«Cosa c'è che non va?» chiese sospettoso Damon ad Alyssa, che era rimasta impietrita davanti a lui.
«Nulla. Stavo andando a farmi una doccia.» rispose la
ragazza, evitando di incrociare lo sguardo con quello del vampiro.
«Sappi che ti seguirò fin dentro la doccia se non mi dici
che succede.» la minacciò scherzosamente lui, poi si fece
serio: «Te lo leggo in faccia che sei turbata».
Dopo aver sentito i brividi lungo la schiena per la battutina di Damon,
Alyssa decise che era inutile e controproducente tenerglielo nascosto.
Dopotutto si fidava di lui, e sapeva avrebbe compreso i suoi timori,
per cui vuotò il sacco.
«I miei verranno qui per Natale.» disse tutto d'un fiato.
Damon rimase sorpreso: «Beh non mi sembra affatto un problema. Non ti piace l'idea che vengano qui?».
«No, no…non è quello. È solo
che…» Alyssa non sapeva come continuare. Come poteva
spiegare una cosa talmente semplice, ma allo stesso tempo complicata?
«Ecco…diciamo che ho mentito su qualche cosa, riguardo a
come stanno andando le cose qui».
Damon la prese per mano e la guidò verso il salotto, si sedette
sul divano e le fece cenno di accomodarsi: «Spiegami tutto con
calma.» la incitò dolcemente.
Alyssa si sedette accanto a lui, e dopo un profondo sospiro
iniziò a raccontare: «A mia madre ho detto che vivo in un
piccolo appartamento da sola, e che ogni tanto do delle ripetizioni
agli studenti delle superiori…le ho detto così per non
farle venire dei dubbi su come possa mantenermi solo con i soldi che mi
manda lei e quelli che avevo da parte. E poi le ho raccontato che ho
fatto amicizia con un paio di ragazze. Nient'altro. Nessun monolocale
ricavato da una cantina, nessun loft di lusso, nessuna coinquilina,
nessun lavoro al fast food».
«Se le cose stanno così, sarà semplice:
basterà dirle che ti stai spostando e che andrai a vivere con
quelle ragazze che hai conosciuto, visto che una loro coinquilina se
n'è andata. E proprio perché verranno durante le vacanze
di Natale, potrai dir loro che non dai ripetizioni in quel periodo
perché tutti i ragazzi che aiutavi sono fuori città.
Problema risolto!» le spiegò Damon, completando il tutto
con un sorriso soddisfatto.
«Quindi dovrei mentire ancora? E anche se lo facessi, e ci
cascasse, cosa le direi di noi poi quando sarà qua?»
chiese turbata la ragazza.
Damon sembrò non capire dapprima cosa intendesse Alyssa, poi le
chiese perplesso: «Non le hai detto proprio nulla di noi?».
Lei abbassò lo sguardo, e gli sussurrò un "no" timoroso.
Damon rimase in silenzio, a guardarla, mentre dal suo volto iniziava a
trasparire un misto tra rabbia, delusione e inadeguatezza.
«Ti vergogni di presentarmi a tua madre come tuo ragazzo?» chiese confuso e amareggiato il vampiro.
«No! Niente affatto! Solo che non era previsto che venisse qua,
né lei né nessun altro della mia famiglia. Volevo solo
aspettare a far sapere di noi due in Italia, per esserne sicura.»
spiegò dispiaciuta la ragazza.
Damon rimase immobile e in silenzio per un minuto abbondante. Poi, d'un
tratto, si alzò dal divano, e dopo essersi allontanato qualche
metro, ancora voltato di spalle, mormorò ad Alyssa: «Se
non sei sicura di voler stare con me, allora ognuno starà per i
fatti suoi d'ora in poi.».
La ragazza non fece neanche in tempo a comprendere quelle parole, che Damon era già sparito. Volatilizzato.
«Damon! Aspetta! Damon!» urlò ripetutamente Alyssa,
mentre correva per il loft sperando di ritrovarlo in qualche camera.
Provò prima con quella del vampiro, ma era completamente vuota.
Allora si precipitò nella sua stanza, continuando ad urlare il
suo nome, ma anche lì non c'era traccia di lui. Guardò in
tutte le altre camere, niente. Provò a controllare in cucina,
disperata ormai, ma Damon non era nemmeno lì. Così
uscì fuori in giardino, e continuò nella sua ricerca:
perlustrò la parte anteriore del giardino, ma non lo
trovò, perciò andò sul retro. E finalmente lo vide
in lontananza: era su un ramo di una grossa quercia, e le dava le
spalle. Alyssa cercò di avvicinarsi pian piano, e
cominciò a parlare, immaginando che lui l'avesse già
sentita col suo udito sovrannaturale.
