Ringrazio
anche solo chi
legge.
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01.
Candela |
02.
Bagno |
03.
Treno |
04.
Threesome |
05.
Toys |
06.
Passione |
07.
Seta |
08.
Sigaretta |
09.
Benda |
10.
Violenza |
COMPLETATE: 10/10 |
Cap.12
La follia del
mondo
01.
Candela
“La luce è saltata, ho preso la candela”
sussurrò Bulma. Sollevò il
portacandele e la luce della fiamma si rifletté nelle sue
iridi azzurre.
Sorrise, mostrando le ossa sporgenti del viso, la pelle ingrigita era
giallastra in più punti e i capelli le ricadevano sfibrati
sulle spalle.
“Mamma
vai a letto, la
luce funziona” mormorò Trunks. Inspirò
ed espirò.
La
donna negò con il
capo e accentuò il sorriso.
“Dì
a Gohan che può
restare, ho preso una candela, la luce è saltata”
biascicò la donna. Un rivolo
di sudore le colò tra i seni rugosi e sentì delle
fitte alle mani coperte dai
guanti.
“Mamma,
Gohan è morto
l’anno scorso” sussurrò Mirai Trunks. Si
passò il braccio sugli occhi
sentendoli bruciare e le iridi azzurre gli divennero liquide.
“Tuo
padre diceva sempre
che vedeva al buio, ma ora lui non c’è e quando
salta la luce bisogna prendere
la candela. Gohan può rimanere, ci vedo con
queste” mormorò l’anziana donna.
Il
figlio scosse il
capo.
<
Ho sconfitto i
cyborg, ma ci sono cose che non posso sconfiggere nemmeno io, come la
pazzia
della donna che mi ha messo al mondo > pensò.
02.
Bagno
Pan
tagliò gli omini di
carta e li fece cadere nell’acqua, il rivolo di sangue che
scendeva dal suo
polso tagliato gocciolò sopra le figure che, impregnandosi
d’acqua, si
spezzarono e sciolsero in più punti.
Il
liquido trasparente
trasbordò oltre l’orlo della vasca, i calzini
della ragazza s’impegnarono
d’acqua. Son sorrise e guardò il paio di forbici,
la lama sporca di sangue e le
iridi nere le brillarono. Il petto le si alzava e abbassava in modo
irregolare,
fece ciondolare la testa a destra e a sinistra, i lunghi capelli neri
le
aderivano al seno nudo. Alzò lo sguardo e vide
l’acqua della doccia ticchettare
sull’ombrello che teneva sul capo.
“Piove,
piove, come
quando Trunks è morto. Acqua e sangue uniti, mentre noi
adesso siamo divisi”
canticchiò.
03.
Treno
“Muoviti
Susy, o
perderemo il treno!” strillò la ragazza dai lunghi
capelli rossi. Superò una
donna con una carrozzina, fece lo slalom tra due uomini e
superò un ragazzo con
un cappellino verde. Salì la scaletta, i libri nello zaino
sbattevano
ripetutamente. Si girò e guardò la migliore amica
ferma davanti alla scaletta.
Le afferrò un braccio e la strattonò, la vicina
di casa salì a sua volta. Le
due giovani svoltarono a sinistra, spinsero la porta a vetri della
carrozza e
proseguirono.
La
rossa sfilò il
biglietto ferroviario dalla tasca.
“Ventotto”
mormorò. Alzò
il capo e guardò l’immagine su una porta a vetri
di sei omini seduti.
“Dieci…”
bisbigliò.
Proseguì, si fermò leggendo il numero ventotto,
abbassò il capo e afferrò la
maniglia della porta davanti a lei, la tirò di fianco ed
entrò. Si sedette al
posto numero ventotto e guardò l’amica sfilarsi lo
zaino, sedersi accanto a lei
e appoggiarlo sulle ginocchia.
“Mi
spieghi perché ti
sei fermata?” domandò.
