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Autore: CL_Kiki    19/07/2013    4 recensioni
Questa storia l'abbiamo scritta io e mia cugina! I B2ST sono la nostra band preferita e sono loro che ci hanno dato l'ispirazione!
"Due ragazze, un'opportunità per realizzare il loro sogno. Andra tutto bene o ci saranno degli imprevisti inaspettati?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano tutti intenti a festeggiare il grande debutto del nuovo gruppo.

Da quando erano tornati da Tokyo, Ki-Kwang si era deciso a parlar con Elena ma…tra il concerto in Spagna e poi la corsa per arrivare negli studi ,non aveva trovato un momento per affrontare l’argomento. Quando la vide allontanarsi da Han decise che era il momento giusto.

< Elena… hai un momento? >

Ki-Kwang fermò la ragazza che stava andando verso Jun

< Kiki…è successo qualcosa? >

< Devo parlarti, puoi seguirmi fuori un attimo? >

Sotto lo sguardo di Jun, i due si diressero verso una zona tranquilla e appartata, via da sguardi indiscreti.

< Kiki…che devi dirmi? >

< Si tratta del nostro accordo… – quest’affermazione scosse la ragazza che iniziò a preoccuparsi – Sono stato attento in questi ultimi giorni…ti ho guardata molto, e non solo io >
< Mi guardavi? Che vuoi dire con “non solo io”? >

< Elena – disse guardandola dritta negli occhi – è vero che Jun è il tuo ragazzo? >

< EEEEH??? Ma chi ti ha detto una simile cosa? >

< Dimmi: è vero o no? >

< …No, ma…siamo solo amici...o almeno credo >

< Che vuoi dire? >

< Beh…non è come prima. Ho seguito i tuoi consigli e mi sono aperta… >

< Capito. >

< Mi spieghi che volevi dire con quella domanda? >

Ki-Kwang osservò intorno, sentiva come se con loro ci fosse un’altra persona.

< Allora? > chiese insistendo

< Per ora andiamo. >

< Kiki! >

< Elena – porse un dito nelle sue labbra – parleremo….ma non ora, non stasera, non qui… - allontanò il dito dalle labbra - Domani…domani pomeriggio finito il lavoro, ti passerò a prendere >

< Domani? >

< Solo un giorno…solo per poche ore… >

< Ok…attenderò domani >

Rimasero per pochi attimi ad osservarsi in silenzio, infine rientrarono nel camerino continuando i festeggiamenti.
 

 

 

Il giorno seguente, Elena era impaziente di saper dove avesse intenzione di portala… per tutta la mattinata non pensava ad altro.


Giunsero finalmente le 5 del pomeriggio, l’ora in cui finiva abitualmente quando non vi erano riunioni o altri lavori da fare; Kiki era giù davanti l’entrata che l’attendeva.

< Ciao, Elena >

< Ciao Kiki…Allora, dove hai intenzione di portarmi? >

< Hangang Park >

< Ma, li sarà affollato >

< Troveremo un posto solo per noi. Vieni >

Titubante, la ragazza lo seguì sperando di non dover correre il rischio di esser visti.

Salirono in auto rimanendo in silenzio, creando un clima di tensione.

Arrivati, Ki-Kwang posteggio e si diressero all’interno del parco alla ricerca di un posto un po’ meno affollato, dopo un po’ di camminata si sedettero nella prima panca che trovarono libera. Di tanto in tanto si sentivano le risate di alcuni bambini che giocavano nelle altalene più avanti, ma era piuttosto isolato dal resto del parco…

< Sai una cosa? – disse Kiki per rompere la tensione – sai dirmi in nome del fiume che c’è più avanti? >

< Mmm…non ho idea, perché? >

< Si chiama come tua cugina… Han >

< No! Ma davvero? > esclamò incredula.

< Sisi… questo il parco si chiama per appunto Hangang Park >

< Beh, pensavo che era un nome scelto a caso… >

< Ogni cosa ha un suo perché nella vita… - si rivolse guardandola in viso – Anche noi…anche noi due abbiam avuto un perché in questa storia… >

< EH? Che vuoi dire? > chiese ricambiando lo sguardo

< Volevo fare un po’ il filosofo…ma non mi si addice. – sospirò – Beh… ti ho portato qui per parlarti, è giusto che incominci… credo ti sei accorta da sola del mio allontanamento >
< Si, ho notato. >

< … - si alzò dando le spalle – questo mio atteggiamento…ha un suo perché >
< Cioè? >

< …si tratta di Jun.>

< Che è successo con lui >

< Credo di essermi spinto fin oltre il piano…e di averlo istigato fin troppo… - fece un mezzo sorriso voltandosi a guardarla – Credo…anzi, è meglio finirla qui… >

< Ti riferisci al piano? >

< Volevamo raggiungere questo. No?! Arrivare al punto di avvicinarvi in modo da conoscervi e confessare i vostri sentimenti >

< Si, avevamo deciso questo… >

< Oggi ti ho portato fin qui per smettere di fingere ed essere normali amici. >

< Ma noi siamo sempre stati amici >

< Si…è vero, siamo solo stati amici…niente di più > abbassò lo sguardo.

