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Autore: Hiros    11/07/2013    5 recensioni
{ long-fiction | STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA e in revisione }
Spesso i momenti felici non durano per sempre; spesso, quando meno ce l’aspettiamo, quelli brutti prendono il sopravvento all’improvviso, scombussolando la vita di tutti i giorni, e questo, sia Fine che Rein, amiche d'infanzia separate dal triste giro del destino, lo sanno bene, ma faranno di tutto per riconquistare tutto ciò che avevano perso, anche a costo di dover scoprire verità sconcertanti.
Il solo suono del vento in quel momento, prese il sopravvento e quegli occhi si soffermarono impassibili sull’altalena. Essi rimanevano come attaccati ad osservare l’oggetto, e il cigolio di quest’ultimo, all’inizio semplice e basso, cominciò ad essere più strano e forte. Una musica ipnotizzante si propagò nell’aria e una grande ansia cominciò a diffondersi nella bambina.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Fine, Rein
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vite finite - Un’aldilà misterioso
Tensioni e scoperte



 
Rein correva, correva via da quel campo di battaglia che ai piedi del castello del regno di Ame si era formato. La sua amica Maria era rimasta in balìa di quelle abominevoli creature che li avevano attaccati senza un motivo preciso e questo era molto strano.
L’unica persona che forse in qualche modo li avrebbe potuti aiutare, era molto lontana e probabilmente, non si sarebbe nemmeno ricordata di lei; ma doveva tentare, per il bene di Soul.
Un odore di putrefatto aleggiava nell’aria e Rein dovette tapparsi il naso con le dita per non sentire quel fetore nauseabondo.
La turchina, una volta allontanatasi dalla lotta, si fiondò nel castello.
-Se non sbaglio, il professore aveva detto qualche tempo fa di aver fatto una scoperta- disse Rein tra se e se, camminando tra i corridoi della fortezza –Devo trovarlo!- aggiunse in seguito, lo sguardo deciso e le gambe che ricominciavano a correre.
I corridoi del castello erano grigi, senza luce, distrutti, ed ogni cosa era fuori posto: armadi spaccati, lampadari caduti; non era un bello spettacolo. Svoltato l’angolo di uno dei passaggi, si ritrovò davanti, disteso al suolo, la persona che stava cercando.
-Professore!- esclamò Rein, accovacciandosi a terra, accanto all’uomo dai capelli grigi.
-Rein? Sei tu?- domandò il professore con una voce fioca e senza tonalità.
Una pozza di sangue sotto di lui continuava a propagarsi, sangue denso e rosso sporcava il pavimento grigiastro, come le pareti.
Rein aveva gli occhi spalancati e continuava a fissare la pozza che aveva raggiunto oramai anche lei.
Con voce atona, senza distogliere lo sguardo dal liquido rossastro chiese –Morirà?-
-Soltanto se mi abbandoni qua, al mio destino- rispose il professore con un sorriso divertito sulle labbra.
Rein si stupì delle sue parole.
-Che vuole dire? Non la lascerò qui a morire, ma, in ogni caso, non c’è un modo per salvarla. Non ci sono cure per umani in questo mondo!- affermò la turchina, spaventata. Stava già perdendo due persone in un giorno e questo la distruggeva.
Un rumore di passi si fece largo dietro a un corridoio.
-Non ti preoccupare ragazza!- sussurrò l’uomo –Sono uno scienziato, io, figurati se non ho inventato qualcosa per salvarmi la pelle- continuò il professore.
-La mia stanza è poco lontana da qui. Vai là e portami un liquido blu: quella è la medicina- terminò l’uomo. Le forze lo stavano abbandonando, stava perdendo troppo sangue e non era una cosa buona, affatto.
Rein si guardò attorno. Non poteva sicuramente lasciarlo lì, se qualcuno l’avesse trovato l’avrebbe ucciso.
Si accorse di una stanza non tanto lontana dal posto in cui si trovavano in quel momento e con tutte le sue forze, la turchese lo accompagno fino a là.
-Lei resti qui, farò più in fretta possibile- disse Rein, prima di sparire.
 
