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Autore: Amor31    13/07/2013    1 recensioni
Due ragazze da sempre rivali.
Due sconosciuti in attesa del loro arrivo.
Un'avventura che le unirà nel bene e nel male.
*PROSSIMO AGGIORNAMENTO: SABATO 5 APRILE*
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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35.     Persuasione

Attorno a mezzogiorno, quando il sole, alto nel cielo, si decise a trapelare attraverso la coltre di nubi che ingrigiva il paesaggio, il vascello pirata fu finalmente pronto ad avvicinarsi definitivamente all’isola.
Dopo aver ascoltato le ultime disposizioni del capitano, l’equipaggio manovrò così da penetrare in una grande baia dall’acqua placida; al centro troneggiava un’altra piccola isola che fungeva da porto.
-Gettate l’ancora!-, gridò Duncan esaminando dall’alto il fondale marino. -E ammainate le vele!-.
Gli ordini vennero eseguiti in un baleno e in meno di un’ora la nave fu ferma a circa mille metri dalla costa.
-Bene-, disse il capitano sfregandosi le mani. -Ciurma, a rapporto!-.
Tutti i marinai si radunarono sul ponte, disposti in un’ordinata fila che avrebbe provocato addirittura l’invidia di soldati addestrati
-Da quanto tempo non vedevamo terra, eh, compagni?-.
Un mormorio si levò dal gruppo appena riunito.
-Tre mesi, capitano. Tre mesi-, disse Light senza scomporsi troppo.
-Giusto-, confermò Duncan. -Troppo a lungo siamo rimasti a vagabondare. È arrivato il momento di ripristinare le forze; è ora di spassarcela. Calate in mare le scialuppe, uomini: questa sera festeggeremo a Puerto Carupano, in compagnia di rum e belle donne!-.
Un coro d’approvazione riscaldò l’aria e gli uomini cominciarono a far scendere le imbarcazioni, prestando molta attenzione ad assicurare ben bene le cime che le sorreggevano.
-Light! Sam!-.
L’energumeno e il mozzo accorsero alla chiamata di Crouch.
-Andate a chiamare le tre prigioniere: verranno con noi-.
-Ma capitano, non credete che sarebbe meglio lasciarle a bordo, sotto la custodia di…-.
-No-, Duncan interruppe bruscamente il suo secondo. -Non dovremo perderle di vista nemmeno per un singolo istante, intesi?-.
-Bene, signore. Agli ordini, capitano-.
I due pirati si ritirarono sottocoperta; cinque minuti dopo Sam riapparve sul ponte scortando Courtney e Heather.
-Eccellente!-, esclamò Crouch vedendoli arrivare. -Signore, non siete contente? Finalmente conoscerete la vera vita di noi pirati!-.
-Oh, ne sono lusingata-, affermò ironicamente Lady Bennet. -Non vedo l’ora di conoscere altri buzzurri del vostro calibro-.
-Non abbiate fretta e date tempo al tempo-. Duncan strizzò l’occhio in direzione di Sam e subito dopo spostò l’attenzione su Light, di ritorno dall’incontro con Gwen.
-Ebbene?-, chiese il capitano con un filo d’ansia non vedendo Lady Thompson.
-Signore, potrei parlarvi in disparte?-.
Duncan allargò le braccia e fece strada al secondo che, lontano da orecchie indiscrete, lo informò: -La prigioniera non ha alcuna intenzione di uscire. Mi ha nuovamente detto di non volervi vedere. Ha tutta l’aria di essere sconvolta: forse sarà opportuno tenerla sulla nave. Posso occuparmi io stesso di lei…-.
-Light, il vostro interessamento mi commuove, ma a comandare sono io e ho deciso che l’ostaggio scenderà a terra. Non si è mai visto né sentito di un pirata che rispetta i desideri dei propri prigionieri!-.
-Capitano, lo dico anche per voi…-.
-Poche chiacchiere! Andrò a prenderla io stesso, se voi siete improvvisamente rammollito!-.
-Signore…-.
-Basta così, Light. Va’ dagli altri e aiuta a calare le scialuppe in mare. A quella donna penserò io!-.
Duncan si allontanò come una furia e raggiunse in fretta gli alloggi. Ben presto si arrestò di fronte alla porta di Lady Thompson e tentando di rimanere calmo bussò; dall’interno, però, non gli giunse alcuna risposta.
-Gwen-, la chiamò una prima volta, -aprite, per favore. Sono giorni che non vi fate vedere!-.
Un silenzio tombale echeggiò nel corridoio.
-Gwen, avete bisogno di luce solare. Volete forse ridurvi come uno straccio? Sappiate che finirete per ammalarvi, se non respirerete aria pulita!-.
Ancora il nulla.
Duncan inspirò profondamente: -Il vostro atteggiamento non fa che irritarmi, sapete? Ve lo ripeto per l’ultima volta: aprite questa dannata porta. Altrimenti la farò saltare con la maledetta rivoltella che ho in mano!-.
Il pirata estrasse l’arma e la fece scattare per conferire maggiore autorità alla minaccia.
-Bene, allora. Conterò fino a tre, prima di sparare-.
Non un sospiro provenne dalla cabina.
-Uno…-, cominciò Duncan.
Niente: la porta rimaneva chiusa.
-Due…-.
Sembrava quasi che all’interno della stanza non ci fosse nessuno.
-Tre!-.
Il giovane sparò un colpo, indirizzandolo volontariamente contro il soffitto di legno. Un foro bruciacchiato comparve sulla delicata superficie levigata.
-Sto per entrare, Gwen!-.