< Allora spiegami una cosa >

Elena si alzò mettendosi davanti il ragazzo osservandolo dritto negli occhi.

< Cosa? > le chiese

< Perché da un paio di giorni ti sei allontanato? Se siamo sempre stati amici…perché adesso ti sei allontanato da me? >

< Perché conosco Jun…conosco il suo temperamento. >

< E con questo che vuoi dire? Che non potremmo mai più vederci, ne sentirci? >

< Jun è un ragazzo molto geloso delle persone cui tiene maggiormente. Non voglio dire che è possessivo, ma voglio solo evitare che il gruppo possa risentirne di questa tensione in futuro… credo che già siano preoccupati per tutto questo >

< Ma io non voglio >

< Cosa??? > la guardò incredulo.
< Non voglio perderti… Sei stato l’unico ad offrirmi il tuo aiuto, a farmi capire che posso andare avanti. Lo so… l’hai fatto in un modo insolito, ma sei stato vicino quando più ne avevo di bisogno…. Io ci tengo a noi >

Prese le sue mani stringendole alle sue, quel gesto rese Ki-Kwang stupito, sorpreso ma anche se…

< Per ora lasciamo che le cose vadano così – tolse le sue mani abbassando lo sguardo – Per ora è meglio così, in modo tale da non creare altri problemi. Dopo tutto dobbiamo ancora parlarne con Jun di questa storia. >
< Ki…Kiki… >

Ki-Kwang le sorrideva, ma aveva come la sensazione che dietro a quel sorriso…si nascondeva qualcosa di cui il ragazzo non voleva parlarne, come di un segreto che non voleva rivelare per evitare complicazioni.

< Quindi per noi… - disse avvicinandosi verso la ragazza - …è giunto il momento di porre fine a questo accordo >

Si trovò faccia a faccia con il suo volto, Elena sentì come un batticuore…rimase ferma, quasi inerte davanti al suo sguardo mentre il ragazzo si avvicinò alle sue labbra rubandole un bacio, un piccolo bacio

Poteva spostarsi, poteva evitarlo…ma non lo fece.

< Ti riaccompagno a casa > le disse a fior di labbra

Il suo volto era rosso per l’imbarazzo per ciò che era appena successo, nella sua mente cercava di darsi una spiegazione mentre pensava a Jun; già che avrebbe potuto pensare Jun se nel dire non solo che il rapporto con Ki-Kwang era solo una finzione ma che l’aveva persino baciata?

Si diressero verso la macchina, salirono e per tutto il tempo non faceva che ripetersi in testa la domanda.

Le cose si erano complicate, le erano sfuggite dal controllo: da una situazione semplice adesso si ritrovava in una tela di ragnatela e non riusciva a scappare…

< Siamo arrivati >

Erano giunti fin sotto il suo appartamento senza che se ne accorgesse.

< Mh…ok >

Con sguardo quasi assente, prese la sua borsa e scese dalla macchina.

< Elena – la fermò – Per quel bacio… - nel dir quella frase, il volto di Elena divenne sempre più rosso – vedi… Non ha…non ha significato niente. Non crearti problemi d’ora in poi. Non avresti motivo….è stato solo un modo per dir addio… >

< Un…addio? > lo guardava perplessa per quell’ultima affermazione.

< Non farti troppi problemi. Dimenticalo…pensa solo ai tuoi sentimenti… Vai e confessa tutto! Ti meriti di esser felice ora che hai fatto chiarezza in te >

Ki-Kwang aveva il suo solito sorriso, ma ora Elena ne era più consapevole…quel sorriso nascondeva qualcosa, qualcosa che se avrebbe saputo avrebbe comportato problemi ulteriori.

Abbassò lo sguardo ed annuì prima di scendere dalla macchina e vederlo andar via nell’oscurità che stava scendendo nella città.

“ Le cose si fanno sempre più interessanti – nascosto in penombra, Siwon era seduto in sella alla moto con indosso ancora il casco. Aveva pedinato i due ragazzi fin dalla loro uscita dalla CUBE e assistito a tutta la scena nel parco. Prese la sua macchina fotografica che teneva stretta con il lacco al collo – Chissà cosa ne penserà Jun quando mostrerò questa foto… ”
 

 

Arrivato nell’appartamento, Ki-Kwang si sdraiò nel divano cercando di allentare la tensione accumulata in quella settimana.

