Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans
Segui la storia  |       
Autore: Stray_Ashes    16/07/2013    2 recensioni
"-Non puoi tenerci imprigionate qui per sempre, Corvina. Lo sai...-
-Ti sbagli. Siete sempre rimaste qui; non vedo perché le cose dovrebbero cambiare proprio adesso. -
-Perché non siamo più da sole...-
Corvina inarcò un sopracciglio. -Non ti seguo-
L'altra sorrise. -Qualcuno ti sta cambiando. E questo qualcuno, ci aiuterà ad uscire...-"
***
Corvina. Pochi o nessuno sanno veramente chi è; non vuole essere capita, solo essere lasciata a se stessa.
Ma il tempo cambia le persone; il tempo stravolge, crea e distrugge. Cancella le cose, ma al contempo, permette di scoprirne altre...
E quelle mille parti di te verranno a galla, e il tempo della loro prigionia, giungerà al termine.
.:Mezzaluna:.
Genere: Azione, Mistero, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4

"Nelle mani dell'Inverno"



Bb entrò volando nella sua stanza, trasformandosi subito dopo in ragazzo; accarezzò la sciarpa blu che portava al collo: gliel’aveva fatta lei, Raven, per il suo compleanno l’anno prima. Era ovviamente di stoffa blu (che altro colore avrebbe potuto usare, la maga?), morbida e calda; Bb l’aveva conservata come un tesoro, ma non aveva avuto molte occasioni per usarla.
Se la strinse bene al collo, poi osservò fuori dalla  finestra: tirava un leggero vento, sicuramente non molto caldo. La aprì, e con un frullo d’ali di farfalla, uscì fuori, in balia dell’aria invernale.
Volò piano, con leggerezza, sopra alla torre; e fu lì che la trovò, le gambe strette al petto, gli occhi ametista imperlati di lacrime, strani pensieri che le offuscavano il viso. Sentì un impeto di pena per lei, nel vederla così, sola.
Volò silenziosamente dietro di lei, le si posò sui capelli con delicatezza, poi volò a terra, alle sue spalle.
Si ritramutò in ragazzo, sorridendo; la ragazza era conscia della sua presenza, ma non disse niente, o perlomeno non subito.
Notò che rabbrividiva, e sorrise di cuore: si snodò la sciarpa e coprì con essa il collo di lei. La sentì fremere sotto al suo tocco, e per un attimo non seppe se stupirsene o no.
 
Raven si girò nelle dita una ciocca di capelli viola, stressata.
Sentiva nel fondo dell’anima le emozioni agitarsi, spingere per uscire, agitate, come bestie che scalciavano e graffiavano, fino a farle male.
Basta!pensò sull’orlo dell’esasperazione, stringendosi la testa con le mani. Odiava i conflitti con sé stessa, e mai ne aveva sofferto come quella volta.
Non si accorse neppure di avere freddo. La neve che le sfiorava i fianchi era quasi calda, non aveva consistenza. Lei era persa in sé stessa... correva, scappava, mentre quattro paia di occhi rossi la inseguivano, lei annegava nel fumo, non vedeva, inciampava...
-Raven- bisbigliò decisa una voce, dentro di lei, forse il proprio subconscio, forse una delle emozioni.
A quel richiamo dal nulla, la ragazza tornò in sé e sobbalzò, spaventata. Si era quasi addormentata, cadendo in sogni contorti.
Si calò il cappuccio sul viso, e nel farlo, si sfiorò la guancia con il polso: lo trovò bagnato. Trasalì, stupita: piangeva, piangeva e non se ne era accorta. Le lacrime, in balia del vento freddo e invernale della sera, le si congelarono sul viso, come piccole schegge di metallo. Le sentì fredde sulla pelle; rabbrividì.
Un frullo d’ali alle sue spalle la fece voltare di scatto.
-Chi...?- biascicò.
