno di guardia cambiò, non ebbero niente di particolare da riferire a Raj. Nonostante la recente incursione di Gabe, quel giorno tutto sembrava più tranquillo che mai. Ashley e Lucas si cambiarono in fretta e varcarono insieme l’ingresso della scuola, rabbrividendo per il freddo e cercando di scaldarsi stringendosi le braccia intorno al corpo. Lucas la guidò verso la sala pranzo, era la sera prima di Natale e girava voce che Isabelle avesse organizzato una cena coi fiocchi per celebrare la Vigilia. Quando entrarono, videro che un grosso tavolo era stato sistemato in mezzo alla sala per l’occasione, e coloro che erano rimasti a scuola per le vacanze erano già seduti al loro posto, in attesa. Professori e studenti occupavano lo stesso tavolo senza alcuna distinzione, Ashley notò che Zelazny aveva tirato fuori un altro dei suoi orrendi completi tutti uguali, mentre la preside indossava un elegante abito nero a maniche lunghe. Eloise si era raccolta i lunghi capelli scuri in uno chignon e chiacchierava allegramente con Jerry Cole. Jo era molto pallida, mentre Allie le accarezzava dolcemente la schiena con una mano in segno di consolazione. Perfino Sylvain si era unito a loro.
«Sylvain, sei qui!» esclamò Ashley, attirando l’attenzione dei presenti che non li avevano sentiti entrare. La ragazza lo raggiunse, lo strinse tra le braccia dal dietro e gli scoccò un bacio sulla guancia. Sylvain mugugnò di dolore: «Fai piano..»
«Scusa», rispose Ashley per niente dispiaciuta. Si sedette nel posto libero tra lui e Carter, e fece segno di no alla domanda interrogativa che Isabelle la aveva rivolto inarcando le sopracciglia. Evidentemente, Raj non aveva ancora riferito alla preside il resoconto del loro turno di guardia. Ora che ci faceva caso, era l’unico che mancava.
Gli occhi di Ashley si depositarono su Katie e non perse occasione per salutarla con ironia: «Katie, ma che bello rivederti!»
L’altra le fece una smorfia in risposta. «Ashley, non sai quanto sono felice di rivederti dopo tanto tempo». Nel suo sguardo e nel tono di voce non c’era traccia di quella felicità.
«Allora Katie, dimmi, chi hai tormentato mentre non c’ero?», chiese Ashley fissandola con uno sguardo minaccioso, «spero non Allie, perché d’ora in poi è sotto la mia protezione e se vengo a sapere che fai la bulletta con lei, ti faccio a pezzi». Isabelle le rivolse un’occhiataccia e lei fece un sorriso innocente in risposta.
Katie la ignorò e richiamò l’attenzione della preside: «Isabelle, hai notato che Ashley è arrivata in ritardo a cena?» La preside, però, fece finta di non sentirla, impegnata nella sua conversazione con Eloise. Katie cercò di nascondere l’indignazione e insistette: «E di grazia, cosa stavi facendo fuori tutta sola insieme a Lucas con questo tempo?» chiese malefica, osservando i fiocchi di neve che brillavano sui capelli di Ashley.
«Prendevamo il sole?» suggerì Ashley ironica, aggrottando le sopracciglia all’indirizzo di Lucas e suscitando l’ilarità di Zoe e di qualcun altro.
«Non sei divertente. Dico solo che meriteresti una punizione», commentò Katie alzando la voce.
La ragazza sospirò e rispose con nonchalance: «Perché non ti fai i cazzi tuoi una buona volta?» Isabelle le scoccò un’occhiata di avvertimento.
«Ti hanno mai detto che sei una gran maleducata?» domandò Katie con fare provocatorio.
«E a te hanno mai detto che sei una piaga sociale?» la rimbeccò Ashley. Katie assunse un’espressione indignata e spalancò la bocca, vedendo che la preside e nessun altro dei professori interveniva per punire la ragazza.
Si alzò in piedi e lanciò il tovagliolo sul tavolo, facendo una scenata teatrale. «Lo riferirò ai miei genitori!» strillò all’indirizzo della preside e poi si allontanò come una furia. Isabelle la guardò con indifferenza e quasi sorrise quando Ashley le augurò: «Passa una bella serata!»


Diverse ore dopo, quando il coprifuoco era passato da un pezzo, ad Ashley parve di sentire l’eco del portone d’ingresso che si richiudeva con forza. Scrollò le spalle, pensando alle continue ronde della Night School, e continuò a salire le scale, diretta ai dormitori delle ragazze. Non poteva immaginare che, ad uscire a notte fonda dalla scuola, non era stato qualche membro della Night School impegnato nel suo lavoro, ma qualcun altro che sgattaiolava fuori in gran segreto.

To be continued...

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, lasciate un commento!
Elis.

  
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