«Damon…» esordì, mentre continuava passo
passo ad avvicinarsi, «Io non intendevo dire che non sono sicura
di voler stare con te. Ti ricordi il discorso che abbiamo affrontato
qualche giorno fa? Della mia…paura di essere abbandonata ancora?
Era questo, ciò che intendevo. Non volevo dir nulla ai miei,
perché ho sempre il presentimento che finirò per restare
sola. E nemmeno uno straordinario ragazzo come te è riuscito a
scacciare via questo timore. Ma, da quando abbiamo affrontato il
discorso, io mi sento più sicura. La paura non se n'è
andata, ma mi fido di te, Damon. E voglio stare con te, più di
ogni altra cosa al mondo. Anche se poi dovesse finire tutto e potrei
soffrire come una dannata, non m'importerebbe. Perché so che ne
sarà valsa la pena.» Alyssa si bloccò: lacrime
imperterrite scorrevano ormai sul suo viso, e non riusciva più a
distinguere le forme davanti a sé. Fece solo un passo, e poi,
come se il fiato le venisse dal più profondo del cuore, gli
sussurrò quattro semplici parole, colme di significato.
«Io ti amo, Damon».
Il vampiro si chiese se per caso il suo infallibile udito stesse
iniziando a perdere colpi. Scese elegantemente dall'albero, si
voltò verso di lei, e fece qualche passo nella sua direzione.
«Come hai detto?» chiese incredulo, con gli occhi lucidi.
«Ho detto che ti amo, Damon.» rispose Alyssa, con un leggero sorriso che risaltava tra le lacrime.
Damon ancora non riusciva a credere ai suoi occhi. Era un sogno forse?
Fece cautamente qualche passo più avanti, mentre elaborava
quelle parole.
E Alyssa fece altrettanti passi verso di lui, mentre si asciugava le
lacrime. Il vampiro, d'un tratto, le si palesò davanti
sorridente e le accarezzò i capelli, spostandole un ciuffo da
davanti il viso. Lei lo strinse a sé, cingendogli le spalle,
mentre posava il viso accanto al suo.
«Ti amo.» gli sussurrò ancora, dolcemente,
nell'orecchio, e Damon fu percorso da una scarica di brividi. Si
allontanò appena per guardarla in viso, la sua meravigliosa
Alyssa, ma un'ombra in lontananza catturò la sua attenzione: una
ragazzina minuta ed esile stava correndo a velocità
sovrannaturale verso di loro, mentre i rami degli alberi tutt'attorno
sembravano seguirla.
Il sorriso sul viso del vampiro scomparì all'istante: prese
saldamente in braccio Alyssa e a velocità vampiresca corse verso
le mura del loft. Non sapeva se quella ragazzina, probabilmente un
elfo, stesse andando alla massima velocità. Sperava soltanto di
arrivare il prima possibile al loft, dove avrebbe potuto tirare un
sospiro di sollievo, se la barriera che aveva creato Bonnie avesse
potuto respingere l'elfo; altrimenti sarebbe stata la fine.
L'elfo gli era quasi alle calcagna, poteva sentirlo qualche metro
dietro di lui. Nella sua mente c'era solo Alyssa: non se lo sarebbe
perdonato se le fosse successo qualcosa; era lui l'idiota che se n'era
andato fuori, di proposito, solo per un fraintendimento. Vide le sue
speranze di salvarsi diminuire sempre più: i rami, più
veloci dell'elfo, gli stavano sfiorando le caviglie. Non restava molto
tempo ormai, e sperando che la ragazza riuscisse a sentirlo in quel
caos, le disse nell'orecchio «Ti amo anch'io, Alyssa».
Riuscì a dirglielo appena in tempo, perché un'istante
dopo sentì i rami attorcigliarglisi attorno alla caviglia, e
d'istinto la lanciò il più vicino possibile al loft, con
la maggior delicatezza possibile in una situazione assurda come quella.
Alyssa, inspiegabilmente, atterrò delicatamente sul prato, senza
farsi nemmeno un graffio.
Subito si voltò indietro alla ricerca di Damon, e lo vide, a terra.
Bonnie era in camera di Elena. Aveva dormito là in quei giorni,
nell'attesa di andare ad Atlanta ad incontrare la strega che forse,
finalmente, l'avrebbe aiutata a risolvere il grosso problema che aveva
con gli elfi. Era la vigilia del Ringraziamento, e il professor Shane
si era preso due giorni liberi dalle "lezioni di magia" per stare con
la sua famiglia, per cui lei non aveva un granché da fare.
Jeremy invece era in giro per la città con Carol Lockwood, alla
ricerca di tutto il necessario per festeggiare il giorno dopo, mentre
Klaus e Tyler erano giù in salotto: il primo leggeva un libro,
mentre l'altro giocava all'Xbox.