Duncan concesse alla ragazza altri cinque secondi prima di scagliarsi contro la porta e scardinarla.
La spessa lastra di legno cadde a terra con un rumore assordante, sollevando un sottile strato di polvere che aveva impercettibilmente coperto il pavimento; il pirata, intanto, si massaggiava la spalla adoperata per quella fastidiosa operazione.
Non appena alzò gli occhi, il ragazzo incontrò lo sguardo di Gwen, che Duncan dedusse essersi alzata di scatto dal letto dopo aver assistito all’abbattimento della porta.
-Cosa volete?-, lo accolse sgarbata la giovane.
-Spiegazioni-, disse semplicemente l’altro. -E portarvi con me a Cuba-.
-Non ci tengo a stare in vostra compagnia-.
-Cosa?-.
-Lasciatemi sola, Duncan. Non avete bisogno di me-, disse Gwen voltandosi e dandogli le spalle.
-Ma che dite? Siete forse impazzita?-.
-Assolutamente no. Sono certa di non essere mai stata tanto lucida quanto in questo momento-.
-Allora cosa sottintendono le vostre parole? E perché siete tanto adirata con me?-, domandò Duncan senza darsi pace.
-Perché?!-, esclamò la ragazza girandosi tutto d’un tratto. Il capitano notò come gli occhi le brillassero di una luce che mai aveva fatto capolino in quelle splendide iridi scure. -Avete perfino il coraggio di pormi una simile domanda?-.
-Lo faccio per capirvi-, cercò di spiegarsi il giovane. -Da quindici giorni non vi vedevo e non riuscivo a comprendere la ragione del vostro improvviso, volontario allontanamento-.
-Sono molteplici le cause-, affermò con ira Gwen, -e le conoscete già tutte-.
-Posso riparare in qualche modo al torto di cui mi accusate?-.
-Certamente: andatevene!-.
Al vedersi respinto di nuovo, la già poca pazienza di Duncan si esaurì definitivamente: egli raggiunse la ragazza e l’afferrò per un polso, strattonandola così da farla voltare nella sua direzione.
-Guardatemi, Gwen! Sono lo stesso, immutato e immutabile uomo che avete amato in una notte molto più calda delle ultime trascorse; cos’è cambiato da allora? E perché non mi volete al vostro fianco?-.
-Siete uno sciocco, Duncan!-, esclamò la nobile divincolandosi dalla stretta. -Vi ostinate a non capire! Continuate ad essere cieco!-.
-Mostratemi cosa devo vedere, allora!-.
-Io…-.
Le parole le morirono in gola. Sentiva il cuore battere troppo forte, mentre un improvviso calore le investiva il viso facendole acquistare poco a poco un insolito colorito roseo.
-Vi desidero con tutta l’anima, Duncan. Ma mi sono resa conto che voi non provate lo stesso sentimento nei miei confronti-.
-No! No, no, no! Come avete potuto pensare una cosa del genere?-, domandò il ragazzo sgranando gli occhi e sfiorando una guancia della nobile.
-Pensavo di aver trovato qualcuno che fosse in grado di capirmi-, disse Gwen tristemente, -ma a quanto pare sbagliavo. Voi non siete in grado di amare-.
-Avrei forse spallato una porta, se non provassi qualcosa per voi? Avrei rischiato di mettermi contro l’intero equipaggio, se non mi foste stata a cuore?-.
-È questo il punto- fece notare la giovane. -Voi provate “qualcosa”; io “vi sto a cuore”. Ma nulla di più-.
-Ora è il vostro turno di incomprensione. Dannazione, Gwen, perché ritenete che io non vi sia interessato?-.
-Perché la vostra attenzione è rivolta ad altri. Altri che mai sarebbero dovuti salire a bordo di questo vascello-.
-Siete in errore, mia cara-, affermò Duncan con voce suadente. -Io sono solo vostro-.
-E che mi dite di quel ballo con Lady Bennet? Anche in quel momento eravate “solo mio”?-.
Un fuoco mai apparso prima bruciò nelle profonde pupille della ragazza ed il pirata lo percepì chiaramente.
-Dunque è questo il motivo del vostro rifiuto…-, sorrise soddisfatto il capitano.
-Rispondete alla mia domanda, piuttosto-, lo richiamò Gwen.
-Certamente, my Lady. Anche allora il mio cuore apparteneva a voi. Ma perché, quando ho bussato alla vostra porta per chiarire, non mi avete aperto?-.
-Non ero in me-, svelò semplicemente la ragazza. -E anche adesso faccio fatica a ricordare tutto senza provare alcun dolore-.
-Ma ora sapete ciò che provo. Ho riconfermato i miei sentimenti per voi. Verrete con me a Cuba?-.
Il pirata le porse la mano destra; la nobile sembrò pensarci su per un minuto più del dovuto, ma poi si lasciò stringere dall’uomo.
-Sì. Sarò al vostro fianco-.
-Bene!-.
Duncan si protese in avanti per strapparle un bacio, ma Gwen lo allontanò una seconda volta.
-Ci vorrà del tempo, prima che possa tornare a fidarmi completamente di voi-, spiegò la giovane.
-Rispetterò il vostro volere. Andiamo, adesso: gli uomini saranno pronti a sbarcare-.
Saliti sul ponte, i due furono squadrati dagli sguardi inquisitori dell’intero equipaggio. All’appello non mancarono ovviamente Courtney ed Heather, già sistemate a bordo di una scialuppa contenente anche cinque marinai.
-Dirigiamoci verso terra!-, ordinò Duncan non appena lui e Gwen furono seduti in un’altra imbarcazione. -La festa non può più essere ritardata!-.
   
 
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