Vide una farfalla: un farfalla nel vento, d’inverno, la sera. Una farfalla verde; la guardò con tristezza, e una forzata indifferenza.
La farfalla volò verso di lei, leggera, sospinta dal vento, le ali che fremevano piano; le si posò sui capelli, poi con un ultimo battito di ali sottili, atterrò sulla neve fredda, alle sue spalle.
Raven non si voltò a guardarla, sapeva benissimo di chi si trattava; strinse di più le ginocchia al petto, per trovare un po’ di calore.
-Non dovresti stare fuori così...-
Raven tacque per un lungo istante, assorta. Infine parlò con voce distante. –E tu non dovresti essere qui a dirmelo, Bb...-
Sentì il ragazzo dietro di lei fare un passo, scricchiolando nella neve.
Mentre un brivido gelido le attraversava ancora la schiena, una mano calda le si posò sulla spalla, e prima di poter reagire, il ragazzo le cinse il collo con una piccola sciarpa blu.
Raven trattenne il respiro, sorpresa. Non negò a sé stessa che le facesse piacere; l’indumento la scaldò subito, e la riconobbe: l’aveva fatta lei con le sue mani, per Bb.
-Non.. non devi.. non ho freddo..- mormorò, ma non credeva neppure  a sé stessa.
Bb si avvicinò e le si sedette accanto, incrociando le gambe.
-E’ bella Jump City imbiancata, vero?- commentò, un mesto sorriso ad incorniciarli il volto, lo sguardo come sempre da bambino, ma che con una giusta osservazione, racchiudeva molto di più.
Raven aveva messo del tempo a cogliere in Bb la parte seria e ponderata, in quanto il ragazzo la mostrava in momenti rari. Doveva essere uno di quei momenti.
-Già...- rispose solo la maga, abbassando lo sguardo sulla città, senza smettere di stringere al petto le ginocchia nude.
Bb tacque, rimase a guardare il panorama con un sorriso appena accennato sul volto. Era lì per un motivo... Ma sotto quel motivo, ne stavano molti altri. Passare del tempo con Raven, diventava ogni giorno sempre più piacevole.
-Perché non parli...?- domandò allora lei, tra il titubante e lo stupita.
Il ragazzo scrollò le spalle. –Se non ho bisogno di parlare, non parlo-
Raven lo fissò con serietà, stringendo gli occhi: -Sei venuto anche tu per chiedermi perché mi comporto così, non è vero?- sibilò.
Bb la fissò sbattendo gli occhi. –No. Affatto. Sono qua perché avevo voglia di restare fuori, e forse ti andava un po’ di compagnia. Non c’è sempre bisogno di parlare...- mormorò in risposta, con decisione.
Raven inarcò un sopracciglio. Siamo sicuri che sia lui? Pensò, dubbiosa. -Che hai mangiato di strano, stamattina?- chiese, con freddezza.
Bb le rivolse un’occhiata seccata. –Non devo per forza aver mangiato qualcosa di terrificante per comportarmi in modo serio...- commentò, fingendosi offeso.
Raven scrollò le spalle. –Mi sembra strano che però tu sia qui solo per questo...- confessò.
Bb la guardò sorridendo appena. –Beh, forse non sono qui solo per questo.– confessò a sua volta il ragazzo, trovandosi un po’ a disagio. –Sai... Forse mi fa piacere parlare un po’ con qualcuno, forse anche a te. Parlare con un’amica, intendo...- sottolineò.
Raven inarcò un po’ un sopracciglio. Dove voleva arrivare il ragazzo? Tutto quello che interessava a lui a lei non piaceva.
Bb riempì il suo silenzio: -Hai qualcosa di dirmi? Da dire a tutti noi?-
Raven strinse i denti; -No!- sibilò seccata, ed ebbe la tentazione di volarsene via; si trattenne.