< Va tutto bene? > Hyun si sedette accanto al ragazzo

< Mmm…si, si diciamo di si >

< Perché? Ti è successo qualcosa? >

< Niente di preoccupante – chiuse gli occhi – ho solo smesso di recitare una parte >

< Che?? Stavi girando un drama senza dirci niente? > domandò Dong che era appena uscito dalla doccia e si era recato nel salone.

< Una specie…ma adesso è tutto finito… - riaprì gli occhi e si alzò dal divano – Sapete dove sia Jun? >

< Dovrebbe essere di ritorno – rispose Hyun – aveva del lavoro da fare >

< Capito. Beh…quando ritorna fatelo venire nella mia stanza – disse recandosi verso il corridoio – ho una cosa che devo dirgli… >

Uscì lasciando Dong e Hyun confusi da quella sua frase.

Aprì la sua stanza completamente al buoi e orientandosi con la poca luce che entrava dalla finestra si sdraiò nel letto con sguardo rivolto verso il soffitto ripensando agli ultimi mesi, a ciò che era successo da quando Elena era entrata a farne parte.

“ Perché sono arrivato a questo? …Cosa è successo in questi ultimi giorni che mi ha portato a questa situazione? … Dove ho sbagliato!!! – fece un lungo sospiro prendendo il cuscino posizionandolo sopra il viso – Perché mi sono messo in mezzo a tutta questa situazione! Perché di tutte quelle che ho incontrato proprio di lei dovevo innamorarmi! ”
 

 

Elena era seduta nel letto in camera sua, quell’appartamento così vuoto.

Pensava alle parole dette da Kiki e a quel bacio: avrebbe dovuto dirlo a Jun ma…già le era complicato affrontare il discorso di quel piano ideato, figuriamoci tutto il resto!

Fece un lungo sospiro prima di sdraiarsi a peso morto su quel letto enorme. Fissò per un attimo il soffitto, poi si voltò di mezzo lato posando gli occhi sulla rosa rossa regalatagli da Jun.

Non aveva fatto caso ma…quell’idea di metterla nel vaso sopra il cassettone era sicuramente opera di Hannah.

“ Che carina…che dolce che è stata Han ad occuparsi della mia rosa… - poi rifletté – Dove sarà la mia bestiolina? ”

Si alzò facendosi forza sulle braccia, la stanza era in penombra. Accese la luce della bagiù e iniziò a cercarla…lo vide, era posizionato nel divanetto vicino al cassettone.

Rise nel vederlo.

Si alzò dal letto, si recò li vicino. Aprì il primo cassetto e tirò fuori una coperta; l’avvicinò al viso ed annusò.

“ Sa ancora del profumo di Jun – si avvolse intorno ad essa, prese il pupazzo in mano e si sedette nel divano. Osservò la rosa stringendo a se le cose più care che aveva – Questa è la coperta che mi sono portata da Dubai…non capivo… o meglio, non volevo rendermene conto ma…fin dal primo incontro…si fin dal primo momento che i miei occhi hanno visto i tuoi, ho iniziato ad innamorarmi di te ”

Si addormentò così, lasciandosi trasportare dai ricordi che le riaffiorarono nella sua mente portandola ai primi momenti trascorsi con Jun.
 

 

< Sono ritornato >

Jun era stanchissimo. Aveva lavorato fino a tardi negli studi per la canzone che aveva realizzato; da una settimana non aveva potuto lavorarci su per iniziarla ad incidere e trovar i giusti effetti voluti e gli toccava velocizzare.

< Finalmente di rientro – disse Dong vedendo il ragazzo distendersi nel divano – ti davamo per disperso, sai? >

Jun era senza energie, lo guardò semplicemente.

< Almeno hai cenato? > chiese Doo avvicinandosi

< No, ma adesso mi vado a rilassare con una bella doccia calda e poi a letto…voglio solo riposarmi >

Così dicendo, prese le sue cose dirigendosi prima nella sua stanza a poi nel bagno.

< Sta lavorando così duramente – affermò Doo – ma deve mangiare. Gli preparo qualcosa >

< Ti aiuto, ti aiuto > disse sbucando dal nulla Seob.

< Quando si tratta di Jun, fai la qualsiasi > disse Dong intento a cambiare canale

< Perché a lui ci tengo tantissimo! Mi ha sempre aiutato fin dall’inizio. >

< Sarà…ma sembri quasi il suo cagnolino. Così fedele >

< Naaah! Non è vero! >

< Lascialo star Dong. – Doo si avvicinò al ragazzo – Andiamo Seob. Facciamo qualcosa di buono >

Doo fece un gran sorriso mentre si dirigevano nella cucina.
 

 

Finita la doccia, Jun avvolto nell’accappatoio si diresse nella stanza.

Una bella doccia calda dopo una dura giornata, preceduta da una settimana stressante, gli ci voleva.

Dopo aver messo il pigiama si distese nel letto ascoltando un po’ di musica.

Ripensò agli ultimi giorni: erano stati segnati da un gran fatto…finalmente era riuscito a trascorrere più tempo con Elena.

