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Autore: sunnymargot    13/07/2013    15 recensioni
Harry si volto velocemente e si lasciò sfuggire un “oops” mentre i suoi occhi verdi venivano ingoiati da quelli blu dell’altro ragazzo. Un millesimo di secondo e i cuori dei ragazzi persero un battito.
[Larry]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mille volte sì.

Sei anni dopo Louis aveva finito l’università, faceva lo psicologo di professione e in testa aveva altri mille progetti.

Harry invece frequentava giurisprudenza e in testa aveva esami, Louis, esami. 
 
Tra i mille progetti che Louis aveva in testa, uno continuava a rimbalzargli insistentemente nella mente, soprattutto dopo che l’Inghilterra aveva approvato i matrimoni gay nel paese, ricordava perfettamente quel giorno.
 
Era domenica ed Harry faceva su e giù per la cucina per preparare il pranzo, Louis aveva apparecchiato e si era seduto al tavolino facendo saettare gli occhi dalla televisione al riccio. 
Harry prese una zucchina, la passò sotto l’acqua e la tagliò a rondelle per poi sbatterle in padella. Louis osservava ogni suo movimento fluido con un’espressione sognante. Il riccio ogni tanto si girava a sorridergli, si risistemava la fascia rossa che gli teneva indietro i capelli e si asciugava le mani sul grembiule bianco che Louis gli aveva regalato.
Harry e Louis si stavano sorridendo mentre la notizia passava al telegiornale.
“Matrimoni gay legalizzati in Inghilterra” diceva la donna in tv che ogni sera elencava le principali notizie mentre lo sguardo di Louis si accendeva, mentre i suoi occhi blu diventavano liquidi per nuotare nelle praterie splendenti di Harry che si era immobilizzato al suono di quelle parole che continuavano a rimbombargli nella testa e nel cuore. 
Louis per primo ebbe la reazione di scoppiare a ridere seguito a ruota dal riccio che con le lacrime agli occhi si sedette su di lui a cavalcioni e portò le braccia a cingergli il collo.
“Hai sentito?” chiese Louis ancora incredulo perché non poteva essere vero, aveva fantasticato così tanto su un loro possibile matrimonio, su una possibile legge che approvasse il matrimonio tra due persone dello stesso sesso, che non riusciva a crederci davvero, probabilmente era solo un altro dei suoi sogni e da lì a poco si sarebbe svegliato con accanto il più piccolo che dormiva rilassato.
Harry non rispose, appoggiò la fronte leggermente sudata alla sua e strinse i capelli lisci del castano tra le mani inspirando il loro odore. Strofinò il naso contro quello a punta del più grande e baciò le sue labbra fini dolcemente, con calma, come se il tempo intorno a loro si fosse fermato e per Louis quella fu come la conferma di essere in un sogno, ma Harry lo morse, strinse tra i denti il suo labbro superiore fino a farlo sanguinare e poi lo leccò.
Louis spalancò gli occhi e un po’ sorpreso si accorse che stava davvero sanguinando, che il suo ragazzo era fisicamente sopra di lui con un’erezione leggermente accennata e che dalle sue labbra carnose stavano davvero uscendo quelle parole, “Noi ci sposeremo”.
Louis sorrise nonostante le labbra gli facessero male e rispose “Sì, ci sposeremo”.
Harry prese a baciarlo con più foga, labbra contro labbra, denti contro denti e mani che vagano sul corpo dell’altro spogliandolo con fatica, cuori che battono ed erezioni che si scontrano in cerca di sollievo. 
Due corpi che si incastrano, che si mescolano, che si amano, sempre in cerca di sicurezze.
Due corpi, l’uno la salvezza dell’altro.
 
 
Louis ci pensava ogni giorno al matrimonio, ogni giorno si chiedeva “Harry è davvero la persona con cui vuoi passare il resto della tua vita?” ed ogni giorno la risposta era sempre “Sì, mille volte sì”.
 
