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Autore: kamy    21/07/2013    1 recensioni
Partecipa al Challenge Think Angst.
What if e probabilmente anche AU che coinvolgono i personaggi di Dragonball Z. Una serie di scene particolarmente tristi e introspettive, perché il dolore può toccare tutti.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Ringrazio anche solo chi legge.






Set 07 - Sesso
 
[Fandom] Personaggio/Pairing

01. Candela

02. Bagno

03. Treno

04. Threesome

05. Toys

06. Passione

07. Seta

08. Sigaretta

09. Benda

10. Violenza

COMPLETATE: 10/10



Cap.12 La follia del mondo

 

01. Candela

“La luce è saltata, ho preso la candela” sussurrò Bulma. Sollevò il portacandele e la luce della fiamma si rifletté nelle sue iridi azzurre. Sorrise, mostrando le ossa sporgenti del viso, la pelle ingrigita era giallastra in più punti e i capelli le ricadevano sfibrati sulle spalle.

“Mamma vai a letto, la luce funziona” mormorò Trunks. Inspirò ed espirò.

La donna negò con il capo e accentuò il sorriso.

“Dì a Gohan che può restare, ho preso una candela, la luce è saltata” biascicò la donna. Un rivolo di sudore le colò tra i seni rugosi e sentì delle fitte alle mani coperte dai guanti.

“Mamma, Gohan è morto l’anno scorso” sussurrò Mirai Trunks. Si passò il braccio sugli occhi sentendoli bruciare e le iridi azzurre gli divennero liquide.

“Tuo padre diceva sempre che vedeva al buio, ma ora lui non c’è e quando salta la luce bisogna prendere la candela. Gohan può rimanere, ci vedo con queste” mormorò l’anziana donna.

Il figlio scosse il capo.

< Ho sconfitto i cyborg, ma ci sono cose che non posso sconfiggere nemmeno io, come la pazzia della donna che mi ha messo al mondo > pensò.

 

02. Bagno

Pan tagliò gli omini di carta e li fece cadere nell’acqua, il rivolo di sangue che scendeva dal suo polso tagliato gocciolò sopra le figure che, impregnandosi d’acqua, si spezzarono e sciolsero in più punti.

Il liquido trasparente trasbordò oltre l’orlo della vasca, i calzini della ragazza s’impegnarono d’acqua. Son sorrise e guardò il paio di forbici, la lama sporca di sangue e le iridi nere le brillarono. Il petto le si alzava e abbassava in modo irregolare, fece ciondolare la testa a destra e a sinistra, i lunghi capelli neri le aderivano al seno nudo. Alzò lo sguardo e vide l’acqua della doccia ticchettare sull’ombrello che teneva sul capo.

“Piove, piove, come quando Trunks è morto. Acqua e sangue uniti, mentre noi adesso siamo divisi” canticchiò.

 

03. Treno

“Muoviti Susy, o perderemo il treno!” strillò la ragazza dai lunghi capelli rossi. Superò una donna con una carrozzina, fece lo slalom tra due uomini e superò un ragazzo con un cappellino verde. Salì la scaletta, i libri nello zaino sbattevano ripetutamente. Si girò e guardò la migliore amica ferma davanti alla scaletta. Le afferrò un braccio e la strattonò, la vicina di casa salì a sua volta. Le due giovani svoltarono a sinistra, spinsero la porta a vetri della carrozza e proseguirono.

La rossa sfilò il biglietto ferroviario dalla tasca.

“Ventotto” mormorò. Alzò il capo e guardò l’immagine su una porta a vetri di sei omini seduti.

“Dieci…” bisbigliò. Proseguì, si fermò leggendo il numero ventotto, abbassò il capo e afferrò la maniglia della porta davanti a lei, la tirò di fianco ed entrò. Si sedette al posto numero ventotto e guardò l’amica sfilarsi lo zaino, sedersi accanto a lei e appoggiarlo sulle ginocchia.

“Mi spieghi perché ti sei fermata?” domandò.

