Night School
Chapter Three
«Cosa
accidenti ci fai qui, Gabe?» domandò Ashley
scioccata. Tra tutti, lui era
proprio l’ultimo che si aspettava di vedere.
«E’
passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ci
siamo visti, Ashley. Sei
sempre la stessa», Gabe fece un sorriso strano mentre si
avvicinava di un
passo.
«Mi fa
piacere che non mi trovi cambiata, non posso dire lo stesso di te. Che
diavolo hai fatto ai capelli?» chiese guardando con orrore la
testa rasata di
Gabe, che una volta era coperta da bellissimi ciuffi biondi.
«Pidocchi»,
scherzò lui.
«Non sei
divertente».
«Peccato,
ero convinto di sì», Gabe fece un altro passo
verso di lei. Ashley si
allontanò.
«Cosa ti
è successo?» chiese inclinando la testa,
un’espressione quasi
malinconica in viso.
«Ti ho
già detto che ho dovuto tagliargli…»
«Non parlo
dei capelli, ma di te», Ashley lo fissò dritto
negli occhi nocciola,
che al buio non riusciva a vedere, «ho sentito
cos’è successo quest’estate al
ballo...»
Gabe la interruppe e
fece un gesto di noncuranza, sollevando le mani aperte
davanti a sé: «Ho fatto solo quello che dovevo
fare». Fece una pausa poi
aggiunse: «Anch’io ho sentito delle cose
interessanti su di te. Non avrei mai
pensato che, tra tutti, te la facessi proprio con lui». Le
sue parole turbarono
Ashley che, però, cercò di non darlo a vedere.
Come faceva a saperlo?
Non l’aveva detto a nessuno, a meno che lui… Quel cretino!
Il ragazzo le rivolse
un sorriso, aveva un che di sadico e malefico: «Ti stai
chiedendo come faccio a saperlo?»
Ashley lo
ignorò. «Voglio sapere perché
l’hai fatto».
«Non so di
cosa parli», scrollò le spalle come se niente
fosse.
«Hai ucciso
una persona, Gabe! Era solo una ragazza!» urlò
sconvolta per
l’indifferenza che il ragazzo dimostrava.
«Che diavolo
succede?» un marcato accento francese li interruppe, Sylvain
uscì
dal bosco e si affiancò a lei: «Gabe?! Cosa fai
qui?»
«Ciao anche
a te Sylvain, non posso dire che mi sei mancato», rise da
solo
della sua battuta. Una risata amara e priva di felicità,
come mai Ashley aveva
sentito prima d’ora. Se un tempo lei e Gabe erano stati amici
e si conoscevano
bene, ora non aveva la più pallida idea di chi fosse il
ragazzo davanti a lei.
Quello non era Gabe, non più.
«Ashley,
corri a chiamare Isabelle», ordinò Sylvain.
«Tu sei
pazzo, non ti lascio da solo con lui», protestò la
ragazza.
«Vai!»
insistette.
«Così
poi ti fai quasi ammazzare come l’altra volta?»
«Ho detto
vai!», la voce di Sylvain era tagliente come non mai mentre
si girava
a guardarla, gli occhi ridotti a due fessure. Gabe si stava godendo la
scena
sorridendo tra sé e sé.
Ashley gli rivolse uno
sguardo contrariato, ma fece come gli aveva detto e
corse via più veloce che poté.
Udì
chiaramente la voce di Gabe dire: «Pronto a farti fare il
culo un’altra
volta?», prima di immergersi nel silenzio del bosco.
Devo muovermi o Sylvain
ci rimetterà la pelle, pensò mentre le
sue gambe
lunghe solcavano il terreno con grazia, correndo
all’impazzata.
Per quanto lei e
Sylvain erano alti di grado e tra i più abili della Night
School, nessuno era più bravo di Gabe. Lui era sempre stato
il migliore tra
tutti loro e continuava ad esserlo. Non era certo un avversario che
potevano
permettersi di sottovalutare, neanche un esperto come Sylvain.
Raggiunse
l’edificio dove alloggiavano gli insegnati, spalancando la
porta
mentre ansimava per la corsa. Si lanciò su per le scale alla
massima velocità,
stando attenta a non inciampare nei gradini. Aprì di colpo
la porta della
preside senza bussare: «Isabelle, alzati subit-… oops! Scusate!»
