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Autore: Elis12    25/06/2013    0 recensioni
[Night School]
[Night School]Dal romanzo di C.J. Daugherty
Alla Cimmeria Academy tutto sembra ancora al suo posto, ma niente è più come prima. C'è solo una scelta possibile da fare, Nathaniel o Isabelle, e questo Ashley lo sa molto bene. Non c'è posto per i traditori nella Night School. Tra amore e odio, amici e nemici, gioia e dolore, fiducia e tradimenti, sopravvivere o morire. La lotta per il potere continua...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Night School


Chapter Two


Quando il giorno dopo, Allie si diresse sbadigliando verso la stanza Training Room One del padiglione per la riunione della Night School, vide che era già affollata. Sebbene alcuni membri fossero via per le vacanze di Natale, Nicole e Jules erano tornate a scuola quella mattina per l’occasione. Nicole, per evitare di dover prendere l’aereo e fare avanti indietro dalla Francia, aveva passato qualche giorno a casa di Jules.
Una fila di sedie era disposta in mezzo alla stanza: Isabelle, Raj e Matthew erano seduti a un tavolo di ferro battuto parlottando sottovoce tra di loro. Allie vide Ashley dalla parte opposta della sala che la salutava con la mano, le fece una smorfia di finta sorpresa e l’altra ricambiò ammiccando e scoppiando poi a ridere. Notò che Sylvain la stava osservando con i suoi profondi occhi azzurri e si guardò in intorno in cerca di Carter per evitare il suo sguardo. Il ragazzo, però, pareva non fosse ancora arrivato, così Allie si avvicinò a Zoe che stava chiacchierando con Nicole.
«Bentornata a scuola», le disse.
«Hey Allie!» Nicole la avvolse in un abbraccio e saltellò sul posto eccitata. Profumava di lillà.
«Come sono andate le tue vacanze?»
«Le mie brevi vacanze dici? Bene, prima che il lavoro chiamasse! Jules è stata un tesoro ad invitarmi». Il suo accento francese era meno marcato di quello di Sylvain, aveva qualcosa di delicato.
«Vero, e queste riunioni sono una gran palla!» convenne Zoe.
In quel momento Zelazny li richiamò all’ordine abbaiando con la sua voce profonda. Allie si chiese dove diavolo fosse finito Carter.
Quando tutti avevano preso posto sulle sedie, il ragazzo entrò in gran fretta e si sedette accanto ad Allie sbuffando per l’occhiataccia che Isabelle gli aveva rivolto.
«Dove sei stato?» chiese preoccupata.
«Dopo», rispose lui scocciato. Allie lo guardò stupita prima che Raj attirasse la sua attenzione. «Allora, come avrete notato siamo rimasti in pochi, ma non per questo dobbiamo abbassare la guardia. Nathaniel potrebbe pensare che siamo più vulnerabili e attaccarci in qualsiasi momento».
«Perché dovrebbe pensare una cosa del genere?» sussurrò Zoe. Lucas alzò le spalle in risposta.
Raj continuò: «Per questo, chi è senza compagno per le ronde gliene verrà assegnato un nuovo».
Zelazny riprese la parola: «Le coppie sono: West-Matheson, Sheridan-Glass, Shepherd-Cassel». Ashley fece l’occhiolino a Sylvain mentre Nicole commentava con aria maliziosa: «Che coincidenza!»
Quando anche le ultime coppie furono annunciate, si alzarono tutti per raggiungere il proprio partner.

Allie guardò sconsolata Carter che si avvicinava a Jules. «Su con la vita, io sono molto più divertente di biondina-perfettina!» le disse Zoe prendendola a braccetto, «Cara collega, ho un sacco di nuove tecniche da insegnarti».
«Yay! Non vedo l’ora!» Allie si lasciò andare a un finto entusiasmo. In realtà era contenta di fare parte della Night School, anzi era stata proprio lei a chiedere a Isabelle di ammetterla. Se stavano per affrontare una guerra contro Nathaniel, allora voleva combattere. Non avrebbe lasciato che fossero gli altri a proteggerla. Voleva stare in prima linea, anche se significava essere contro Christopher e prendere a calci in culo Gabe. Soprattutto, se voleva dire prendere a calci in culo Gabe! Non poteva chiedere di meglio.

