- “Se ti propongo la tappa di Torino hai problemi?” – segnalava la bustina degli sms lampeggiante
- “Forse”
- “Roma il 06 luglio proprio non posso, forse ho impegni”
- “L’idea è la tua: il vizio di farti risolvere il problemi dagli altri o attendere che stiano ai tuoi contrattempi come fossi tu l’unico incasinato vedo che non lo hai perso…facciamo così, vediamoci entro l’anno…quando torni, magari…io qui sto: lavoro tra Milano e la Svizzera, casa a Milano e a Como sai dove sono…sei tu il cittadino del mondo, non io. Buon tour. Baci”
- “E che c…!Pronto?”
- “Si? Educato eh?”
- “No Gay, scusa, dicevo….va bene, dicevo “E che cazzo vuoi rispondere…ti prego?”
- “Ah bene, col “ti prego” fa tutto un altro effetto sai? Ricominciamo: Buongiorno Matthew!”
- “Ciao Gay…………………………………………….……”
- “Matthew?”
- “Mhmm…………………………………….…………….”
- “Matthew guarda, il telefono funziona così: chi chiama ha qualcosa da dire e l’altro lo ascolta. Quindi: buongiorno Matthew, cosa desideri?”
- “Gay,porc… ti supplico Gay, non sulla strategia attacco/difesa, non sai quanto ci ho pensato prima di chiamarti”
- “Ok Belly, ok… come stai?”
- “Ora meglio… affaticato dal tour…ma bene… e tu?”
- “Bene, lavoro,frequento corsi, ne tengo… vita piena,al solito: solo che prima dovevo riempire i tuoi vuoti, ora di vuoti non ne ho perché faccio esattamente come voglio dovendo gestire solo me stessa”
- “E’ stata una pessima idea, me ne rendo conto…hai ragione tu…ho sempre qualcosa da farmi perdonare anche a distanza di anni…pensavo alla prescrizione, al condono, all’assoluzione, all’indulgenza plenaria ormai… ah, ti saluta Dom”
- “Non ci credo neanche se ora me lo passi al telefono…”
- “No, in effetti non è qui…e in effetti manco ti saluta…lo immagino io che ti saluterebbe se sapesse di questa telefonata… ma non lo sa…non lo deve sapere…cioè sa che ti ho ricontattata…non era d’accordo continuassi….”
- “Eh già, il gemello siamese DEVE approvare e non approva…e tu hai chiamato lo stesso? Sei coraggioso Matthew, mi sorprendi”
- “Gay no… ti supplico Gay, è tanto difficile per me…non chiamarmi Matthew, non far le pulci a tutto ciò che dico come ci fossimo sentiti costantemente in questo periodo, come se ci sentissimo da sempre e potessimo sempre sentirci…Gay….”
- “Si, Belly….scusa”
- “Quando e come possiamo vederci?” (tutto d’un fiato)
- “Trovo un varco nei prossimi 10 giorni che siete qui in caso…altrimenti prima o poi ci si rivedrà Matthew, mi sfugge il motivo di tanta urgenza”
- “Anche a me…”
- “Eh?”
- “Nulla…posso usarlo il tuo numero, chiamarti per accordarci…per definire…”
- “Belly, ma come parli? Mi stai dando un appuntamento o vuoi fissare una seduta psicanalitica? Mi puoi chiamare sì, ormai mi hai chiamata, che vuoi cambi numero e gestore, città e connotati per rendermi invisibile ai tuoi occhi? Tranquillo Belly, studio i miei turni e la mia vita privata e ti faccio sapere….Ciao che ho fretta….”
- “Gay?”
- “Si? Che c’è ancora?”
- “Io non ho mai mentito”
- “E quindi?”
- “Niente…volevo fosse chiaro almeno questo…..ti abbraccio”….
Si sentiva morire…a quella voce si sentiva morire…lei a Milano faceva fatica a respirare e lui, in tour a casa del diavolo, nascosto nel bagno del suo camerino nel retropalco aveva maglietta sudata e mani gelate e il check prima del concerto bisognava comunque farlo…
Entrambi pensavano che era una pessima idea, veramente una pessima idea… ma ormai era andata, stavano per vedersi di nuovo…e a nessuno dei due era chiaro il fine.