Ashley si
bloccò in mezzo alla stanza a metà tra
l’imbarazzo e lo shock:
Isabelle e Matthew stavano dormendo insieme nello stesso letto, uno
accanto
all’altra. La ragazza distolse lo sguardo, mettendosi una
mano davanti alla
bocca spalancata per la sorpresa, cercando inutilmente di non ridere,
mentre i
due si alzavano di scatto.
«Cos’è
successo?» chiese la preside infastidita. Ashley si chiese se
era perché
l’aveva svegliata o perché l’aveva
beccata in pieno mentre se la faceva con
Matthew.
«Gabe
è qui. Sylvain lo sta affrontando da solo»,
bisbigliò con urgenza. I due
scattarono in piedi, mentre Matthew si lasciava andare a
un’imprecazione.
Cercarono di raccattare i vestiti sparsi per la camera il
più in fretta
possibile, Isabelle si stava ancora infilando uno stivale che aveva
pescato da
sotto il letto, quando Matthew uscì seguito da Ashley,
chiedendole informazioni
più precise. Camminarono a passo svelto fino
all’entrata, dove incontrarono
Eloise in vestaglia che gli chiese spaventata cosa stesse succedendo.
Isabelle
le disse rapidamente di avvisare Raj che qualcuno era entrato nella
scuola.
Quando uscirono, sentirono un grido soffocato. Ashley
riconobbe la voce
di Sylvain e iniziarono a correre in quella direzione.
Trovarono Sylvain in
ginocchio sul terreno, che ansimava e si premeva una mano
sul torace.
«Stai
bene?» chiese Ashley, il terrore sul volto. «Aveva
un coltello? Ti ha
colpito?» Sylvain alzò una mano per calmarla:
«Tranquilla, solo una costola
rotta. Sto bene!» Mentre la ragazza lo aiutava a rimettersi
in piedi, fece una
smorfia di dolore e poi si rivolse a Isabelle e Matthew: «Se
n’è appena andato,
deve essere ancora qui da qualche parte».
Isabelle si
avvicinò e gli mise una mano sulla spalla:
«Abbiamo avvisato Raj, i
suoi uomini si staranno già attivando. Hai fatto un ottimo
lavoro».
«Grazie»,
sorrise lui storcendo il labbro ferito. Un grosso livido stava
già
crescendo intorno alla sua bocca, prendendo la forma del pugno di Gabe.
Ashley lo
osservò: «Non avrei dovuto lasciarti da
solo».
«Sono stato
io a chiederti di avvertire gli altri, è così che
lavorano le
coppie, lo sai». Ashley aveva già aperto la bocca
per protestare, ma Isabelle
la interruppe: «Accompagna Sylvain in infermeria. E questa
volta non voglio
storie», aggiunse lanciando un’occhiata di
avvertimento al ragazzo, che si
limitò ad annuire al ricordo di come lo scorso semestre
aveva sanguinato
nell’ufficio della preside dopo lo scontro con Gabe.
Ashley gli
passò un braccio intorno alla vita, mentre Sylvain si
appoggiava
alla sua spalla dirigendosi verso la scuola.
La mattina dopo Ashley
si svegliò in infermeria: era seduta su una sedia e
aveva la testa appoggiata al letto, con una mano stringeva quella di
Sylvain.
Si alzò sbadigliando e strizzò gli occhi per la
luce forte. Sylvain la stava osservando.
Sorrise quando lei aprì gli occhi:
«Bonjour». Aveva un taglio profondo sul
labbro, un enorme livido viola sulla mandibola e un graffio sotto
l’occhio.
Ashley si guardò intorno, ma non c’era nessun
altro nella stanza a parte loro.
«Anche a te.
Come stai?» chiese sfiorandogli dolcemente una guancia con le
dita
della mano libera.
«Bene,
l’altra volta è stata peggio». Sylvain
si strinse nelle spalle come se
niente fosse. Ashley lo scrutò a lungo come se cercasse di
assicurarsi che
stesse davvero bene.
«E tu? Hai
dormito qui. Se lo sapevo, ti lasciavo un po’ di spazio sul
letto»,
commentò Sylvain con aria invitante. Ashley si
stirò il collo indolenzito e si
passò una mano tra i capelli, sistemandoli velocemente.
«Puoi sempre farlo
ora», sorrise.
Sylvain si
spostò e batté una mano accanto a sé,
la ragazza si sdraiò al suo
fianco. Rimasero in quella posizione, l’una stretta
all’altro, per un tempo
infinitamente lungo, finché l’infermiera non venne
a cacciarla via sostenendo
che Sylvain e la sua costola rotta avevano bisogno di riposo.
