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Autore: Beauty    20/07/2013    8 recensioni
Nel mondo delle favole, tutto ha sempre seguito un preciso ordine. I buoni vincono, i cattivi perdono, e tutti, alla fine, hanno il loro lieto fine. Ma le cose stanno per cambiare.
Quando un brutale omicidio sconvolge l'ordine del Regno delle Favole, governato dalla perfida Regina Cattiva, ad indagare viene chiamato, dalla vita reale, il capitano Hadleigh, e con lui giungono le sue figlie, Anya ed Elizabeth. Attraverso le fiabe che noi tutti conosciamo, "Cenerentola", "Biancaneve", "La Bella e la Bestia"..., le due ragazze si ritroveranno ad affrontare una realtà senza più regole e ordine, in cui niente è come sembra e anche le favole più belle possono trasformarsi nel peggiore degli incubi...
Inizia così un viaggio che le porterà a scoprire loro stesse e il Vero Amore, sulle tracce della leggendaria "Pietra del Male" che, se nelle mani sbagliate, può avere conseguenze devastanti...
Il lieto fine sarà ancora possibile? Riusciranno Anya ed Elizabeth, e gli altri personaggi delle favole, ad avere il loro "e vissero per sempre felici e contenti"?
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hooked

 
New York, ore 8:30 p.m.
 