Sì, quando si baciavano i respiri.
Sì, quando si mordevano le paure.
Sì, quando si abbracciavano l’anima.
Sì, quando si leccavano le ferite.
Sì, quando si asciugavano le lacrime e il dolore.
Sì, quando si annusavano i sentimenti.
Sì, quando si urlavano la rabbia.
Sì, mille volte sì.
 
 
Per questo motivo quella mattina camminava per le strade del centro accanto a Zayn sbirciando dentro le vetrine di ogni gioielleria che incontravano mentre Harry era all’università.
“Zaynie, io non so se ce la faccio”, confessò Louis preso dall’ansia.
L’amico lo guardò confuso, “Cosa?”
“E se, e se dicesse di no? Cosa ne sarebbe di noi? Io, noi, non credo tornerebbe tutto come prima”, spiegò il castano passandosi una mano tra i capelli lisci.
Zayn si fermò e lo osservò per un attimo “Sei serio?”
Louis stava per avere un esaurimento nervoso, che domanda era? Certo che era serio. Se Harry avesse detto di no sarebbe potuta essere la fine della loro storia perché era impossibile cancellare quel piccolo dettaglio che lui gli aveva chiesto di sposarlo e l’altro si era rifiutato, quel “no” avrebbe significato “ti amo, ma non abbastanza”.
Zayn, non ricevendo risposta, continuò, “Louis, guardami”, alzò gli occhi su di lui, “Harry ti ama e dovresti smetterla con tutte queste seghe mentali, non ho mai visto due persone amarsi così, siete destinati a stare insieme e tu lo sai meglio di me”.
Louis annuì con forza, spinse la porta della gioielleria davanti la quale si erano fermati e si fece mostrare gli anelli da uomo. Ce ne erano tantissimi e tutti simili, ma uno attirò maggiormente la sua attenzione, era in argento con delle rifiniture intrecciate, come due corde che si legano, che si stringono per non lasciarsi, come loro due.
 
“Dio sono emozionato per te!” esclamò Zayn mentre Louis pagava l’anello.
Il castano sorrise, “Glielo chiederò tra una settimana, voglio organizzare qualcosa di speciale, qualcosa a cui non potrà dire no”.
L’amico rise, “Lui ti direbbe di sì anche se tu glielo chiedessi di prima mattina, in pigiama e con l’alito puzzolente”.
Louis fece una smorfia di disgusto mentre l’altro scoppiava a ridere, ma forse aveva ragione, forse Harry lo amava abbastanza.
 
 
Una settimana dopo Harry si era rinchiuso in biblioteca per studiare perché Louis gli aveva chiesto di uscire di casa senza fare domande e lui, troppo preso dall’esame che avrebbe dovuto affrontare da lì a due settimane, era uscito senza nemmeno fiatare, leggermente offeso. 
Era quasi ora di cena quando Harry decise di tornare a casa, la tracolla piena di libri gli pesava sulla spalla destra e mentre camminava verso casa si fermò a riflettere sul comportamento di Louis. Il suo ragazzo non lo aveva mai sbattuto fuori di casa, anzi. Forse, pensò, era arrabbiato per qualcosa, era un po’ di giorni che si comportava in modo strano, come se gli stesse nascondendo qualcosa.
Oh mio Dio, mi tradisce.
Harry si bloccò e per poco non gli scivolò la borsa lungo il braccio finendo per terra, si appoggiò al muro e ripensò agli eventi dell’ultima settimana.
“Esco con Zayn, a dopo”
“E’ arrivato Zaynie, dobbiamo fare dei giri, non aspettarmi sveglio”
“Oggi potresti studiare in biblioteca? Mi servirebbe casa libera e non fare domande”
Harry sentì le gambe molli che stavano per cedere e si accucciò a terra.
Oh mio Dio, mi tradisce con Zayn.
Sono stato così impegnato con l’università e concentrato sui libri che nemmeno me ne sono accorto, oggi voleva casa libera per stare solo con Zayn.
Harry sentì lo stomaco stringersi e contorcersi dallo sgomento ed era sicuro che il mattone che si sentiva al livello del petto era il suo cuore che stava per implodere.
Si alzò di scatto e pensò che se avesse corso probabilmente li avrebbe trovati ancora insieme, strinse la tracolla al petto e iniziò a correre veloce, così veloce da non riuscire nemmeno a pensare, non voleva pensare, ogni pensiero era una lama che gli trafiggeva la testa, il cuore, i polmoni, non riusciva a respirare.
 