 
-Ah!- sospirò Fine, sdraiandosi a braccia aperte sul prato verde.
Il sole, nel suo punto più alto nel cielo, illuminava e riscaldava tutto il paesaggio.
-Ho fame!- disse ad alta voce a un certo punto la rossa, mentre il suo stomaco brontolava.
Poco lontano da lì suo fratello stava arrivando, portando con se sulla schiena tutte le scorte di cibo che la sorella aveva chiesto.
La fronte imperlata di sudore, la maglia fradicia e la mente che imprecava contro quella ragazzina, che di adolescente non aveva niente: così si presentava Crow in quel momento, mentre lentamente, con grande fatica, avanzava verso il posto che avevano scelto per il picnic quel giorno.
Quando arrivò fino a Fine, buttò tutto a terra, non curante delle possibili conseguenze.
-Fatto!- dichiarò Crow, buttandosi a peso morto sull’erba.
-Bene, adesso tocca a te lavorare un po’!- continuò l'indaco, sghignazzando.
-Non mi va- rispose Fine gonfiando le guance.
-D’accordo… allora non si mangia oggi.- disse Crow, con una falsa nota di dispiacere nella voce, che fece cambiare idea a Fine.
-No, certo che no!- la rossa prese dal cesto di paglia un telo a scacchi bianco e rosso e lo adagiò lentamente sull’erba verde e fresca. Dopodichè prese sempre dalla stessa cesta dei patti, delle posate e dei bicchieri in plastica e li poggiò sul telo.
Ormai l’ora di pranzo era arrivata, così cominciarono a mangiare.
Fine, con gli occhi luccicanti, non faceva altro che ingozzarsi, mentre Crow la osservava rassegnato.
Sua sorella era così e non sarebbe mai cambiata.
Finito di pranzare, Fine si alzò.
-Credo che andrò nel bosco. Ho bisogno di andare in bagno- disse, cominciando a camminare.
Crow annuì, senza darle una specifica risposta. Con lo sguardo vagò altrove, verso l’orizzonte, scrutando la distesa azzurra che era sopra e “davanti” a lui.
Decise di alzarsi anche lui e di andare alla collinetta a cui Fine teneva tanto, che stava dietro al posto che avevano scelto per il picnic di quel giorno.
Se già dove avevano pranzato c’era un venticello fresco che soffiava, forse ancora più in alto ce n’era di più. Quel poco caldo infatti che c’era cominciava ad essere un po’ pungente secondo i suoi gusti.
Così si incamminò e, arrivato in alto, si sedette a terra sul prato accanto all’altalena e chiuse gli occhi.
 