*
Quando bussarono alla
porta della sua camera, Allie si era appena alzata dal
letto. Andò ad aprire ancora in pigiama e si
trovò davanti una Rachel nel
panico più totale. Non l’aveva mai vista
così, di solito era la calma fatta a
persona.
Farfugliò
qualcosa in fretta di cui Allie riuscì a comprendere solo
una parola:
«Gabe
cosa?!»
«Si
è introdotto nella scuola stanotte», Rachel fece
un respiro profondo per
calmarsi.
«Oddio»,
l’espressione di Allie era di puro orrore.
«Jo?» chiese un po’
spaventata di conoscere la risposta.
Rachel le rivolse
un’occhiata d’intesa e si trattenne
dall’alzare gli occhi al
cielo: «E’ uscita di testa, com’era
prevedibile».
«Oh, povera
Jo», sussurrò Allie.
«Oh, poveri
noi», commentò piano Rachel.
«Lo sai che
quando si tratta di Gabe non ragiona più»,
replicò Allie cercando
in qualche modo di difendere l’amica.
«Per questo
ha bisogno di te. E’ nella sua stanza, se ti stessi chiedendo
dove
sia».
Allie
annuì: «Che cosa voleva Gabe?»
«Non lo so,
sei tu quella che fa parte della Night School. Dovresti dirmelo
tu».
«Non ho
ancora sentito nessuno, dovrei andare a cercare qualcuno e vedere se
hanno indetto qualche riunione speciale».
Rachel
annuì, ma prima che potesse uscire, la trattenne per un
braccio: «Ho
un’altra notizia, prima che tu te ne vada. Una brutta
notizia». Rachel la fissò
dritta negli occhi e Allie sospirò pesantemente:
«Di cosa si tratta?»
*
«Jo?»
quando Allie entrò in camera sua e chiamò il suo
nome, trovò la ragazza a
letto che stringeva un cuscino tra le braccia. Si lasciò
sfuggire un
singhiozzo. «Oh, Jo».
Allie si
avvicinò e si sedette sul bordo del letto, accarezzandole la
testa.
«Odio il
fatto che mi fa sentire una merda ogni volta che si fa vedere. Mi fa
sempre tornare in mente la notte del ballo, quello che è
successo a Ruth e
tutto il resto», Jo tirò su col naso. Allie
continuò a passarle una mano sui
capelli dolcemente.
«Hai bisogno
di tempo per dimenticarlo».
«Lo so, ma
nonostante tutto quello che ha combinato, qualche volta mi manca
ancora», Jo alzò la testa per cercare il suo
sguardo, «pensi che io sia pazza?»
«No, penso
che tu sia ancora innamorata di lui».
Jo sbuffò:
«Forse hai ragione. Il problema è che non so come
smettere di
pensare a lui».
«Vorrei
tanto saperlo anch’io come si fa», rispose
l’amica, ripensando al
leggero fastidio che provava ogni volta che vedeva Ashley pomiciare con
Sylvain.
Rimasero in silenzio
per un minuto, ognuna persa nei suoi pensieri, finché Jo
non chiese: «Comunque, cosa è venuto a
fare?»
«Non lo so,
ma dovrei andare a cercare qualcuno per scoprirlo».
«Se sai
qualcosa, me lo dirai?» domandò la ragazza
guardandola supplichevole
con i suoi occhioni azzurri pieni di lacrime.
Allie le
scompigliò i capelli gentilmente: «Sì,
ma tu tirati su di morale e non
pensarci troppo».
Jo annuì:
«Va bene. E grazie Allie, per esserci sempre». La
ragazza sorrise e
le scoccò un bacio in testa.
Allie si diresse in
bagno, si fece una doccia veloce e si vestì prima di
scendere a colazione. Erano le nove di un sabato mattina freddo e grigio. Ma non era un giorno
qualunque, era la
vigilia di Natale. Si fermò a guardare fuori dalla finestra,
la neve che era
caduta per tutta la notte aveva interamente ricoperto il campus. Non
c’era più
traccia del prato verde e le cime degli alberi erano sepolte sotto una
spessa
coltre di neve. Allie si girò appena in tempo per vedere la
spiacevole notizia,
di cui Rachel le aveva parlato, attraversare l’ingresso: una
ragazza dalla
pelle bianca come il latte, si stava togliendo i fiocchi di neve dalla
massa di
capelli rosso fuoco. Allie riconobbe con orrore la sua compagna di
scuola e
acerrima nemica, Katie Gilmore
era tornata a scuola
in anticipo. Quando la vide, assunse un’espressione schifata
e la salutò con
una mano muovendo appena le dita. Allie inarcò le
sopracciglia, guardandola
dall’alto al basso e facendole solo un cenno in segno di
saluto.