Bb sorrise. –Meglio così... Io tempo fa tenevo tutto dentro, non ci crederai, ma è così! –
-Ma davvero?-
-Già... Ho cominciato ad aprirmi, ad essere me stesso, a parlare senza timore solo dopo che mi sono abituato all’idea di essere così, di essere diverso...-disse piano, un leggero tono di rancore nella voce. Alludeva alla sua pelle verde, al suo DNA animale, alle orecchie a punta, ai canini più aguzzi. Alludeva  a tutto ciò che lo rendeva fisicamente diverso.
Sì, perché Bb era diverso fuori, Raven diversa dentro.
La maga rimase un po’ così, sorpresa, a  fissare il vuoto. Era vero, ma non ci aveva mai pensato...
Bb era sotto certi aspetti molto simile  lei, con gli stessi suoi problemi, più di chiunque altro. Anche lui lo guardavano con sospetto mentre passava, osservavano accusatorie le orecchie, la pelle, e tutto ciò che era diverso in lui rispetto alla gente comune. Anche lui combatteva con sé stesso e  con quanto c’era di sbagliato in lui, combatteva con la Bestia. Lei combatteva contro al sua parte negativa, la parte che veniva da suo padre.
E anche a lei la guardavano in quel modo, con sospetto, con paura e timore, lei che era una mezzo-demone poteva anche ribellarsi e fare del male alla gente. Pensavano ci fosse qualcosa di losco nei suoi silenzi, nelle sue meditazioni. La salvava il fatto di essere un Titan, e  quindi una persona che faceva del bene.
Bb sembrò capire i suoi pensieri. Sorrise mesto. –Non ci avevi mai pensato, vero...?- azzardò.
-Cosa..?-
-Che siamo così simili...-
-Oh... in verità no. C-come hai fatto ad abituarti a tutto questo?-
-Beh... Ho capito che dovevo ricominciare a vivere. Era inutile chiudersi da qualche parte in silenzio, con la paura di farsi vedere, obbligandomi a contenere ciò che era dentro di me. Mi stavo distruggendo...-
Raven guardava la città come incantata, la voce calda di Bb che parlava, che raccontava di sè, e in quei racconti la ragazza trovò anche parte di se stessa.
-Ma poi ho detto basta. E’ stato un brutto momento della mia vita. Ma ho capito anche di avere poteri soprannaturali che potevo usare a mio favore, e a favore degli altri. Sono diventato una specie di “eroe”, perché tutto questo, l’essere verde, le orecchie e il resto, non mi rendevano solo diverso, mi rendevano anche speciale...-
Raven si voltò a guardare con gli occhi lucidi il ragazzo, e trovando i suoi color smeraldo ugualmente umidi.
-Scusa...-
-Di cosa?-
-Di averti solo sempre considerato un bambino...- scandì bene la maga, ma con un certo timore di ferirlo.
-Ahah, beh è anche ovvio... Per combattere questo senso opprimente di diversità, forse mi sono lasciato andare troppo, non posso farci niente- disse ridendo, e massaggiandosi la nuca.-e poi Cyborg mi ha aiutato molto, davvero molto. È un amico, il migliore che abbia mai avuto. Con lui sono riuscito meglio ad aprirmi...-
Raven sorrise, pensando alla dolcezza e fraternità di Cyborg. –Sì, mi considera la sua sorellina!- mormorò sghignazzando.
Bb rise ancora a sua volta, guardando il cielo bianco di nubi. Un fiocco di neve gli cadde sulla guancia, e altri piccoli batuffoli scesero dal cielo, posandosi su di loro e sula città, sui capelli viola di lei e sulla sciarpa blu che teneva al collo, e che stringeva ancora con una mano.
Bb sentì qualcosa di strano nello stomaco, come un formicolio, e le orecchie farsi vagamente calde; desiderò illogicamente di essere quel fiocco di neve, mentre scendeva volteggiando dal cielo e si posava freddo sulle labbra candide di lei.
Si riscosse, smettendo di fissarla, notando che lei lo sbirciava con la coda dell’occhio.