Proprio quando Allie si avvicinò ad Ashley facendo il verso «Night School, eh?!», Carter la raggiunse con aria stanca. «Hey, posso parlarti?»
«Certo», Allie annuì osservando l’espressione preoccupata sul viso di Carter. Ashley bisbigliò: «Divertitevi, piccioncini».
La condusse in una zona isolata del bosco.
«Che ti è successo?» chiese con un po’ di stizza al ricordo di come lui le aveva risposto pochi istanti fa.
Carter sospirò pesantemente: «Allie, mi dispiace per prima, non volevo prendermela con te. E’ che Jerry mi sta addosso e non so cosa fare per provare la mia innocenza».
«Per la storia della spia?» chiese la ragazza allibita: «Come possono anche solo pensare che tu c’entri qualcosa?»
«Non è questo, lo sai. Stanno indagando su tutti, ma pare che a quelli più vicini a Isabelle riservino un trattamento speciale». Carter fece una smorfia: «E’ dura. Sono vissuto qui per tutti questi anni e ora sapere che sospettano di me...»
«Hey», Allie gli prese il mento tra le dita e gli alzò la testa per costringerlo a guardarla negli occhi, «Io non ho alcun dubbio che tu non sia coinvolto in questa storia. Quando sarà tutto finito e troveranno la spia, capiranno che hanno sbagliato a dubitare di noi e li obbligheremo a chiederci scusa». Fece un finto broncio e Carter ridacchiò prendendola tra le braccia e baciandola piano sulla bocca.
«Dobbiamo solo avere pazienza e comportarci normalmente per non destare sospetti infondati», continuò Allie stringendo forte Carter a sé, «credo che per questo semestre dovremo rinunciare ad alcune delle nostre fughe alla cappella».
Carter rise: «Non sai quanto mi mancheranno».
«Anche a me», sussurrò Allie in risposta.

Era vero; ultimamente le regole, già di per sé restrittive, erano diventate ancora più rigide. Il coprifuoco era stato anticipato alle 10 e a nessuno, tranne agli incaricati della Night School per il turno di guardia, era permesso uscire. Isabelle puniva severamente coloro che ci provavano, gli insegnati erano preoccupati. La notte in cui Gabe aveva ucciso Ruth e gli uomini di Nathaniel avevano dato fuoco alla scuola, c’era stato qualcun altro ad aiutarli. Qualcuno all’interno della scuola, di cui nessuno sapeva l’identità. Qualcuno che faceva parte della Night School ed era abbastanza alto di grado da essere vicino a Isabelle. Per trovare questa spia, Raj e i suoi uomini avevano cominciato a interrogare tutti gli studenti coinvolti e non si fermavano finché non saltasse fuori qualcosa di interessante, anche se innocenti. E ora avevano preso di mira anche Carter. Allie provò una profonda rabbia.

Come può Isabelle anche solo pensare di dubitare di Carter? Le era stato fedele e vicino per tutto questo tempo, era assurda la sola idea che Carter potesse avere qualcosa a che fare con Nathaniel.
Ok, era stato amico di Gabe, ma quanti altri come lui? Era cresciuto in quella scuola e non avrebbe avuto modo di conoscere il capo dei loro “nemici”.
Allie considerò l’idea di andare a parlarne con Isabelle, ma proprio mentre si stava avvicinando al suo ufficio, Jo comparve nel corridoio e la trascinò via sostenendo che avevano una partita a scacchi da giocare.

*

 

Quando Ashley bussò alla porta dell’ufficio di Isabelle, la trovò seduta alla sua scrivania intenta a leggere dei documenti.  Nell’aria c’era l’inconfondibile odore di agrumi della preside e si sentiva di sottofondo una leggera musica classica proveniente dalle casse integrate nella parete. Aveva sempre ritenuto ingiusto che il regolamento vietasse agli studenti di usare la tecnologia, quando il loro capo era la prima a utilizzarla. Perciò aveva deciso di fregarsene delle regole e questa volta si era portata dietro uno dei suoi preferiti, l’oggetto più proibito di sempre: il suo amato portatile era nascosto nella valigia sepolto in mezzo ai vestiti.