L’altra si allontanò una ciocca violetta da davanti al viso.

“Lizzy, ci posso giurare, è una settimana che quando prendiamo il treno c’è lo stesso gatto nero che fissa questo scompartimento” borbottò.

Lizzy ridacchiò e scosse il capo.

“E’ Neko3-1-3-2, lo conoscono tutti in zona” spiegò. Susy socchiuse gli occhi e si grattò la guancia.

“È famoso?” domandò.

La compagna di classe annuì.

“Veniva tutti i giorni ad aspettare la sua padrona che andava alla nostra stessa scuola due anni fa. Quando ci fu l’attacco alieno, la ragazza, Bra mi sembra si chiamasse, è rimasta uccisa. Il gatto, però, ha continuato a venire ad aspettarla” spiegò. Lizzy sentì gli occhi pungere, si massaggiò il petto e si voltò.

“Povera bestia” mormorò.

 

04. Threesome

Trunks passò la mano tra i capelli biondi di Marron e con l’altra le tenne il mento, chiuse gli occhi e la baciò sulle labbra.

La ragazza ricambiò il bacio passandogli le braccia intorno al collo. Rabbrividì sentendo Goten baciarle il fianco, Son le accarezzò la gamba, chiudendo gli occhi. Con la mano libera il moro accarezzò le gambe del Briefs che si staccò dalla giovane, si spostò di fianco tenendola stretta e abbassò lo sguardo. Allungò il piede e accarezzò il membro di Son che si sdraiò a terra, chiuse gli occhi e gemette. Marron baciò ripetutamente il collo del glicine, si spostò e si sedette sul moro. Gettò indietro la testa e le iridi azzurre del Briefs brillarono, diventando liquide, la pupilla gli si dilatò.

“Ottimo” mormorò.

 

05. Toys

Vetrunks si portò la sigaretta alle labbra, la mano gli tremava e gli occhi erano liquidi. Sentì la mano accarezzargli i capelli color glicine, inspirò sentendo il sapore acre del tabacco ed espirò il fumo grigiastro, alcune sbuffate gli uscirono anche dal naso e la testa gli formicolò. Avvertì l’altra persona accarezzargli il petto nudo, il capezzolo gli divenne turgido e socchiuse le gambe.

“Voi siete i miei giocattoli” mormorò il carceriere al suo orecchio.

Il giovane si voltò, guardò il corpo della fidanzata immobile, dalle giunture metalliche veniva una luce azzurrognola. Gli occhi di Cielo erano vitrei e la testa le ricadeva di lato, oltre il lettino.

“Farò quello che vorrai, ma lascia stare lei” biascicò a bassa voce Briefs. Strinse la sigaretta più forte con le dita, fino a piegarla, il carceriere gli accarezzò il collo.

“Allora iniziare a fare il bravo” sussurrò.

 

06. Passione

 

Gli occhi neri liquidi di lui incontrarono quelli azzurri di lei, ugualmente languidi. Le accarezzò la guancia pallida con una mano e con l’altra le accarezzò il fianco nudo fino all’elastico dei pantaloncini verde chiaro.

Elly gettò all’indietro la testa, i capelli biondi le mulinarono intorno al viso.

Junior le accarezzò le guance arrossate e scese fino alle lacrime, incidendole con l’unghia fino ad arrossarle la pelle.

“Sei la mia allieva, non dovremmo” sussurrò.

La giovane gli cinse i fianchi con le gambe e gli accarezzò il ventre a tartaruga, dei rivoli di sudore scesero lungo la fronte del namecciano.

Junior deglutì, si sporse e la baciò, approfondì il contatto e sentì il sapore delle labbra di lei, premette più forte sentendo la ragazza contraccambiare e le infilò la lingua in bocca.

L’altra la accarezzò con la sua e alzò le mani e sfiorò le membrane rosate sulle sue braccia. Le antenne della rincarnazione di Al Satan tremarono e le sue pupille si ridussero a fessura.

Il namecciano si staccò e rabbrividì, sentendo la gamba della saiyan sfiorare la sua.

