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Autore: pepero    01/02/2008    13 recensioni
*Il titolo è provvisorio* Se un Weasley bisticcia non accendere miccia, dice il proverbio. Harry e Ron capiranno a loro spese che, a volte, la bocca è meglio non aprirla, specialmente per litigare con una Weasley... :D R&R please!
*scritta per il compleanno della mia pinkuzza adorata - tanti auguriiii! ^^*
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Sorpresa | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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- Sapete, ragazzi, c'è un detto nella nostra famiglia: se un Weasley bisticcia... -
- ... Non accendere miccia! Non per vantarci, ma siamo famosi in tutta l'Inghilterra per i nostri litigi: la nostra abilità nel provocarli, tenerli vivi e, soprattutto, avere sempre ragione alla fine ha ormai del mitico. -
- È un'arte nella quale siamo veri maestri: l'abbiamo perfezionata generazione dopo generazione, arrivando a rasentare la perfezione. Un esempio? Una volta zia Muriel è riuscita a litigare contemporaneamente per tre motivi diversi con un goblin, il prozio Bilius e un centauro. Per diversi giorni. E alla fine ne ha vinti due su tre: zio Bilius, pur di non darle ragione, è diventato muto. -
- Dovete capire che per noi è una vera e propria questione di principio: una volta iniziata, un Weasley non ammetterà mai di avere torto, ne va del suo onore. Pur di dimostare che ha ragione, sarà pronto a dire o fare qualunque cosa che possa aiutarlo ad avvalorare il suo punto di vista, non importa quanto imbarazzante, umiliante o infantile possa essere. L'importante è vincere. -
- Un'altra cosa che dovete sapete, amici, è che proprio come i Potter hanno un debole per le rosse e i Malfoy sono tutti biondi dal dubbio orientamento sessuale, anche i Weasley hanno una costante: non sanno resistere ai tipetti focosi. Più la coppia litiga, più è sicuro che sono fatti l'uno per l'altro. -
- Ti ricordi quando Bill e Fleur hanno litigato per sei giorni e sette notti per il nome da dare al bambino? Urlavano talmente forte che i vicini pensavano che in quella casa ci vivessero delle banshee! E quando hanno finito di litigare, l'unica cosa che si è sentita per i successivi sei giorni e sette notti è stata "Victoire! Victoire!". Ovviamente anche quando facciamo pace, sappiamo essere molto rumorosi. Ecco perché noi Weasley siamo così fecondi: l'impegno e la passione che mettiamo nel cominciare i litigi sono pari solo all''impegno e alla passione che mettiamo nel concluderli. -
- La storia che stiamo per raccontarvi, caro pubblico, è un perfetto esempio di quanto abbiamo illustrato fino ad adesso: e se avrete la pazienza di ascoltarci fino in fondo, scoprirete che le donne Weasley... -
- ... Anche d'adozione... -
- ... Sono gli esseri più diabolici del pianeta. -

**********


La nostra storia comincia in un nevoso venerdì pomeriggio di metà gennaio, nell'incatevole - anche se un po' tetra, se volete la mia opinione - cucina di Grimmauld Place numero dodici, al cui tavolo siede nient'altri che il protagonista, Harry Potter, impegnato in quel momento in un'epica battaglia senza esclusione di colpi tra la sua volontà e le forze del male, rappresentate da un vassoio pieno di invitanti biscotti appena sfornati dalla sua fidanzata, Ginny Weasley - per gli amici, Belzebù in gonnella, Furia Rossa o semplicemente Colei-che-non-deve-essere-contraddetta.

- Non osare nemmeno lontanamente anche solo pensare di poter prendere un biscotto, mio caro. Zia Muriel, la mamma e Fleur saranno qui tra pochi minuti, ed Hermione e il mio caro fratello sarebbero ormai dovuti arrivare da un pezzo. - esordì la rossa, voltandosi a guardare il suo quasi marito che ricambiava il suo sguardo con aria innocente. - Lo so che ci stai pensando. -
- E tu come lo sai che avevo preso in considerazione l'idea? - replicò l'altro, inarcando un sopracciglio.