«Ashley, accomodati», la accolse Isabelle spingendosi gli occhiali sulla testa.
La ragazza sprofondò nella poltrona di pelle nera con uno sbuffò: aveva sempre trovato comode quelle sedie. La preside incrociò le mani davanti a sé appoggiandosi contro: «Allora dimmi, ci sono delle novità?»
Ashley si limitò ad annuire, Isabelle la fissò con i suoi profondi occhi dorati: «Ho notato che hai già fatto amicizia con Allie, mi fa piacere».
«Sì beh, è simpatica», la preside alzò un sopracciglio, «e sveglia. Tanto da avermi già chiesto dove sono stata quest’estate e aver capito che ha a che fare con Lucinda».
Ashley sostenne lo sguardo di Isabelle: «Non guardarmi così, io non le ho detto niente!»
«Allie è molto curiosa e vuole essere aggiornata su tutto quello che succede», ammise infine.
«Allora forse dovresti farlo. Dato che la riguarda personalmente». La preside abbassò lo sguardo sui suoi fogli, evitando di incontrare i suoi occhi. Ashley se ne accorse e aggiunse: «So che vuoi proteggerla Isa, ma se non le dici la verità come pretendi che lei si fidi di te? Ci credo che poi scappi fuori a incontrare suo fratello, vuole sapere che sta succedendo. Anch’io l’avrei fatto al suo posto».
«Su questo non avevo dubbi», commentò Isabelle scoccandole un’occhiata.
«Stiamo parlando di Allie, Isabelle! Fa la dura fuori, ma dentro è soffice come un cucciolo appena nato. E tu la stai ferendo».
«E’ questo che ti ha detto?» la voce della preside s’incrinò.
«E’ quello che ho capito», rispose fermamente Ashley.

La discussione si spostò poi su un terreno più sicuro, Isabelle le chiese com’era andata l’estate. Ashley le raccontò tutto quello che era successo, anche se probabilmente Matthew aveva già provveduto ad informare la preside sulle questioni più importanti. Evitò di parlarle del nuovo ragazzo che aveva incontrato e di cui non era sicura che Isabelle avrebbe approvato.

«Quindi, qual è il piano ora?» chiese la ragazza scostandosi con una mano un ciuffo ribelle dagli occhi.
«Proteggere la scuola, ovviamente, e tenere Allie al sicuro», Isabelle sospirò, «non possiamo permettere che Nathaniel la porti via».
«Non andrebbe mai con loro di sua spontanea volontà, lo sai. Anche se c’è suo fratello con loro. Mi ha detto che con lui ha chiuso e pensò che sia la verità», Ashley osservò l’espressione imperscrutabile della preside e poi continuò: «Per quanto Christopher possa tentare di convincerla a lasciare la scuola, lui è stato il primo ad abbandonarla. Allie non glielo perdonerà tanto facilmente».
«Purtroppo, anche se non vuole più avere niente a che fare con lui, se cercasse di mettersi in contatto di nuovo con lei, ci serve che Allie faccia da tramite».
«Vuoi davvero usarla in questo modo?» chiese sconvolta.
«Non ho scelta, Ashley», esclamò Isabelle facendo un ampio gesto della mano, «c’è una spia all’interno della scuola che sta riferendo a Nathaniel tutto quello che facciamo. In questo momento potrebbe essere là fuori a scherzare e ridere con i miei studenti! Sono tutti in pericolo e non lo sanno. E’ compito mio proteggere loro e la scuola e utilizzerò qualsiasi mezzo per farlo». Il viso di Isabelle era solcato da profonda preoccupazione e sotto i suoi occhi dorati, Ashley riuscì a scorgerne la stanchezza.
«Anche se significasse usare Allie per farlo?» chiese la ragazza abbassando la voce. Non era rabbia quella che provava, sapeva che Isabelle voleva solo il meglio per i suoi studenti e per la Cimmeria. Ma non poteva credere che avrebbe sfruttato la relazione tra Allie e suo fratello per ottenere quello che voleva. Era fastidio ciò che provava in quel momento, perché si era fatta una nuova amica e Isabelle si stava immischiando anche quella volta, costringendola a mentire. E poi perché voleva usare semplici ragazzi come Allie e Christopher, obbligandoli a decidere da che parte stare per risolvere la sua lunga battaglia contro Nathaniel. Anche se la Night School serviva proprio per allenarli a questo scopo, cominciava a dubitare del fatto che fosse giusto coinvolgere in una guerra di potere dei ragazzini di sedici anni. Zoe ne aveva addirittura tredici! Non erano cose per bambini, erano questioni che solo degli adulti avrebbero dovuto affrontare. Eppure Ashley capì che era l’unica cosa da fare, perché alcuni membri del consiglio complottavano con i loro avversari e Lucinda aveva detto chiaramente che non voleva avere niente a che fare con questa storia. Non rimanevano che loro.
Non disse niente di tutto ciò a voce alta, perché sapeva che sarebbe stato inutile cercare di far ragionare Isabelle e l’ultima cosa di cui avevano bisogno ora era farla arrabbiare.
«Sì, anche se significasse questo», rispose la preside abbassando a sua volta il tono di voce. Il suo sguardo divenne più comprensivo.
«E’ solo che non mi piace mentire ad Allie. Anche se l’ho appena conosciuta, sento di potermi fidare di lei e nasconderle la verità non è ciò che merita. Non è giusto, Isa». Inclinò leggermente la testa di lato e rimase a guardare l’espressione della preside, fissandola dritta negli occhi come se cercasse di convincerla in quel modo.
Isabelle sospirò e si appoggiò allo schienale della poltrona: «Hai ragione», ammise infine. Si prese un momento di pausa, in cui pareva stesse riflettendo e poi aggiunse: «Allie dovrebbe essere al corrente di cosa succede».
Anche se ultimamente sembrava più ragionevole rispetto al passato, bisognava ancora faticare molto per farle cambiare idea.

