Capitolo 3
Si erano riuniti
come tutti i giorni in saletta tattica dopo
gli allenamenti del mattino. La partita contro i Mortal Sand si
avvicinava e
dovevano essere pronti, perdere con onore.
“Mi
avete seccato! Possibile che nessuno di voi possa essere
propositivo?” Shikamaru picchiò con violenza un
pugno sulla lavagna cancellando
parte della scritta.
“Nel
caso più ottimistico perderemo con 80 punti di
svantaggio.” Borbottò Choji.
“L’idea
di poter vincere non vi sfiora?” Naruto era stato in
silenzio fino a quel momento, ma qualsiasi cosa potesse servire per
dare man
forte a Nara che si era dimostrato un amico l’avrebbe fatta.
“Volpaccia,
Che ne puoi sapere tu? Sei solo un rimpiazzo nel
caso uno di noi si faccia male. Il che non
accadrà.”
“Tengu
maledetto! Ti spacco il muso a
suon di cazzotti!” gridò afferrando per la
maglia.
Kurenai
entrò proprio in quel momento e gettata una occhiata
intorno sospirò. Stavano come al solito bisticciando tra di
loro ed i risultati
si vedevano. La saletta era in condizioni a dir poco inaccettabili ed
tutti
parevano non dare importanza all’imminente aprirsi del torneo.
“Così
non si ottengono dei riusltati…” la voce di Temai
aveva
sovrastato tutte le altre. Tutti si zittirono e si accomodarono a
sedere,
ponendo fine alla discussione iniziata tra Naruto e Sasuke.
“Come
mai si trova qui? Non è uno dei fratelli Sabaku?”
chiese Shikamaru osservando con attenzione il ragazzo dietro
l’allenatrice.
“Se
foste meno impegnati a pensare solo a voi, vi sareste
accorti che manca Rock Lee.”
Neji si
voltò, convinto come sempre che fosse seduto accanto
a lui. Era un seccatore però era l’unico che
sosteneva sempre le sue idee, ma perché
non gli aveva detto nulla? Certo non parlavano mai molto e non era
esattamente
un tipo cordiale, ma gli aveva tenuto nascosto di essere stato ceduto.
Perché?
“Giocherà
con un’altra squadra?” chiese poi Hyuga emergendo
dai suoi pensieri.
“Solo
per questi mesi. Abbiamo fatto uno scambio con i Mortal
Sand.” Rispose introducendo il nuovo arrivato che nel
frattempo non aveva fatto
altro che scambiare occhiate con Shikamaru.
“Temai
Sabaku.” Disse accomodandosi accanto al capitano.
Tutti restarono
sorpresi per tanta sfacciata arroganza, per
quanto fosse di larghe vedute Nara ci teneva a mantenere una certa
distanza con
tutti per poterli guardare in faccia quando parlava.
“Non
puoi sedere in quel posto.” Replicò serio.
“Mi
pare non ci sia inciso il tuo nome.” Rispose Temai con
semplicità ma con una nota acida nella voce.
“Bhe
in questo Team nel caso non lo sapessi i posti sono
assegnati.” Gli spiegò Kurenai che stava
intravedendo una lite.
“Allora
sarà il caso che la vostra prima donna trovi un altro
posto.” Replicò serio.
Nara non aveva
mai perso la pazienza, ma quello sapeva
davvero come arrivarci vicino. Però raziocinio e
l’imminente partita
prevalevano su qualunque altro problema. Lo ignorò. Espose
la sua tattica
insieme all’allenatrice.
“Domande?”disse
pregando che quello non alzasse la mano, cosa
che puntualmente fece.
“Siete
seri? Davvero sperate di arrivare solamente vicino
alla meta avversaria con questa tattica?” Temai
guardò dritto negli occhi il
capitano. Neri e profondi come un abisso.
“Sua
signoria ha
qualcosa di meglio?” ironizzò lui ricambiando lo
sguardo.
Perché
quel ragazzo continuava a sfidarlo, con battute
pungenti e lo vedeva con tanta diffidenza? Non lo credeva capace di
ricoprire
il suo ruolo?
“Perché
come Pilone Sinistro non utilizzi, Uzumaki?” chiese
all’improvviso.
Naruto che si
stava dondolando distrattamente sulla sedia
cadde per terra mentre tutta la squadra si voltò a guardarlo
sgranando gli
occhi.
“Non
può prendere il posto di Rock.” Replicò
Neji.
“Infatti
sarebbe meglio che tu sostituissi Lee e il biondino
si mettesse al tuo posto.”
“Scherzi,
vero? Mettere Naru in prima linea, nella mischia
sarebbe come fornire un vantaggio ulteriore
all’avversario.” Replicò scettico
Hyuga.
“Non
se come mediano di mischia mettiamo Inozuka.” Temai
pareva convinto.
“Lo
hai mai visto giocare?” chiese Shikamaru.
“No,
ma sono sicuro che può farcela.”
“Perché?”
chiese notando che gli occhi chiari si erano
illuminati di una luce intensa. Accorgendosi di essere stato stregato
dal loro
magnetismo.
“Vuole
vincere. Questo basta.” Concluse Temai.
“Ok,
Sabaku. Se perdiamo la responsabilità è
tua.” Berciò Choji.
Il capitano si
voltò a guardare Uzumaki, che sembrava
attendesse solo un suo cenno.
“Dovremo
fargli cambiare numero sulla maglia. Complimenti
Naruto sei in prima squadra.” Sorrise convinto.