L’altra
si allontanò una
ciocca violetta da davanti al viso.
“Lizzy,
ci posso
giurare, è una settimana che quando prendiamo il treno
c’è lo stesso gatto nero
che fissa questo scompartimento” borbottò.
Lizzy
ridacchiò e scosse
il capo.
“E’
Neko3-1-3-2, lo
conoscono tutti in zona” spiegò. Susy socchiuse
gli occhi e si grattò la
guancia.
“È
famoso?” domandò.
La
compagna di classe
annuì.
“Veniva
tutti i
giorni ad aspettare la sua padrona che andava alla nostra stessa scuola
due
anni fa. Quando ci fu l’attacco alieno, la ragazza, Bra mi
sembra si chiamasse,
è rimasta uccisa. Il gatto, però, ha continuato a
venire ad aspettarla” spiegò.
Lizzy sentì gli occhi pungere, si massaggiò il
petto e si voltò.
“Povera
bestia” mormorò.
04.
Threesome
Trunks
passò la mano tra
i capelli biondi di Marron e con l’altra le tenne il mento,
chiuse gli occhi e
la baciò sulle labbra.
La
ragazza ricambiò il
bacio passandogli le braccia intorno al collo. Rabbrividì
sentendo Goten
baciarle il fianco, Son le accarezzò la gamba, chiudendo gli
occhi. Con la mano
libera il moro accarezzò le gambe del Briefs che si
staccò dalla giovane, si
spostò di fianco tenendola stretta e abbassò lo
sguardo. Allungò il piede e
accarezzò il membro di Son che si sdraiò a terra,
chiuse gli occhi e gemette.
Marron baciò ripetutamente il collo del glicine, si
spostò e si sedette sul
moro. Gettò indietro la testa e le iridi azzurre del Briefs
brillarono,
diventando liquide, la pupilla gli si dilatò.
“Ottimo”
mormorò.
05.
Toys
Vetrunks
si portò la
sigaretta alle labbra, la mano gli tremava e gli occhi erano liquidi.
Sentì la
mano accarezzargli i capelli color glicine, inspirò sentendo
il sapore acre del
tabacco ed espirò il fumo grigiastro, alcune sbuffate gli
uscirono anche dal
naso e la testa gli formicolò. Avvertì
l’altra persona accarezzargli il petto
nudo, il capezzolo gli divenne turgido e socchiuse le gambe.
“Voi
siete i miei
giocattoli” mormorò il carceriere al suo orecchio.
Il
giovane si voltò,
guardò il corpo della fidanzata immobile, dalle giunture
metalliche veniva una
luce azzurrognola. Gli occhi di Cielo erano vitrei e la testa le
ricadeva di
lato, oltre il lettino.
“Farò
quello che vorrai,
ma lascia stare lei” biascicò a bassa voce Briefs.
Strinse la sigaretta più
forte con le dita, fino a piegarla, il carceriere gli
accarezzò il collo.
“Allora
iniziare a fare
il bravo” sussurrò.
06.
Passione
Gli
occhi neri liquidi
di lui incontrarono quelli azzurri di lei, ugualmente languidi. Le
accarezzò la
guancia pallida con una mano e con l’altra le
accarezzò il fianco nudo fino
all’elastico dei pantaloncini verde chiaro.
Elly
gettò all’indietro
la testa, i capelli biondi le mulinarono intorno al viso.
Junior
le accarezzò le
guance arrossate e scese fino alle lacrime, incidendole con
l’unghia fino ad
arrossarle la pelle.
“Sei
la mia allieva, non
dovremmo” sussurrò.
La
giovane gli cinse i
fianchi con le gambe e gli accarezzò il ventre a tartaruga,
dei rivoli di
sudore scesero lungo la fronte del namecciano.
Junior
deglutì, si
sporse e la baciò, approfondì il contatto e
sentì il sapore delle labbra di
lei, premette più forte sentendo la ragazza contraccambiare
e le infilò la
lingua in bocca.
