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Autore: QueenVLondon    12/07/2013    5 recensioni
Katie ha deciso di trascorrere le vacanze estive a Toronto per migliorare il suo inglese.
La ragazza è felice di questa opportunità e tutto nella sua vita pare andare per il verso giusto: ha trovato quasi subito un lavoro e le giornate sono piacevoli.
Tuttavia, cosa succederebbe se scoprisse che anche Robert Pattinson si trova lì per le riprese del suo nuovo film, “Maps To The Stars”?
E se il destino li facesse incontrare di nuovo? Cosa accadrebbe?
Long che porta avanti la vicenda di Katie e Rob dopo "Bon Voyage" e "Always Him".
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte!
Avevo promesso di proseguire la storia di Katie e Rob e ho deciso che il momento migliore per ambientarla fosse proprio questo: le riprese di "Maps To The Stars".
Volevo aspettare il reale arrivo di Mr Pattinson a Toronto, ma visto che ci sta facendo aspettare parecchio, perchè non anticipare le sue mosse? ;)
Buona lettura, a dopo per i saluti.
Vale




La tiepida pioggia estiva cadeva imperterrita schizzando le vetrate della caffetteria dove Katie lavorava da un paio di settimane.

Era arrivata lì a metà Giugno ed era stata così fortunata da trovare quel lavoro quasi immediatamente.

L’idea di trascorrere l’estate in Canada, e più precisamente a Toronto, era stata della sua amica Eva, la quale l’aveva convinta che sarebbe stato un bel modo di migliorare la padronanza della lingua e, dopo un’iniziale titubanza, la ragazza aveva accettato. Ma purtroppo Eva aveva avuto qualche problema in famiglia ed era stata costretta a cancellare il viaggio.

Katie era stata presa dallo sconforto e si era trovata davanti a un aut aut: rinunciare, oppure fare un atto di coraggio ed andarci da sola.

Non era la prima volta che viaggiava in solitudine, ma solitamente c’era sempre stata una persona ad attenderla nel luogo dove stava andando, stavolta invece si sarebbe ritrovata totalmente inerme in un Paese che non conosceva.

Non era stato facile per lei decidere di vivere quell’avventura lo stesso, ma alla fine era partita e mentre osservava la pioggia canadese non poteva dirsene pentita.

Non riusciva a capire perché, ma sentiva che non fare quel viaggio sarebbe stato un grosso errore: aveva una buona sensazione. Ed aveva ragione visto che in un paio di settimane era riuscita a trovare lavoro presso una piccola caffetteria. I proprietari erano stati estremamente gentili con lei e la ragazza non poteva che sentirsi fortunata per il trattamento ricevuto.

Non aveva conosciuto molte persone, ma se non altro il suo inglese stava iniziando a migliorare, il che dopo solo qualche settimana poteva considerarsi un ottimo risultato.

Quella mattina andando a lavoro aveva notato un po’ di trambusto, ma non ci aveva fatto molto caso. Vivendo in una grande città era abituata alla confusione e al traffico.

“Un caffè e un muffin con gocce di cioccolato”, ordinò uno dei clienti, un uomo sui quarant’anni che sembrava aver molta fretta.

La ragazza fece il possibile per velocizzare i propri movimenti ed accontentarlo, ovviamente però non era ancora così brava e si scottò con la bevanda bollente. Per fortuna l’uomo, troppo impegnato a controllare il suo Galaxy, non ci fece neanche caso.

Katie gli porse le sue ordinazioni e tirò un sospiro di sollievo quando se ne fu andato.

Quella mattina pareva che tutte le persone avessero preferito restare in centro e visto che i clienti scarseggiavano la ragazza ne approfittò per chiacchierare un po’ con la proprietaria, Mrs Clifford.

“Ignora John”, le disse quest’ultima accennando all’ultimo cliente. “Lo conosco da quasi otto anni ed è sempre di fretta. E’ un architetto ed è convinto di essere l’unica persona al mondo a lavorare”.

Katie sorrise.