- No…no, mamma, non so quando torno…potrebbe volerci una settimana, o forse due…- Jones scoccò un’occhiata nervosa a Hadleigh, il quale tuttavia continuò a fissare la parete di fronte a lui, senza curarsi di nascondere impazienza e nervosismo. L’agente strinse la cornetta del telefono pubblico fra le mani, sentendole sudate.
- Non ti preoccupare, ho tutto quello che mi serve…no…non posso dirtelo…cose di lavoro, è importante…!
Hadleigh prese a camminare nervosamente su e giù per il vicolo buio in cui si erano rifugiati. Erano parecchio distanti dalla centrale di polizia, quasi in prossimità del molo. Avevano percorso l’intero tragitto in metropolitana, approfittando del poco vantaggio che era stato loro concesso. Crawford era ferito, e se erano fortunati era finito in ospedale – morto, no, non era morto, Hadleigh si rendeva conto fin troppo bene di aver sparato un colpo così a caso che era già una gran cosa aver ferito il procuratore. Questo, comunque, avrebbe contribuito a ritardare la notizia e di conseguenza il mandato per il loro arresto. E poi, lavorava in polizia da più di vent’anni, e sapeva benissimo che per iniziare una caccia all’uomo sarebbe occorso del tempo per avvertire le volanti già in servizio e prepararne altre.
E in ogni caso, di certo Crawford non avrebbe avuto vita facile, se il suo intento era quello di catturarli. Non doveva dimenticare che il suo era un reparto segreto della polizia. Erano ben pochi quelli che erano a conoscenza della verità, e ancora meno quelli su cui il procuratore poteva contare. Anche lui nascondeva qualcosa e di conseguenza doveva stare attento a non farsi scoprire. Se avesse spifferato la verità, da un lato l’avrebbero preso per pazzo, e dall’altro per incriminare due poliziotti così su due piedi avrebbe dovuto giocoforza scomodare i pezzi grossi della CIA o dell’FBI, oppure i vertici della DEA. Non gli conveniva. Molto probabilmente avrebbe condotto delle indagini coinvolgendo pochi agenti, e certamente sottobanco, senza destare troppo clamore.
Questo avrebbe concesso loro un discreto vantaggio.
- Sì…sta’ tranquilla…no, va tutto bene, davvero…se ti serve qualcosa chiama Bobby, d’accordo? Ciao, mamma…
Con sua somma gioia ed estremo sollievo, Jones riattaccò; Hadleigh roteò gli occhi: il solo contenuto di quella telefonata era ridicolo – ma andiamo, un uomo di trent’anni che vive ancora con la madre? Era patetico! – e non aveva fatto altro che rallentarli.
- Fatto…- mormorò Jones, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans.
- Sei riuscito a convincerla?- ringhiò Hadleigh, tirandosi su il bavero del cappotto per nascondere la sua espressione scocciata.
- Sì…- soffiò il suo collega; gli lanciò un’occhiata.- Senti, Rick, lavoriamo insieme da dieci anni, e anche se non mi hai mai detto niente a proposito so come la pensi…ma credimi, dovevo farlo. Rick…io non vivo con mia madre perché sono un inetto…lascia che ti spieghi…se sto con lei, è perché ha bisogno di me…non posso lasciarla da sola molto a lungo…
- Nate…con tutto il rispetto, ma non mi sembra il momento di parlare di questo - borbottò Hadleigh.- Sicuro che non ti dispiaccia se tengo io la tua pistola?
Jones si zittì, indietreggiando di un passo. Pareva veramente a disagio.
- No, fai pure…- mormorò.- Allora, vogliamo andare?
Hadleigh annuì, prendendo a percorrere il vicolo in profondità, rasentando la parete. Jones lo seguì, incerto.
- Perché non abbiamo preso il passaggio dietro alla centrale?- chiese l’agente.
- Non ci ho pensato - ammise Hadleigh.- Tutto quello che avevo in mente in quel momento era liberarci di Crawford…
