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Autore: lamialadradilibri    15/07/2013    4 recensioni
Primo: io andrò in C.
È la classe più disastrata dell’intera scuola.
È terribile.
Lì è pieno di ragazzi e ... Sì, sono fighi in modo assurdo, ma fanno paura.
Secondo – perché non è finita così.
Dovrò aiutare uno di loro in latino, greco, matematica e storia.
Lui è Andrea. Lo conosco già – di “fama”.
E già lo odio.
(...)
Non so qual è la punizione peggiore.
Per lei è la mia anche se – parole sue! – “Andrea è figo”.
Poi però aggiunge una cosa che mi fa turbare. — Però c’è chi dice che non è esattamente normale ...
Le chiedo più spiegazioni, che non mi sa fornire.
Ottimo!
(...)
CRAC!
Sbarro gli occhi, portandomi una mano alle labbra per soffocare l’urlo, che resta imprigionato tra i miei denti.
O
Mio
Dio
Sara ha tirato un destro dall’aria molto potente – troppo potente – in piena mandibola a Amelia, che ha lasciato cadere la testa di lato, senza più muoverla.
Il cuore mi batte a mille.
No, no!
(...)
“Milady, ce la farò da sola.”
“Non ne dubito. Ma dubito che lei (...) sopravvivrà.”
“Non sono un’assassina.”
(...)
Serro i pugni
Deluso.
Amareggiato.
Solo.
Rinchiuso in una prigione
Odio
Amore
Come posso provarli entrambi?
*
L'amore cambia le persone, la vita cambia le persone
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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OILA!

Gente! Colgo l'occasione per avvisarvi già con un pò d'anticipo che in questi giorni aggiornerò più frequentemente, perché sono a casa senza molto da fare. Poi però, la settimana dopo questa fino ad inizio agosto sparirò :\ non so se anche dopo sarò in giro, ma è probabile... in ogni caso, andrò in un posto lontanooo senza tecnologia --> niente aggiornamenti :( si, avete capito bene, vado a scout *O* YaY ad ogni modo, continuate a seguire la storia ed aspettatemi, io arrivo! intanto andate al mare u.u embé, a più giù^^



Capitolonumero20dellastoria"Guerraepace"



“Milady, ce la farò da sola.”

“Non ne dubito. Ma dubito che lei (...) sopravvivrà.”

“Non sono un’assassina.”

 

 

*AVVISO ALLA GENTILE CLIENTELA* din – din!

Allora, in questo capitolo ci sarà un affronto di temi per così dire “più forti”. Ci sarà un pestaggio che ho, comunque, scelto di descrivere in leggerezza. Cioè, niente descrizioni troppo crude né altro. In ogni caso se vi dà fastidio, saltate.

*GRAZIE DELL’ATTENZIONE* din – din!