Nei giorni precedenti la strega non si era sentita molto a suo agio a
stare in camera dell'amica senza di lei, ma quel pomeriggio,
probabilmente per l'atmosfera di festa che aleggiava nell'aria, ci si
sentiva bene: ogni singolo oggetto, dal più grande al più
piccolo, le ricordava i momenti passati con l'amica. Il grande specchio
sul comò, pieno zeppo di foto di Elena e della sua famiglia; il
poster di Jamie Lidell, simbolo del loro primo concerto insieme; la
bacheca con altre foto e qualche ghirlanda; in una cornice appesa sul
letto, un disegno di un cavallo che aveva fatto Jeremy qualche anno
prima; e sul letto, un orsacchiotto che la madre di Elena le aveva
regalato per il suo terzo compleanno, e da cui fin da allora non si era
mai staccata. Si lasciò cadere sul letto, lo osservò e
ripensò a quante persone care lei e le sue amiche avevano perso,
a partire proprio dai genitori di Elena. Si allungò appena per
prendere l'orsetto e stringerlo a sé mentre rivolgeva un
pensiero a Miranda e Grayson, ma appena lo toccò ebbe una
visione: Damon era rinchiuso in una gabbia di rami secchi, e Alyssa era
con lui; una ragazzina minuta ed esile era di fronte a loro, al di
fuori della gabbia, e ridacchiava malignamente soddisfatta dei propri
risultati, quando ad un tratto, con un solo gesto della mano,
animò magicamente uno dei rami della gabbia che trafisse Damon
al petto, provocando un urlo atroce del vampiro, seguito da uno
più acuto e terrorizzato di Alyssa.
Bonnie non riuscì a trattenere un urlo e d'istinto lanciò
l'orsacchiotto lontano da sé; subito si ritrovò Klaus e
Tyler affianco.
«Bonnie! Cos'è successo?» chiese preoccupato Tyler vedendo la ragazza con gli occhi spalancati.
La strega tentò più volte di spiegarsi, ma sentiva un
nodo in gola; continuava a deglutire, e allo stesso tempo cercava di
riportare il respiro e il battito cardiaco alla normalità.
«Ho visto Damon morire.» rivelò tutto d'un fiato, e i due ibridi restarono immobili, increduli e spaesati.
«Ne sei sicura?» chiese Klaus, sperando che si stesse sbagliando.
«Assolutamente.» rispose la strega, mentre prendeva un Grimorio dalla valigia a terra.
«Sai anche quando accadrà?» chiese Tyler, speranzoso di avere una risposta positiva.
«No. Potrebbe succedere adesso come tra cent'anni, sempre che
Alyssa diventi una vampira.» spiegò Bonnie, cercando di
mascherare l'agitazione.
«Alyssa? Cosa c'entra?» chiese l'Originale.
«C'era anche lei nella visione. E per quanto possa sperare che
sia una visione di un futuro remoto, ho la brutta sensazione che invece
si riferisca ad un futuro molto vicino, o addirittura al
presente.» rispose la strega, mentre sfogliava velocemente le
pagine del Grimorio.
«Forse c'è un modo per scoprire qualcosa in
più.» disse Klaus, mentre si portava il cellulare
all'orecchio.
Attese un minuto, ma dall'altro capo non ci fu alcuna risposta. Attese
ancora, finché non rispose la segreteria. L'Originale
guardò accigliato la strega; Damon non era tipo da "nessuna
risposta": o teneva il cellulare staccato, o al massimo ti rispondeva
in modo scontroso se era indaffarato.
«Adesso farò un incantesimo di bilocazione spirituale: mi
ritroverò dovunque Damon si trovi in questo istante,
spiritualmente, mentre il mio corpo qui ci rimarrà solo
fisicamente, e sembrerò come in trance. Non ho idea di cosa stia
succedendo, ma sono sicura che devo agire il prima possibile, me lo
sento.» disse Bonnie, mentre appoggiava il grosso tomo sul letto
di Elena. Prese l'orsacchiotto che poco prima le aveva fatto avere
quella tremenda visione e che quindi era, in qualche modo, legato a
Damon, e si mise di fronte al Grimorio; cominciò a cantilenare
un incantesimo, e quando finì di evocarlo il suo corpo cadde a
peso morto tra le braccia dei due ibridi, che lo adagiarono sul letto.
Bonnie si ritrovò a Durham, nel giardino sul retro del loft.
Damon ed Alyssa erano molto distanti da lei e dal loft stesso, e si
stavano abbracciando. Dietro di loro la strega scorse su un albero una
ragazzina minuta ed esile, la stessa della visione, e subito
capì che le sue sensazioni erano esatte. Stava per accadere. E
lei avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitarlo.
