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Autore: SusySixx    09/07/2013    3 recensioni
Gabrielle, una giovane ragazza che si frequenta con Andrew Biersack (BlackVeilBrides), dopo il diploma parte per l'Inghilterra dove farà amicizia con i One Direction.
La protagonista si troverà davanti a due scelte: se ritornare in America e continuare la sua vita di sempre o innamorarsi del Peter Pan del gruppo.
"Cause you were mine for the Summer
Now we know its nearly over...
...You always will be my Summer love"
P.S. Ecco a voi il trailer http://www.youtube.com/watch?v=quXkYO6k1kI
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 10


Jane's Pov:


Mi era sempre piaciuto chiacchierare con le mie due migliori amiche, ma quella mattina mi stavo sentendo proprio male.
Ovviamente non volevo farlo notare alle altre, mi avrebbero riportata a letto.
Decisi quindi di reggermi la testa con la mano e far finta di stare bene.
Questa messinscena però durò ben poco: qualcuno bussò alla porta e io non avevo per niente voglia di alzarmi ad aprire.
Andò Vicky che appena spalancò la porta fece un urlo di stupore...

Jane! Credo tu abbia un ammiratore segreto!”.

Incuriosita corsi alla porta: un fioraio mi aveva consegnato un mazzo con cinque rose rosse ,senza nessun segno del biglietto col destinatario: non avevo la minima idea di chi me le avesse mandate.



Gabrielle's Pov:

Dal balcone di casa Willson si poteva ammirare un panorama fantastico.
Jane era andata a lavorare nel negozio di sua zia lasciandomi a casa da sola.
Pensai di passare un po' di tempo a dipingere e presi come soggetto appunto il mare dove si proiettavano i raggi del sole ormai alto.

Non pensavo dipingessi...”.

Sobbalzai sullo sgabello e dopo qualche minuto notai che Louis mi stava fissando sorridendo come se fossimo io Giulietta e lui Romeo.

Che ci fai qui?”.

Stavo passeggiando lungo la spiaggia e mi era sembrato di vedere qualcuno che conoscevo...”.

Misi il cavalletto per dipingere insieme ai colori e pennelli al loro posto per andarmi a cambiare mettendomi qualcosa di più adatto e in un attimo ero già fuori se non fosse stato per lo scalino che mi fece quasi cadere, ma Louis, non so come, riuscì a prendermi in tempo tra le sue braccia.
Arrossii di vergogna ricomponendomi e Louis sorrise.
Poi mi chiese se mi andava di fare un giro a cavallo con lui : era un ottima occasione visto che mai nella vita avevo cavalcato.

Nelle vicinanze, fuori città e tra il verde dei prati c'erano diversi allevamenti di cavalli dove anche un vecchio amico di Louis ne possedeva uno.
Mi aveva raccontato che era da un bel po' che doveva andarci ma non ne aveva trovato il tempo.
Avuti i nostri cavalli cominciammo a cavalcare lungo un sentiero sommerso da grandissime piante.
Dai rami entrava una limpida luce che dava al sentiero un tocco sereno e pacifico che rendeva tutto molto tranquillo.
Ne approfittammo per conoscerci meglio: io gli raccontai della mia vita a Los Angeles, del rapporto con i miei, della mia grande amicizia con Jane e Vicky... ma non raccontai della mia relazione con Andrew, non me la sentii, o meglio la mia coscienza decise che quello non era il momento adatto per dirglielo.
Anche Louis mi raccontò un po' della sua vita che sicuramente era molto diversa dalla mia: mi parlò anche dei suoi amici Harry, Zayn, Niall e Liam rivelandomi che facevano parte della band più amata al mondo.
Rimasi di stucco quando me lo disse: non ero mai stata una loro fan, ne avevo sentito parlare solo dai mass-media e visti nelle copertine delle riviste, ma sicuramente non mi ero mai interessata a loro amando generi di musica completamente diversi.
Decisi quindi di cambiare discorso per evitare domande sulla musica e sui generi musicali, ma non feci in tempo a pronunciare -A- che il mio cavallo cominciò ad agitarsi ed in un batter d'occhio fui a terra.

Quando riaprì gli occhi mi ritrovai a fissare il neon sopra la mia testa.
La mia vista era ancora un po' appannata ma riuscivo a sentire delle voci accanto al letto.

...niente di rotto, solo una contusione al braccio sinistro, ma è stata fortunata... suggeriamo qualche giorno di riposo per riprendersi … può tornare comunque a casa”.

Un medico dalla folta barba bianca stava parlando con Louis che lo guardava con aria preoccupata.
L'effetto dei medicinali mi faceva sentire un po' stordita.
Nel letto vicino c'era una bambina che ripeteva alla madre il nome di Louis in continuazione ma lui non la guardò, penso perché non la sentiva... oppure perché era sicuramente preoccupato per me e potevo capirlo benissimo.
Appena mi vide sveglia corse da me e cominciò subito a scusarsi.

... perdonami, volevo farti trascorrere una bella giornata, non mi aspettavo una cosa del genere, ti prego, scusa... mi farò perdonare in qualche modo... te lo prometto...”.

Non è colpa tua, sono cose che capitano... è solo una semplice contusione che col tempo e riposo guarirà...”.

Non feci in tempo a pronunciare altro che lui mi chiese di uscire quella stessa sera per farsi perdonare il prima possibile.
Lo vedevo distrutto, mi faceva pena vederlo così che non potevo rifiutare, anche perché non era colpa sua se ero caduta da cavallo, e poi mi piaceva stare con lui, era piacevole...


Verso sera Louis mi riaccompagnò a casa.
Jane era tornata dal lavoro e mi chiese cosa era successo,mi chiamò anche Vicky per sapere come stavo, ovviamente erano preoccupate anche loro.
Poi andai a prepararmi per la serata scegliendo dal guardaroba un vestito di seta nera con un po' di scollatura che lasciava leggermente scoperte le spalle.
Mi sembrava adatto e poco provocante per una serata tra amici.
Quando Louis arrivò mi portò in un ristorante molto accurato e raffinato illuminato da una luce soffusa e da candele poste su ogni tavolo.
Non ci fermammo un attimo di chiacchierare; Louis era sempre a corto di nuovi argomenti.
Sinceramente non avevo mai fatto così tante risate in un solo appuntamento, quando uscivo con Andrew era tutto così... diverso: non ci soffermavamo mai a parlare per ore, i nostri discorsi diventarono sempre più “corti” e purtroppo sempre più freddi...


Verso mezzanotte uscimmo dal ristorante e Louis mi portò a casa.
Quando scesi dall' auto si propose di accompagnarmi alla porta.

Sono stata bene questa sera... mi serviva passare un po' di tempo con un amico... è stato bello...”.

Lui non disse niente, si avvicinò lentamente a me e per un attimo non capii più nulla.
Le sue labbra stavano quasi per sfiorarmi, il suo respiro mi accarezzò la pelle e io sentì una lacrima rigarmi il viso...

Io... non posso...”

Sussurrai. Ad un tratto entrai in casa abbandonando Louis davanti all' ingresso e corsi in camera mentre le lacrime continuavano a scendere sul viso.

  
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