- Sì, non eri l’unico…- mormorò l’altro.- Ehi, Rick!- lo chiamò.
Hadleigh si girò a guardarlo, piuttosto infastidito. Che diamine, doveva trovare Anya e Liz!
- Rick, ascolta…- Jones assunse un’aria grave.- Io e te, adesso, siamo due ricercati, quelle due ragazze si sono perse in un mondo parallelo, e c’è un assassino a piede libero…
- Sì, questo lo so anch’io…
- Senza contare che non sappiamo dove esattamente ci condurrà quest’altro passaggio…- Jones indicò con un cenno del capo la porta di fronte a loro.- Rick…prima di fare cose di cui potremmo pentirci, proviamo a ragionare un attimo…
- E su che cosa vuoi ragionare?!- lo rimbrottò il capitano.- Nathan, siamo nella merda, l’hai capito questo o no? Cosa pensi che dovremmo fare? Stiamo solo perdendo tempo, le mie figlie adesso sono…
- Ci sono quelli di Los Angeles!- l’interruppe il collega.- Potremmo provare ad avvertirli…loro ci aiuterebbero, se sapessero cosa sta succedendo…E poi, sono meglio organizzati di noi, quello che hanno a disposizione loro non si avvicina neanche lontanamente a…
Hadleigh scosse il capo con decisione.
- Non hanno mosso un dito quando Cappuccetto Rosso e sua nonna sono state ammazzate, hanno lasciato che tutto il lavoro ce lo sbattessimo noi. E poi, non ci aiuterebbero comunque, se sapessero che due persone che non fanno parte del Dipartimento sono nel Regno delle Favole. Anya e Liz non dovrebbero sapere nulla di questa storia, e per quello che interessa a quei pidocchi di L. A. sarebbe meglio se loro due non tornassero, pur di non far uscire allo scoperto la verità.
Jones si zittì per la seconda volta, ammettendo silenziosamente che il suo collega aveva ragione.
C’erano due organizzazioni, in America, che avevano a che fare con la protezione e la tutela del Regno delle Favole, nonché con il mantenimento del suo ordine e del suo segreto. Una era quella in cui lavoravano loro, a New York; l’altra, invece, aveva sede a Los Angeles…e, benché gli affari sotto la loro giurisdizione fossero gli stessi, fra le due c’era un abisso di differenze.
Una era la loro, ovvero uno squallido ufficio umido in una fottuta e anonima centrale di polizia, dove chi ci lavorava veniva costantemente preso per i fondelli dai colleghi, male attrezzata e anche poco organizzata. L’altra era quella di Los Angeles, valeva a dire un enorme palazzo di vetro che avrebbe fatto impallidire i reparti della CIA, dove una marea di individui – fossero essi poliziotti, amministratori, scienziati, tecnici di laboratorio, damerini da quattro soldi, dannazione!, là dentro pure le tavolette del cesso erano piene di boria –, rigorosamente incravattati e dotati delle migliori tecnologie, si sentivano al centro del mondo improvvisandosi James Bond di Perrault, e intervenivano solo e soltanto in questioni di massima gravità.
No, Hadleigh aveva ragione. Non li avrebbero aiutati.
Il capitano sospirò, guardando la porta di fronte a sé. Improvvisamente, si sentì in colpa nei confronti del suo collega. In fondo, tutto ciò che stava succedendo era in parte anche colpa sua.
- Mi spiace, Nate…- mormorò.- Tu non c’entri niente in questa storia…- si voltò a guardarlo.- Io devo trovare le mie figlie…ma se non vuoi, non sei costretto a venire…
Jones sorrise, dandogli una pacca su una spalla.
- Anche se non volessi, che credi che potrei fare? Sono ricercato, ricordi? E poi…- ridacchiò. ­- Ho fatto da babysitter a quelle due talmente tante volte che un po’ ci sono affezionato…
Hadleigh ricambiò il sorriso, annuendo con gratitudine, quindi aprì la porta di fronte a sé.
In pochi secondi, i due vennero risucchiati dal vortice.
 