Cominciò a concentrarsi, e cercò di aumentare l'ampiezza
della barriera per coprire anche Damon ed Alyssa. Ma una forza estranea
le remava contro. Era quasi certa si trattasse dell'elfo, ma le
sembrava impossibile che si fosse accorta della sua presenza
spirituale: solo altre streghe infatti avrebbero potuto percepirla.
Cercò di sovrastare la forza nemica, e la barriera iniziò
ad allargarsi di qualche centimetro. Troppo poco per essere utile alla
coppia. Bonnie vide Damon prendere in braccio Alyssa e correre a
velocità vampiresca verso il loft; l'elfo era sceso dall'albero
e li stava inseguendo, e per fortuna il vampiro se n'era accorto. La
strega continuò nel suo intento, facendo aumentare più
velocemente l'ampiezza della barriera, mentre il vampiro ci si
avvicinava sempre più, seguito dall'elfo e dai rami degli alberi
attorno animati da quell'essere. Furono istanti interminabili: sarebbe
bastato solo un attimo e Damon ed Alyssa sarebbero stati catturati da
quella malefica ragazzina come nella visione. I rami degli alberi ormai
stavano raggiungendo Damon, e Bonnie lo vide lanciare Alyssa lontano,
verso il loft, per metterla al sicuro all'interno della barriera. La
strega, senza distogliere l'attenzione da tutto il resto e rimanendo
concentrata sull'espansione della barriera, fece un lieve cenno della
mano, ed Alyssa atterrò delicatamente sul prato. La barriera
finalmente stava raggiungendo Damon, quando disgraziatamente i rami gli
si attorcigliarono attorno alla caviglia, fermando la sua corsa e
facendolo cadere rovinosamente sul prato. Bonnie continuò ad
allargare la barriera, ma quando essa arrivò alle caviglie del
vampiro non avanzò più. La strega non si dette per vinta,
e lanciò un incantesimo che le aveva insegnato il professor
Shane sugli alberi controllati dall'elfo: i rami che avevano catturato
Damon si rinsecchirono, e la barriera li superò senza più
alcun problema. L'elfo rimase stupito da ciò che era appena
accaduto, e cercò di colpire il vampiro con i rami di un altro
albero, ma appena si avvicinarono alla barriera, di cui l'elfo non si
era accorta, si attorcigliarono su se stessi. Ci riprovò
più volte, poi si scagliò lei stessa contro Damon, ma
appena raggiunse la barriera rimbalzò indietro di qualche metro.
Quando finalmente capì che non poteva fare più nulla, si
dileguò nel bosco retrostante il loft.
Damon era ancora a terra, inerme, ed Alyssa era sotto shock: aveva
assistito a tutta la scena, ed aveva visto lo sguardo furioso e colmo
d'odio dell'elfo mentre cercava di attaccarlo dopo averlo fatto cadere,
e tutto questo le aveva fatto raggelare il sangue. Si alzò pian
piano per raggiungere il vampiro, quando ad un tratto vide i rami
muoversi, come se qualcuno li stesse spezzando e districando per
liberarlo. Le bastò qualche istante soltanto, per vedere poi
Bonnie davanti ai suoi occhi, che stava gesticolando con le mani mentre
i rami si spezzavano ad ogni suo minimo movimento.
«Che ci fai qui?» le chiese incredula.
Bonnie si bloccò sorpresa dall'uscita dell'amica, e si
voltò indietro per controllare chi fosse arrivato. Ma dietro di
lei non c'era nessuno. Con chi diavolo stava parlando Alyssa?
«Bonnie….? Che succede?» domandò insistente la ragazza.
La strega non capiva come potesse essere possibile. Alyssa riusciva a vederla?
«Alyssa….tu….mi vedi?» chiese imbarazzata.
«Certo, Bonnie! Sei qui, perché non dovrei vederti?»
la ragazza era ormai confusa dall'atteggiamento dell'amica.
«Perché io
non sono qui, Alyssa. Quello che "vedi", anche se non so come tu possa
farlo, è soltanto il mio spirito.» spiegò la strega
alla ragazza, che strabuzzò gli occhi.
«Non ho ancora molto tempo,» continuò la strega
«ho utilizzato tantissima energia e non so per quanto ancora
riuscirò a restare qui. Ascoltami bene: devi togliere tutti
questi rami dalle gambe di Damon, sono incantati e in più
intrisi di verbena, per cui non riuscirà a riprendere conoscenza
finché gli saranno aggrovigliati addosso e gli bruceranno
qualsiasi parte del corpo con cui vengano a contatto. Quando si
risveglierà probabilmente avrà bisogno di una sacca di
sangue, ma credo che tu ormai sappia dove puoi trovarla, e una volta
che si sarà ripreso, non farlo uscire da questo dannato loft,
capito? Ho avuto una visione terribile e non è detto che avendo
evitato il peggio ora, non possa capitare più in là.