Scese le scale di corsa e la oltrepassò senza degnarla di
uno sguardo, proprio
mentre Katie stava per aprire bocca e dirle qualcosa. «Che
scortesia», commentò
con disprezzo.
Quando entrò in sala da pranzo, trovò Zoe seduta
a un tavolo da sola. Le fece
un cenno di saluto con la mano e Allie si sedette al suo fianco.
«Che diavolo è successo ieri sera?!»
chiese a bassa voce. Zoe le rivolse
un’occhiata, e aspettò di mandare giù
un boccone della sua colazione, prima di
rispondere: «Un casino! Gabe è venuto qua e ha
intercettato Ashley. Isabelle è
incazzata nera e Sylvain è ridotto a uno
straccio».
«Che cosa, Sylvain è ferito?» chiese
Allie preoccupata.
«Niente di grave, una costola rotta e qualche livido. Penso
che il suo orgoglio
sia quello più colpito. Insomma due volte che Gabe viene
qua, due volte che si
fa fare il culo da lui!»
Allie le scoccò un’occhiata di rimprovero e
addentò uno dei suoi sandwich al
formaggio: «Se avessi visto Gabe in azione l’ultima
volta, capiresti che è un
osso duro».
«Beh, lo so invece. E’ stato il mio
partner», confessò Zoe evitando il suo
sguardo.
«Cosa? Non me l’avevi
detto!»
Zoe alzò le spalle in risposta, senza guardarla negli occhi:
«Non ho avuto
occasione di dirtelo, mi sarà passato di mente».
«Ti è passato di mente? Che Gabe era il tuo
partner non è certo una cosa che si
dimentica facilmente», esclamò Allie con un tono
leggermente accusatorio.
«Neanche andare nel bosco a notte fonda a incontrare il
proprio fratello
scomparso e ricercato è una cosa che si dimentica di far
sapere alla propria
partner», rispose Zoe tagliente.
Allie era esterrefatta: «Zoe, che cosa stai…»
«Dico solo che se tu non ti fidi di me, non vedo
perché dovrei farlo io». Sì
alzò di scatto e si diresse verso la porta senza guardarsi
indietro.
«Ma che diavolo…»
Allie rimase immobile, con la bocca
aperta per la sorpresa, a fissare l’ombra di Zoe che usciva
dalla porta e
girava l’angolo. Non aveva neanche immaginato che ci fosse
rimasta male perché
non le aveva detto di Christopher e Zoe non gliene aveva mai parlato,
ne aveva
mai dato segno di avercela con lei. Anche se era la sua partner, aveva
preferito non dirglielo, così come l’aveva tenuto
nascosto a Carter. Perché
sapeva che quel giorno, se li avesse coinvolti, sarebbero andati a
comunicarlo
a Isabelle e lei avrebbe perso ogni chance di parlare con suo fratello
dopo due
anni. Allie sospirò al pensiero di quanto era stato
difficile far pace con Carter
dopo quella volta, e sperò che non sarebbe stato lo stesso
con Zoe.
*
Ashley
spalancò la porta dell’ufficio di Isabelle senza
bussare ed entrò
lasciandola aperta.
«Ti
dispiacerebbe bussare prima di entrare?» chiese la preside
indispettita.
Ashley appoggiò le mani sullo schienale della poltrona e si
chinò in avanti,
fissò Isabelle dritta negli occhi e, con voce
melodrammatica, esclamò: «Tu e
Matthew?!»
«Appunto…»,
commentò l’altra al ricordo della sera
prima.
«Come,
quando, dove e perché. Devi raccontarmi tutto!»
continuò Ashley
eccitata, sprofondando nella poltrona e avvinandola alla scrivania di
Isabelle,
per appoggiarci sopra i gomiti. La preside mise da parte i fogli che
stava
leggendo e la osservò con gli occhiali appoggiati sulla
punta del naso: «Non
devo dirti proprio niente. Io e Matthew siamo entrambi adulti e non
dobbiamo
dare spiegazioni a nessuno».