“Non avevo mai provato niente di simile” mormorò con voce roca.

“Non ci vuole un detective per capirlo, mio caro demone. Non eri mai stato innamorato” ribatté la ragazza. Gli fece oscillare l’indice davanti al viso, Junior lo morse, incidendolo con il canino fino a sentire il sapore del sangue.

“Avere a che fare con te è la mia condanna, la mia follia, ma soprattutto la mia passione, mio piccolo miracolo” sussurrò.

 

 

07. Seta [AU].

 

“È vera seta!” gridò Kamhara.

Lory le strinse il braccio, i corti capelli neri le coprirono gli occhi azzurri e le guance le si arrossarono.

Veki incrociò le braccia, calpestò con il tacco la mano del cadavere e si leccò il labbro sporco di sangue. Si passò la mano sul lungo vestito di seta e sbuffò.

“Preferisco la mia solita tuta” borbottò.

Kamhara sorrise e si mise una ciocca dietro l’orecchio, dimenò la coda e colpì un altro morto sdraiato sul letto, le iridi le brillarono di rosso.

“Beh, se si macchia almeno potrete usarlo come stuoia per far giocare i bambini” disse.

Loki deglutì e chinò il capo, nascose la coda dietro le gambe e strinse più forte la giacca viola della figlia di Bardack.

“Dobbiamo ancora uccidere tanta gente?” domandò con voce tremante. La capigliatura bionda di Veki sfiorava il pavimento sporco di sangue brillando.

“Se non ci muoviamo no, ci penserà la principessa Reghina” disse Kamy.

“Io da lei con questo vestito non ci vado!” gridò la sorella di Vegeta, le iridi verde-acqua da terzo livello le divennero azzurrognole.

 

08. Sigaretta [In onore di Kaori e Ryo di CityHunter]

 

Goten si toccò la fasciatura e si sedette sul muretto davanti alla finestra. Sentì la ferita pulsare e gli occhi gli si fecero liquidi.

 

“Ti amo” sussurrò Goten. Si sporse e baciò le labbra dell’azzurra, gli occhi di Bra si fecero liquidi e sporse le labbra, contraccambiando. Chiuse gli occhi e lo strinse.

 

Son fece oscillare le gambe, si sfilò la sigaretta dalla bocca ed espirò. La osservò, una nuvoletta di fumo gli uscì dalle labbra e una dal naso.

“Il dottore nel reparto sei!” sentì gridare da un altoparlante dall’interno della stanza. I suoi occhi erano arrossati e i punti gli tiravano. Si rimise la sigaretta in bocca.

 

Bra ridacchiò, fece il segno della pistola e lo appoggiò sul petto del moro.

“E tu saresti un combattente saiyan? Mi sarebbe bastato lanciare un’onda in quel momento per ucciderti” borbottò l’azzurra. Gli fece l’occhiolino e i capelli azzurri le mulinarono intorno al capo.

Goten sgranò gli occhi neri e socchiusa la bocca.

“Un ki blast diritto al cuore e tu saresti morto”. Proseguì la principessa dei saiyan.

“Che ti prende all’improvviso?” borbottò il figlio di Goku.

Lei arrossì, si voltò e alzò il capo.

“Se mai ti dovessero colpire al cuore, ti darò il mio” sussurrò.

Goten la abbracciò, Bra gli appoggiò il capo sulla spalla e chiuse gli occhi.

“Quindi ti prego, non morire” supplicò l’azzurra.

Lui la strinse più forte.

“Promettimelo!” ordinò Bra.

Goten le accarezzò la testa.

“La vita senza di te non sarebbe degna di essere vissuta” bisbigliò la ragazza.

Goten la sollevò in braccio e spiccò il volo, stringendola.

“Te lo prometto” sussurrò.

 

Goten tirò un’altra boccata, incrociò le gambe e rimase in bilico sul bordo. Alzò lo sguardo, il vento gli scompigliò i capelli neri, il sapore del tabacco gli faceva bruciare la gola.

