CAPITOLO 9
“ARRIVO”
“Siamo arrivati”, disse Sifo-Dyas dalla cabina di pilotaggio. Soraya e il resto dell’equipaggio allacciarono le cinture. Atterrarono nell’hangar del palazzo reale, dove una squadra di soldati li accolse con il saluto militare.“Benvenuti e grazie per aver accolto la nostra richiesta d’aiuto. La regina vi sta aspettando nella sala delle udienze”, disse uno di loro, probabilmente il capo, un uomo sulla trentina dai capelli neri e gli occhi blu.
“Vi ringrazio”, disse Sifo-Dyas.
“Vi accompagniamo”, disse il capitano. Soraya, che fino a quel momento era rimasta dietro Qui-Gon, uscì allo scoperto. Il capitano non appena la vide saltò dalla sorpresa e tutta la sua squadra s’inchinò.
“Milady, è un onore e un piacere riaverla a corte”, disse il capitano.
“Il piacere è mio, capitano Led. Potete andare ora, a fare da guida basto io”, disse Soraya con tono imperioso.
“Ma…”
“Niente ma. Andate!”, disse Soraya. Il comandante e la sua squadra fecero un ultimo inchino e uscirono. Sia il maestro Dooku che il maestro Sifo-Dyas rimasero sorpresi dal comportamento della Padawan, ma non obiettarono.
“Seguitemi”, disse Soraya. Qui-Gon si avvicinò.
“Wow! Ricordami di non farti mai arrabbiare”, scherzò lui. Soraya sorrise.
“Non hanno protetto mia sorella nel modo appropriato. Per questo ce l’ho con loro”, rispose.
“Come faceva a conoscerti?”, chiese Qui-Gon incuriosito.
“Led è stato la guardia del corpo di mio padre. Kirya l’avrà nominato comandante della sicurezza in virtù dei servigi che ha reso in passato alla nostra famiglia. Ma non basterà una vecchia amicizia a salvarla. Ci vuole la giusta competenza”, ribatté Soraya. Qui-Gon non commentò.
Giunsero alla sala delle udienze, la cui porta era piantonata da due soldati. Non appena la videro, fecero un breve inchino e aprirono la porta.
La sala era ampia: lungo i muri vi erano una serie di seggi in legno dove solitamente si riunivano i consiglieri, i senatori e sovrani di altri pianeti mentre in fondo alla stanza c’era un’enorme scrivania e dietro un trono dove vi era seduta Kirya.
Non appena vide sua sorella, si alzò e sorrise. Soraya fece un grande inchino e ridendo disse: “I miei omaggi, mia signora!”. Kirya rise, corse verso Soraya e l’abbracciò.
“Sono così felice che tu sia qui!”, disse Kirya.
“Ed io sono felice che tu sia ancora viva”, disse Soraya abbracciandola forte. Dopo pochi secondi sciolsero l’abbraccio e Kirya guardò negli occhi la sua gemella. Poi guardò dietro di lei uno a uno. Soraya si girò e indicò i suoi compagni.
“Ti presento Qui-Gon e il suo maestro Dooku”, disse Soraya. Qui-Gon fece un inchino e lo stesso fece Dooku. Soraya indicò il suo maestro che sorrise.
“E lui è Sifo-Dyas, il mio maestro”, disse. Kirya, non appena vide Sifo-Dyas, spalancò gli occhi e indietreggiò.
Soraya poteva percepire con la Forza ciò che ribolliva dentro sua sorella. Stupore, dolore ma soprattutto rabbia. Anche il suo maestro e gli altri la stavano percependo.
Soraya immediatamente prese sua sorella per il braccio e la portò via in una stanza, a parlare.
SPAZIO AUTRICE
Ed eccomi qua! Voglio innanzitutto farvi le mie più sentite scusee!!! >.< scusate ma non ho avuto proprio tempo di pubblicare la storia, vi chiedo scusa :'( sappiate però che sto continuando la storia :) ringrazio di cuore Dragasi per le sue recensioni! Ai prossimi capitoli e grazie a tutti voi lettori!! :) fatevi sentiree, fa sempre piacere sentire qualche opinione nuova :D a presto!