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Autore: Magica Emy    13/07/2013    1 recensioni
Si gira su un fianco, voltandomi le spalle e permettendomi così di abbracciarla da dietro e posarle un leggero bacio sulla nuca, che la fa rabbrividire di piacere. Adoro sentirla fremere fra le mie braccia, e in più da un po’ di tempo mi sono accorto che alcune parti del suo corpo sono diventate particolarmente sensibili al tatto, così ne approfitto ogni volta che posso. Come adesso, per esempio, mentre prendo ad accarezzarle il collo con studiata lentezza, per poi percorrerlo in tutta la sua lunghezza con una scia di piccoli baci morbidi che la portano a fremere violentemente contro il mio petto, facendosi ancora più vicina...
Seguito di "Je t'aime", se qualcuno non l'ha ancora letta...corra a farlo!
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Stai bene?

Mi chiede Christian per l’ennesima volta, facendomi sbuffare mentre impreco sottovoce, così non può sentirmi.

- Ma si, certo che si! Me lo hai chiesto appena cinque minuti fa, cosa credi che sia cambiato da allora?

Rispondo infastidita, evitando il suo sguardo e cercando di mantenere la calma per quanto mi è possibile, perdendomi a osservare la strada buia intorno a noi dal finestrino dell’auto, rabbrividendo quando una folata d’aria gelida mi pizzica le braccia scoperte. È molto tardi, e siamo sulla via del ritorno da circa un’ora e mezzo. Ancora una volta penso che abbiamo fatto bene a non portare Grace con noi, lasciandola invece da Hèlene. Si sarebbe stancata troppo se fosse venuta. Il matrimonio è durato molto più del previsto, però è stato davvero bellissimo, e il vestito della sposa era un sogno. M piacerebbe tanto che anche il nostro matrimonio fosse così, ma immagino sia ancora troppo presto per pensarci, considerando il fatto che abbiamo deciso che ci sposeremo solo dopo la nascita del bambino. Mi sfioro automaticamente la pancia, pensando che non l’ho sentito muoversi praticamente per tutta la sera. Credo proprio che se la stia dormendo, e non ha idea di quanto possa invidiarlo in questo momento. Sono così stanca che l’unica cosa che desidero è arrivare a casa al più presto e mettermi a letto per un tempo abbastanza vicino, diciamo a…per sempre. Bè, forse aveva ragione Christian in fondo, non è stata una buona idea affrontare tutte queste ore di macchina, ma non ho nessuna intenzione di ammetterlo con lui. Figuriamoci, morirei piuttosto che dargliela vinta, so che non aspetta altro che vedermi cedere per poter dire “te lo avevo detto” con quell’aria da stupido sbruffone che detesto. No, non gli darò questa soddisfazione. Mai. Mi volto verso di lui, perdendomi a osservare il suo viso che adesso è concentrato sulla guida, anche se questo non gli impedisce certo di continuare a parlare.

- Penso che dovresti evitare di andare al lavoro domattina.

Dice infatti e a quelle parole mi irrigidisco all’improvviso, lanciandogli un’occhiataccia torva. Ma certo, non vedeva l’ora lui, di uscirsene con una frase del genere! Ogni scusa è buona per mettersi a darmi degli ordini, ma non ha ancora capito con chi ha a che fare.

- Ancora con questa storia, possibile che debba sempre ripeterti le stesse cose?  Sto benissimo, mi sento alla grande, e domani ho tutta l’intenzione di andare a lavorare, perciò piantala con queste stupidaggini e pensa piuttosto a guidare!

Esclamo al limite della sopportazione, lasciandolo a bocca aperta.

- Di un po’ – risponde – vuoi darti una calmata? Tutta questa agitazione potrebbe fare male al bambino, e se ti dico queste cose è solo perché vorrei che entrambi foste il più possibile al sicuro. Non voglio che tu finisca per stancarti troppo, e lo sai bene.

- Certo, come no!

Mi guarda, confuso.

- Che vorresti dire con questo?

Replica, e noto che anche lui comincia ad agitarsi un po’, ma non mi importa. Adesso che ho cominciato non ho alcuna intenzione di smettere e, che gli piaccia o no, dovrà ascoltarmi.

- Voglio dire che chissà da quanto tempo non vedi l’ora di relegarmi in casa da mattina a sera, solo per sbarazzarti di me e poter fare i tuoi comodi con quella smorfiosa!

Non ho bisogno di pronunciare il suo nome, sa benissimo di chi sto parlando. Mi lancia un’occhiata furiosa, ma mi sforzo di non scompormi più di tanto. Voglio proprio vedere come si giustifica adesso. Lo sento sospirare a lungo e con forza, come tutte le volte che è arrabbiato. Bè, me ne frego. Sa che ho ragione io.