Ricordò uno ad uno tutti i momenti con lei, ricordando il suo sorriso. Alla fine era riuscito a farla sorridere, proprio come si era ripromesso.

Non importava che stava con Ki-Kwang, gli interessava la sua felicità anche se un po’…

“ Solo adesso sono riuscito a farti sorridere. Desideravo esser io l’unico ad esserselo… l’unica persona che ti avrebbe fatto dimenticare il tuo passato. Ma invece… ”

Il fatto che aveva preferito Ki-Kwang un po’ gli creava rabbia, ma come poteva impedirgli di stare insieme?

No, preferiva amarla in silenzio piuttosto che mettersi fra loro due.

Prese il cellulare, si recò nella cartella dei messaggi salvati…erano tutti di Elena.

Lesse quelli che precedevano la sua partenza per la Spagna, gli aveva ripromesso che avrebbe ricambiato il gesto per il regalo ricevuto.

Scrisse un messaggio, premette invio.

Ascoltando i brani uno dopo l’altro, attendeva un messaggio di risposta ma lentamente i suoi occhi si chiusero ricordando l’ultima sera a Tokyo, quando si trovò a dormire fra le sue braccia.

La porta si aprì, lentamente Seob entrò. Si avvicinò nel suo letto, osservò il suo volto…il suo volto sereno e felice.

Decise di lasciarlo riposare, era entrato per portargli la cena che aveva preparato con Doo ma preferì di evitar di svegliarlo…non lo vedeva così felice da molto tempo ormai.

Si diresse nella cucina dove Doo, Hyun e Dong erano intenti a far uno spuntino di mezzanotte.

< Ehi! Che fate tutti qui! > esclamò Seob

< Abbiamo fame! > rispose Dong intento a riscaldarsi un pasto precotto.

< Sembra che non mangi da secoli > disse ironicamente Hyun

< Ma Jun? > chiese Doo

< Dorme come un angioletto >

< Jun che riposa sereno?? > disse mentre stava per mangiare Dong

< Deve essergli successo qualcosa in questi giorni > affermò Hyun

< Ragazzi – disse entrando Kiki – ma state facendo una serata party? >

< Ti vuoi aggiungere anche tu? > chiese Doo

< No, sono venuto per bere un po’ d’acqua. Di cosa stavate parlando prima? >

< Di Jun che riposa beato > rispose Seob mentre era intento a posar la cena che aveva preparato per il ragazzo

< Ma quando è rientrato?? Vi avevo chiesto di avvisarmi >

< Mmm…è venuto circa un’ora fa. Voleva riposarsi, non ha neanche mangiato > disse Doo

< Che sia perché è innamorato? > domandò Seob

Dong, Doo e Hyun si scambiarono un’occhiata prima di guardare Kiki che stava versando l’acqua nel bicchiere.

< Mah. Chissà! Comunque, non so voi…ma io comincio ad esser stanco. Ragazzi a domani! > disse Seob andando nella sua stanza

< Mh! Che avete da fissarmi? > chiese Kiki

< Oh! Niente niente, non farci caso > cercò di giustificarsi Doo

< Sarà! – posò il bicchiere nel lavandino – Vado anch’io, sono stanco. A domani >

I ragazzi rimasero da soli.

I loro sguardi che si scambiarono avevano detto tutto: se Jun era innamorato, l’unica non poteva che essere lei: Elena.
 

 

Il display del cellulare lampeggiava insistentemente, ma Elena dormiva serena avvolta nella sua coperta.

La stanza era solo illuminata dalla luce della bagiù, una luce tenue.

Il suo volto era sereno, sicuramente stava sognando Jun o ricordando i giorni passati con lui.

Dolcemente, aprì gli occhi. Il sogno che aveva fatto le aveva lasciato un dolce sorriso.

Decise di alzarsi per distendersi nel letto, prese la coperta e il pupazzo…quella sera non voleva separarsi da loro.

Qualcosa attirò la sua attenzione, era il cellulare. Lo prese e si accorse di aver ricevuto un messaggio.

Lo lesse. Era da parte di Jun, il suo cuore cominciò a trepidare.

Si mise sotto le coperte, si sistemò accuratamente ed iniziò a leggere:

 

Mi stavo domandando : Ma hai sempre l’idea di ricambiare al mio regalo?

Stavo pensando a qualche cena fuori, se sei libera ”

 

Non credeva fosse vero, non credeva a ciò che aveva letto: un appuntamento, Jun le stava proponendo un appuntamento.

Presa dalla gioia cercò mille modi per come potergli rispondere…ma non lo fece.

Non perché non volesse, ma si addormentò pensando alla felicità che provava in quel momento e come poter fargli capire quanto stava aspettando tutto ciò.

Il mattino giunse, e quando riaprì gli occhi si rese conto di aver dimenticato di rispondere al suo messaggio.

