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Autore: Tyara Riddle    30/01/2008    2 recensioni
Un prestigioso istituto ninja... Gaara, Naruto e Sasuke sotto lo stesso tetto?! per quanto tempo Tsunade riuscirà a mantenere la pace? Intanto il demone yuubi dormiente all'interno di Naruto inizia a risvergliarsi...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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CAPITOLO TREDICI

RAGIONE E SENTIMENTO

 

“Bambi non sta ancora con te? Che altro vuoi?” chiese gelida Temari.

“Voglio la verità. Shikamaru mi nasconde qualcosa e sono sicura che sai di che diamine si tratta!” la biondina pareva seria.

“Io non ho nulla a che spartire con quello.”

Nel pronunciare quella frase la voce le tremò leggermente.

“Cosa è successo quella notte?! Quando ci hanno diviso? E vedi di raccontare la verità.” Replicò appoggiando le mani sui fianchi.

“Nulla di rilevante, abbiamo litigato tutto il tempo.”

“Allora perché non mi guarda come guarda te?” singhiozzò Ino cercando di trattenere le lacrime.

“Vuoi che ti guardi con disprezzo?” replicò l’altra.

“Se ottenessi l’effetto di avere sempre e pienamente la sua attenzione sì.”

“Andiamo la tua gelosia ha toccato il fondo.” Sdrammatizzò Temari.

“Io non immagino nulla. E poi sempre a parlare di te! Sono stufa di sentire il tuo nome uscire dalle sue labbra.”

La Jonin sgranò gli occhi sorpresa: “Beh almeno parlate,no?”

“Cosa vuoi intendere?” gridò Ino che aveva attirato l’attenzione del cortile.

“Che non è assecondando ogni sua stupida idea che gli dimostri il tuo amore.” Replicò secca.

“Cosa ne può sapere una dal cuore arido quanto quello di suo fratello del sentimento…” yamanka non terminò la frase.

“Come ti permetti di offendere il mio principe? Con che autorità dai giudizio su Temari sama? Tu non sai…” gridò Matsuri.

“Calmati adesso. Quello che lei dice non deve toccarti.” Replicò la Sabaku.

“Però spara cattiverie senza una ragione! Come fai a sopportarla?” chiese la Ganin

“Sai quando si è la sorella del… come hai detto “Tuo” principe si possiede la classe necessaria per ignorare certe battute di basso livello, no?” ironizzò sorridendo dimenticandosi di Ino.

Matsuri arrossendo balbettò una frase senza senso: “insomma… io…uffa…”

“Come puoi ignorarmi?!” Ino si preparò per colpirla, ma qualcuno le bloccò il braccio a mezz’aria.

“Che diamine stai facendo?” domandò Shikamaru voltandola verso di sé.

“Adesso ti metti anche a difenderla?!” gridò cercando inutilmente di svincolarsi dalla presa salda del ragazzo.

“Non sei venuta al nostro appuntamento.” Rispose calmo.

“Proprio per questo ti trovavi a passare casualmente qui?” lo rimbeccò lei.

“Quando la pianterai di comportarti come una donnetta isterica. Sei una continua seccatura.” Sbuffò Shikamaru.

Ino smise di agitarsi, guardò quegli occhi neri come perle che tanto amava, quello che le stava rivolgendo non era uno sguardo d’amore.

“Perché non mi ami più?”

Nara lasciò la presa: “Non credo sia il caso di discuterne in questo posto.”

“No, davanti a quella vorrai dire!” rispose indicando Temari.

“Ino, c’è mezzo cortile che si sta facendo i fatti nostri nel caso non te ne fossi accorta.” Specificò lui a denti stretti.

Yamanaka si guardò intorno e poi silenziosamente chinando la testa, seguì il suo ragazzo verso il dormitorio.

 In quei mesi Temari si rese conto di avere un cuore che sanguinava e faceva un male a dir poco insopportabile. Poteva davvero essersi innamorata di quel bambinello viziato ed indolente? Continuava senza successo a ripetersi che era stato un incidente e che quella notte tra loro vi era stato puro e semplice sesso, attrazione fisica o in qualunque altro modo si potesse chiamare tranne che amore. Si stava dannando l’anima per una questione irrilevante. Poi c’era Ino tra di loro. Vagabondo come era figuriamoci se si fosse preso le sue responsabilità nella questione. Doveva sapere assolutamente cosa ne pensava lui. Forse, si illudeva di essere diventata importante? I ragazzi la corteggiavano certo, ma erano tutti come la luna, non facevano altro che girarle intorno senza avvicinarla mai, ma con Shikamaru era diverso profondamente diverso.