- Semplice, vedo il criceto nel tuo cervello girare vorticosamente nella sua ruota da almeno mezz'ora. Il fatto che il tuo braccio sembri posseduto, poi, di certo non gioca a tua difesa. -

Il moro spostò lo sguardo verso il suo braccio, ritirandolo prontamente quando si accorse che era proteso verso i biscotti. - Cambiando discorso, a cosa devo l'onore di ospitare il commando nunziale nella mia umile dimora? -

- È ovvio, - rispose l'altra con uno sbuffo, - non vedo perché solo la sposa debba soffrire l'esaurimento nervoso prima del matrimonio... Anche lo sposo deve avere la sua dose di sofferenza. E poi zia Muriel era curiosa di vedere la casa. - concluse, sedendogli in braccio.

- Uhm... Suppongo che non sia il caso di un "ho delle commissioni da sbrigare, fate pure come se foste a casa vostra", giusto? -
- Tu provaci, amore, e giuro che in confronto a quello che farò la battaglia con Voldemort ti sembrerà un'allegra scampagnata. -

Qui urge aprire una parentesi, caro pubblico. Se c'è una Weasley che tu non vuoi che si arrabbi, quella è sicuramente Ginny. Ha una mente perfidamente geniale, in grado di escogitare in meno di venti secondi dieci diverse maniere di torturarvi fino al completo annichilimento della personalità. In confronto a lei, perfino Montezuma e le sue maledizioni sono roba da dilettanti, e Harry Potter aveva avuto la sfortuna di provarlo sulla sua pelle; certo, niente in confronto a quello che successe a Malfoy... Ma questa è un'altra storia. Il punto è che il salvatore del mondo magico aveva imparato che contraddire la sua fidanzata equivaleva a firmare la propria condanna a morte nella maniera più lenta e dolorosa che si possa escogitare.

- Ok, recepito il messaggio. - pose fine alla questione il moro, alzando le mani in segno di resa, ricevendo in cambio un bacio.

La tranquilla atmosfera della cucina fu interrotta (interrotta? È un eufemismo!) da tre voci provenienti dall'ingresso, due delle quali erano impegnate a trovare una forma di comunicazione con gli alieni, per quanto stavano urlando.

- Signora Hermione! Signor Ron! Vado a chiamare padron Harry! - squittì con una nota di panico la vocina di Kreacher, quasi inudibile in confronto alle altre due.

- Me ne infischio delle tue opinioni, Ronald! Quello che dici non è oro colato, stupido maschilista insensibile e retrogado! Fossi in te, ci penserei prima di continuare questa discussione, soprattutto perché la tua teoria fa acqua da tutte le parti! Oh, ciao Kreacher. - Hermione salutò l'elfo domestico, ancora litigando con suo marito.

- Non sono l'unico a pensarla così, ok? Prova a chiedere la stessa cosa a qualunque altro maschio sul pianeta e ti risponderanno esattamente come me! Seamus e Dean, per esempio... - ribattè Ron, rosso in volto, mentre seguiva la mora in casa.
- Seamus e Dean?! E da quando sono diventati i massimi esperti mondiali di rapporti uomo/donna, di grazia? -
- Non intendevo questo! Non mettermi in bocca cose che non ho detto! -
- E tu non insultare la mia intelligenza! -

- Si può sapere perché diavolo state urlando come due macachi ubriachi? Era da quando siamo riusciti a sigillare il ritratto della signora Black che in questa casa non si sentivano grida così alte! - esclamò Harry, arrivando di corsa con Ginny al seguito, entrambi visibilmente preoccupati. - Non potete traumatizzare Kreacher ogni volta che mettete piede qui dentro. - continuò, indicando l'elfo rannicchiato in un angolo che li fissava con gli occhioni spalancati e le orecchie floscie.

- Ciao a tutti! Scusaci se ti abbiamo spaventato, Kreacher. Cercheremo di trattenerci, la prossima volta. Ok? - fece Hermione dolcemente, rivolgendosi al suddetto. - Riguardo a te, facciamo i conti più tardi. - aggiunse minacciosa a Ron, sibilando le parole.