Cercò di potar il battito cardiaco nella “normalità” ma non ci riuscì, come del resto non aveva la più che minima idea di come rispondergli.

Non voleva essere diretta con un semplice “si”, ma voleva qualcosa che gli dimostrasse che ci teneva a quell’uscita.

Infine decise che un messaggio non le fosse bastato…era meglio cercar di farlo di presenza, anche se…c’è da metter il conto dell’imbarazzo, ma era qualcosa che doveva superare; si doveva superare.

Si preparò per recarsi in ufficio, era una giornata come tutte le altre tranne di un fatto…

Si stava recando alla CUBE come faceva abitualmente ogni giorno, non aveva notato che il tempo stava cambiando: delle nuvole cominciarono ad offuscare il cielo.

Per tutto il giorno sbrigò le sue faccende, e quando ebbe finalmente del tempo libero nel cercarlo…ecco la notizia che non si sarebbe aspettata: quel giorno i B2ST avevano un servizio su una rivista.

Durante la pausa pranzo si ritrovò da sola, sia i B2ST che sua cugina erano impegnati con il lavoro…le sembrò come se l’avessero isolata.

Ritornò nella sua scrivania, prese quei fogli e iniziò a leggerli: ormai anche il suo lavoro li stava per concludersi.

Come sempre alle 6 terminò e s’inchinò salutando il suo team.

Prese la borsa recandosi davanti l’ingresso, fu solo all’ora che si accorse di avere un piccolo problema: fuori stava piovendo, ed anche abbastanza forte.

< Cavolo, ci mancava solo questa. Ed ora? – osservò il cielo, le nuvole erano molto compatte tra loro, non accennava a diminuire – Mi sa tanto che dovrò attendere qui. >

Attese, attese seduta nella sedia dell’ingresso per circa mezz’ora ma la pioggia non cessava.

< E tu che ci fai qui? >

Fu colta si sorpresa, seduta osservando la pioggia che scendeva, stava pensando ad un modo per andar a casa. Guardò alla sua destra per osservare la persona che, ferma quasi a pochi passi da lei, le porse la domanda.

< Non dovevi essere a casa? >

< EEEEH??! Potrei farti la stessa domanda! Non dovevi essere con i ragazzi? >

< Avevo del lavoro da fare qui, ho preferito rimanere >

Jun si avvicinò sedendosi accanto alla ragazza.

< Stai componendo la base musicale per poi inciderla? >

< Si, stiamo migliorando gli accordi ed adattarla alle nostre tonalità. Tu – disse guardandola – invece dovevi essere a casa >

< Oh...ecco. Non ho con me l’ombrello… - disse arrossendo – Aspetto che passi >

< Allora ti direi di sistemarti comodamente, ne avrà ancora per molto >
< Come?? >

< Dovresti saperlo che il nostro clima è diverso dal vostro. Qui cade molta acqua quando ci avviciniamo al cambio di stagione, e poi…non so te, ma comincia anche a far un po’ di freddo per uscire in modo leggero come fai te >
< Mi ero informata ma non credevo che fosse così diverso. >

< La prossima volta porta sempre un ombrello con te. >

< … - sospirò – ora che lo so, lo farò senz’altro >
< Avanti – si alzò dalla sedia invitando la ragazza – Ti riaccompagno a casa >

< Davvero? – lo guardò con occhi pieni di gratitudine – Ti ringrazio >

< Devo far comunque quella strada per tornare, saresti di passaggio >
< Oh, quindi lo fai solo per questo? > cambiò espressione

< Tsk. Che credevi >

< Ed io che… - sospirò nervosamente - lasciamo perdere >

Jun osservò il suo volto infastidito da quell’affermazione, non poté far a meno di ridere.

< Che hai da ridere in quel modo? >

< Andiamo. Si sta facendo tardi >

Prese la sua mano portandola vicino a se, uscirono fuori e prese il suo ombrello.

< Ma, non avevi detto che avevi la macchina? >

< … - la guardò – Certo, solo che l’ho lasciata fuori dal garage. Tieniti vicina a me, se non vuoi rischiar di bagnarti >

Fecero una piccola corsa sotto l’ombrello prima di entrar un po’ bagnati in macchina.

Jun accese e partì, era molto vicino l’appartamento ma con quel traffico ci impiegarono un paio di minuti.

< Mi raccomando, fatti sempre una doccia calda se non vuoi rischiar di prenderti qualche malanno. Mi dispiace che un po’ ti sei bagnata >

< Figurati, anzi ti ringrazio per il passag… > ma si fermò, portandosi le mani davanti la bocca spalancando gli occhi.