Dopo poco arrivò davanti casa, dalle finestre si intravedeva una luce soffusa forse provocata dalle stesse candele che affiancavano il vialetto. Il tutto conferiva un’atmosfera romantica, che avesse organizzato tutto quello per Zayn?
Aprì il cancelletto trovò un foglietto per terra, lo raccolse e lesse la scritta nella calligrafia di Louis.
“Ciao Harry”.
Ciao Harry? 
Quindi quello, tutto quello, era per lui?
E Zayn? 
Voleva farsi perdonare per averlo tradito?
O Forse non lo aveva mai tradito e quelle erano state solo sue inutili seghe mentali?
Fece un paio di passi e si trovò davanti ai piedi un altro bigliettino seguito da dei petali bianchi.
“Vieni da me”.
Arrivò alla porta di casa e la aprì, ogni angolo della casa era illuminato dalle candele. Seguì i petali nel salotto e un altro pezzo di carta troneggiava sul divano.
“Sei pronto a rischiare?”
Harry guardò la domanda stranito non capendo a cosa si riferisse, ma era decisamente curioso di scoprirlo. Continuò a seguire i petali in cucina e su per le scale. Sull’ultimo scalino trovò l’ennesimo fogliettino.
“Sei pronto ad amare per sempre?”
Che io voglia o no, ti amerò per sempre.
Aprì la porta di camera trovandola ricoperta di petali bianchi, Louis era in piedi appoggiato alla finestra chiusa e lo guardava, sembrava, preoccupato?
Accanto a lui era posizionato un carrellino con sopra due bicchieri, dello spumante e del cibo cucinato che aveva un aspetto delizioso.
Harry non capiva davvero cosa stesse succedendo, era agitato e nervoso, strofinò le mani sudate sui pantaloni, “Ehm, hai cucinato tu?”
Louis annuì sedendosi sul letto, “Ti va di mangiare qualcosa?”.
Per tutta risposta il riccio posò la tracolla per terra e si sedette di fronte a lui sul letto portandosi il piatto sulle ginocchia. 
Louis aveva cucinato, doveva essere successo qualcosa di grave o di importante. Louis non cucinava mai, Harry ormai aveva perso le speranze, eppure in quel preciso istante si trovava a portarsi in bocca una fetta di arrosto cotta al punto giusto e gustosa preparata dal suo ragazzo.
“Mi hai tradito?”, Harry interruppe il silenzio.
Louis quasi non si strozzò, “Come scusa?”.
Harry sbuffò spazientito con le lacrime agli occhi, “Hai capito benissimo, tu e Zayn, sono stato così stupido da non accorgermene, ma nelle ultime due settimane ti sei comportato in modo strano, eri sempre con lui e ora questo? Cos’è questo?”, Louis lo fissava immobile, incredulo, “Poi nell’ultima settimana, dio, noi viviamo insieme e ti ho visto così poco e voglio morire, ti giuro, se mi hai tradito con lui o con qualcun altro, voglio morire perché io ti amo e non ce la faccio”.
Harry aveva il fiatone e Louis di aria per parlare non ne trovava così come le parole, era come se ogni cosa gli stesse sfuggendo, stesse scappando, anche Harry stava scappando?
 