- Tanto ho ragione io. - mormorò lui, seguendo gli altri che si spostavano nella cucina.

Questo, gentili ospiti, era uno dei tipici momenti familiari targati Weasley-Granger. Chi li ha conosciuti dall'inizio della loro storia, tende a concordare con noi quando diciamo che quei due hanno cominciato a litigare come marito e moglie prima ancora di conoscersi. La strana alchimia che si è venuta a creare tra loro è una cosa che non si riesce a spiegare: non è tensione sessuale, dal momento che hanno continuato a urlarsi a vicenda anche dopo essersi dichiarati; non è incompatibilità caratteriale, visto che funzionano benissimo come coppia. Esimi studiosi hanno studiato il caso, e tutti sono d'accordo nell'ipotizzare che si tratti semplicemente di due sadici che provano un enorme piacere nell'azzuffarsi.

- Per cosa litigate oggi? Voglio sperare che non sia di nuovo l'allevamento illegale di carpe magiche in Kazakistan... - chiese il moro ai suoi due migliori amici, una volta seduti al lungo tavolo della cucina.

- Certo che no! È... Oh, insomma, domandalo a lei! - replicò Ron, indicando sua moglie all'altro capo del tavolo che se ne stava a braccia incrociate, imbronciata.

- Hermione? Che è successo stavolta? -
- Stavolta è successo che il tuo migliore amico è un troglodita che potendo andrebbe in giro con la clava. - gli rispose lei freddamente, fulminando il rosso con lo sguardo.

- Ma non è quello che succede di solito? - intervenì Ginny. - Precisamente, cosa ha detto o fatto oggi? -

Hermione sbuffò. - Secondo il tuo caro fratello, Gin, noi donne dovremmo andare in giro coperte da un burqa. -
- Ehi! Non ho detto così! -
- Ah si? Esprimi la tua teoria, allora! -
- Io ho detto semplicemente che se una ragazza indossa una minigonna ascellare, poi non può lamentarsi se tutti le fissano le gambe! Insomma, non ammazza nessuno se si copre un po' di più! -
- Razza di idiota maschilista! La verità è che siete tutti dei maniaci a cui parte l'ormone non appena vedono un essere di sesso femminile! -
- Non... -
- Vuoi forse farmi credere che non è così? Per curiosità, Ronald, quante ragazze ti sei fermato a fissare lungo il tragitto dalla libreria di Soho a qui? -
- Otto...- rispose il rosso, senza riflettere. - Ehi! Così non vale! E poi non è vero che notiamo ogni ragazza, solo quelle carine! -

Hermione rise sprezzante. - E questo dovrebbe giocare a vostro favore? Secondo me, invece, è solo la dimostrazione di quanto voi siate superficiali! Se una è brutta deve essere bella, ma se è bella non va comunque bene, perché vi sentite in diritto di fischiarle dietro come dei mufloni in calore e la poverina non può nemmeno lamentarsi, perché "se l'è cercata", giusto? -

- Beh, se la metti in questi termini... -

- L'universo non gira intorno a voi, cari uomini! Una ragazza ha il diritto di vestirsi come le pare e di farsi bella non per piacere a voi, ma per piacere a sé stessa, e voi caproni sessisti credete ancora che le donne siano vostre sottoposte da usare come vi pare e piace! -

- Andiamo, 'Mione, che male c'è a notare una bella ragazza per la strada? - interenne Harry, cercando di rasserenare gli animi. - Insomma, dovrebbe farvi piacere, no? In fondo, non è come aver ricevuto un complimento? - concluse, pentendosi istantaneamente di aver aperto bocca.

Ginny ed Hermione si voltarono contemporaneamente verso di lui, fissandolo con la loro famosissima tecnica dello "sguardo-che-uccide-o-che-se-sei-un-essere-di-sesso-maschile-ti-tramuta-all'istante-in-un-verme-verminoso", che com'è noto è scritta a lettere cubitali e fosforescenti in tutti i codici genetici dal doppio cromoma X.