Ashley
spalancò la bocca con finta sorpresa: «Ma sentila!
Sapevo che voi due ve
la intendevate, ma non pensavo così bene!»
Isabelle le aveva
appena intimato di farla finita, quando Allie comparve sulla
soglia, picchiettando leggermente il pugno sullo stipite della porta.
«Posso
tornare dopo se hai da fare, Isabelle», esordì.
La preside stava per
aprire bocca, ma Ashley l’anticipò: «Oh
no, non preoccuparti,
me ne stavo andando. E poi voi due avete qualcosa di importante di cui
parlare,
vero Isa?» chiese lanciando uno sguardo pieno di significato
alla preside.
Isabelle le rivolse un’occhiata esasperata e alzò
brevemente gli occhi al
cielo, mentre Ashley usciva borbottando che andava a trovare la sua
“cara amica
Katie”.
*
«Accomodati», Isabelle la invitò a
sedersi su una delle due poltrone in pelle
nera. Si tolse gli occhiali e si alzò per accendere il
bollitore.
«Immagino che tu abbia sentito di ieri sera»,
cominciò la preside.
Allie annuì: «So solo che Gabe è
entrato qui e che Sylvain è ferito. Che
diavolo è successo?» chiese con un po’
di apprensione nella voce.
La preside si diede da fare per preparare il tè, mentre le
raccontava di come
Ashley l’aveva intercettato, di Sylvain che lo aveva
affrontato da solo mentre
la ragazza era andata a chiamare aiuto, e di come Gabe era riuscito a
scappare
prima che gli uomini di Raj lo prendessero. Si sedette accanto ad Allie
e le
offrì una tazza di tè bollente alle erbe. Allie
la prese con entrambe le mani e
chiese: «Come sta Sylvain?»
Isabelle sospirò: «Niente di grave. Ha solo una
costola rotta, ma sarebbe
potuta andare peggio».
Allie le lanciò un’occhiata di traverso:
«Ma come ha fatto Gabe a entrare indisturbato
come se niente fosse?»
«E’ questo il problema», rispose la
preside dopo un momento di pausa, «pensiamo
che sia stata la spia di Nathaniel a farlo entrare. Non vedo altra
spiegazione». Allie trattenne il respiro a quella notizia e
chiese: «Avete scoperto
chi è?»
Ma Isabelle scosse la testa desolata e prese un sorso di tè.
«Magari lo
sapessimo, è molto abile a non farsi trovare. Ma questa
storia deve finire, non
può andare avanti così!» Si guardarono
negli occhi per un istante e poi Allie
domandò: «Lucinda si rifiuta ancora di
collaborare?»
Isabelle annuì e sospirò di nuovo: «A
proposito di Lucinda, c’è qualcosa di cui
ti devo parlare». La preside si prese una lunga pausa prima
di proseguire,
sembrava stesse cercando le parole giuste per dirglielo. Allie
aspettò
pazientemente, forse si stava finalmente per confidare con lei.
«Ashley mi ha detto che le hai chiesto dove è
stata quest’estate e visto che ha
a che fare con tua nonna, sono giunta alla decisione che tu debba
saperlo»,
cominciò Isabelle, «mi rendo conto che ho
sbagliato a tenerti all’oscuro degli
eventi che stanno accadendo e ora sono pronta a fidarmi di te, se tu ti
fiderai
di me. Ti dirò tutto quello che vuoi, scioglierò
ogni tuo dubbio». La preside
la osservò con il suo sguardo dorato pieno di apprensione e
Allie annuì,
ricambiando a sua volta con un’occhiata colma di gratitudine:
«Mi fido di te,
Isabelle. E, per favore, vorrei che mi dicessi quello che sai di
Lucinda».
Isabelle le strinse brevemente una mano e sorrise. Non era un sorriso
triste,
era più malinconico.
Le raccontò che Ashley, in quanto attuale membro con il
grado più alto nella
Night School, aveva passato l’estate con Lucinda, aiutandola
a convincere i
membri del consiglio a stare dalla loro parte. Alcuni di loro
però, diffidavano
ancora della politica con cui isabelle e Lucinda stavano conducendo la
scuola e
l’intera organizzazione. La preside rivelò che una
parte dei consiglieri
patteggiavano con Nathaniel e stavano cercando di farlo entrare nel
Consiglio
per togliere il comando a Lucinda. Isabelle era sicura che il resto del
Consiglio, che era ancora la maggioranza, non avrebbe mai approvato una
cosa
simile e che quel piano era destinato a fallire.