Invece contrariamente al suo carattere pure Nara stava sopportando le pene dell’inferno. Il desiderio di toccare la sua principessa di ghiaccio, lo rendevano irrequieto e poco disposto al dialogo, ancor meno di prima. Erano mesi che non toccava la sua ragazza e poco gli importava. Era complesso per lui evitare di andarla a cercare, obbligava il suo corpo ad allenamenti stressanti pur di non pensare a Temari. Inutili, quanto dolorosi. Perché quella dannata volta il suo cervello era andato in ferie? Come poteva averlo abbandonato in balia del cuore che come si sa in queste cose non dovrebbe centrare? Ringraziava il cielo che durante le lezioni si trovasse alle sue spalle di sette banchi, ma percepiva il suo sguardo. Desiderava toccarla ancora e possederla fino all’esaurimento. – che seccatura! – borbottò guardando le nuvole.

“Sempre a dormire, Bambi?” chiese Temari sedendosi accanto.

Scattò in piedi, quella dannata strega non poteva scegliere momento peggiore per avvicinarlo di nascosto.

“Fatti gli affari tuoi.” Borbottò cercando di mantenere una certa distanza.

“Guarda che non ho la peste!” disse notando lo strano atteggiamento.

“Ascolta, seccatura. Ho già abbastanza problemi con Ino e non desidero averne ulteriori … Vattene.” Replicò cercando di mantenere il tono della voce fermo.

“Non credi che dovresti dirlo alla tua ragazza?”

“Cosa?” domandò fingendo di non capire.

 “Shikamaru sarai d’accordo con me che è stato solo sesso, no?” chiese voltandosi a guardarlo.

“Ovviamente.” Replicò spinto dall’orgoglio di non farle capire quanto soffriva.

“Quindi visto che per entrambi non significa nulla, sarebbe corretto dirlo alla Yamanaka.” Aggiunse a fatica la bionda.

Nulla?! Per Shikamaru fu come ricevere un kunai dritto in pieno petto, ma da tempo sospettava che per lei fosse stato solo un gioco.

“Non capirebbe.” Si voltò per andarsene e fu in quel preciso istante che lei lo afferrò per il polso. Una scossa lo percorse. Si voltò e afferrata per le braccia la spinse contro il tronco della quercia alle loro spalle.

“Che diam…” inutile tentare di resistere, inutile tentare di negare la passione che la travolgeva ogni volta.

“No!” sibilò Shikamaru staccandosi a fatica da quel corpo voluttuoso.

“La colpa è mia.” Replicò chiudendosi la camicia.

“Mio padre ha ragione, sono solo un vigliacco in balia degli eventi. Se fossi veramente un uomo ammetterei le mie colpe. Invece preferisco far soffrire due donne che nella mia dannatissima vita contano.” Gridò lui.

“Mi spiace ma io non amo dividere ciò che ritengo mio.” Rispose Temari seria.

“Dolente di ricordarti che io non sono un oggetto del quale tu mia principessa puoi disporre quando ti garba.” La punzecchiò.

“Perché se stiamo per cinque secondi vicini finiamo per fare sesso? Visto che riteniamo che sia stato un incidente da nulla. Perché il cuore mi fa tanto male?” singhiozzò contro la sua volontà.

“Forse dobbiamo cominciare a credere che quel nulla fosse qualcosa.”

“No! Il nulla deve rimanere nulla. Io sono la figlia del Kazenkage e tu il braccio armato di Konoha … impossibile.”

“Allora  non mi vuoi?” sussurrò al suo orecchio con voce sensuale e roca per l’eccitazione.

Temari si voltò, sapeva che prima o poi si sarebbe persa nell’oscurità di quegli occhi neri. Quando guardi troppo allungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro. Come erano vere le parole di quel filosofo di Suuna che sua nonna gli ripeteva in continuazione da bambina.

“Non dovresti perdere tempo con del rame quando possiedi dell’oro. Ino a più bisogno di te. Io posso cav…” ansimò quando sentì il delicato tocco delle labbra del ragazzo sul suo collo. Quel diavolo sapeva benissimo come fare cadere ogni sua resistenza.

“Principessa nessuno può vivere solo.”

“Io, sì! Posso farcela perché sono convinta che non starò mai peggio di ora! Sopporterò quel dolore lacerante di quando ti vendo insieme a lei. Sopporterò quando sentirò il mio cuore spezzarsi ogni volta che ti vedo baciarla!! Sopporterò! Sopporterò!” singhiozzava stretta al suo petto.

“Perché mi stai dicendo questo? Temari io non voglio farti stare male. Comunque per quanto possiamo mentire a noi stessi la situazione non cambia … io ti amo.” Disse tutto d’un fiato.

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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