-Ti... Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?-
Bb sorrise da un orecchio all’altro.-Certo, c’ho quasi lasciato le penne quella volta...-
Raven inarcò un sopracciglio. -Ti stavano dando la caccia, sei quasi morto e lo ricordi sorridendo..?-
-Sì, certo. Perché sei arrivata tu...-
Raven guardò la città, incapace di fissarlo negli occhi. Un rimestio le sconvolse lo stomaco, e sentì Amore battere dentro, a ritmo del cuore,mentre una strana dolcezza che non le apparteneva faceva breccia nel suo animo.
Bb ricordò bene quella scena.
Scappava, era già un ragazzino magro, dalla pelle verde, come i capelli e gli occhi, le orecchie a punta, così come i canini.
Scappava da una morte certa, il terrore in volto, la rabbia. Il patrigno, un uomo losco e crudele, aveva cercato di ucciderlo più e più volte, per ottenere l’eredità che i genitori, morti in un incidente navale, avevano lasciato all’unico figlio.
Quella volta, l’uomo era sembrato riuscirci, ma poi... Poi era arrivata lei, una ragazza dagli strani poteri; un angelo nero che l’aveva salvato da morte. Poi, era sparita.
Ma lui non l’aveva mai dimenticata, come avrebbe potuto? Era stata come un’apparizione divina, magnifica.
E poi l’aveva rivista, quella sera quando era con Cyborg, mentre un ragazzo di nome Robin combatteva con una ragazza aliena, Starfire.
Era stata lei, Rachel Roth o Raven, a fermarli e non fargli uccidere l’aliena.
E da quel giorno, erano nati i Teen Titans.
Il ragazzo sognava quella notte ancora spesso, ringraziando chiunque ci fosse nel cielo per avergli regalato tutto quello, degli amici, una famiglia.
-Bb...?-
Best Boy si riscosse, sobbalzando. Era rimasto fermo, lo sguardo vago, mentre pensava a tutti quegli avvenimenti.
-S-sì, scusa, stavo pensando.- mormorò con un sorriso mesto, arrossendo per la figuraccia. –Ricordo molto bene quel giorno, non so se ti ho mai ringraziata abbastanza-
-Oh sì... Tranquillo che l’hai fatto- mormorò ridendo sommessamente la ragazza: una volta che si erano ben conosciuti, quando erano entrati nella squadra, il ragazzo l’aveva abbracciata tre volte. Alla fine lei era scappata. Rise ancora pensando a quella scena.
-Ma... perché me l’hai chiesto?- azzardò il giovane.
-Beh... è un altro aspetto che abbiamo in comune. Entrambi scappiamo da qualcosa, o qualcuno. Ed entrambi, siamo stati poi aiutati...- mormorò Raven, stupendosi per prima delle sue parole.
Bb annuì. –Già... Abbiamo trovato degli amici-
Raven annuì a sua volta.
-Sai... Ho sempre ammirato la tua determinazione, il tuo non arrenderti mai, il tuo saper andare avanti a testa alta anche se sapevi cosa ti aspettava...- mormorò il ragazzo.
Raven lo fissò sorpresa. Poi si riscosse, abbassando lo sguardo. –O questo è ciò che pensi tu, è ciò che ho dato a vedere...-
Bb scosse il capo: -No, tu sei molto più forte di quanto credi tu per prima. Sapevi di dover fare a Trigon da portale, sapevi che la tua vita era segnata. Ma sei andata avanti, hai cercato di contrastare il tuo destino, facendo del bene...-
Raven gli sorrise ancora. –Grazie, allora... Sì, mi sono illusa che facendo del bene, avrei perso la mia parte negativa e non sarei più stata utile a mio padre...-
-Peccato non abbia funzionato...-
Raven lo fissò sorpresa: -Invece ha funzionato eccome. Non nel modo che volevo io, certo... Ma facendo questo, sono diventata un Titan, ed ho incontrato voi- concluse, sollevando le spalle, imbarazzata.