- Cioè, fammi capire... Stai forse insinuando che dovremmo sentirci gratificate nell'essere considerate dei soprammobili? - gli domandò Ginny, che in quel momento somigliava ad un gatto che ha messo il topo a cui dava la caccia in trappola.

- M-ma no, G-Gin, c-certo che no! D-dicevo solo c-che una semplice oc-occhiata... - tentò di ribattere il moro, balbettando.

- Dalla semplice occhiata al fischio e all' "Ehi, bella figona!" il passo è breve. - replicò lei, tranquilla. - E ti assicuro che la cosa non è per niente piacevole. -

- Non è giusto, però! - s'intromise Ron, più per solidarietà maschile che per altro. - E voi, allora? Peché se fate la stessa cosa voi non è niente per nessuno, mentre se lo facciamo noi siamo automaticamente dei maniaci molestatori?! -

- Primo, noi abbiamo almeno la decenza di non sbavare; secondo, non stiamo ad indicare continuamente pacchi e culi dovunque andiamo! Semplicemente, noi donne non abbiamo il chiodo fisso e non pensiamo al sesso ogni 29 secondi! - quasi urlò Hermione al marito, ormai infervorata. - Per la caviglia anchilosata di Godic, perché non riuscite ad arrivarci?! Quanto vorrei che per un giorno solo vi trovaste al nostro posto, allora sì che capireste cosa vuol dire vivere in una società sessista come la nostra! - finì la sua sfuriata nel silenzio generale, interrotto solo dai deboli singhiozzi di Kreacher, sotto shock per via delle urla.

L'espressione di Ginny, fino a quel momento corrucciata, si illuminò. - Ma 'Mione, - cinguettò angelica, mentre il ghigno malefico che aveva dipinto sul viso diceva tutt'altro, - guarda che il tuo desiderio è facilmente realizzabile... - Guardò prima suo fratello e poi Harry, entrambi pallidi e sudaticci. - Basterà semplicemente mettere in soffitta i vecchi Harry e Ron per una sera, dando il benvenuto ad Henrietta e Ronilda... In fondo non ci vorrà molto, un paio di incantesimi cambia-aspetto, una pozioncina per la voce, un po' di mascara ed è fatta. -

- Ehi, io non voglio... Passare al lato oscuro della forza, nemmeno per una sera! - esclamò Ron, sdegnato. - E di sicuro non lo vuole nemmeno Harry! Dammi una sola buona ragione per cui dovremmo prestarci a questa sceneggiata. -

- Smettila di parlare come un jedi e cerca di usare il cervello, per una volta. - gli rispose sua sorella. - Al momento ci sono due alternative: o restiamo qui a discutere per tutta la serata senza concludere niente, oppure facciamo come dico io e la questione è risolta. Tra l'altro, vi prego di muovervi a prendere una decisione, visto che da un momento all'altro arriverà il Commando Nunziale con i modelli per i vestiti delle damigelle, e non so se sarò ancora così calma, tra due ore. - finì, avvicinandosi al camino e fissando le fiamme.

I ragazzi si guardarono negli occhi per qualche istante, per poi voltarsi verso le ragazze: Hermione era ancora seduta al suo posto, studiandosi le unghie, mentre Ginny era inginocchiata di fronte a Kreacher, tentando di calmarlo. Ad entrambe, comunque, non sembrava importare molto della loro decisione, o, se erano interessate, lo nascondevano molto bene. Sospirarono contemporaneamente, rimpiangendo già la loro decisione, ed Harry parlò a nome di tutti e due. - E sia, hai vinto tu. -

*********

Tutti noi, gentile pubblico, abbiamo delle certezze su cui basiamo tutta la nostra esistenza: il cielo è blu, i Cannoni di Chudley non vinceranno mai un campionato, Natale arriva a Dicembre, papà è sempre stato un uomo e mamma è sempre stata una donna. Beh, a questo punto, una delle quattro è destinata a cadere inesorabilmente, e vi assicuro che i Cannoni non sono mai stati tanto lontani dalla Coppa come quest'anno.