E’ sempre stata inflessibile sulle sue decisioni.

Ashley si alzò e si diresse alla porta: «Mi prometti che le parlerai?» domandò.
«Te lo prometto», sussurrò la preside lanciandole uno sguardo complice.

*


Carter raggiunse la sala comune e trovò Allie intenta a giocare una partita di scacchi con Jo, sui tavolini dipinti a quadretti bianchi e neri. Non c’era nessun altro nella stanza. Rachel aveva detto ad Allie che avrebbe passato il pomeriggio in biblioteca con Eloise e non era ancora tornata. Lucas era occupato per il suo turno di guardia della Night School, mentre Zoe era sparita nel nulla dopo la riunione di quella mattina e non si sapeva che fine avesse fatto.
Jo le stava infliggendo un’altra della lunga serie di sconfitte che aveva collezionato giocando a scacchi. Non c’era storia, nessuno poteva battere Jo!
«Se vuoi, ti concedo la rivincita», sorrise con aria beffarda sapendo benissimo che sarebbe stata un’altra batosta.
«Basta, ci rinuncio!» Si arrese Allie appoggiando la schiena al divano. Carter si sedette vicino a lei e la baciò delicatamente sulla testa. La ragazza si rivolse a lui: «Mi annoio, qualche idea su cosa fare?»
«Partita al buio?» chiese Carter alzando un sopracciglio con aria poco convinta.
«Sì, tennis!» esultò Jo. «Vado a chiamare gli altri, ci vediamo fuori», scattò in piedi e si diresse verso la porta di corsa.
Allie protestò inutilmente con un «Ma fa un freddo cane là fuori!», ma nessuno l’ascoltò.
«Avanti, sarà divertente», Carter le prese una mano tra le sue e la accarezzò leggermente.
«Sì, come l’altra volta che mi sono beccata una pallina in testa e sono quasi svenuta».
«Prometto che questa volta ti proteggerò io dalle palle assassine», la guardò con aria scherzosa.
«E anche dalle racchette galleggianti che sembrano ufo?» Carter le rivolse un’occhiata di finta preoccupazione e controllò per scherzo se avesse la febbre, poggiando la bocca sulla sua fronte: «A parte i deliri, non sembra grave. Forza andiamo, niente scuse!» Si alzò e tenendola per un abbraccio la sollevò in un attimo con agilità e forza. Allie sbuffò, ma lo seguì comunque verso l’esterno.

Quando si avvicinarono al ripostiglio che conteneva racchette e accessori per ogni sorta di gioco, una piccola folla si era già raggruppata.

Jo ha fatto in fretta, pensò Allie.