Il sorriso di Bb si fece talmente largo e solare, che avrebbe potuto comodamente sciogliere la neve.
-Già... è bello avere qualcuno accanto. Tempo fa, non sapevo neppure pensassi a tutto questo. Credevo fossi semplicemente sola, e scontrosa. Mi sbagliavo...-
-Non so se ti sbagliavi... C’è stato un momento che ero veramente così, non volevo nessuno- ammise la maga con amarezza. –Non so neanche perché sono qui a dirlo a te-
-Ah, questo non lo so...-
“Lui non lo sa, tu invece sì...”
Raven sobbalzò. Aveva sentito quella voce, ne era sicura. –H-hai sentito qualcosa?- domandò preoccupata.
Bb scosse la testa, sorpreso. –E’ tutto ok...?-
Raven si rimise seduta bene, sbattendo gli occhi. La voce era venuta da dentro di lei, era la sua voce, o meglio... quella di Amore.
Cos’è che dovrei sapere?Si domandò, ma nessuna emozione dentro di lei rispose.
-Niente, lascia perdere...-
-Sicura che non faccia troppo freddo?-
-No no, ho detto che è tutto ok- rispose Raven secca. Non aveva più freddo, e non era il freddo la causa; si portò la mano al collo. –E’-è una bella sciarpa...- mormorò piano, accarezzandola.
Bb accennò a un sorriso, seppur ancora scombussolato dalla precedente reazione della maga. –Già... Sicuramente meglio della tisana ai mirtilli che ho fatto al tuo compleanno!-
-No dai... Appena Star li ha ricatturati tutti, non era male come tisana. Ci sono criminali che ti pagherebbero per capire come sei riuscito a rendere mannari dei mirtilli... Giuro- spiegò, cercando di stare seria, ma non si trattenne dal ridere di cuore.
Si lasciarono a qualche risata sommessa, poi presero un bel respiro e si calmarono.
Le ultime luci del tramonto li illuminarono, mentre sfioravano i tetti più alti di Jump City.
Bb osservò il sole chiaro d’inverno mentre lasciava posto alla notte, sentendosi riscaldato dai suoi ultimi raggi. Solo allora azzardò.
-E’ qualcosa che viene da dentro di te, non è così? Si tratta di un problema con te stessa, non ci sono cattivi o minacce da combattere...- mormorò, la voce calda e tranquilla, ma senza spostare lo sguardo dall’orizzonte.
Raven si voltò verso di lui di scatto, trattenendo il respiro.
-Ma... come...- balbettò, incredula. –S-sì...-
-Immaginavo... Ecco perché non hai voluto dirlo a Robin. Hai pensato che, non essendoci nemici da combattere, non potessimo aiutarti... Penso che tu ti stia sbagliando. –
Raven lo guardò stupita, arrabbiata, sorpresa, debole. Una mescolanza di emozioni e sentimenti contrastanti, e strani.
Strinse i pugni. –Non è questo! Io... E’ un problema che riguarda me e basta, non c’era motivo di coinvolgere voi, non anche questa volta, per una stupidaggine. Devo risolvere la faccenda da sola, voi non potete capire, loro...loro vogliono... Fare quello che non possono fare!- urlò adirata, ma si sentiva vagamente debole. Come aveva fatto Bb a capire tutto? Insomma, era Bb... era così evidente il suo problema conflittuale, che persino il ragazzo l’aveva capito? In un qualche modo, si sentì debole e indifesa.
-Loro?-domandò sorpreso il giovane, colto alla sprovvista.
Raven non seppe che rispondere... Non poteva dirgli chi erano il loro, era già tanto che non l’avesse capito da solo.
-Niente...- borbottò.