***

 
Hadleigh ingoiò un bel po’ di acqua salata prima di riuscire a raccapezzarsi e ricordarsi di aver bisogno di ossigeno per respirare. Nuotò fino in superficie e riemerse quasi in contemporanea con Jones, ed entrambi iniziarono a tossire furiosamente.
- Ma che diamine è successo?!- sbraitò l’agente, mantenendosi disperatamente a galla fra i flutti.
- Te l’avevo detto che non sapevo dove conducesse quel portale…!- tossì Hadleigh.
Ci mise pochi istanti a comprendere che si trovavano in mare aperto; l’azzurro del cielo quasi si confondeva con quella distesa d’acqua blu scuro attraversata dalle onde. Il capitano annaspò, cercando di rimanere a galla nonostante il mare mosso.
Non c’era traccia di vita umana o quantomeno di terraferma.
- E adesso che accidenti facciamo?!- fece Jones.
- Aspetta, fammi pensare…
- Pensare?! Porca miseria, Rick, siamo in mare aperto!
Hadleigh si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa che nemmeno lui sapeva. Forse un appiglio, ma che cosa sperava di trovare in mezzo al nulla? Jones aveva ragione: erano in mare aperto, e se anche avessero provato a nuotare, non sapevano in che direzione andare, né dove fosse la terraferma più vicina, sempre ammesso che ci fosse della terraferma nelle vicinanze…
Le onde si fecero improvvisamente più numerose e frequenti, e leggermente più alte.
Jones venne colpito in piena faccia, ingoiando un’altra sorsata di acqua salata. Tossì, sputandone fuori un fiotto; Hadleigh alzò lo sguardo al cielo, dimenticandosi per un attimo di respirare.
Si stava avvicinando un vascello.
Era imponente, soprattutto visto dal basso. Era una di quelle navi che si vedevano sempre nelle illustrazioni dei libri di storia, completamente di legno non verniciato, con tre alberi maestri che svettavano verso il cielo, e una polena scolpita sulla prua che raffigurava una giovane donna dai capelli sciolti sulle spalle, probabilmente una sirena.
I due nuotarono velocemente all’indietro in modo da allontanarsi il più possibile dall’imbarcazione che si stava avvicinando. Jones fece per alzare le braccia e mettersi a gridare a squarciagola per attirare l’attenzione, ma Hadleigh lo bloccò, accorgendosi di un dettaglio.
La nave batteva bandiera pirata.
Il telo nero su cui erano cuciti un teschio bianco con due ossa incrociate sventolava in cima all’albero più alto. Jones boccheggiò, guardando Hadleigh. Il capitano non sapeva cosa fare; non si poteva negare che fossero nella merda fino al collo, e che se qualcuno non avesse provveduto a tirarli fuori dall’acqua al più presto sarebbero diventati cibo per i pesci. Ma era anche vero che avevano a che fare con dei pirati.
E in quel mondo con i pirati non si scherzava.
Prima che potesse porsi ulteriori dubbi, tuttavia, ci pensarono i marinai della nave a decidere per lui.
Hadleigh e Jones videro una scialuppa venire calata dal ponte del vascello; a bordo c’erano tre o quattro individui, di cui non riuscivano a scorgere i volti, ma certamente non dovevano apparire molto raccomandabili.
Hadleigh sentì un tuffo al cuore quando la barca toccò la superficie marina, e gli uomini iniziarono a remare nella loro direzione.
Che non avessero intenzione di compiere un’opera di bene fu chiaro sin dal primo istante.
Hadleigh si sentì afferrare per il collo del cappotto e tirare su a bordo della scialuppa.
- Forza, muoviti!
- E sbrigati, non abbiamo tutto il giorno!
- Anche tu, grassone, vedi di darti una mossa!
Jones venne issato a bordo un attimo dopo di lui. Entrambi si ritrovarono distesi sul fondo della barca, bagnati fradici e frastornati. Hadleigh ebbe abbastanza lucidità da gettare repentinamente un lembo del cappotto sul proprio fianco, in modo da nascondere la pistola riposta nella fondina.
Alzò lo sguardo, trovandosi faccia a faccia con volti maschili bruciati dal sole, dai denti storti e neri, cicatrici a bizzeffe e barbe incolte.
- Cosa…- boccheggiò il capitano, rendendosi conto che in quella situazione aveva ben poco da dire.- Io…noi…
- Zitto!- lo freddò uno dei pirati, ringhiandogli in faccia.- Quello che hai da dire lo propinerai al capitano, sempre ammesso che voglia ascoltare le tue lagne. E ora, torniamo a bordo!- urlò, rivolto agli altri.
Jones si mise a sedere, imitato da Hadleigh; entrambi si scambiarono un’occhiata di sottecchi, incerti sul da farsi. Il capitano aveva con sé una pistola, ma non era sicuro di quanti colpi ci fossero dentro, e non aveva proiettili di riserva. Mettersi a sparare in quel momento non era decisamente una buona idea, tanto più che loro erano in due e quei pirati in quattro, e Jones era disarmato.