Adesso vado, so che Damon è in ottime mani. Fai tutto quel che
ti ho detto e stai tranquilla, si sistemerà tutto; ti chiamo tra
un po', appena avrò recuperato le forze».
Alyssa non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, che Bonnie si
volatilizzò. Seguendo il consiglio dell'amica, corse subito a
liberare Damon dai rami che gli erano ancora rimasti aggrovigliati,
scoprendogli le gambe tutte scottate e sanguinanti. Una volta liberato
da tutti i rami, Alyssa si sedette accanto a lui sull'erba, nell'attesa
del suo risveglio, che avvenne dopo un paio di minuti.
«Non avevo mai immaginato di poter finire in paradiso.»
mormorò affaticato Damon quando riaprendo gli occhi si
trovò davanti Alyssa.
«Sei il solito idiota! Hai rischiato grosso e mi hai fatto
prendere un colpo!» lo canzonò lei, poi lo
abbracciò forte, mentre gli occhi le si facevano lucidi.
Damon era ancora a terra, dolorante, ma pian piano riuscì ad abbracciare Alyssa.
«Stai bene, piccola?» le chiese mentre erano ancora abbracciati.
«Sì, non ti devi preoccupare di me. Tu, piuttosto? Se
riesci ad alzarti ti sostengo fino al divano, non mi va di stare ancora
qui fuori.» rispose l'umana guardandosi attorno.
«Sicuramente sono stato meglio di così, ma posso alzarmi,
tranquilla. Andiamo dentro, piccola.» disse il vampiro, e aiutato
dalla ragazza si alzò in piedi.
L'umana fece adagiare Damon sul divano, e pensò di andare a
prendere la sacca di sangue in frigorifero, ma subito dopo
cambiò idea.
«Hai bisogno di….bere?» gli chiese un po' imbarazzata.
«Se voglio riprendermi in fretta, direi proprio di sì. Ti
dà fastidio prendermela tu una sacca?» disse il vampiro.
«Tieni» gli disse, porgendogli il polso.
Damon rimase sorpreso dal gesto di Alyssa, ma declinò l'offerta.
«No, piccola. Apprezzo il gesto, ma in queste condizioni è
meglio che non mi azzardi a bere direttamente da qualcuno, specialmente
da te. Credo che avrò bisogno di molto sangue, e non voglio
affatto farti del male. Due sacche andranno molto meglio, per questa
volta almeno».
«Io invece ho la sensazione che puoi nutrirti da me senza farmi
alcun male. Provaci, almeno.» lo intimò la ragazza,
avvicinandogli il polso alle labbra.
Lui allontanò il polso di Alyssa dal viso, prendendola invece
dalla vita e facendola mettere a cavalcioni su di lui. Avvicinò
le labbra alle sue e la baciò con tutta la passione che aveva in
corpo, stringendola a sé, mentre lei ricambiava con altrettanta
passione, poi continuò lasciandole dei piccoli baci fino ad
arrivare al collo.
«Ne sei sicura, piccola?» chiese sussurrandole nell'orecchio.
«Sì, sicurissima.» gli rispose determinata, e
qualche istante dopo sentì i canini di Damon perforarle il
collo. All'iniziò sentì un leggero dolore, come una
puntura d'insetto o di un ago, poi uno strano senso di piacere la
pervase. Si sentiva soddisfatta ed eccitata.
Damon aveva bevuto solo qualche sorso del sangue di Alyssa, ma
già si sentiva sazio e rinvigorito. Ritrasse i canini, e
continuò a baciare dolcemente il collo della ragazza.
«Non ti piace il mio sangue?» chiese dubbiosa.
«No, niente affatto, piccola. È il più dolce che
abbia mai assaggiato.» le rispose il vampiro tra un bacio e
l'altro.
«Allora puoi berne ancora, sto bene. Non ti devi preoccupare per
me.» gli disse l'umana, ma lui allontanò il viso dal collo
per guardarla negli occhi, e la rassicurò.
«Non so come sia possibile, ma sono sazio. Forse quei rami non mi
hanno indebolito quanto pensavo.» spiegò sollevato.
«O forse sono io che ho qualcosa che non va.» pensò
ad alta voce la ragazza, e poi si confidò al vampiro:
«Damon…prima, quand'eravamo fuori, ho visto lo spirito di
Bonnie. E adesso, con due soli sorsi del mio sangue ti sei ripreso.
Tutto questo è strano».