Louis cercò di ricomporsi, le cose non stavano andando come aveva immaginato e doveva riprendere la situazione in mano. Bevve un sorso d’acqua, spostò i piatti sul tavolino e si avvicinò al riccio prendendogli le mani che tremavano.
“Harry”, cominciò cercando il suo sguardo che trovò preoccupato e inquieto, “io ti amo”, si fermò e prese un lungo respiro, “io ti amo e non ti tradirei mai, né con Zayn che è il mio migliore amico, né con nessun altro sulla faccia della terra perché io amo te, voglio te e nessun altro.”, Harry smise di tremare e si concentrò sulle sue parole, “All’università la professoressa di filosofia ci ha fatto studiare il mito dell’androgino tratto dal dialogo platonico ‘Simposio’. Con questo mito Platone vuole spiegare l’eros, l’amore. All’inizio esistevano il genere maschile, quello femminile e l’androgino. Solo quest’ultimo era felice poiché era composto da due persone complementari. Gli Dèi gelosi di questa felicità divisero l’androgino in due persone, queste passano la vita a cercarsi, a cercare l’amore, a cercare l’unica persona che davvero può renderle felici. Se una metà dell’androgino muore, l’altra passa la vita alla ricerca di qualcuno capace di completarla, ma muore da sola, perché ad ognuno corrisponde una sola metà.”
Harry lo guardava incantato mentre parlava e non aveva il coraggio di interromperlo, voleva solo continuare ad ascoltare la sua voce. 
“Con questo, Harry, volevo dirti che io ti ho trovato, o meglio, tu mi hai trovato quella mattina a scuola, quando mi sei venuto a sbattere contro e io ti ho guardato negli occhi e mi sono sentito, mmh, confuso perché ancora non avevo idea di quello che sarebbe successo, non avevo capito che nei tuoi occhi avrei trovato il mio mondo, che in te era nascosto tutto quello di cui ho bisogno, che sei tu la mia metà, la mia persona. Tutto quello che ho fatto, ogni successo, ogni sbaglio, tutto era giusto perché mi ha portato a te e io mi sento così fortunato perché tu sei qua e io ti amo e là fuori c’è gente che prova odio, desiderio di vendetta e tante brutte cose, mentre io sono qua davanti a te e tutto quello che riesco a provare è amore”.
Harry sorrise e si avvicinò un altro po’ a Louis per baciarlo, ma questo si allontanò.
“Scusa, scusa, scusa, ma io devo finire questo discorso perché vedi, io ho cucinato e ho cosparso la casa di petali bianchi e candele e ho quasi dato fuoco alla nostra casa. Dio, sta andando tutto storto, perché mi sto perdendo nei miei discorsi?”.
Harry gli accarezzò la guancia con il pollice per rassicurarlo.
“Il punto è che tu sei la mia persona, non ti voglio perdere e voglio passare il resto della mia vita con te”, Louis si inginocchiò ai piedi del letto ed estrasse un cofanetto blu di velluto dalla tasca, lo aprì lasciando che la luce soffusa delle candele illuminasse l’anello d’argento sotto lo sguardo lucido del riccio, “per questo Harold Edward Styles, vuoi sposarmi?”.
Harry semplicemente si lasciò cadere tra le sue braccia e iniziò a piangere di felicità, di gioia, di amore. Si sollevò dal suo petto, gli prese il viso tra le mani e lo baciò con forza premendo le labbra sulle sue, “Sì, mille volte sì”.
 
 
 
Oddio sono in un mare di lacrime, let me cry alone.
Non riesco a credere che sia finita, cioè omg, non riesco a smettere di piangere perché è finita, perché i miei Larry si sposano, perché ho sempre amato Platone e sono sensibile.
 
Detto questo spero che quest’ultimo capitolo vi sia piaciuto e spero di non avervi deluso.
 
Mi sento in dovere di ringraziare tutti voi, chi recensisce, chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite, chi mi supporta su twitter e mi scrive cose davvero troppo belle e dolci.
Vi ringrazio perché avete condiviso questa avventura con me e mi avete dato la forza di portarla a termine.
 
Ora me ne vado nel mio angolino a piangere.
 
Twitter: @sunnymargot
Un bacio, Sonia xx
 

 

 
  
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