«Ma non sta prendendo di mira la scuola, ora? Insomma, Gabe
la scorsa notte e
gli eventi del ballo..» Allie fece un gesto con la mano.
«E’ ciò che mi preoccupa di
più», rispose Isabelle soppesando le sue parole,
«temo che ora il suo obiettivo sia di attaccare la scuola e,
da lì, risalire a
me e all’organizzazione. In questo modo avrebbe il controllo
di tutto: della
Night School, della scuola e dell’intero sistema».
Allie scrutò i suoi occhi
preoccupati e chiese: «Che cosa possiamo fare per
fermarli?»
La preside sembrò pensarci su e poi rispose: «Beh,
per prima cosa sarebbe utile
che Lucinda ci aiutasse a intensificare la sicurezza, nonostante
l’aiuto di Raj
e della Night School ci sono ancora delle fughe di informazione. E poi
naturalmente..»
«Trovare quella maledetta spia», concluse Allie
sospirando.
«Ruota tutto intorno a questo e non so come accidenti fare a
trovarla»,
Isabelle sembrava disperata, «stiamo usando tutti i mezzi
possibili e abbiamo
ridotto di parecchio il campo d’indagine, ma non sappiamo
ancora se sia uno
studente della Night School o un’insegnante. Se non capiamo
almeno questo, non
faremo molti passi avanti».
«Per questo state interrogando gli studenti? Carter mi ha
detto che Jerry gli
sta addosso», replicò Allie con una nota di rabbia
nella sua voce.
Isabelle la guardò: «So cosa pensi, Allie, e mi
dispiace mettere in discussione
la fedeltà di Carter, ma è una cosa necessaria.
Arriverà anche il tuo turno e
voglio che tu sia pronta per questo».
Allie annuì con riluttanza e si ritrovò a
chiedere: «E chi interrogherà gli
insegnanti?»
«Di questo ci stiamo occupando io e Matthew, non ti devi
preoccupare». La
preside le scoccò un’occhiata enigmatica. Allie
ricordò appena che l’esperto di
sicurezza era appena tornato a scuola.
All’improvviso le venne un’idea, come se una
lampadina si fosse accesa nella
sua mente. Si raddrizzò di scatto sulla poltrona e si
girò verso Isabelle, che
le rivolse un’occhiata curiosa: «Ho appena avuto
un’idea, ma ho bisogno del tuo
aiuto», annunciò.
*
Ashley stava scendendo le scale che dal dormitorio portavano
all’ingresso
principale, quando Lucas la raggiunse salendo i gradini a due a due.
«Hey, Ashley! Ti stavo cercando».
«Lucas! Che cosa c’è?» chiese
Ashley fermandosi a metà scala.
«Ho due notizie: una brutta e una bella. Scegli».
Ashley sospirò e disse: «Beh, di solito si
preferisce prima quella brutta, per
togliersi il pensiero».
«Ottima scelta!» commentò Lucas e poi
continuò: «Ti hanno assegnato il turno
della Night School prima di cena».
Ashley sbuffò al pensiero del freddo che la aspettava fuori:
«Dato che Sylvain
è in infermiera, chi sarebbe il mio partner?»
«Questa è quella bella», rispose,
«sono io!»
La ragazza ricambiò il sorriso contagioso di Lucas, poi lo
prese a braccetto e
disse: «Molto bene, caro collega. Mettiamo a punto la nostra
strategia per
prendere a calci i pupazzi di neve assassini in giacca e
cravatta».
Lucas rise e insieme si diressero verso il portone principale, per
affrontare
una gelida ronda.
Quando poche ore dopo il turno di guardia cambiò, non ebbero
niente di
particolare da riferire a Raj. Nonostante la recente incursione di
Gabe, quel
giorno tutto sembrava più tranquillo che mai. Ashley e Lucas
si cambiarono in
fretta e varcarono insieme l’ingresso della scuola,
rabbrividendo per il freddo
e cercando di scaldarsi stringendosi le braccia intorno al corpo. Lucas
la
guidò verso la sala pranzo, era la sera prima di Natale e
girava voce che
Isabelle avesse organizzato una cena coi fiocchi per celebrare la
Vigilia.