 
Caterina.
Il cuore mi rimbomba in gola,
mentre cammino vicina a Sara – così vicina che ne posso sentire il respiro calmo, regolare, a differenza del mio che esce ed entra quasi a scatti, rapido, poi lento, poi singhiozzante, poi indeciso, poi più calmo – e c’avviciniamo sempre più ad Amelia. Il piano è questo: farla sentire inutile. A parer mio basterà qualche semplice parola messa giù, che la ferirà, penso – questa è la mia specialità: aver la battuta pronta, sempre – ma secondo Sara, che ha un parere molto differente, il metodo migliore è sottometterla. Sì, con la forza. Io ho, ovviamente, obbiettato: — E come? Non vedi che è con l’Armadio? —, le ho fatto notare piano, mentre uscivamo dal Cine. È stato in quel momento che ho perso di vista sia Andrea che Manuele, ma ora come ora non è il momento di pensarci.
Sara ha così, finalmente, afferrato il concetto: — E se lo allontanassimo? — ha proposto.
Io ho alzato le mani al cielo: — Dimmi come, allora! E se poi ci vede e torna?
I contro sono molti più dei prof e Sara, afflitta, ha gettato la spugna. Ora, armate solo di “belle” parole, camminiamo via via più sicure verso l’indicibile troia, Amelia o Amelié, quel che è.
— Ehi, Amy.
Lei, nel sentire la mia voce, si volta. Ha un’espressione strana e nei suoi occhi grigi non riesco a leggere niente di più. Quando vede anche Sara piega la bocca all’ingiù, questa volta disgustata.
— Ti va di scambiare quattro chiacchiere? —, irrompe Sara, con frenesia quasi, sbattendo gli occhi più volte.
Sta tutto andando liscio, finché Paolo L’Armadio non s’intromette. Per fortuna nostra, è solo per andarsene, perché esordisce: — Be’, io vado. Amy, cerca d’essere gentile.
Lo seguo con lo sguardo salire in moto, e sfrecciare via. Quell’affare lascia nell’aria una scia di fumo che mi irrita i polmoni, così respiro più piano.
Sposto lo sguardo su Sara. È felice. Mi guarda con pazzia quasi, il suo sguardo è chiaro: Io la meno! Tu? Lo farò con o senza te.
Ecco.
Sospiro. Non so. Non so. Come posso picchiare una ragazza? È troia, certo. È arpia, certo. È la quasi ex del mio ragazzo, certo. Ma è una contro due. E allora le troie lo diventeremmo noi. Così mostro a Sara i palmi aperti, arretrano d’un passo. È tua.
Annuisce.
Osservo Sara camminare in avanti, trascinando con sé Amelia che arretra, fino a sbattere sul muro. La rinchiude tra i mattoni ed il suo corpo, in trappola. La ragazza ostenta orgoglio e forza, ma sono tutte cazzate. Nel suo sguardo spento c’è già paura.
Sorrido, appagata. A me basterebbe ciò: una dimostrazione che lei non è forte, né spavalda, né coraggiosa, né
CRAC!
Sbarro gli occhi, portandomi una mano alle labbra per soffocare l’urlo, che resta imprigionato tra i miei denti.
O
Mio
Dio
Sara ha tirato un destro dall’aria molto potente – troppo potente – in piena mandibola a Amelia, che ha lasciato cadere la testa di lato, senza più muoverla.
Il cuore mi batte a mille.
No, no! No!
Eppure avrei dovuto saperlo. Questo è picchiare una ragazza. Che mi aspettavo? Che bevessero del tè?
Cerco di calmarmi: Sara si fermerà, non andrà lontano. Lo so.
È una menzogna.
— Allora, cos’hai da dire?! Eh?! Hai rovinato la mia vita! Ed ora anche quella di Caterina?! — urla, sibila, strepita la ragazza che ora controlla la situazione, che ora è un mostro.
Amelia tira su il capo. La guarda, la sfida. La fronteggia. Dalle sue labbra esce del sangue; devo aver visto male dov’è andato il colpo, perché ha il labbro spaccato, ma la guancia intatta. Che male, cazzo. — Sì, è ciò che farò.
Cosa?!
È completamente pazza?!
Serro gli occhi, sapendo già ciò che sta per accadere.
CRAC!
E questa volta è più forte.
Non oso riaprire le palpebre per un secondo: è tutto troppo silenzioso. Quando Amelia torna a parlare però, sbarro gli occhi: da dov’è uscita questa forza? Perché è così sciocca?Perché?
— Sappiate, voi due, — quando punta lo sguardo su me e sputa sangue, fremo. — che mi state solo aiutando. Su, Caterina, pensi che ad Andrea tutto ciò piacerà?
Serro la mandibola, così forte che i denti fanno male.
Poi sputo, acida, ciò che penso: — Penso che un altro pugno non potrà che farti bene!
Sara mi accontenta.
CRAC!
Questa volta però, Amelia non si ritira più su, e crolla tra le braccia di Sara. D’un tratto realizzo: l’abbiamo fatta grossa.
E poi: Ad Andrea tutto ciò non piacerà, anzi.
E il mio Gran Giorno non doveva finire così!!
Sara si volta verso me, reggendo con fatica quel corpo che ora si sta insaccando: gli arti, a penzoloni, sbattono a terra ed il volto di Amelia è rovesciato all’indietro.
Nonèmortanonèmortanonèmortapenso, urlo dentro me, mentre mi avvicino il più piano possibile. È vero, in questa zona non c’è anima viva, ma se passasse la polizia? Affretto il passo.
— Lei è ... ? — Azzardo, scioccata.
Sara alza gli occhi al cielo. — Viva. Dài, per tre colpi. È proprio gracile, però. Malmessa già di per sé.
Già lo so, già lo so.
— Che si fa?
Già, che si fa con una persona svenuta e pestata?
— Nascondiamola.
— Scherzi?! E se morisse d’ipotermia?!! Sei pazza!
Sara mi getta Amelia addosso. — Cioè, sei con lei? Quanta pazienza! Non so! Non so che fare. — sibila sempre più velocemente, mentre appoggia le mani sulle ginocchia, col fiatone.
— Quando Andrea la vedrà...
Lei mi blocca con lo sguardo. — Non la vedrà. Portiamola a casa mia.
Mi sembra un’idea idiota, ma la seguo. Lei sale in moto, caricandosi dietro Amelia – in qualche modo la lega a sé, così che non cada.
Io resto giù, perplessa: non c’è più spazio! — Ed io?
Lei alza la visiera del casco che ha appena indossato. — Milady, ce la farò sola.
— Non ne dubito. Ma dubito del fatto che lei — indico Amelia, che ora è legata a Sara. La sua testa tende da un lato, incontrollata, ha la lingua a penzoloni e gli occhi bianchi. Scuoto il capo. Cazzo! CAZZO! cos’abbiamo fatto?! Continuo poi, dopo aver preso aria: — sopravviverà.
Sara alza le sopracciglia: — Non sono un’assassina. Tu distrai Andrea.
E parte, lasciandomi là.
Sono scioccata. Cado giù a terra. Bum. Le mie ginocchia incontrano l’asfalto, e si graffiano.
Come ho potuto essere così codarda? Mentre una ragazza veniva pestata, io ho guardato!
Nessuna lacrima mi riga però il volto. Come potrò nascondere tutto ciò ad Andrea, che mi conosce così bene da capire ogni volta che mento?