- Sicura che l'effetto sia temporaneo, vero? -
- Argh, Gin, aiutami con questa trappola mortale! Come diavolo fate ad indossare queste cose?! -

Gli unici rumori che provenivano dalla camera da letto di Harry erano le voci, superiori di un'ottava e molto più gentili e aggraziate, dei due amici, ormai quasi completamente trasformati in ragazze.
- Ginny, non ridere! E non guardarmi così, mi stai spaventando... - disse il moro, che era diventato una formosa ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi verdi.

- Ehi, stavo solo pensando che stai proprio bene così... Se fossi un uomo ci proverei con te all'istante. - scherzò lei, squadrandolo da capo a piedi, mentre gli si avvicinava.

- Non pensavo che avere delle tette potesse essere così scomodo. - replicò l'altro, scegliendo di ignorare la battuta della rossa. - Complimenti davvero, ci vuole del coraggio per indossare questi push up strangolatori. - concluse, tentando senza successo di allentare la morsa del reggiseno.
- È perché l'hai chiuso troppo stretto. Ecco, - gli rispose Ginny, sbottonandoglielo e riabbottonandolo alla giusta misura, - adesso va meglio? Merlino, mai avrei immaginato che il mio ragazzo potesse avere un seno più grande del mio! -
- Eh, figurati io... -

- Oh no, non se ne parla proprio! Io quelli non me li metto! - venne dal bagno la voce di Ron, seguita a ruota da quella di Hermione. - Oh si, invece, lo farai! -

- Che diavolo sta succ... - esclamò Ginny, affacciandosi dalla porta con Harry, prima di interrompersi a metà della frase e scoppiare a ridere.

Ron, che si era trasformato in una ragazza dai riccioli rossi con una spruzzata di lentiggini sul viso, se ne stava in piedi sul water in vestaglia, con le braccia incrociate, e guardava con aria orripilata gli indumenti che Hermione gli porgeva. - Potrei almeno scegliere da solo, per pacere? -

- Oh, fai pure. - replicò la mora, alzando le braccia in segno di resa. - Stavo solo cercando di aiutarti. -

Il rosso scese dalla sua postazione e si avvicinò alla pila di vestiti che Hermione aveva portato, cominciando a cercare, optando per un paio di jeans e una blusa azzurra dalla profonda scollatura. - Che c'è? Non vanno bene? -

- Oh, no, al contrario.... Quella blusa è perfetta per il tuo seno piccolo, lo valorizza. - gli rispose lei, sorridendogli. - La trasformazione deve aver migliorato il tuo senso estetico, Ronilde. -

- G-grazie... - rispose lui, arrossendo. - Bene, se adesso volete scusarmi, devo vestirmi. - finì, cacciandoli fuori dal bagno.

- Ah, può anche cambiare sesso, ma è sempre il caro vecchio Ron, delicato come un ippogrifo... - esclamò Ginny, una volta tornati nella camera da letto. - Vuoi decidere da solo anche tu, Harry? O vuoi una mano? - domandò poi al moro, che guardava spaesato i vestiti che Hermione aveva provveduto a poggiare sul letto.

- Io? Beh... Aiutami! -

- Ok... - rispose lei, con un sorriso, cominciando a rovistare nel mucchio. - Ecco, provati questi. - continuò, passandogli una gonna di jeans a pieghe e un maglioncino verde a mezze maniche. - Madame est servie. -

- Ehi, ci muoviamo o no? - fece Ron, uscendo dal bagno vestita di tutto punto. - Guardate che ho fame! -