«Lo spirito di chi?!» chiese esterrefatto lui.
«Di Bonnie. Lei era lì con noi, ed è grazie a lei
se quell'elfo non ti ha fatto niente. Le ho chiesto che ci faceva qua,
ed è rimasta sconvolta dal fatto che io riuscissi a vederla. Ha
detto che era qui solo con lo spirito, che ha avuto una visione e che
dobbiamo stare chiusi qui perché non possiamo rischiare
ancora.» disse tutto d'un fiato Alyssa.
Damon la guardò preoccupato, e cercò di farla calmare:
«Piccola, sei ancora sotto shock da quel che è successo
lì fuori. Bonnie non poteva essere qui. Adesso rilassati, ok?
Forse è meglio se riposi per qualche ora.» le disse
premurosamente.
Alyssa stava per ribattere alterata, non poteva immaginare che Damon
non credesse ad una cosa del genere, ma la suoneria del suo cellulare
la interruppe. Guardò lo schermo, e sul suo viso comparì
un ghigno soddisfatto.
«Adesso vedrai.» disse con tono di sfida al vampiro, prima di rispondere al cellulare e attivare il vivavoce.
«Hey Bonnie! Ti sei già ripresa?» chiese Alyssa.
«Sì,
più o meno. Sono a letto ma ero preoccupata, così ti ho
chiamata. Allora, Damon come sta? Ha ripreso conoscenza?» chiese la strega all'altro capo del telefono.
«Sì, si è risvegliato e l'ho fatto accomodare sul
divano. Non credo torneremo più fuori in giardino.»
«Brava, mi raccomando, ricordati di quel che ti ho detto.»
«Non mi puoi dire qualcosa di più sulla visione? Ad esempio, cos'hai visto esattamente e quando?»
Bonnie fece un sospiro, poi rispose all'amica.
«È
successo circa un'ora fa. Ero in camera di Elena, e stavo ammirando
ogni oggetto di cui avevo un ricordo. Così ho preso
l'orsacchiotto che tiene sempre sul letto, e ho avuto quella maledetta
visione. Tu e Damon eravate intrappolati in una gabbia fatta di rami, e
l'elfo che vi ha attaccati oggi era lì, di fronte alla gabbia:
ha mosso la mano e un ramo ha trafitto il petto di Damon. Mi sono
ritrovata di nuovo nel presente appena dopo aver sentito lui urlare
atrocemente dal dolore, e te urlare dal terrore. Così ho fatto
un incantesimo di bilocazione spirituale e mi son ritrovata lì
da voi, poco prima che Damon si accorgesse dell'elfo. Quella bastarda
era lì già da un po'. Vi stava spiando e stava aspettando
il momento giusto per attaccare.»
Alyssa rabbrividì sentendo il racconto dell'amica. Damon aveva
rischiato grosso, lo sapeva, ma immaginarsi ciò di cui aveva
parlato Bonnie rendeva tutto ancora più terribile.
«Staremo attenti, Bonnie, stai tranquilla. Piuttosto, hai una
qualche idea del perché io sia riuscita a vederti?» chiese
Alyssa all'amica scacciando via dalla sua mente le immagini terribili
di poco prima.
«No,
non saprei. In teoria solo le streghe possono vedere uno spirito sotto
l'effetto della bilocazione spirituale. Ma tu non lo sei, altrimenti io
l'avrei percepito, e tu comunque lo sapresti.»
«Capisco. Senti, potresti cercare di scoprire se ho qualcosa
di…strano? Magari può anche servirti sapere che credo che
il mio sangue sia…..diverso da quello umano.» chiese
imbarazzata la ragazza, mentre Damon scuoteva la testa.
«Diverso da quello umano? In che senso scusa?» la strega non capiva di cosa stesse blaterando la sua amica.
«Nel senso che…al posto della sacca di sangue come mi
avevi detto tu, a Damon ho dato il mio sangue. E gli è bastato
solo qualche sorso per essere sazio.»
«Oh… Sei sicura che non ti abbia detto che era sazio solo perché aveva paura di farti del male bevendone ancora?» chiese cautamente Bonnie.
Alyssa guardò Damon con un briciolo di dubbio nei suoi occhioni
verdi, e mentre stava per rispondere all'amica, lui la precedette.
«Streghetta, in tutta la mia esistenza non ho mai assaggiato del
sangue così dolce e sostanzioso. Credo che per qualche giorno mi
basterà, e ne ho bevuto solo qualche sorso».
«Ed eri stato indebolito molto sia dai rami incantati che dalla verbena di cui erano intrisi.» aggiunse la strega.
«Esatto. L'avevo intuito sin da subito che questa ragazza
è proprio speciale.» disse il vampiro, sorridendo
dolcemente all'umana.