Era meglio aspettare di arrivare a bordo e vedere che piega avrebbero preso le cose. Chi poteva saperlo, magari il capitano si sarebbe rivelato un tipo ragionevole…
Hadleigh si sentì imprigionare con forza le mani dietro la schiena, quindi lui e Jones vennero spintonati malamente sul ponte della nave. Furono accolti da un gruppo di almeno venti uomini, tutti che li guardavano, chi in cagnesco chi sghignazzando.
- Bene, bene. Cos’abbiamo qui?
I due poliziotti alzarono lo sguardo all’unisono, incrociando quello di chi aveva parlato.
Hadleigh sgranò gli occhi.
Di fronte a loro c’era un ragazzo.
Era molto giovane, Hadleigh pensò che dovesse avere l’età di Anya, forse due o tre anni in più, ma di certo non arrivava ai venticinque. Intuì che dovesse trattarsi del capitano della nave dal modo in cui era abbigliato: gli altri pirati indossavano tutti abiti stracciati e consunti, che non vedevano il sapone da chissà quanto tempo; invece, la giacca rosso fiammante lunga fino a terra di quel ragazzo era pulitissima, perfettamente liscia, e i bottoni d’oro splendevano al sole che stava tramontando. Al di sotto di essa Hadleigh poteva intravedere dei pantaloni neri e degli stivali di pelle lucida e un gilet marrone scuro sopra una camicia bianca dal colletto a sbuffo e dalle maniche di pizzo. Il ragazzo indossava un cappello in stile vittoriano con una piuma bianca; aveva i capelli lisci, neri e lunghi che gli arrivavano fino alle spalle, un viso fresco e ben rasato su cui spuntava un sorrisetto arrogante che faceva il paio con il brillio nelle sue pupille scure.
Pareva uno di quei figli di papà perdigiorno tutto fumo e niente arrosto, ma quest’ultima riflessione venne brutalmente smentita quando Hadleigh si accorse di un dettaglio che non aveva notato.
Al giovane capitano mancava una mano. Al suo posto, era piazzato un uncino affilato.
Un uomo grasso e tarchiato si avvicinò velocemente al giovane.
- Eccoli qui, capitano. I naufraghi. Come avevate richiesto.
- Ben fatto, Spugna - sorrise Capitan Uncino.- Voi!- chiamò, rivolto ai due poliziotti.- Chi siete? Perché vi trovavate in mare?
Hadleigh drizzò le spalle, invitando con lo sguardo Jones a fare lo stesso. Non riusciva a capacitarsi che quello fosse davvero Capitan Uncino. Quando Anya e Liz erano piccole, aveva visto con loro Peter Pan della Disney, e da allora aveva sempre pensato a Capitan Uncino come un uomo di quarant’anni, un vecchio pirata che odiava i bambini, con il volto equino e due baffetti ben curati; invece, in quel momento aveva di fronte un ragazzo che avrebbe potuto essere suo figlio.
Ma si trattava comunque di Capitan Uncino. Meglio andarci cauti.
- Noi…noi siamo…- boccheggiò, sentendo la voce bloccata in gola.
- Come, prego?- lo beffeggiò Uncino.- Non ho sentito bene…e voi, marmaglia, avete capito?
La ciurma rispose con una sonora e sguaiata risata. Jones si guardò intorno, frastornato. Hadleigh inspirò a fondo, cercando di calmarsi.
- Io sono il capitano Richard Hadleigh…lui, invece, è…
- Capitano?!- abbaiò Uncino.- Bada bene a come parli, bifolco, se non vuoi che ti faccia tagliare la lingua! Su questa nave c’è un solo capitano, mi sono spiegato?
Hadleigh ammutolì, mentre Jones arretrò di un passo.
Uncino si avvicinò a loro, a passi lenti e misurati, ma al contempo trasudanti di arroganza e sicurezza, facendoli risuonare sulle tavole di legno nel silenzio generale.
- Sapete, io in genere ho l’abitudine di non risparmiare gli intrusi…- disse, con voce calma e il sorriso sulle labbra.- Quindi, a voi la scelta. Cosa preferite? La spada o la passerella?
- Non vi daremo alcun fastidio!- intervenne Jones, con i sudori freddi.- Capitano…- deglutì, sperando che quella piccola forma di rispetto lo rabbonisse almeno un poco.- Capitano, vi prego…se ci lascerete andare non appena attraccherete, noi vi promettiamo che…
- Attraccare?- Uncino sghignazzò, imitato dal resto della ciurma.- Dico io, ma siete impazziti? Siamo appena tornati da una trasferta a Tortuga. Ci vorranno giorni, prima che sbarcheremo di nuovo. E io non voglio pesi inutili e bocche da sfamare.
- Faremo tutto ciò che volete!- insistette Jones; Hadleigh lo guardava come se desiderasse sputargli in faccia, e non lo biasimava. Da una parte, anche lui si faceva schifo. Implorare pietà, strisciare come un verme…sì, lo disgustava. Ma gli era successo così tante volte di avere disgusto per sé stesso che riuscì a ignorarlo, anche quella volta.