La scena, dovrete ammetterlo, aveva un che di tragicomico: da un lato era confortante sapere che nonostante le apparenze, lì c'era sempre il caro vecchio Ronald; d'altro canto, vedere una bellezza del genere comportarsi con la stessa grazia di un autotrasportatore nel suo giorno di riposo generava qualche confusione. La cara Henrietta, invece, sembrava aver accusato il colpo in maniera molto più dignitosa dell'amico, se si esclude ovviamente il piccolo incidente con il reggiseno. Ad ogni modo, cari ascoltatori, del come si agghindarono quella sera non è affar nostro; al momento ci preme raccontarvi del malefico piano che la nostra GinGin aveva architettato. Il genietto del male aveva convinto i due malcapitati a trasformarsi in ragazze e ad unirsi a lei e ad Hermione per una tranquilla "serata al femminile". Se poi, durante la serata, tutto fosse filato liscio, senza occhiate, ammiccamenti e fischi di sorta - cosa che, tra l'altro, Ginny reputava altamente improbabile - allora avrebbero avuto ragione loro, e le due ragazze si erano impegnate ad esaudire ogni loro più piccolo desiderio per sette giorni; in caso contrario, Harry e Ron avrebbero dovuto occuparsi di metà delle faccende per il matrimonio, inclusa l'assegnazione dei posti, la scelta dei fiori e la preparazione dei famigerati vol-au-vent. Inutile dire che, secondo il nostro modesto parere tecnico, era più probabile che una colonia di nargilli fosse scoperta su Plutone che quei due avessero una sola possibilità di vincere la scommessa.

******


A volte, nella vita, capita che il Caso si diverta ad ingarbugliare situazione già di per sé ingarbugliate. Nel caso specifico, quella sera fece venire in mente a Draco Malfoy di uscire a bere una cosa con un suo vecchio amico della scuola, Blaise Zabini, e magari riuscire a rimediare una ragazza grazie al fascino zingaresco di quest'ultimo - anche perché, detto fra noi, un furetto albino riscuote successo solo in un negozio di animali e con Pansy Parkinson. Sempre il Caso, molto simpaticamente, fece sì che i due scegliessero lo stesso pub a Diagon Alley scelto dai nostri protagonisti, e non contento, fece posare gli occhi di Malfoy su nient'altri che la nostra Henrietta. Ecco, se mai Harry Potter dovesse incontrare il Caso, crediamo proprio che lo riempirebbe di calci rotanti.

- Ehi, bella, posso offrirti qualcosa? - fu l'approccio molto fantasioso e molto poco fastidioso di Malfoy alla bella ragazza mora al bancone, che stava ordinando quattro bicchieri di idromele barricato.

- No grazie, ho già fatto. - rispose un po' acido Harry, prima di girarsi e di maledire la sua immensa e incalcolabile sfiga.
- Ehi, un whiskey incendiario per me e un'acquaviola per la signorina! - continuò il biondo, rivolto al barista, come se il moro non avesse aperto bocca. - Allora, posso sapere come ti chiami e perché ti hanno cacciato dal paradiso? - chiese poi a Harry sorridendogli, usando quella che reputava una tecnica di conquista di sicuro successo.

- Ehm, mi piacerebbe molto rimanere a disquisire su quanto il tuo approccio sia banale e sul fatto che così non acchiapperai nemmeno una mosca, ma ho da fare, scusami. -
- Oh, insomma, dimmi solo il tuo nome... O preferisci che ti chiami "visione celestiale"? -

Harry sospirò pesantemente, costringendosi a contare fino a dieci per evitare di trasformarlo in una cellula procariota. - Henrietta, e non disturbarti a dirmi il tuo. Addio! -
- Henrietta... Bel nome, devo fare i complimenti ai tuoi... Davanti a una simile opera d'arte, si può solamente lodare la maestria dell'artista. -

Sappiamo cosa state pensando, e avete perfettamente ragione. Giusto per dovere di cronaca, precisiamo che le battute di Draco Malfoy non sono state per nulla modificate, editate o tagliate. Le scemenze che sentite sono tutte farina del suo stupido sacco.

- Henrietta, posso presentarti un mio caro amico? - continuò l'ex furetto, male interpretando l'espressione di stupito sbigottimento sulla faccia del moro, e agguantando Blaise, che al momento stava provandoci con una bella bionda, per la manica. - Questo è Blaise Zabini. Blaise, questa è Henrietta... Qual è il tuo cognome, Henrietta? -
- Po... Pompadour. - rispose solo Harry, salvandosi in corner, mentre stringeva di malavoglia la mano del Serpeverde.