 
-Ci sono!- gridò sottovoce Rein, entrando nella stanza dove aveva lasciato il professore.
-Oh, ec-eccoti R-Rein- cercò di dire l’uomo, tossendo poco dopo.
-Professore, non si sforzi. Cosa devo fare con questa?- disse la turchese indicando la bottiglietta blu che aveva in una mano.
Il professore le fece cenno di avvicinarsi, dunque prese la medicina e la ingurgitò, piano piano, fino all’ultima goccia.
L’effetto immediato fu l’affievolirsi dello scorrere veloce e abbondante del sangue. Un traguardo importante per un umano. Ora rimaneva soltanto che la natura facesse il suo corso, accompagnata dal rimedio e che le ferite guarissero, anche se ci sarebbe voluto un po’ di tempo.
La ragazza aiutò l’uomo ad alzarsi e cominciò a parlare.
-Ame è stata invasa, dobbiamo trovare qualcuno che ci aiuti e quel qualcuno so chi è, però, per arrivare a quella persona, ho bisogno di un’invenzione che aveva affermato di aver scoperto: la capsula. Lei ce l’ha, vero?- spiegò tutto d’un fiato Rein, sperando in una risposta positiva dell’uomo.
-La capsula? Non sono sicuro che funzionerà…- rispose titubante lui.
-Perché no?-
-Perché non è stata ancora testata e non so ancora con precisione come si utilizza- continuò, tossendo ancora. Le ferite gli bruciavano un po’.
Rein lo guardò determinata –Dobbiamo provare! Dov’è?-
Il professore stupito dalla determinazione della ragazza, gli indicò il tavolo del laboratorio in cui si trovavano, su cui era appoggiato un piccolo oggetto, poco più grande di uno scarafaggio, in metallo, che sicuramente doveva trattarsi della capsula.
Rein adagiò l’uomo su una sedia lì vicino e si mosse in avanti, arrivando al tavolo e prendendo l’oggetto in mano.
-Mi ricordo che la principessa venne da me per vedere la mia nuova invenzione. Modificammo la capsula così spesso, finchè non arrivammo alla decisione che solo con un grande potere si sarebbe attivata- cominciò a parlare il professore calmo. Nessun rumore, niente. C’erano solo loro due, forse in tutto il castello.
Rein stava cercando un modo per attivare quel pezzo di metallo, come lo aveva chiamato lei, fino a quando non udì le parole del professore. Un grande potere?, si ripetè nella mente. Poi le venne l’illuminazione.
-Il grande potere è- cominciò la turchese, ma qualcuno entrato di corsa e di colpo nella stanza, la interruppe.
La principessa?! Pensarono entrambi, sgranando gli occhi. Era ancora viva, aveva perso molta lucentezza, ma era ancora viva!
Ma quel momento durò poco, un mini fratto secondo, un battito di ciglia, un respiro.
Non c’era un meccanismo preciso per azionare la capsula. Il grande potere doveva essere vicino ad essa e basta, e quel potere ora era lì, accanto a loro: era la principessa!
L’oggetto metallico si illuminò e due piccolissime ante si aprirono.
Una piccola luce uscì da esso, si ampliò, divenne più grande e assunse una forma ovale.
Piccole venature rosse di potevano scorgere all’interno della luce bianca.
Tutti e tre i presenti rimasero sorpresi alla vista di quello che era successo. Ma anche quel momento durò poco.
La turchese sentì d’un tratto come una presa sul suo piede. Un forza più grande. La “presa” la tirò di colpo, poi allentò l’energia con cui la trascinava, e dopo la tirò di nuovo, ancora più forte di prima, senza lasciarla. Rein fu trascinata dentro al portale, senza via di scampo, davanti agli occhi spaventati della principessa e del professore.
Cercò di uscirne quando aveva ancora mezzo busto fuori dal portale e la principessa, dopo un attimo di smarrimento, le prese anche una mano e cercò di tirarla fuori per aiutarla. Invano.
La situazione peggiorò e tutte e due furono trascinate insieme dentro al quel bagliore accecante.
La luce sparì, la piccola capsula ritornò com’era e cascò a terra; e l’uomo sconvolto, rimasto da solo, cadde dalla sedia.






 
» NOTE AUTRICE :
Eccomi qua, dopo tantissimo tempo ad aggiornare e per questo mi scuso. Ho avuto diversi impegni, poi è venuta fuori la questione delle Challenge e poi mi ero bloccata in un punto del capitolo. Punto fortunatamente risolto. Mi scuso ancora tantissimo per il ritardo e direi che da oggi (o già da prima) non aggiorno più ogni venerdì.
Spero recensirete in tanti. Voglio sapere cosa ne pensate per adesso della FF, di come stà andando avanti, ecc... :) Mi raccomando. Ringraziò chi ha recensito gli scorsi capitoli ma anche chi ha letto in silenzio, grazie! Con questo vi saluto.

× Redy
   
 
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