L’altra
la accarezzò con
la sua e alzò le mani e sfiorò le membrane rosate
sulle sue braccia. Le antenne
della rincarnazione di Al Satan tremarono e le sue pupille si
ridussero a fessura.
Il
namecciano si staccò
e rabbrividì, sentendo la gamba della saiyan sfiorare la sua.
“Non
avevo mai provato
niente di simile” mormorò con voce roca.
“Non
ci vuole un
detective per capirlo, mio caro demone. Non eri mai stato
innamorato” ribatté
la ragazza. Gli fece oscillare l’indice davanti al viso,
Junior lo morse,
incidendolo con il canino fino a sentire il sapore del sangue.
“Avere
a che fare con te
è la mia condanna, la mia follia, ma soprattutto la mia passione,
mio
piccolo miracolo” sussurrò.
07.
Seta [AU].
“È
vera seta!” gridò
Kamhara.
Lory
le strinse il
braccio, i corti capelli neri le coprirono gli occhi azzurri e le
guance le si
arrossarono.
Veki
incrociò le
braccia, calpestò con il tacco la mano del cadavere e si
leccò il labbro sporco
di sangue. Si passò la mano sul lungo vestito di seta e
sbuffò.
“Preferisco
la mia
solita tuta” borbottò.
Kamhara
sorrise e si
mise una ciocca dietro l’orecchio, dimenò la coda
e colpì un altro morto
sdraiato sul letto, le iridi le brillarono di rosso.
“Beh,
se si macchia
almeno potrete usarlo come stuoia per far giocare i bambini”
disse.
Loki
deglutì e chinò il
capo, nascose la coda dietro le gambe e strinse più forte la
giacca viola della
figlia di Bardack.
“Dobbiamo
ancora
uccidere tanta gente?” domandò con voce tremante.
La capigliatura bionda di
Veki sfiorava il pavimento sporco di sangue brillando.
“Se
non ci muoviamo no,
ci penserà la principessa Reghina” disse Kamy.
“Io
da lei con questo
vestito non ci vado!” gridò la sorella di Vegeta,
le iridi verde-acqua da terzo
livello le divennero azzurrognole.
08.
Sigaretta
[In
onore di Kaori e Ryo
di CityHunter]
Goten
si toccò la
fasciatura e si sedette sul muretto davanti alla finestra.
Sentì la ferita
pulsare e gli occhi gli si fecero liquidi.
“Ti
amo” sussurrò Goten. Si sporse e baciò
le labbra dell’azzurra, gli occhi di Bra
si fecero liquidi e sporse le labbra, contraccambiando. Chiuse gli
occhi e lo
strinse.
Son
fece oscillare le
gambe, si sfilò la sigaretta dalla bocca ed
espirò. La osservò, una nuvoletta
di fumo gli uscì dalle labbra e una dal naso.
“Il
dottore nel reparto
sei!” sentì gridare da un altoparlante
dall’interno della stanza. I suoi occhi
erano arrossati e i punti gli tiravano. Si rimise la sigaretta in bocca.
Bra
ridacchiò, fece il segno della pistola e lo
appoggiò sul petto del moro.
“E
tu saresti un combattente saiyan? Mi sarebbe bastato lanciare
un’onda in quel
momento per ucciderti” borbottò
l’azzurra. Gli fece l’occhiolino e i capelli
azzurri le mulinarono intorno al capo.
Goten
sgranò gli occhi neri e socchiusa la bocca.
“Un
ki blast diritto al cuore e tu saresti morto”.
Proseguì la principessa dei
saiyan.
“Che
ti prende all’improvviso?” borbottò il
figlio di Goku.
Lei
arrossì, si voltò e alzò il capo.
“Se
mai ti dovessero colpire al cuore, ti darò il mio”
sussurrò.
Goten
la abbracciò, Bra gli appoggiò il capo sulla
spalla e chiuse gli occhi.