Bb scrollò le spalle. –Non so esattamente quale sia il problema, ma vorrei che non ti chiudessi tutto dentro. Te lo dissi già un giorno, Raven... Tu pensi spesso di essere sola, ma non lo sei...-
Raven lo guardò con gli occhi pieni di pena, e dolore. Era vero, gliel’aveva detto una volta... Poi l’aveva abbracciato, e l’aveva sentito vicino come non mai. Anche quella sera, sul tetto, il ragazzo la sosteneva, e la capiva.
-Non so se ti va di parlare ancora di questo, ma... Ti auguro di riuscire ad uscirne presto e risolvere la questione anche da sola... Ma se vedessi che non ce la fai, io e il resto dei Titan ti aiuteremo con tutto ciò che abbiamo... Intesi?-
Raven lo fissò, stringendo la bocca che era diventata amara. Non era sicura di voler che Bb e gli altri sapessero troppo o che, peggio, intervenissero.
-Ok...- mugugnò infine.
Bb cercò di accontentarsi di quella misera promessa.
-Ma... Come hai fatto a capirlo?-
-Beh... Ti sembrerà strano, ma ho DNA animale, e un animale con più facilità riesce a comprendere lo stato d’animo di una persona, o se c’è qualcosa che la preoccupa. È una cosa buffa, non trovi?- ammise, con un sorriso accennato.
-Oh...- rispose soltanto lei, stringendo le ginocchia. –Bb... Io... Io preferisco che gli altri non sappiano di questo... Non ancora, almeno. Glielo dirò io, a tempo debito se non riesco a risolvere subito la questione. Puoi?- azzardò, mordendosi il labbro.
Il ragazzo la fissò un po’ indeciso, poi cedette. –Ok, se è ciò che preferisci- acconsentì, sollevando le spalle e scuotendo al testa. –Tutto questo rimarrà qua nelle mani dell’inverno... va bene?- promise, con un sorriso caldo.
Raven ricambiò mesta il sorriso, riconoscente.
-E...- continuò Bb, ma per un attimo sembrò bloccarsi.
A Raven il sangue gelò nelle vene, mentre la invadeva uno strano timore, che al contempo si faceva dolce e desideroso.
Il ragazzo si allungò, la fissò negli occhi con lo stesso caldo timore; Raven sentì il suo respiro vicino, che gli sfiorava la guancia come il vento sfiora i campi, come la notte sfiora la luna. Il cuore mancò un colpo, mentre le labbra di lui toccarono lievemente le sue, in un breve e leggero contatto. Il ragazzo lasciò subito le labbra della ragazza, ne fissò con dolcezza lo sguardo sorpreso, e le si avvicinò all’orecchio.
-Anche questo lo lasciamo all’inverno.. ti va...?-
Si separò, sorrise ancora con quello sguardo caldo da bambino e volò via, con ali di falco.
Raven lo guardò, senza poter muovere muscolo, o parola, come se non avesse senso ribellarsi, dire qualcosa. Per un attimo niente ebbe veramente senso.
Quando la figura di lui sparì nella neve che scendeva nel cielo ormai scuro, Raven si riscosse.
Si inumidì le labbra con la lingua; provò rabbia, ira, ma anche dolcezza e desiderio.
Confusa come non mai, nascose il viso nel mantello e tra le ginocchia.
Lasciò che le lacrime scorressero sul viso; e, quella volta, niente disturbò il suo sonno.


-Angolo della scrittrice :3-
Beh, questa volta mi sono lasciata andare. Non è molto, ma è un inizio... Bb ha osato, Raven è confusa.  Chissà...
Ah sì... Corvina in questo capitolo l'ho chiamata raven perchè forse mi viene più facile... e sarà così anche nei prossimi capitoli ^^ Non vorrei comunque che la cosa vi infastidisca...
Spero che il loro colloquio non sia stato troppo noioso, prometto qualcosa di più movimentato nei prossimi capitoli ;)
Non ho più voglia di dire altro,
Un kiss...

.:Mezzaluna:.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans / Vai alla pagina dell'autore: Stray_Ashes