< Uh? Che succede? >

< Adesso sono doppiamente in debito con te. >

< Sono sicuro che troverai un modo… >
< Jun… - il ragazzo si voltò a guardarla – …per la cena…invece di mangiar fuori, ti andrebbe… - arrossi, portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio e rivolgendo lo sguardo verso il basso – ti andrebbe se…ecco >

< Mh? Che stai cercando di chiedermi? > osservandola addolcito dalla sua timidezza

< Beh….ecco… ti andrebbe di salire da me? Cioè… ti preparo qualcosa io… >
La proposta lo rese felice, cercò di non farlo vedere ma…sotto quell’aria tranquilla nascondeva una grande gioia.

< Mmm…lasciami pensare > disse distogliendo lo sguardo
< Se…se non vuoi io… >

< Dove potrei posteggiare? > osservava la strada dietro i finestrini

Quella domanda la rese felice, al settimo cielo.

< Dentro – Jun la guardò – li dentro c’è il garage per i condomini. Ognuno ha un posteggio riservato, io non lo uso mai perché non ho la macchina, ma nel contratto mi spetta in quanto è compresa nella quota dell’affitto. >

Entrò dentro il garage al coperto, posteggiarono, scesero dalla macchina e si diressero nell’ascensore fino al 10 piano.

Non era molto spazioso e si ritrovarono a stretto contatto.

< Ora che ci penso – disse ad un tratto Jun – ma come fai a stare al 10 piano se soffri di vertigini? >

< Ehm…cerco di non affacciarmi > rispose sorridendo

< Non facevi prima a chieder di spostarsi verso piani inferiori? >

< Non volevo crear disturbo…. Siamo arrivati >
L’ascensore arrivò, si ritrovarono davanti la porta; entrando Elena chiese se voleva asciugarsi un po’, ma il ragazzo preferì sedersi nel divano nel mentre Elena decise di cambiarsi...

< Bene… cosa vuoi che ti cucini? > chiese entrando nel salotto.

< Il piatto che meglio ti riesce >

< Ehm… - disse portandosi l’indice sul lato della fronte – ecco…per farlo ho bisogno di ingredienti che non ho… >

< Mh? Che ti serve? >

Si recarono in cucina, aprirono la dispensa…era quasi una desolazione.

< Aaah! – Jun fece un lunghissimo sospiro – Prima di invitare a cena, accertati di aver abbastanza cibo a casa >

< Scusa > disse con la testa china, il broncio e sbattendo l’un con l’altro gli indici.

< Vediamo un po’ cosa potremmo cucinare… >

< Ma dovevo farlo io >

< Eh?! – disse osservandola – Se lascio fare a te…chissà quando e SE mangeremo! – prese più cose che poteva e le dispose sul tavolo della cucina. Osservò con attenzione le scatole ed aprì il frigo. – Le verdure ci sono, la carne c’è…bene – si voltò a guardarla – faremo un piatto semplice. >
< Cioè? > disse inclinando leggermente la testa

< Non è difficile da preparare, anche una dilettante saprebbe farlo. Cucineremo la carne e verdure. Prepareremo questi – indicando la “pasta” – e salteremo tutto nella padella. >

< Io…non ho idea di cosa dovrei fare! > disse sorridendo timidamente.

< Non mi stupisce la cosa… Osserva me…nel mentre che aspettiamo che la carne si scongeli, prepariamo la verdura. >

Elena si affiancò al ragazzo che prese un coltello e iniziò a tagliare le verdure passandole poi dentro la padella.

Preparò la pentola per cuocere la “pasta” aspettando il momento di ebollizione, era molto attento ad ogni dettaglio…Elena ne rimase incantata.

< Wao! – esclamò – Non ti facevo così bravo >

< Che credevi? Fin da ragazzo mi hanno insegnato a cucinare. Mi sono sempre dato da fare >

< A che età hai iniziato? >

< Mmm…13. Dal primo anno di liceo. Tu? >
< Beh…se sapere la cottura della pasta e fare cose semplici come una semplice fetta di carne impanata è cucinare, allora ti dico 14… Ma effettivamente ho iniziato a 18 anni >

< Chissà perché la cosa non mi meraviglia… - poi l’osservò – Mi spieghi una cosa? >

< Certo, dimmi >

< Ok, ti avevo detto che se cucinavi tu non avremmo mai cenato…ma… >

< EH? >

< Sto facendo tutto io. Direi che potresti aiutarmi, no?! Inizia a prendere una piastra per far la carne >

< Giusto, hai ragione >

Tra una chiacchera ad un’altra, finalmente erano giunti ad avere qualcosa di pronto.

Nel mente che Jun pensava a saltar tutto nella padella, Elena era intenta a preparare la tavola; prese una tovaglia, la sistemò ed iniziò a portare posate, bicchieri, acqua e…non poteva mancare la coca-cola.

Tutto fu servito e pronto…non restava che cenare.

Jun fece sedere Elena difronte, posizionò le fette di carne davanti alla ragazza e gli passò il piatto di spaghetti.