Quasi tutti gli studenti rimasti a scuola si erano raccolti per l’occasione: Zoe saltellava da un piede all’altro facendo finta di colpire palline immaginarie; Nicole aveva le braccia strette intorno a sé per cercare inutilmente di scaldarsi in qualche modo. Lucas e Sylvain sembravano intenzionati a svuotare il magazzino mentre passavano cerchietti colorati a Jo e Rachel. Allie non vide Jules da nessuna parte.

Meglio così, pensò.

Non aveva ancora mandato giù il fatto che la biondissima capoclasse facesse coppia con Carter nella Night School, ma non voleva fare la figura della fidanzata gelosa, così si tenne tutto per sé.
«Dove sei stata tutto il giorno, non ti ho visto quasi per niente», protestò Rachel passandole un braccio intorno alle spalle, «rivelami i tuoi impegni segreti».
Allie le lanciò uno sguardo intenditore e fece una smorfia. Rachel capì al volo: «No, forse è meglio che io non ne sappia niente».
«Già, forse è meglio così».
Sebbene avesse tutti i requisiti, e Raj si batteva ardentemente per convincere sua figlia a fare parte della Night School, Rachel aveva rifiutato più volte l’offerta. Odiava il modo in cui quella specie di associazione segreta aveva coinvolto così profondamente suo padre e i suoi amici tenendoli stretti con i suoi artigli, e non voleva averci niente a che fare.
Allie detestava nasconderle le cose, ma non poteva rivelarle niente sulla Night School per le regole severe che vigevano nella scuola in proposito, e in parte anche perché la sua amica non voleva sentirne parlare.

Quando ebbero montato la rete e disposto i dischetti che fungevano da linee del campo, si godettero lo spettacolo accendendo tutti insieme le lucine che costernavano rete e racchette. La notte buia e fredda che li circondava fu illuminata da diverse luci colorate, una per ogni giocatore, mentre palline dipinte con vernice fosforescente rimbalzavano da una parte all’altra del campo. Sebbene i giocatori non riuscissero a vedersi tra di loro, il metodo geniale che qualcuno prima di loro aveva inventato, permetteva a tutti di godersi la partita anche al buio. Niente fermava i ragazzi della Cimmeria!

Pochi minuti dopo, Allie notò qualcuno avvicinarsi con una torcia in mano. Quando la sagoma fu più vicina da riuscire a identificarla, vide che Ashley era avvolta in un pesante capotto nero, con sciarpa e guanti coordinati.
«No, scusate? Vi state divertendo senza di me?!» esordì a voce un po’ troppo alta.
«Prendi», Lucas le lanciò una racchetta verde di cui videro solo una macchia colorata che roteava a mezz’aria. Ashley l’afferrò al volo, appoggiandosela poi sulla spalla e improvvisando una camminata da modella in punta di piedi, fingendo poi di inciampare e rotolare per terra. Tutti scoppiarono a ridere, finché Zoe non urlò: «Guardate!», stava indicando il cielo scuro. Quando anche gli altri guardarono in su, parti un coro sorpreso di «oh». Allie seguì i loro sguardi e notò che piccoli fiocchi di neve stavano cadendo lentamente dal cielo come per magia, posandosi delicatamente sui loro capelli e sul terreno. Carter la strinse dal dietro avvolgendola tra le sue braccia e facendole sentire il calore che emanava. Allie avvertì il suo piacevole odore di caffè e spezie. Le scoccò un bacio sulla testa, prima che Allie si girò e lo baciò sulle labbra. Qualsiasi cosa fosse successa in quel momento ad Allie non sarebbe importato. Ciò che le interessava ora era solo godersi quell’istante insieme a Carter, in compagnia dei suoi amici sotto quel cielo punteggiato da piccole stelle bianche, che candidamente scivolavano verso il basso proseguendo nella loro danza. Rimasero incantati a guardare la neve per parecchi minuti, finché Jo non li riscosse dicendo: «Io sto gelando, diamoci una mossa e riscaldiamoci».
Tornarono alla loro partita. Sembrava che la notizia di una nevicata imminente li avesse riscossi dai loro pensieri, costringendoli a tirare fuori la grinta e a dare il meglio di sé. Allie non aveva mai visto una partita così aggressiva e piena di botta e risposta. La pallina viaggiava da un campo all’altro a una velocità impressionante, mentre i giocatori colpivano e muovevano le loro racchette con grazia e forza allo stesso tempo. Quando cambiarono le squadre, Allie sentì appena Ashley sussurrare a Sylvain «Ricordati di cosa dobbiamo fare dopo».