Quando entrarono, videro che un grosso tavolo era stato sistemato in
mezzo alla
sala per l’occasione, e coloro che erano rimasti a scuola per
le vacanze erano
già seduti al loro posto, in attesa. Professori e studenti
occupavano lo stesso
tavolo senza alcuna distinzione, Ashley notò che Zelazny
aveva tirato fuori un
altro dei suoi orrendi completi tutti uguali, mentre la preside
indossava un
elegante abito nero a maniche lunghe. Eloise si era raccolta i lunghi
capelli
scuri in uno chignon e chiacchierava allegramente con Jerry Cole. Jo
era molto
pallida, mentre Allie le accarezzava dolcemente la schiena con una mano
in
segno di consolazione. Perfino Sylvain si era unito a loro.
«Sylvain, sei qui!» esclamò Ashley,
attirando l’attenzione dei presenti che non
li avevano sentiti entrare. La ragazza lo raggiunse, lo strinse tra le
braccia
dal dietro e gli scoccò un bacio sulla guancia. Sylvain
mugugnò di dolore: «Fai
piano..»
«Scusa», rispose Ashley per niente dispiaciuta. Si
sedette nel posto libero tra
lui e Carter, e fece segno di no alla domanda interrogativa che
Isabelle la
aveva rivolto inarcando le sopracciglia. Evidentemente, Raj non aveva
ancora
riferito alla preside il resoconto del loro turno di guardia. Ora che
ci faceva
caso, era l’unico che mancava.
Gli occhi di Ashley si depositarono su Katie e non perse occasione per
salutarla con ironia: «Katie, ma che bello
rivederti!»
L’altra le fece una smorfia in risposta. «Ashley,
non sai quanto sono felice di
rivederti dopo tanto tempo». Nel suo sguardo e nel tono di
voce non c’era
traccia di quella felicità.
«Allora Katie, dimmi, chi hai tormentato mentre non
c’ero?», chiese Ashley
fissandola con uno sguardo minaccioso, «spero non Allie,
perché d’ora in poi è
sotto la mia protezione e se vengo a sapere che fai la bulletta con
lei, ti
faccio a pezzi». Isabelle le rivolse
un’occhiataccia e lei fece un sorriso
innocente in risposta.
Katie la ignorò e richiamò l’attenzione
della preside: «Isabelle, hai notato
che Ashley è arrivata in ritardo a cena?» La
preside, però, fece finta di non
sentirla, impegnata nella sua conversazione con Eloise. Katie
cercò di nascondere
l’indignazione e insistette: «E di grazia, cosa
stavi facendo fuori tutta sola
insieme a Lucas con questo tempo?» chiese malefica,
osservando i fiocchi di
neve che brillavano sui capelli di Ashley.
«Prendevamo il sole?» suggerì Ashley
ironica, aggrottando le sopracciglia
all’indirizzo di Lucas e suscitando
l’ilarità di Zoe e di qualcun altro.
«Non sei divertente. Dico solo che meriteresti una
punizione», commentò Katie
alzando la voce.
La ragazza sospirò e rispose con nonchalance:
«Perché non ti fai i cazzi tuoi
una buona volta?» Isabelle le scoccò
un’occhiata di avvertimento.
«Ti hanno mai detto che sei una gran maleducata?»
domandò Katie con fare
provocatorio.
«E a te hanno mai detto che sei una piaga sociale?»
la rimbeccò Ashley. Katie
assunse un’espressione indignata e spalancò la
bocca, vedendo che la preside e
nessun altro dei professori interveniva per punire la ragazza.
Si alzò in piedi e lanciò il tovagliolo sul
tavolo, facendo una scenata
teatrale. «Lo riferirò ai miei
genitori!» strillò all’indirizzo della
preside e
poi si allontanò come una furia. Isabelle la
guardò con indifferenza e quasi
sorrise quando Ashley le augurò: «Passa una bella
serata!»
Diverse ore dopo, quando il coprifuoco era passato da un pezzo, ad
Ashley parve
di sentire l’eco del portone d’ingresso che si
richiudeva con forza. Scrollò le
spalle, pensando alle continue ronde della Night School, e
continuò a salire le
scale, diretta ai dormitori delle ragazze. Non poteva immaginare che,
ad uscire
a notte fonda dalla scuola, non era stato qualche membro della Night
School
impegnato nel suo lavoro, ma qualcun altro che sgattaiolava fuori in
gran
segreto.
To be continued...
Spero
che vi sia
piaciuto questo capitolo, lasciate un commento!
Elis.