 

“Cazzo Bra, fermati!” gridò. Si alzò in piedi facendo cadere a terra lo sgabello del bar, l’odore di fumo gli punse le narici. Strinse il braccio della ragazza e lo strattonò.

“Anche se non sono altro che un poco di buono, molto più vecchio di te! Anche se non posso sposarti ufficialmente per via di quel matrimonio alle isole!”. La lasciò andare e abbassò il capo.

“Anche se dopo tutte quelle donne non ho il diritto di chiedertelo…” sussurrò.

Bra abbassò il capo, i lunghi capelli azzurri le coprirono il volto, divennero biondi e si accorparono in grossi ciuffi.

La ragazza strinse gli occhi e alzò il capo.

“Sta zitto!” ordinò. Si voltò e saltò in avanti, gli affondò il capo nella maglietta stringendogliela con entrambe le mani. La sua aura mandò in pezzi alcuni bicchieri e le bottiglie sul bancone, il proprietario gridò e scappò fuori seguito dai clienti.

“Stai con me, Bra” sussurrò il moro, vedendo uscire gli ultimi due uomini.

Gli occhi verde acqua della ragazza si riempirono di lacrime rese luminose dalla trasformazione.

“Non sai per quanto tempo ho aspettato queste tue parole” biascicò Briefs.

 

“È matto! Dopo un intervento di cuore come il suo è da incoscienti rischiare la vita!” sentì gridare un’infermiera. Si voltò e saltò dentro il balconcino atterrando in piedi. “E fuma anche? Il suo donatore le ha dato un organo vitale e da lassù vorrebbe…!” strillò la donna, la cuffietta le ricadde di lato.

Goten strinse tra i denti la sigaretta, passò oltre la donna e raggiunse il lettino. Vi si sdraiò appoggiando la schiena contro la testata in metallo del letto e accavallò le gambe.

“So benissimo quando è prezioso, era la mia ragazza il cadavere da cui è stato estratto” ringhiò. L’infermiera arrossì.

“Beh… ecco… appunto…” balbettò.

Goten abbassò lo sguardo, gettò a terra il mozzicone di sigaretta e lo osservò.

< In fondo, Bra, la nostra vita insieme è durata il tempo di una sigaretta > pensò.

 

09. Benda

Il maestro della gru gli legò la benda intorno al terzo occhio e strinse.

L’allievo cercò di aprire le braccia, le catene gli segarono i polsi, un rivolo di sangue colò lungo il metallo. Il petto gli si alzava e abbassava affannoso, sentì la pelle pizzicare, solleticata dal pizzetto del più vecchio e le sue labbra raggrinzite accarezzargli la pelle. Chiuse gli occhi, stringendoli, si morse un labbro e sentì la benda graffiargli la pelle.

 

10. Violenza

Vegeta strattonò le corde, le sentiva bruciare contro la pelle, il sudore scendeva lungo il suo corpo sudato. Ansimò e strinse gli occhi sentendoli bruciare, il sangue gli scendeva lungo le gambe e la coda gli diede una serie di fitte. Alzò il capo, la vista gli si oscurò e fu colto da un capogiro. Socchiuse le labbra secche e screpolate, ansimando, le guance erano arrossate. Le ferite sulla schiena gli pulsavano e il segno di una frustata sotto il collo la sentì ardere quando una ciocca di capelli gli si attaccò sporcandosi di sangue e sudore. Socchiuse gli occhi, intravedendo la luce delle candele. Avvertì la ganascia di ferro stringere più forte e la testa gli ricadde in avanti ciondolando. La mano fredda di Freezer gli accarezzò la guancia, gli conficcò le unghie nella pelle e il giovane mugolò.

“V… mnh… vatte-vattene …” biascicò.

“Ancora un po’ e ti piegherai” mormorò Lord Freezer. Gli accarezzò il ventre all’altezza dei muscoli a tartaruga e scese fino al basso ventre.

“E allora sarai mio” sussurrò.

 

  
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