Andarono avanti per quella che sembrò un’eternità, finché Zelazny non comparve sulla porta del retro urlando «coprifuoco!» con un tono che non ammetteva repliche e che suggeriva fosse meglio sbrigarsi.
Cercarono di metterci il meno possibile, sgomberando in gran fretta il prato e rimettendo tutto il materiale nel ripostiglio. Poi il gruppo si diresse verso l’ingresso della scuola, mentre Ashley e Sylvain si distaccarono da loro cercando di passare inosservati, anche se probabilmente tutti avevano capito dove andassero e cosa stessero per fare.
C’era una sola risposta possibile: Night School.

*

 

Quando due ore dopo, Ashley e Sylvain stavano passeggiando per il bosco tenendosi a braccetto, ma pur sempre attenti a ciò che li circondava, la neve aveva iniziato a cadere più fitta. Ashley rabbrividì e si strinse al braccio del ragazzo.
«Hai freddo?» chiese Sylvain scrutando nel folto degli alberi. La boscaglia impediva alla neve di ricoprire il suolo, anche se Ashley poté vedere che i rami degli alberi erano già spruzzati di bianco.
«Sto letteralmente congelando», rispose lei battendo i denti, «non so se l’hai notato, ma sta nevicando!»
Sylvain rise amaramente: «E’ difficile non accorgersi quando il mondo intorno a te sembra diventato la coreografia di un film d’amore».
Ashley gli rivolse un’occhiata in tralice: «Come siamo sentimentali stasera».
«Non è sentimentalisme, è cinismo».
«Non sapevo che odiassi la neve così tanto», osservò la ragazza.
«Non è la neve, ciò che non mi piace è fare la ronda di notte nel bosco quando fa un freddo cane», sbottò Sylvain.
«Andiamo, non è così male! Sei in mia compagnia!» Ashley gli tirò una gomitata e Sylvain sorrise.
«Non potrei essere più fortunato di così! Enchanté». Le afferrò una mano coperta dal guanto e si chinò a baciarla delicatamente.
Ashley imitò la sua pronuncia facendogli il verso e Sylvain scoppiò a ridere.

Stavano ancora ridendo prendendosi in giro a vicenda, come se il mondo intorno a loro si fosse fermato a quel momento di giovinezza, quando sentirono un rumore nel bosco. Si bloccarono di scatto.
«Cos’è stato?» chiese la ragazza preoccupata.
«Non lo so», sussurrò Sylvain. Un altro suono attutito, un rumore di foglie mosse. E poi passi che si allontanavo di corsa.
«E’ qui vicino. Dividiamoci», esclamò Sylvain con urgenza. Ashley annuì, anche se non era del tutto convinta che sarebbe stata una buona idea.

Corsero uno dalla parte opposta dell’altra, cercando di captare ogni minimo sentore che non fossero le suole delle loro scarpe sul terreno umido, e al contempo guardandosi intorno per scorgere anche il più piccolo movimento. Mezz’ora dopo, non avevano ancora trovato niente. Ashley tornò indietro per cercare Sylvain nel punto in cui si erano lasciati, con aria sconsolata.
Un fruscio leggero vicino a sé. Si fermò di colpo e rimase ad ascoltare. Passi che si avvicinavano lentamente.
«Chi c’è?» chiese cercando di tenere la voce ferma e non mostrare la paura che cresceva dentro di lei. Magari era Sylvain che stava tornando, oppure un animale. Ma all’improvviso sentì la percezione che qualcuno la stesse osservando, si girò di scatto. Dietro di lei c’era un uomo fermo in mezzo al vialetto, Ashley cercò di non urlare con tutta se stessa. L’ombra si avvicinò rivelando un ragazzo che indossava giacca e cravatta, il segno distintivo della cricca di Nathaniel.
Ashley trattenne il respiro, la voce poco più di un sussurro: «Gabe?!»

To be continued...

Dio, quanto amo descrivere i "momenti di dolcezza" tra Carter e Allie. Spero che vi sia piaciuto questo secondo capitolo, commentate! 

Elis.

  
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