«Vedrò se trovo qualcosa di utile. Voi cercate di tenervi lontani dai guai, mi raccomando! A presto.» disse la strega, e terminò la chiamata.
«Adesso mi credi?» disse Alyssa a Damon, facendogli una smorfia.
«E va bene, avevi ragione. Ma adesso devi comunque riposare,
è stata una giornata davvero pesante.» rispose il vampiro,
e a velocità sovrannaturale la portò in camera sua,
adagiandola sul letto.
«Non ho alcuna intenzione di riposare. Non dopo tutto quello che
è successo. Ho solo voglia di vivere e di far ogni cosa che
desidero, prima che succeda qualcosa di brutto e non possa più
far niente di tutto ciò che voglio.» gli confidò la
ragazza, e lo fece sedere sul bordo del letto.
«Voglio solo amarti come meriti, amarti come desidero
davvero.» continuò la ragazza, accucciandosi sul petto del
vampiro.
«Ascolta il tuo cuore e fa' solo ciò che senti, piccola.
Sappi che io non ti lascerò mai. Non uscirò più da
questo loft se è questo che ti preoccupa. Starò sempre
con te.» la rassicurò Damon, accarezzandole i lunghi
capelli color cioccolato.
Alyssa avvicinò il viso a quello del vampiro, mentre il suo
sguardo vagava sui lineamenti perfetti di quella meravigliosa creatura
immortale.
Non si sarebbe mai stancata di ammirare quei bellissimi occhi di
ghiaccio, che però le trasmettevano così tanto calore.
Non si sarebbe mai stancata di intrecciare le dita tra quei morbidi capelli corvini.
Non si sarebbe mai stancata di accarezzare quelle guance così lisce, senza età.
Non si sarebbe mai stancata di baciare quelle labbra perfette, così delicate e dolci.
Non si sarebbe mai stancata, mai e poi mai, di amare Damon.
Avvicinò le labbra a quelle del vampiro, e lo baciò con
dolcezza e allo stesso tempo una punta di passione, mentre si metteva a
cavalcioni su di lui. Il moro la strinse a sé, mentre lei
indugiava con le mani al di sotto della maglietta, ed esplorava
insaziabile la schiena incredibilmente liscia e le spalle larghe del
vampiro.
Damon fece altrettanto, con più cautela visto ciò che era
successo in passato, finché Alyssa non gli tirò su la
maglietta; lui se la tolse più velocemente che mai, e
alzò un po' quella dell'umana, che gli fece poi cenno di
toglierla. Il vampiro stava ora ammirando le dolci curve del corpo di
Alyssa, messe in risalto dalla sua pelle chiara e senza imperfezioni.
La accarezzò, dal viso, scendendo lentamente fino al ventre,
seguendo il percorso della mano con lo sguardo per sincerarsi che
quella meraviglia fosse reale e non solo un frutto della sua
immaginazione. Spostò lo sguardo sul viso della ragazza, e la
vide per la prima volta davvero felice, rilassata e spensierata in un
momento intimo. La sua mano andò ancora più giù,
fino a raggiungere i jeans della ragazza, che sbottonò in un
attimo.
Alyssa si scostò da lui, e Damon pensò di aver sbagliato
qualcosa per l'ennesima volta, ma si dovette ricredere quando lei si
distese sul letto, e l'osservò dritto negli occhi con uno
sguardo colmo di desiderio e amore, mentre cominciava a tirarsi
giù i jeans sui fianchi sinuosi.
Lui continuò lentamente ciò che lei aveva iniziato, e
lanciò i jeans della ragazza dietro di sé, seguiti
un'istante dopo anche dai suoi. Si distese lentamente su di lei,
poggiando i gomiti sul materasso per non gravarle addosso, e la
baciò dolcemente, mentre i suoi fianchi premevano sul ventre
dell'umana.
I due ripresero brevemente fiato, e in quell'istante i loro sguardi
colmi d'amore e passione s'incrociarono facendoli sorridere beatamente.
«Non ti lascerò mai, piccola.» sussurrò
Damon, avventandosi poi sul collo della ragazza riempiendolo di baci e
carezze, mentre Alyssa cercava di trattenere un gemito senza successo.
In un attimo il vampiro le sganciò il reggiseno, lo
lanciò a fianco del letto, e continuò a baciarle ogni
lembo di pelle su di una scia immaginaria che portava fino al seno. Si
divertì per un bel po' a stuzzicare quella parte delicata
dell'umana con la bocca, mentre con le mani le accarezzava le cosce,
gustandosi le sue smorfie di eccitazione e i suoi sospiri profondi.
Continuò a baciarla, scendendo verso l'ombelico, e poi
proseguì verso la parte più sensibile di lei, liberandola
dall'ultimo stralcio di tessuto rimasto sul suo corpo.