< Sembra così tutto buonissimo >

< Sembra? – disse sedendosi – Assaggia, e poi dimmi come ti sembra >

Elena prese le sue posate ed iniziò a mangiare.

< Allora? – ma non ebbe risposta. Elena aveva gli occhi che le brillavano – Che significa quello sguardo? >
< Jun… - disse osservandolo – io ti invidio >

< Eh? > era stupito per quell’affermazione

< Ti invidio…sai…sai cucinare meglio di me! >

< Solo per questo? – prese con le bacchette una fetta di carne – Non ci vuol un genio per cucinare. Se vuoi…posso farti da maestro >

< DAVVERO? LO FARESTI? > si portò la forchetta sulle labbra con sguardo da gratitudine

< Si…ma sempre se poi ricambierai facendo qualcosa per me >

< Farò tutto quello che vuoi >

Jun rimase a guardarla, mentre felice completò la sua porzione di cena.
 

 

< Bene, e con questo ho finito >

Elena, dopo aver sistemato tutti i piatti puliti dentro la vetrina, raggiunse Jun nella stanza accanto.

< Jun, che stai… >

Il ragazzo si era addormentato seduto appoggiando la testa sul lato destro della spalla.

Elena si avvicinò senza far rumore, si piegò sulle gambe e rimase a fissarlo per qualche attimo…era così carino.

Sorrise, si rialzò e, recandosi nella sua stanza, prese dall’armadio la sua adorata coperta.

Rientrò nel salone e coprì così Jun, lo fece molto delicatamente, non voleva svegliarlo.

< Com’è carino quando dorme… - disse a bassa voce sorridendo – Mi piace sempre di più…. >

< Chi ti piace? >

Elena rimase a bocca aperta, Jun era sveglio.

< M-M-MA TU…. Non stavi dormendo? > disse sorpresa.

< Tenevo gli occhi chiusi… - li riaprì, vide davanti a se la ragazza che, piegata sulle ginocchia, era ad un passo da lui – Dicevi? >

< Eh?...Cosa?... I-I-Io…ecco…. >
Era terribilmente imbarazzata…aveva sentito tutto, ammettere i suoi sentimenti era proprio quello che voleva…ma in quel modo…in quel momento…si sentiva come un calore provenire da dentro, le sue guance arrossirono.

Stava quasi per allontanarsi da quella situazione ma Jun fu più veloce di lei.

< Non mi scapperai più… - era serio, guardava il suo volto che era rimasto pietrificato – Adesso mi spieghi perché hai detto quella frase…e non inventarti scuse. >

La teneva stretta a se, così stretta che la ragazza non sapeva come liberarsi…voleva sfuggire, nascondersi per la troppa vergogna che sentiva.

Abbassò lo sguardo, Jun strinse ancora di più…doveva arrendersi, doveva parlare…non poteva più tirarsi indietro.

< …Jun… - con voce fina e timida - …tu…mi… - chiuse gli occhi mentre il viso era diventato rosso - …tu mi… >

Ma non riuscì a continuare, il ragazzo allentò la presa.

Ormai era diventato palese, ciò che stava per dir l’aveva sempre sognato…ed adesso era diventato reale.

Lasciò la presa sul suo corpo, si sistemò nel divano e cominciò a pensare.

Elena si ritrovò seduta per terra davanti a lui con occhi increduli. Ora che stava trovando il coraggio di parlare lui si era fermato.

< …Jun...non capisco… >

< Scusa. Mi dispiace. Ho sbagliato tutto – si alzò dal divano recandosi verso la porta d’ingresso – Perdonami. Per un attimo ho pensato solo… >

Elena lo fermò stringendogli la mano.

< Per favore. Non andartene >

Basito per quell’atto, si voltò verso lei che stringeva entrambe le mani alla sua tenendo il volto verso il basso.

< Non devi essere tu a scusarti…ma io >

< Non capisco >

< Jun…tu mi piaci >

Quelle sue parole si ripetevano di continuo nella sua testa, le aveva appena detto quello che voleva sempre sentirsi dire…per l’incredibilità non riusciva a credere che fosse realmente successo.

< Tu mi piaci…ma… >

Quel “ma” lo fece ritornare alla realtà…

< Ma ami Ki-Kwang… >

< No!... – questo fece spalancar gli occhi del ragazzo che si trovò spiazzato dall’incredulità – Jun… Devo dirti una cosa…quando la sparai…mi auguro che non te la prenda >

Il ragazzo seguì Elena sedendosi nel divano ed una volta seduti, le raccontò dall’inizio il piano ideato da Kiki.

Elena si ritrovò con lo sguardo fisso su Jun che, invece, osservava il pavimento con sguardo tra l’incredulità e l’assurdità.