“Quindi
ti prego, non morire” supplicò
l’azzurra.
Lui
la strinse più forte.
“Promettimelo!”
ordinò Bra.
Goten
le accarezzò la testa.
“La
vita senza di te non sarebbe degna di essere vissuta”
bisbigliò la ragazza.
Goten
la sollevò in braccio e spiccò il volo,
stringendola.
“Te
lo prometto” sussurrò.
Goten
tirò un’altra
boccata, incrociò le gambe e rimase in bilico sul bordo.
Alzò lo sguardo, il
vento gli scompigliò i capelli neri, il sapore del tabacco
gli faceva bruciare
la gola.
“Cazzo
Bra, fermati!” gridò. Si alzò in piedi
facendo cadere a terra lo sgabello del
bar, l’odore di fumo gli punse le narici. Strinse il braccio
della ragazza e lo
strattonò.
“Anche
se non sono altro che un poco di buono, molto più vecchio di
te! Anche se non
posso sposarti ufficialmente per via di quel matrimonio alle
isole!”. La
lasciò andare e abbassò il capo.
“Anche
se dopo tutte quelle donne non ho il diritto di
chiedertelo…” sussurrò.
Bra
abbassò il capo, i lunghi capelli azzurri le coprirono il
volto, divennero
biondi e si accorparono in grossi ciuffi.
La
ragazza strinse gli occhi e alzò il capo.
“Sta
zitto!” ordinò. Si voltò e
saltò in avanti, gli affondò il capo nella
maglietta
stringendogliela con entrambe le mani. La sua aura mandò in
pezzi alcuni
bicchieri e le bottiglie sul bancone, il proprietario gridò
e scappò fuori
seguito dai clienti.
“Stai
con me, Bra” sussurrò il moro, vedendo uscire gli
ultimi due uomini.
Gli
occhi verde acqua della ragazza si riempirono di lacrime rese luminose
dalla
trasformazione.
“Non
sai per quanto tempo ho aspettato queste tue parole”
biascicò Briefs.
“È
matto! Dopo un
intervento di cuore come il suo è da incoscienti rischiare
la vita!” sentì
gridare un’infermiera. Si voltò e saltò
dentro il balconcino atterrando in
piedi.
“E
fuma anche? Il suo donatore le ha dato un organo vitale e da
lassù vorrebbe…!”
strillò la donna, la cuffietta le ricadde di lato.
Goten
strinse tra i
denti la sigaretta, passò oltre la donna e raggiunse il
lettino. Vi si sdraiò
appoggiando la schiena contro la testata in metallo del letto e
accavallò le
gambe.
“So
benissimo quando è
prezioso, era la mia ragazza il cadavere da cui è stato
estratto” ringhiò. L’infermiera
arrossì.
“Beh…
ecco… appunto…”
balbettò.
Goten
abbassò lo
sguardo, gettò a terra il mozzicone di sigaretta e lo
osservò.
<
In fondo, Bra, la
nostra vita insieme è durata il tempo di una sigaretta
> pensò.
09.
Benda
Il
maestro della gru gli
legò la benda intorno al terzo occhio e strinse.
L’allievo
cercò di
aprire le braccia, le catene gli segarono i polsi, un rivolo di sangue
colò
lungo il metallo. Il petto gli si alzava e abbassava affannoso,
sentì la pelle
pizzicare, solleticata dal pizzetto del più vecchio e le sue
labbra raggrinzite
accarezzargli la pelle. Chiuse gli occhi, stringendoli, si morse un
labbro e
sentì la benda graffiargli la pelle.
10.
Violenza
“V…
mnh…
vatte-vattene …” biascicò.
“Ancora
un po’ e ti piegherai” mormorò Lord
Freezer.
Gli accarezzò il ventre all’altezza dei muscoli a
tartaruga e scese fino al
basso ventre.
“E
allora sarai mio” sussurrò.