Lui era un mago nell’umiliarsi. Si sarebbe quasi potuto dire che non avesse fatto altro in tutta la sua vita. L’aveva sempre fatto, da piccolo quando suo fratello Bobby lo ricattava per un paio di caramelle in più, e poi, da adulto, aveva ripreso a farlo quando suo padre li aveva abbandonati tutti e quattro ed era giunto il momento di decidere chi si sarebbe occupato della madre invalida. Aveva ingoiato il rospo quando Bobby lo aveva mollato a prendersi cura di lei, e aveva acconsentito a sua sorella Tessa di seguire i propri capricci e lasciarlo solo.
E adesso, la vita sua e di Rick dipendeva da quanto si sarebbe umiliato.
- Potremmo lavorare…- insistette, ignorando Hadleigh e cercando di decifrare l’espressione impassibile di Uncino.- Davvero. Faremo tutto ciò che…
- Lavorare?- fece eco Uncino.- E come? Che sai fare, palla di grasso?
Jones ingoiò il boccone amaro, e sostenne lo sguardo di Capitan Uncino.
- Io e il mio collega potremmo aiutarvi qui sulla nave - propose.- Diteci cosa dobbiamo fare, e noi…
- Va bene, basta con questi piagnistei - dichiarò Uncino, esibendo un’aria profondamente annoiata.- In effetti, ho dato il mozzo in pasto al coccodrillo tempo fa. Questo ponte è pieno di sporcizia. Vi concedo tre giorni di prova, signori. Se mi riterrò soddisfatto, diverrete parte della ciurma. Altrimenti…beh, vorrà dire che riuscirò a tenere a bada quel dannato coccodrillo ancora per un po’…- voltò loro le spalle, allontanandosi.- Per stanotte potete riposare, ma domani inizierà il vero lavoro. Benvenuti a bordo della Jolly Roger, signori!
L’augurio di benvenuto fu accompagnata da una generale risata di scherno, quindi la ciurma si disperse, e i due si ritrovarono soli in un angolo del ponte.
Jones si sentì afferrare per un braccio.
- Sarebbe questa la tua idea?- sibilò Hadleigh.- Farci lavare i pavimenti? Devo ricordarti che…
- Non mi è parso che tu ne avessi una migliore!- lo rimbrottò; sospirò, scuotendo il capo.- Rick, lo so che devi trovare quelle due ragazze e sei nervoso, ma qui se non stiamo attenti ci fanno la pelle. Abbi pazienza. Quel Jack Sparrow dei poveri ha detto che attraccheranno fra qualche giorno; a quel punto potremo andarcene e iniziare le ricerche. Ma per ora dobbiamo fare buon viso a cattivo gioco…
Hadleigh digrignò i denti, colpendo rabbiosamente con un pugno le assi di legno del ponte; inspirò a fondo, cercando di calmarsi. Era vero; era troppo nervoso e le loro possibilità erano limitate. Doveva trovare Anya ed Elizabeth, ma per farlo doveva uscire vivo da quella situazione.
Doveva solo cercare di non farsi salire il sangue alla testa…
Jones osservò Hadleigh mentre chiudeva gli occhi e annuiva silenziosamente; l’agente sospirò, alzando gli occhi di fronte a sé.
Tutto avvenne in un rapido flash.
Jones fece appena in tempo a vedere una figura aggrappata alla balaustra della nave scomparire dall’altra parte, dove c’era il mare. Sgranò gli occhi, scattando all’indietro sorpreso.
Hadleigh si riscosse, sollevando il capo.
- Cosa c’è?- fece, sottovoce.
Jones boccheggiò, tornando a fissare il punto in cui era scomparsa quella figura. Si stropicciò gli occhi, sbattendo le palpebre più e più volte. Aggrappato alla balaustra non c’era nessuno.
- Cos’hai visto?- incalzò Hadleigh.
Jones distolse lo sguardo, scuotendo il capo.
- Niente…- soffiò.
Doveva avere le traveggole, pensò. Forse era tutta colpa dello shock o di quello che stavano passando…eppure era strano…avrebbe potuto giurare di aver visto scomparire una chioma di capelli rosso fuoco…
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: Non c’è molto da dire su questo capitolo, tranne forse il fatto che non è molto entusiasmante, ma andava fatto. Due paroline su Capitan Uncino: allora, chi segue Once Upon a Time non si sarà stupito di trovarlo giovane e bello. Comunque, il mio Capitan Uncino è di gran lunga più giovane di Colin O’Donogue per il fatto che ho voluto attenermi il più possibile alla versione originale di Peter Pan, dove Uncino aveva diciotto anni. La scelta di un Capitan Uncino così giovane sarà anche più chiara in seguito, quando si scoprirà qualcosa di più su questo personaggio. E, a proposito di personaggi, verso la fine ne è stato introdotto uno nuovo…anche stavolta non ho dubbi sul fatto che abbiate già capito chi è ;).
E spunta fuori un altro Dipartimento Favole, ben più organizzato e localizzato in quel di Los Angeles…occhio a questo particolare perché avrà un suo perché e una sua importanza…
By the way, avevo promesso delle altre immagini. Eccole qui.
 