- Pompadour... Francese, giusto? Ecco perché non ti ho mai visto prima... Un simile bocconcino non mi sarebbe mai scappato. - parlò di nuovo Draco, prima che l'amico potesse dire qualcosa. - Anche se devo ammettere che parli inglese molto bene. -

- Mia mamma è di Teignmouth. - replicò secco il moro, ormai rassegnato al proprio destino, vuotando in un solo colpo il bicchiere di acquavite.

- Oh, incantevole cittadina! E, dimmi, che fai di bello nella vita? -
- L'Auror. Lavoro con Harry Potter, lo conosci? -

L'espressione del biondo si fece tesa per un momento, per poi ritornare subito alla normalità. - Purtroppo per me si. Ritornando a noi, negli Auror... Immaginavo che una bellezza come te facesse la modella! Se mai ti scocciassi di essere alle dipendenze di San Potter fammi un fischio, ho delle conoscenze che potrebbero farti comodo. -
- No grazie. Sto bene dove sono. -

- Ehi, Har... - intervenne Ron, venuto a vedere che fine avevano fatto l'amico e i loro drink. - Oh, scusami, non credevo fossi occupata. - finì, con una risatina, non appena vide Harry tallonato da Malfoy.
- Vedi di non alzare le penne, visto che è colpa tua. Toccava a te andare a prendere i drink. - gli rispose Harry, alterato, ordinando una tequila e buttandola giù in un sol colpo.
- Ehi, non mi presenti alla tua amica? - s'intromise il biondo, guardando con interesse ora l'una, ora l'altra. - Vabbè, lo farò da solo... Piacere, sono Drac... Ehi, mi hai fatto male! - continuò, rivolto a Blaise, che gli aveva appena incrinato due costole con una gomitata. - Oh, e questo è Blaise. Tu sei... -

- ... Fuori dalla tua portata, testa di cocco. Ehi barista, portami un whiskey incendiario! - replicò tranquillo Ron, sedendosi di fianco ad Harry.
Zabini si spostò velocemente al suo fianco, ordinano al barista un drink anche per sé e cominciando a provarci col rosso.

- Cosa risponederesti se ti chiedessi il tuo nome, bambola? -
- Cosa risponderesti se ti mandassi a quel paese, triglia? -
- Uh-uh! Ritira gli artigli, gattina, o mi farai male! -
- È esattamente quello che farò, se non evapori all'istante. -
- Mh, mi piacciono i tipetti difficili... Perché non mi dici il tuo nome, piccola? Potremmo divertirci parecchio, insieme. -
- Non credo, l'articolo non mi interessa. -
- Potrei sempre farti cambiare idea... Perché non mi dai una chance? -

Harry, che nel frattempo aveva lasciato Malfoy a parlare da solo ("Ah, di questi tempi è difficile trovare un buon allevatore di Snauzi... Sai che a casa ho un pavone albino?") concentrandosi invece su Ron e Zabini, la bacchetta pronta in caso di rissa, sospirò e cercò con lo sguardo la sua ragazza tra la folla. La trovò pochi secondi dopo, che rideva con Hermione mentre tutte e due si gustavano la scena.
Ginny guardò il moro con uno sguardo da "non-prendertela-con-me", al quale il nostro rispose con un'altro che voleva dire più o meno "si-ma-potresti-anche-darmi-una-mano-invece-di-ridere". Il dialogo tramite sguardi andò avanti un altro po', fino a che Draco, irritato dal fatto di essere ignorato, ritornò di nuovo alla carica.

- Che c'è, il mio incredibile fascino ti lascia senza parole? -
- Mai quanto la tua stupida pretesa che ti stia ascoltando. -
- Prego? -
- Dicevo, per caso nell'universo parallelo in cui vivi l'espressione "no" vuol dire "si" e "sparisci" invece "prendimi, sono tua"? -
- Stai per caso dicendo che ho sprecato metà della mia serata a parlare al vento? - sbottò il furetto, rosso di rabbia.
- Però, credevo ci impiegassi più tempo a capire. Non ti facevo così intelligente, Malfoy. -
- Come ti permetti! Stupida oca, di ragazze come te ne trovo a decine! -
- Oh beh, allora buona fortuna. Mi sa che ne avrai bisogno. - replicò serafico Harry, sorseggiando l'idromele che nel frattempo il barista gli aveva servito.
- Tu... -