< So…so che tutto questo ti sembra una pazzia senza senso…ed effettivamente un po’ lo è. Ma un suo perché l’ha avuto. >

< Allora spiegalo… - disse osservandola – Spiegalo, perché in questo momento non credo di capirti >

< Quando ho accettato questo lavoro stavo con un ragazzo che ho amato moltissimo. È stata la prima storia seria in tutta la mia vita. Ma le nostre strade si separarono per motivo legati al lavoro. All’inizio stavo per rifiutare questa proposta di lavoro, ma sentii che non dovevo…che sarebbe stato un grande sbaglio…un gran rimorso che mi sarei portata per tutta la vita. Mi dedicai pienamente a tutte le trattative, giungendo fino al nostro incontro. Quella sera…quando ti vidi insieme agli altri, avvertì una strana sensazione. Anche se cercai di evitarti all’inizio, non facevo che averti accanto… in qualsiasi momento, eri sempre li, vicino a me. Ne fui attratta…ma non potevo, mi dicevo, non poteva succedermi questo. Non così in fretta. Come avrei potuto dimenticarmi dei sentimenti che ancora sentivo per il mio ex e provarne altri verso di te. No…questo lo rifiutavo. L’unico che capii tutto fu proprio Kiki. In quel giorno, l’ultimo giorno a Dubai, dentro l’acquario lui mi promise di essermi vicino in qualunque situazione, ma non poteva aiutarmi se prima non accettavo questo mio cambiamento. Arrivati poi qui, una vita nuova, una nuova città, da sola…era tutto nuovo, l’unica cosa che volevo era solo una persona che mi fosse stata vicina…. >

< Ed è per questo che ti avvicinasti a Kiki >

< …volevo tanto che fossi stato tu, ma…ogni volta che provavo tu mi respingevi…e fu in uno di quelle occasioni che Kiki mi propose quell’assurda messa in scena… Ma adesso… le cose sono diverse. >

< Perché? >

< Per il semplice motivo che questi sentimenti che provo non sono dovuti al fatto di volermi aggrappare ad una persona. Non volevo stare con te per dimenticar il dolore di una separazione…. Volevo che fossero dovuti al fatto che senza di te…io… - addolcì lo sguardo - …senza di te, io non so starci. >

Jun aveva sentito tutto collegando ogni cosa, tutto quello che era successo adesso aveva un suo perché…ma…

< Non capisco perché sei dovuta arrivare a tutto questo… ok, capisco che non volevi star con me per dimenticarti lui, ma arrivare a tanto… non puoi lontanamente immaginare cosa ho dovuto provare…quanto mi hai fatto penare… Ogni volta vederti avvolta dalle sua braccia, era una pugnalata… >

< Ti chiedo scusa >

Il suo volto era quasi in procinto di piangere, voleva sprofondare, scappare…da tutta quella scena.

< Chiedere scusa…sai che non basta… >
< lo so. – aveva il volto triste rivolto verso il basso – Capirò anche se non vorrai più ne vedere, ne sentire… >

< Elena – le toccò la guancia con la sua mano – hai provocato molte sofferenze…non ti basta chiedere semplicemente scusa pretendendo quasi il mio perdono…. – la ragazza non riusciva a guardarlo negli occhi – Dovrei fartela pagare, se fosse esattamente come tu immaginavi…mi sarei dovuto alzar e lasciarti qui…seduta stante. Ma come vedi, io sono ancora qui… non ti chiedi perché? >

< …si… >

< Perché ci tengo a te. – quella semplice frase illumino i suoi occhi – dovresti averlo capito. L’esserti accanto nonostante credevo stessi con Kiki non mi ha allontanato da te. Come avrei potuto! Non sai quanto lo desideravo, quanto desideravo odiarti piuttosto che soffrir nel vederti con lui…ma bastava averti accanto, vedere il tuo sorriso, sentire la tua risata…da alleviare le mie sofferenze. – Si trovò stretta a lui, avvolta nella coperta – Io lo so che questa è la coperta che ti misi quella sera nel balcone dell’albergo a Dubai, ho riconosciuto le sigle che sono incise verso il basso. Se davvero tieni a me…a noi...giurami che quello che c’è stato tra te e Ki-Kwang era davvero una finzione... >

< …È stata solo una bugia…nient’altro che una bugia…perdon… >

Jun la strinse a se, più che poteva…
< Allora cancelliamo tutto…ricominciamo dall’inizio…come se niente fosse successo…riscriviamo la nostra storia….da questo momento… Elena…io voglio stare con te >









Ciao a tutti! :D Come state? Spero bene :3 

Ecco il nuovo capitolo >< 
Oggi non so che scrivere çç 

La mia mente si è svuotata a causa del caldo *si sventola*

AVETE SENTITO SHADOW?!

L'adoro. E' indescrivibile *^* Secondo me è la miglior canzone dell'anno per non parlare del concept dark che riporta a Shock ç___ç
Sono così felice ç^ç


 

   
 
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