“Se l’affluenza continua ad essere questa potresti prenderti il pomeriggio libero. Me la caverò anche da sola”, continuò la titolare.

La ragazza scosse la testa.

“Non c’è problema. Mi piace stare qui. E’ piacevole”.

La donna la guardò magnanima.

“Hai qualche programma per stasera?”, le chiese.

“Penso che chiamerò i miei genitori e passerò la serata a leggere”, rispose cortese Katie.

Mrs Clifford storse il naso.

“Potresti andare al cinema, oppure unirti a Meredith e alle sue amiche. Sono sicura che sarebbero contente se andassi con loro”, le propose.

Katie la guardò un po’ a disagio. Sapeva benissimo che era venerdì sera, ma non aveva voglia di andarsene in giro da sola e non voleva neanche imporre la sua compagnia alla figlia della sua titolare.

Aveva incontrato Meredith soltanto un paio di volte e le era sembrata una ragazza molto simpatica, però non era certa sarebbe stata entusiasta di averla intorno. Un paio di chiacchiere infatti erano bastate ad entrambe per capire che avevano ben pochi interessi in comune e sostenere una conversazione su creme per il corpo e balsami per capelli sarebbe stato troppo sfiancante.

Decisamente era meglio passare quella serata con un buon libro e magari l’ultima puntata di “Once Upon A Time”.

Mrs Clifford non insistette oltre ed un paio di ore più tardi finalmente un gruppetto composto da quattro ragazze entrò nella caffetteria. Dal momento che si erano volute accomodare al tavolo, Katie andò a prendere personalmente le loro ordinazioni.

Fu costretta a ripetere la domanda per due volte, perché nessuna di loro pareva degnarla della benché minima attenzione. Erano troppo prese dai loro discorsi.

La ragazza si schiarì la voce, un po’ infastidita.

“Cosa prendete?”, chiese di nuovo.

“Per me un caffè. Alice, tu cosa vuoi?”

“Un caffè anche per me”, rispose quest’ultima.

“Allora due caffè e tre tè verdi”, soggiunse la prima che aveva parlato.

Katie prese nota e, quando un paio di minuti dopo tornò con le loro bevande, nessuna delle ragazze la degnò del minimo sguardo.

Sapeva di star facendo il suo lavoro, ma un po’ di cortesia sarebbe stata ben accetta: non tollerava la maleducazione.

Sistemò alcune tazze in uno scaffale e, visto che il locale era semi-vuoto, si concentrò sulla loro conversazione per ingannare il tempo.

A quanto pare parlavano di un qualche “eccezionale evento”, ma sulle prime non riuscì a comprendere di cosa si trattasse, poi un nome le fece mancare il fiato.

Non posso credere che tu lo abbia visto! Robert Pattinson! Sono invidiosa!”, commentò una ragazza dai capelli corvini, guardando l’amica seduta alla sua destra con espressione di pura adulazione.

“Già, un colpo di fortuna”, sminuì questa con tono altezzoso.

“Se lo sapesse Holly andrebbe fuori di testa!”, continuò. “Rob a Toronto. Cosa fa qui?”

“Sta girando un film a quanto pare”, intervenne un’altra ragazza che finora non aveva parlato.

“Katie? Ti avevo detto di riporre le tazze da destra verso sinistra, non a caso”, Mrs Clifford rimproverò la cameriera, ma lei non la sentì neanche.

Aveva smesso di ascoltare dopo aver udito la frase di quella ragazza. Robert era a Toronto. Dove si trovava lei. Non era possibile.

Dopo un attimo di smarrimento parve riacquistare lucidità e, dopo essersi scusata, si voltò verso Mrs Clifford.

“E’ ancora valida l’offerta di prendermi il pomeriggio libero?”



Eccoci di nuovo!
Katie è venuta a sapere della presenza di Robert in città ed ovviamente la sua mente sta lavorando alla velocità della luce.
Cosa farà la ragazza? Riuscirà a trovare l'attore e, soprattutto, lui si ricorderà di lei?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo. ;)
Un bacione
Vale
PS Se lasciate un commentino non piango!


  
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