Alyssa stava ormai stritolando le lenzuola tra le mani, in preda
all'eccitazione, quando Damon si staccò da lei, si tolse i boxer
a velocità sovrannaturale e tuffò le sue labbra su quelle
dell'umana. Si baciarono come fossero affamati di quel contatto,
carezzando l'uno il viso dell'altro, mentre il vampiro muoveva
sinuosamente i fianchi tra le cosce della ragazza, facendo eccitare
entrambi sempre di più, finché poi, con un tacito
accordo, s'immerse dentro di lei facendo gemere entrambi. Alyssa si
sentì piena, completa, e si gustò appieno quella
sensazione. Il moro continuò a muoversi dentro di lei, lo
sguardo l'uno nell'altro mentre ansimavano sempre più forte.
Continuarono a stringersi e rotolarsi sul letto, cambiando posizione e
ritmo diverse volte, finché il vampiro si ritrovò seduto
sul bordo del letto, lei a cavalcioni su di lui, con gli occhi
socchiusi, che si muoveva sensualmente su e giù.
«Aly….» sussurrò tra un gemito e l'altro il
vampiro «….io…» la baciò dolcemente, e
le morse teneramente il labbro inferiore «…..ti amo».
La ragazza dischiuse gli occhi senza però smettere di muoversi sulle gambe di Damon.
«Ti amo anch'io, Damon.» gli sussurrò mentre sfoderava un meraviglioso, beato sorriso.
L'umana aumentò il ritmo e strinse forte il vampiro a sé, mentre gli baciava e mordicchiava il collo.
I loro movimenti si fecero sempre più rapidi, i loro respiri
sempre più ansanti, i loro corpi sempre più caldi,
finché esplosero in un unico, intenso gemito. Si avvinghiarono
l'un l'altro cercando di soffocare gli spasmi provocati dall'immenso
piacere, e quando questi terminarono, Damon lasciò cadere la
schiena all'indietro, fino a sdraiarsi sul letto; Alyssa lo
seguì, appoggiandosi sul suo petto liscio. Il vampiro le
accarezzò i capelli leggermente arruffati, e le baciò la
fronte. Rimasero così per qualche minuto, nessuno dei due voleva
staccarsi dall'altro; d'un tratto, senza che nemmeno se ne accorgesse,
la ragazza si ritrovò sotto le coperte, ma nella stessa identica
posizione di prima, come se non si fosse mossa affatto. Alzò lo
sguardo verso quello del suo ragazzo, perché sì, ormai
era certa di poterlo definire così, e vide due bellissimi occhi
azzurri molto vispi, e un leggero ghigno sul suo volto.
«Essere un vampiro ha i suoi vantaggi» le disse, inclinando
appena la testa, poi le spiegò: «Mi piace stare
così, e tenerti stretta a me, ma ti sentivo tremare,
così….».
Alyssa però lo interruppe: «Non tremavo per il
freddo» sussurrò, mentre le sue guance avvamparono,
«Tremavo per i brividi….brividi di felicità.»
terminò la ragazza, e cercò di nascondere il viso
nell'incavo del collo di Damon, che la strinse a sé sorridendo.
Eccomi, ed ecco un altro capitolo! (Anche se, come avrete potuto notare, è diviso in due parti!)
Si procede lentamente……ma si procede, l'importante è questo!
C'è stato qualche momento di terrore in questo capitolo, ma per
fortuna tutto è andato a finire bene, anche meglio di come ci si
potesse aspettare! =P
Questo capitolo l'ho dovuto dividere in due parti perché
altrimenti sarebbe stato davvero troppo pesante e pieno…per cui
vi lascerò aspettare per la seconda parte, ma solo un po', visto
che per gran parte è già scritta!
Nel frattempo vi posterò delle foto (e qualche clip, se riesco a
farla! XD) sul Blog e sulla pagina Facebook (sotto vi lascio i link
ovviamente ;) ).
Ma…lo sapete che questa storia ha già un anno di vita?!
Ebbene sì, il primo capitolo l'ho pubblicato il 17 luglio del
2012!!! Per cui, voglio RINGRAZIARE IMMENSAMENTE tutti coloro che
l'hanno letta, e ancora di più tutti quelli che hanno continuato
a seguirla, nonostante le mie lunghe pause per cui mi scuso tantissimo!
La voglia di scrivere c'è, ed è tanta…ormai mi
sono innamorata di questa storia, è come se fosse una mia
piccola creatura =) Il problema è che manca il tempo materiale
per dedicarmici appieno! Spero comunque che mi perdoniate per questo!
Al prossimo capitolo (o meglio, parte) se vorrete!
Angolo link:
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