- Di che diavolo stai parlando adesso – esplode d’un tratto, facendomi sussultare – se ti riferisci al tempo che passo con Giselle, sai che è solo ed esclusivamente per lavoro! Mi sto occupando del lancio del suo nuovo album…

- Quella ti sta dietro, non l’hai ancora capito? Il lancio del nuovo album è soltanto una stupida scusa per starti appiccicata  tutto il giorno, possibile che tu non te ne sia ancora reso conto?  Ho visto il modo in cui ti guarda, e non mi piace per niente!

Lo interrompo, gesticolando furiosamente e tamburellando nervosa le dita sul finestrino, mentre lo sento esclamare: - Ma che cosa stai dicendo? Dio, non ti facevo così paranoica!

Paranoica, eh? Ma certo, fa anche finta di non capire adesso. Ma può dire ciò che vuole, questa biondona dal fisico statuario e gli occhi da cerbiatta non mi piace per niente, e se prova ancora a tenergli gli occhi addosso troverà pane per i suoi denti, questo è sicuro. Inoltre, ogni volta che vado a trovarlo alla nuova casa discografica che ha aperto qui, non appena mi vede arrivare, la strega mi lancia certe occhiatacce che mi fanno venire voglia di…strangolarla, ecco. E mi sa che lo farò prima o poi, vedrà che lo farò. Deve tenere quelle zampacce lontane da ciò che è mio, oppure…

La voce di Christian si insinua d’un tratto tra i miei pensieri, distraendomi e costringendomi di nuovo a voltarmi verso di lui. Siamo fermi a un incrocio adesso, e la strada è totalmente deserta.

- Brava – dice infatti – continua pure a cercare di cambiare argomento, tanto non attacca. Domani non andrai al lavoro, fine della discussione!

- Ma davvero, adesso ti sei messo anche a darmi degli ordini?

Continuiamo a discutere anche quando ci mettiamo di nuovo in marcia, e noto che Christian fissa nervosamente la strada buia che gli si para davanti, come se cercasse di ricordare la direzione giusta da prendere.

- Non puoi dirmi quello che devo fare – proseguo imperterrita, fuori di me – e la gravidanza non mi ha mai impedito di vivere serenamente, quando aspettavo Grace andavo persino a cavallo!

- Che cosa? – grida d’un tratto, facendomi trasalire ancora una volta – Mio Dio Johanna, tu sei pazza, come hai potuto mettere in pericolo la vita della bambina in questo modo? Sei un’irresponsabile, ecco cosa sei! E poi ti meravigli che stia qui a darti degli ordini? Sicuro che lo faccio, e lo avrei fatto anche allora se solo mi avessi permesso di essere presente…

 

 

 

 

Maledizione, non può dire sul serio. Prima d’ora non avevo mai sentito questa storia, e non oso nemmeno immaginare cos’altro sia stata capace di combinare in quel periodo, spericolata com’era! Guardandola adesso, però, non è che sia poi cambiata così tanto. E si meraviglia anche, quando cerco di tenere la situazione sotto controllo. Accidenti a lei e alle sue stupide trovate, stavolta la lego al letto e ce la tengo fino alla fine della gravidanza, giuro.

- Bè – la sento rispondere – scusa tanto se ho cercato con tutte le forze di tutelare me e mia figlia, considerando il fatto che fossi troppo impegnato a…

Si interrompe, evitando apposta di finire la frase, ma so benissimo cosa stava per dire.

- Avanti – la incito quindi, sfidandola con lo sguardo – dillo pure, tanto so che muori dalla voglia di rinfacciarmi ancora una volta il mio passato di droga! Coraggio, fai pure, dì tutto ciò che pensi riguardo a questa storia e facciamola finita una volta per tutte!

Mi guarda, allibita, ed è in quel momento che sento montarmi dentro una rabbia incontrollabile, difficile da contenere adesso che ha di nuovo tirato fuori l’argomento.

- Sei tu che continui a rinfacciarmi sempre le stesse cose – esclama – e la verità è che in fondo non sei ancora riuscito a perdonarmi per averti tagliato fuori dalla vita di Grace!

- Si, continua pure a rigirare la frittata – grido, fulminandola con lo sguardo – tanto l’unica cosa di cui sei capace è dire stronzate a raffica! Ti faccio notare che se non ti avessi perdonata non sarei qui adesso, e comunque non puoi pretendere che dimentichi così facilmente dieci anni di vita passati senza mia figlia…

- Christian, attento!

Grida d’un tratto, impedendomi di finire la frase e io mi volto verso la strada, giusto in tempo per cercare disperatamente di schivare un’auto sbucata improvvisamente dal nulla, ma senza risultato. Da quel momento, accade tutto così velocemente da sembrare quesi irreale. Io che perdo il controllo della macchina, le urla di terrore di Johanna, vicino a me e…quel rumore, il terribile rumore dello schianto, quando finisco fuori strada. Ricordo solo che la mia testa comincia a pulsare dolorosamente, e che tutto sembra diventare improvvisamente scuro intorno a me…

Poi, più nulla.

   
 
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