- Ehilà, Malfoy! Permetti una parola? Stai infastidendo la ragazza sbagliata. - arrivò allegra la voce di Ginny, alle spalle di Malfoy.
- Lentiggini Weasley, ora sì che la mia serata è perfetta. - le disse, sarcastico. - Questa sarebbe una tua amica? -
- Non esattamente... È il mio ragazzo. -
.Lo sguardo di Malfoy passò da Harry a Ginny, prima che il suddetto esclamasse, confuso: - Ma... Credevo tu stessi con Potter... Che c'è, hai cambiato gusti? -
- No, non ho cambiato né gusti né fidanzato, Furetto Rimbalzello. -
- E allora dove diavolo è Potter, di grazia? -
- Proprio davanti a te. - gli disse la rossa, avvicinandosi a Harry e dandogli un bacio sulla guancia. - Se non ci credi, controlla tu stesso. - continuò, spostando i capelli dalla fronte del moro e mostrando a Malfoy la cicatrice.

- Per Merlino, Potter! - esclamò il biondo, avvicinandosi e scrutando la cicatrice a forma di saetta sulla fronte della ragazza. - Non immaginavo che avessi di questi... Passatempi. - finì, scoppiando in una serie di risa isteriche. - Aspetta che lo racconti in giro... -
- E aspetta che io racconti in giro che tu ci hai provato con me... - replicò l'altro, con un sorrisetto diabolico. - Ci sarà da divertirsi. -
- Ok, meglio che questa storia rimanga tra noi, ho capito. - gli rispose il biondo, tornando serio. - Comunque, mi devi un drink. - continuò, alzandosi dal suo posto.
- Oh, anche due, non c'è problema. Fammi solo un favore, Malfoy. -
- Sarebbe? -
- Stacca Zabini da mio fratello. - gli disse Ginny, trattenendo le risate. - Non vorrei doverlo riportare a casa in una lettiera per gatti. -

******


- Ok, so già quello che stai per dirmi. -
- Io non ho nemmeno aperto bocca. -
- Allora so già cosa stai pensando di dirmi. -
- Bravo, adesso leggi anche nel pensiero... A quando la telepatia? -
- Ah, ah. Molto divertente, Ronald. Fare vol-au-vent fa bene al tuo senso dell'umorismo. -
- Si, l'attività ha quel non so che di nostalgico che non guasta mai. È come ritornare ad avere diciassette anni, con tua madre che ti alita sul collo... Cavolo, Harry, come penitenza potevi anche scegliere qualcos'altro! È la quarta volta da stamattina che mamma mi chiede se Hermione è in dolce attesa! -
- Sopporta con pazienza, caro quasi cognato. E poi mi pareva di non essere da solo, quella sera! Potevi anche dire la tua, nessuno te lo vietava. -
- Certo... E chi credi si sarebbe degnato di ascoltarmi? Maledetto Zabini, se non fosse arrivato lui e il furetto... -
- ... Avremmo perso lo stesso. Gin ha detto che eravamo già a quota dodici teste voltate, quattro fischi di bassa intensità e due mezzi pedinamenti. -
- Sicuro che non stesse dicendo bugie? -
- Li ha contati Hermione. -
- Ah, allora... Insomma, era destino. -
- Esatto. Adesso continua a preparare quei dannati cosi, altrimenti non ne usciamo vivi. -
- Ok. -

- Ron? -
- Che c'è? -
- Pensi che Muriel si offenderebbe se la mettessi allo stesso tavolo di Mundungus? -
- Procedi pure... Il massimo che può succedere è che si uccidano a vicenda, evitandoci così il problema al prossimo matrimonio. -



Così finisce la nostra storia, che speriamo vi abbia divertito e vi abbia insegnato una piccola, ma importante lezione: se pensate che la vita non abbia niente di eccitante da offrirvi, litigate con una Weasley. Per tutto il resto, ci sono i vol-au-vent.
   
 
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