Capitano Richard Hadleigh (Tobias Moretti):
 
http://www.todocotilleo.com/wp-content/uploads/2008/08/image4_1200086606.jpg
 
Agente Nathan Jones (David Blue):
 
http://www.wearysloth.com/Gallery/ActorsB/tve77918-20091023-2158.jpg
 
Procuratore Albert Crawford (Terence Stamp):
 
http://img232.imageshack.us/img232/2517/hauntedqn0.jpg
 
Gaston (Tom Felton):
 
http://images.fanpop.com/images/image_uploads/Harry-Potter-Pictures-tom-felton-110797_570_761.jpg
 
Come già specificato, queste immagini si avvicinano solo a come potrebbero essere i personaggi, e ognuno ha il diritto di immaginarseli come meglio preferisce.
Ora, passiamo a Cenerentola e Tremotino.
Dunque, avevo chiesto il vostro aiuto per loro due, e vi ringrazio tantissimo per la collaborazione :). Per Cenerentola sono state proposte: Blake Lively, Emma Stone, Saoirse Ronan, Kirsten Dunst, Amanda Seyfried e Katherine Heigl. E’ quella che ha ottenuto più proposte fra i due. Dalla lista ho dovuto eliminare giocoforza Saoirse Ronan perché troppo giovane e Kirsten Dunst e Amanda Seyfried. Non perché non mi piacciano ma perché loro due sono già state selezionate per altri due personaggi ;).
Quindi, alla fine ho optato per Blake Lively, dato che era quella che più si avvicinava a come mi immagino io la mia Cenerentola :).
 
Cenerentola (Blake Lively):
 
http://cdn.blogosfere.it/cheapechic/images/091408_lively2_400x400.jpg
 
Ben più ostica è stata la questione di Tremotino. Sono stati proposti David Bowie, Tom Hiddleston e, ovviamente, il grande Robert Carlyle. Ora, a causa della citazione nel capitolo Who is Afraid of the Big Bad Wolf?, non ho potuto inserire David Bowie e, idem per come è successo con Kirsten Dunst e Amanda Seyfried, anche Tom Hiddleston ha già un suo ruolo.
Per tutti noi – e anche per me! – Robert Carlyle è TREMOTINO per eccellenza, tuttavia non volevo apparire banale, senza contare che, idem per Capitan Uncino, il mio Tremotino è molto più giovane.
Quindi, per evitare torti, ho deciso di introdurre un’immagine sia di Carlyle sia dell’attore che, a mio parere, più somiglia a questo Tremotino. A voi la scelta ;).
Ho scelto Gaspard Ulliel…che ne pensate?
 
Tremotino (Gaspard Ulliel):
 
http://entrevistas.cine.hispavista.com/fotos/entrevistas/2007/03/C0000022445.jpg
 
Tremotino (Robert Carlyle):
 
http://www.edesubitoserial.it/amministrazione/includes/upload/daeditor/Rumpelstiltskin-once-upon-a-time.jpg
 
Ecco qui…nel prossimo capitolo inserirò l’immagine di Gretel…e di Capitan Uncino. Anche per lui, ho bisogno del vostro aiuto. Non fatemi ripiegare su Colin O’Donogue, vi prego! Okay che sarà anche un bel pezzo di figliolo, ma prima o poi qualcuno mi accuserà di plagio!
Help me!
Comunque…due parole sui prossimi capitoli. Il prossimo s’intitolerà Straw, e sarà un capitolo interamente in flashback, dove verrà raccontata la storia originale di Tremotino. Che palle!, starete pensando, soprattutto chi ha letto la mia OS Solo un nome…ALT! Prima che diate inizio al linciaggio, ci tengo a farvi sapere che dal punto di vista della storia e dei personaggi ci saranno parecchie novità, e che questo capitolo, oltre a far luce – almeno in parte – sul passato di Tremotino, sarà anche la base per alcuni avvenimenti futuri e di una certa rilevanza. Il capitolo 17, invece, sarà un po’ di mezzo, e vedrà il trio Cacciatore/Elizabeth/Cenerentola, più Anya e PM, e Tremotino e Gretel.
E, per la felicità di LadyAndromeda, nel capitolo 18…*rullo di tamburi*…finalmente la Bella Addormentata!
Stavolta dovrei riuscire ad aggiornare in tempi abbastanza rapidi…
Ringrazio chi legge, chi ha aggiunto la storia alle seguite, ricordate e preferite e Princess Vanilla, NevilleLuna, cleme_b, Nymphna, LadyAndromeda e Sylphs per aver recensito.
Ciao, un bacio,
Beauty

  
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