 
Andrea.
Seguo Manuele dentro al cine, fino al bagno, là io e lui ci fermiamo. È tutto così irreale, il mio migliore amico è irreale! È diverso, è cambiato e non in bene. Gli lancio un’occhiata furtiva: l’aspetto è sempre quello: pelle, capelli ed occhi scuri, spalle larghe e sorriso strafottente, ed ha sempre le sue battutacce cattive pronte.
Però, è diverso. Ed io non posso sopportarlo, così gli vado subito addosso: — Sei impazzito, forse?! Cos’hai contro Caterina?!
Lui mi sorride, calmo nonostante sia bloccato al muro da me, il più forte. — Cos’ho? È che ti ha cambiato, ti sei rammollito.
Per tutta risposta gli tiro un pugno che fa un rumore assordante. — Non direi, Sherlock!
Lui torna a guardarmi, ancora tranquillo. — Invece direi di sì. Questo è un pugno secondo te?!
Ma mente, lo so, perché il suo sguardo si è già fatto meno fiero, ed è già più esitante. Però è vero: quello non è il pugno più forte che posso dargli.
— E così, sei una femminuccia.
Parte un pugno più forte, per zittirlo. Cazzo ha in testa?!
— Ritenta, sarai più fortunato! — sbotto, serrando la mascella.
— Ecco... — borbotta, confuso. Mi guarda stralunato. — ... Questo è ... un pugno.
— Vedi? E ora dimmi perché la odi.
Lui mi guarda di sottecchi. — All’inizio non la odiavo. Poi però Amelia s’è accorta di cosa c’è tra voi, e soffre. Io amo Amelia, non voglio vederla così. E se penso che è tutta colpa di quella nerd, io ...
Un altro pugno, l’ennesimo. Il più forte e il più deciso. Quando la sua testa è ancora di lato, per l’impatto, io mi avvicino e gli sussurro all’orecchio, malvagio: — Non è colpa sua. È Amelia. E se la ami fattela, è tutta tua.
Lui torna a voltarsi, ed un guizzo gli passa negli occhi. — Davvero? Cioè, non la vuoi?
Lo sguardo meglio; è sempre stato così idiota? — Sì, babbeo.
Manuele mi abbraccia. — Ah grazie!! — esclama. — Pensavo fossi ancora quello che vuole per sé tutti i giocattolini!
— No, non più. — mi affretto a dire, perché davvero è cambiato tutto, grazie a Cate ora so cos’è l’amore. — Usciamo, ho un’orribile sensazione.
Camminiamo a passo svelto fuori dal cine – la giovane al bancone ci lancia occhiate languide, almeno finché non vede la faccia di Manu – ed usciamo, seguiti dal campanello della porta.
Non mi sbagliavo: fuori c’è solo Caterina, è inginocchiata a terra e sembra sotto shock. Mi affretto a correrle vicino a lei, nel vedermi, strilla e si fa un po’ in là, spaventata, per poi abbracciarmi.
Mentre la stringo, domando: — Cos’è successo?
La voce di Manuele irrompe: — Già, che è successo? E dov’è Amelia?
Lei tace.
Oh, merda.


AngoloDell'Autrice

Rieccomi di già:) Allora, che dire?Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, perché è un capitolo molto importante, Sara e Cate hanno combinato davvero un gran casino, che è ancor più aggravato dal fatto che Manu,ora deciso a perdonare Caterina,forse potrebbe scoprire tutto e rivedere le sue idee!! e chi non lo farebbe? Cate è davvero pentita,e scioccata,tanto più che è il primo pestaggio "terribile" che vede e,se non altro,quello che più la ha coinvolta C_C ma che può fare?!Sara se n'è andata con Amelié,Amelia,come volete, ed ora lei è lì e dovrà trovare un modo per sistemare! Che dirà ad Andrea e,peggio,a Manuele? E Amelia-é sarà davvero in gravi condizioni? infondo era già messa MOLTO male di suo! e come dice lei,l'avranno solo -aiutata- con questo pestaggio? ma c'è anche Manuele, come reagirà? Dico solo: AIUTO!!!

  
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